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Storia di meduse

Ero sdraiato sul materasso di camera sua, immobile, quasi addormentato. Lei se ne stava seduta sul davanzale della finestra, una gamba penzolante nel vuoto e l'altra piegata, a sostenere il suo braccio molle e rilassato. Non mi stava guardando. In realtà non stava guardando niente. Fissava la cornice della finestra davanti a sé, e alternava movimenti del piede a lievi cenni con il capo: stava ascoltando musica. Vedevo il filo bianco che si srotolava dalle sue orecchie al suo cellulare, lì vicino. Pensai che era bella. Era davvero bella. Aveva i capelli biondi raccolti, era bella, tremendamente bella.
Pareva una cosa aliena, estranea a questo mondo: una medusa.
Lì seduta con i raggi lunari che illuminavano di sfuggita solo i suoi contorni lì seduta con una gamba penzolante nel vuoto sembrava una medusa una bellissima medusa—
le avevo sempre trovate affascinanti le meduse quelle grandi viste da lontano in acqua a fluttuare con tutti quei tentacoli semi invisibili che davano inesorabilmente l'impressione di aggrovigliarsi ad ogni movimento eppure non si annodavano mai e ti chiedevi inevitabilmente perché perché sono così perfette diamine le voglio toccare sembrano fatte di niente sembrano gelatina chissà cosa si prova a toccarle papà posso prendere in mano una medusa solo per un attimo ti prometto che poi la lascio libera per favore papà una medusa—
Se lo fai potresti morire.
Perché?
Non lo sai?
Cosa?
Le meduse hanno delle spine piccolissime nei tentacoli e ti iniettano veleno mortale anche solo se le sfiori.
Non ti credo.
Chiedilo alla mamma.
Mamma!
Come poteva essere così pericolosa una creatura tanto amena che a vederla mi faceva sospirare e perdere le parole e l'unica cosa che ero in grado di fare era pressare i palmi delle mani contro il vetro dell'acquario per cercare di raggiungere la mia medusa per sentirmi più vicino per arrivare a passare fra le dita quei tentacoli lunghi e trasparenti che non si aggrovigliavano mai quanto sono splendide quelle creature quanto è splendida la mia medusa—
Papà ha ragione.
Perché?
Come perché? Perché sì.
Perché sono così belle e così letali?
Non lo so.
Devo toccarne una.
Non puoi.
Lo so ma devo.
Quindi provai con una piccola piccola una di quelle meduse meno belle e meno pericolose perché mamma non voleva che io morissi anche se morire per una medusa di quelle grandi che fluttuano in acqua azzurra sarebbe un modo di morire talmente splendido da farlo diventare di moda visto che le alternative sono pistola corda cianuro pasticche lametta incidente vecchiaia malattia ma credetemi che è meglio la medusa—
Aprii gli occhi.
Cosa fai sveglio a quest'ora?
E tu?
Ho chiesto io prima.
Ti guardavo mentre pensavo.
Mi guardavi?
Sì. Sei bellissima.
E pensavi?
Sì.
A cosa?
Scese dal davanzale con un balzo, atterrando senza far rumore sul pavimento freddo. Si tolse le auricolari e le lasciò sulla scrivania con il cellulare, poi mi raggiunse a letto. Si stese al mio fianco, guardammo il soffitto per un po', in silenzio, con le nostre spalle e gambe che si toccavano. Poi le dissi:
Da piccolo ho preso in mano una medusa.
Ah sì?
Già.
E com'è stato?
Bello.
Okay.
In realtà aveva fatto tanto male ma proprio tanto la medusa era piccolina l'avevo trovata in mare e raccolta poi col secchiello e avevo immerso la mano pescandola con le dita mi aveva punto con i suoi tentacoli facendoli strisciare lungo la mia pelle aggrappandosi a me e io avevo pianto ma sorridevo e avevo toccato la sua capoccia trasparente con l'altra mano mentre lei mi martoriava poi era arrivato papà e mi aveva costretto a ributtarla in mare ma con la fretta la piccola medusa era caduta sulla sabbia e papà volle lasciarla lì no papà per favore lasciami riportarla in acqua altrimenti morirà la mia piccola medusa—
Potevi pensarci prima di pescarla.
Per favore!
No. Ora andiamo a medicarti la mano.
La mia mano sta bene.
Chi ti ha messo in testa queste idee del cazzo?
La medusa morirá!
Peggio per lei.
Sentii il corpo della ragazza spostarsi leggermente, e poco dopo si girò su un fianco. La sua gamba si attorcigliò alla mia, il suo braccio cinse il mio petto e le sue labbra mi sfiorarono collo.
Tutto okay?
Sto bene, dissi.
Con la medusa intendo. È andata tutto okay?
Per me sì. Credo.
Ne sono felice.
Dormiamo?
Sì. Dormiamo.
Se ti capita di visitare un acquario vai a vedere la vasca delle meduse e se ne scorgi una anche solo da lontano tu appoggiati con tutto te stesso al vetro ma non fare rumore non respirare non fare niente aspetta che si avvicini non fare caso alla gente che ti passerà intorno credendo tu sia pazzo perché siamo tutti un po' pazzi in fondo non far caso agli altri pesci o al divieto di toccare il vetro tu sta fermo lì concentrati sulla medusa che nuota pacata verso di te e quando finalmente vedrai quei tentacoli lunghi e morbidi che fluttuano liberi nell'acqua ma non si aggrovigliano mai quando finalmente li vedrai capirai tutto quanto ascolta quando li vedrai devi staccarti dal vetro devi tenere gli occhi fissi su di lei ricordando che ti sta guardando e infine devi mormorare da parte mia:
buonanotte, mia piccola medusa.
Grazie infinite.
Buonanotte anche a te.

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