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4 - Ordine cronologico

Oggi sono arrivata a scuola in anticipo e, come previsto, non c'è nessuno, neanche Harry.
Invece di andare in caffetteria come al solito, mi dirigo verso il campo da football e corro a sedermi sugli spalti.
Dopo un po', mi distendo, appoggio la testa sullo zaino e inizio a guardare il cielo.

«Che ci fai tu qui?»

Spaventata, mi metto di nuovo seduta e abbasso lo sguardo. Zayn è fermo a metà della gradinata. «Io» , mormoro, spiazzata. «Se vuoi stare da solo, vado via.»

Divertito, sorride e mi raggiunge. «Non mi sono mica comprato gli spalti. Anche se non volessi compagnia, non saresti costretta ad andartene e, in ogni caso, resta pure, non mi dai alcun fastidio. Sono soltanto sorpreso di vedere già qualcuno qui a scuola.»

«Sei arrivato presto anche tu» , gli faccio notare.

«Ogni giorno vengo qui a rilassarmi prima delle lezioni» , mi spiega. «Lezioni che spero ti stiano piacendo.» Posa lo sguardo su di me. «Come ti trovi in questo liceo?»

I suoi occhi color nocciola sono incredibilmente belli.

Oh, ti prego, non iniziare a fare queste considerazioni stupide.

La voce della mia coscienza ha ragione. Lo conosco da qualche giorno; non può già interessarmi.
Ma è soltanto carino. Che c'è di male a pensarlo?
E poi, a me piacciono le nocciole. Credo che abbia dei begli occhi principalmente perché me le ricordano.

Sì, certo.

«A me piacciono le nocciole» , ribadisco ad alta voce. Quando mi rendo conto di ciò che ho appena detto, inizio a sudare freddo.

Oh, no.
Penserà che io sia strana. Beh, un po' lo sono, ma non volevo che lo scoprisse così in fretta. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo un po' meglio prima, ma non ne avrò il tempo. Scapperà e non mi rivolgerà mai più la parola.

Non essere così melodrammatica, Connie.

«Va bene, ma io ti avevo chiesto altro» , mi ricorda, divertito.

«Scusami» , sussurro. «Stavo soltanto pensando ad alta voce» , tento di giustificarmi, peggiorando ulteriormente la mia posizione. In certi casi sarebbe meglio tacere e basta. «Comunque, mi trovo bene qui. I corsi, per ora, sembrano fantastici» , provo a riprendere in mano le redini della situazione.

«In ogni caso, anche a me piacciono le nocciole, se può interessarti» , afferma.

Sorrido. Forse c'è ancora una piccola possibilità che mi rivolga nuovamente la parola dopo oggi.

«Zayn!» Ci voltiamo entrambi verso la base della gradinata. Un ragazzo dai capelli biondi si sbraccia per farsi vedere.

«Arriviamo!» , gli urla lui in risposta.

«Arriviamo?» , chiedo.

«Certo, andiamo» , mi risponde, allegro. In silenzio, imbarazzata, lo seguo.

Appena lo raggiungo, il biondo mi tende una mano per presentarsi e sorride. «Sono Niall.»

«Connie» , dico, timidamente, stringendogliela.

•••

«Connie! Harry!» Liam ci corre dietro. Ci fermiamo ad aspettarlo esattamente fuori da scuola. Felice, lo saluto. «Perché non facciamo tutti e tre insieme la strada oggi per andare da Louis?» , propone.

«Certo!»

Harry si limita ad annuire. Per qualche strano motivo, sembra turbato dall'inizio della mattinata. Sicuramente perché non stiamo scoprendo nulla di utile sul caso.

«Perfetto, allora. Saluto un amico e torno da voi» , ci informa prima di allontanarsi.

«Che hai?»

Il riccio, sorpreso, mi rivolge un'occhiata. «Come, scusa?»

«Sei strano oggi. Che cosa ti è successo?»

«Connie!» Mi volto di scatto. Zayn corre verso me ed Harry. «Ti va di fare una passeggiata al parco?»

Il riccio, probabilmente sentendosi di troppo, imbarazzato, abbassa lo sguardo.

«Oggi non posso, Zayn» , rispondo, triste.

«Non fa niente» , mi rassicura. «Sarà per la prossima volta. Che ne dici?»

«Con piacere.» Gli rivolgo un sorriso che ricambia.

Niall lo chiama. Mi nota e mi saluta. Io, allegra, faccio lo stesso. Zayn ruota un attimo il capo per guardarlo. «Allora, a presto, Connie. Ciao anche a te, Harry» , dice prima di andar via.

Al riccio sfugge un sorrisetto divertito.

«Che c'è?» , gli domando.

«Lo adoro. Questa volta si è addirittura ricordato come mi chiamo.»

Liam torna da noi prima che possa fare un commento sulla sua affermazione. «Andiamo?» , ci chiede.
A testa bassa, ci avviamo verso casa di Louis.

Dopo un po' di strada, arriviamo a destinazione.
Do due colpi alla serra del garage e il moro dall'altra parte la solleva immediatamente.

«Ragazzi, finalmente siete arrivati!» , ci accoglie, felice.

«Apprezzo il tuo entusiasmo, Lou. Ho stampato gli articoli di ieri. Potremmo metterci subito a lavoro.»

«Ho bisogno di voi. Dovete aiutarmi a finire un livello di questo gioco.» Mi ignora e mostra a Liam e ad Harry un dischetto. Sconsolata, scuoto il capo.

I due ragazzi, allegri, corrono a sedersi con il padrone di casa di fronte alla console collegata alla tv e io, afflitta, mi lascio cadere su una poltrona. «Giocate pure, allora; io rileggo questi articoli da sola» , spero di attirare l'attenzione di uno dei tre.

«Sì, va bene. Ti raggiungiamo fra poco» , parla Harry a nome di tutti.

•••

I ragazzi, dopo quasi mezz'ora, continuano a non collaborare. Riguardo gli articoli per un'ultima volta, sconfortata.
Mi rendo conto di un particolare non indifferente.

Sette anni fa: vittime anziane.

Sei anni fa: vittime giovani.

Cinque anni fa: vittime di mezza età.

Quattro anni fa: vittime anziane.

Tre anni fa: vittime giovani.

Due anni fa: vittime di mezza età.

Un anno fa: vittime anziane.

L'assassino uccide seguendo un ordine cronologico!
Se non sbaglio, dunque, punterà ai ragazzi questo Halloween. «Venite subito qui!» , chiamo gli altri. Louis, spaventato, mette in pausa il gioco e mi raggiunge con Liam ed Harry al seguito. «Guarda.» Gli porgo i fogli.

«Sono gli stessi articoli di ieri?» , mi chiede, perplesso.

«Se la mia ipotesi non è errata, l'assassino uccide seguendo un ordine cronologico; parte da giovani vittime, uccide poi persone di mezza età e chiude il cerchio con coppie di anziani. Se l'anno scorso è toccato a due fra i cittadini più vecchi di Notting Hill...» , inizio a dire.

«Verranno uccisi dei ragazzi il mese prossimo!» , arriva da solo al punto.

«Dobbiamo avvertire la polizia» , propone Liam, preso dal panico.

«Potremmo sbagliarci e depistarli. Non abbiamo prove» , gli ricorda Harry.

«E allora come ci comportiamo? Dovremmo rinchiudere tutti i ragazzi della città in qualche posto il giorno di Halloween e farlo sorvegliare da dagli agenti.»

«Non dire sciocchezze, Liam» , frena il suo entusiasmo il riccio.

«No, aspetta. Ha ragione. Potremmo organizzare un ballo quel giorno. Che ne dite?» , propongo.

«Non prendiamo decisioni avventate. Limitiamoci, per ora, a cercare di restringere la cerchia delle possibili vittime e di trovare, in qualche modo, indizi che ci aiutino a capire chi c'è dietro tutti questi omicidi» , afferma Harry.

«L'idea del ballo la teniamo lo stesso» , interviene anche Louis. Gli sorrido, grata per il sostegno.

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