Capitolo 1
"Driiin"
La sveglia suona e io mi sveglio e vengo travolta da un senso di paura ma anche tanta voglia di fare. È arrivato il momento. Il mio primo giorno di liceo. Mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio: ho assolutamente bisogno di una sistematina ai capelli. Mi dirigo in bagno e dopo essere uscita dal mio caldo e comodo pigiama dei minions entro nella doccia. Finita la doccia mi pettino i lunghi capelli biondi in modo da renderli decenti e dopo essermi infilata i miei jeans preferiti con i tagli sopra le ginocchia (cosa che reputo veramente affascinante,il fatto che i tagli siano sopra e non sulle ginocchia) e una maglia a manica corta bianca con un albero di pesco disegnato metto un po' di lucida labbra e corro a fare colazione. Tiro su col naso profondamente: adoro l'odore dei plum-cake al mattino. Specie quelli fatti da mia madre. Corro a darle un bacio come per ringraziarla di avermeli preparati.
"Prego,tesoro" mi dice lei arrossendo.
E mi viene in mente di farle un ritratto con le guance rosse rosse.
Mangio due plum-cake mentre altri due li avvolgo nella carta stagnola per portarli a scuola.
Mamma si offre di accompagnarmi a scuola con l'auto visto che è il primo giorno e accetto volentieri.
"La mia bambina è diventata grande" dice con tono bambinesco
"Non dirlo così che mi imbarazzi!" le risponde.
"Nervosetta?"
"Un po'"
"Ma non devi preoccuparti di nulla. Sei fantastica,tesoro. Farai tanti amici"
"Peccato che sei l'unica a pensare che sono fantastica"
"Questo non è vero. Giulio,il figlio dei vicini lo pensa eccome. Quando ti vede diventa rosso come un pomodoro" dice ridendo.
"Pff,ti sbagli". Invece no. Quel ragazzino ha una cotta per me da quando eravamo piccoli e giocavamo insieme. Lui era cicciotto e pieno di lentiggini. Però diciamo che è cresciuto bene. Adesso è magro e ha dei bellissimi ricci castani e occhi verdi. E infatti adesso,contrariamente a quanto pensa mia madre,non penso abbia ancora una cotta per me. Non siamo più amici come una volta. Quando capita ci salutiamo e facciamo quattro chiacchiere. Poi lo vengono a trovare i suoi amici del calcetto e iniziano a fare confusione.
"Secondo me a te piace" mi dice sempre in tono beffardo.
"Cosa? Giulio? Mamma non dire cavolate!"
"E allora perché una pagina del tuo diario dice GIULIO È BELLISSIMO a caratteri cubitali?"
"Mamma! Hai di nuovo letto il mio diario?! Quando la smetterei di ficcare il naso tra i miei affari?"
"Siamo arrivateeee" dice a cantilena senza rispondere alla mia domanda.
"SONO arrivata" faccio schioccandole un bacio sulla guancia e scendendo in fretta dall'auto. Sono in anticipo per fortuna,così potrò raggiungere la classe prima degli altri e scegliermi un ultimo banco dove potermi nascondere dai professori. Non si sa mai. Il bidello mi dice di andare a secondo piano e che la la 1c si trova proprio di fronte la scalinata. Così salgo molto imbarazzata insieme ai ragazzi più grandi che per fortuna nemmeno si accorgono della mia presenza. Trovo la classe ed entro e trovo un ragazzino cicciotto con gli occhiali seduto al primo banco di fronte la cattedra. Capisco subito che è il tipo di persona col quale io posso fare amicizia. E mi sento sollevata. Lui mi fa un cenno con la mano e io ricambio.
"Perché hai scelto questa scuola?" gli chiedo di getto senza neanche rifletterci. Sembra più un tipo da liceo classico.
"So cosa stai pensando. Guarda che sono una cima col pennello"
"S-scusa" mi limito a rispondere. Che suscettibile.
Mi siedo all'ultimo banco della fila di destra. Posto muro.
"Ultimo banco,eh? A me sembravi più una da banco di mezzo"
"Abbiamo capito che l'apparenza inganna"
Ad interrompere la nostra conversazione,aggiungerei grazie al cielo,è l'entrata di una ragazza seguita da altre due. Ma è lei quella che noti di più. È bellissima. Ha dei lunghi e lisci capelli castani e occhi azzurri. Già individuata come il tipo di persona con cui non farò amicizia. Le altre due ragazze sono entrambe abbastanza carine: una ha un caschetto biondo e occhi marroni e viso pieno di lentiggini e l'altra ha dei capelli ricci e castani: bellissimi.
La ragazza di mezzo dice alle altre di seguirla. Se la prende con il ragazzo di prima affermando che voleva lei quel posto,che è suo. Discutono per un po' fino a quando lui si alza e si siede al primo banco della mia fila. Lei e la ragazza dai capelli biondi si siedono insieme al primo banco. L'altra dietro di loro a secondo banco che continua a discutere con la ragazza bionda.
"Non preoccuparti Cate,a turno starete entrambe accanto a me" dice con un tono odioso passandosi una mano tra i capelli. Già la odio.
"E tu cos'hai da guardare?" capisco solo dopo che si rivolge a me,cadendo dalle nubi.
"Eh? Cosa? N-niente!"
"Patetica" e scoppia a ridere insieme alle sue tirapiedi.
Già,decisamente odiosa.
Entrano gli altri e una ragazzina un po' buffa,con gli occhiali rotondi,i capelli lisci e rossi e gli occhi azzurri si siede accanto a me.
"Ciao,io sono Margherita. Ti va se mi siedo accanto a te?" mi chiede in tono un po' troppo euforico.
"Certo" le sorrido.
"Allora,tu come ti chiami?"
"Oh,scusami. Io sono Greta,piacere" e le stringo la mano.
"Io non stringo la mano,è da vecchi!"
Rido.
"Hai pienamente ragione" e ci scambiamo un bacio sulla guancia. Finalmente entra il prof.
"Salve ragazzi. Io sono il prof. Ferrante e sarò il vostro insegnante di storia dell'arte"
"Mmh..pezzo grosso" bisbiglia Margherita facendomi scappare un sorriso.
"Adesso a turno vi presenterete e direte perché avete scelto questa scuola"
Cavolo,devo parlare.
La ragazza odiosa di prima si presenta dicendo di essere la figlia del preside. Fantastico. E afferma di essere eccezionale in tutto ciò che riguarda l'arte. Viva la modestia.
"Ah,quindi lei è la signorina Alessia Venturi?" le chiede il prof.
Perfetto,adesso l'odio ha un nome.
"Si,sono io"
Giunti al mio turno cerco di spiegare che amo tutto ciò che è arte e con una botta di coraggio ci riesco senza far ridere nessuno. Esulto mentalmente.
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