Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

22 - Hai me

La quiete dura il tempo di un battito di ciglia.
Zayn si appoggia al muro a braccia conserte e inizia a fissarci, in attesa che qualcuno parli. Liam decide di rompere gli indugi e passa a Niall il quaderno su cui ha incollato gli articoli che abbiamo trovato e analizzato nei giorni.
Louis si siede davanti a me, a terra, a gambe incrociate. Solleva la testa e io, prontamente, evito il suo sguardo inquisitorio, portando il mio su Harry che, intanto, sta affondando le unghie nel bracciolo della poltrona.

«Vado in bagno» , afferma, improvvisamente, alzandosi.

Mi viene istintivo seguirlo, ma Lou mi stringe la caviglia con una mano. «Non farlo» , sussurra. Mi indica Zayn con un cenno del capo e capisco subito che mi sta dicendo di evitare altri problemi.

In ogni caso, me ne frego. «Prendo un bicchiere d'acqua e torno» , avverto tutti prima di correre in casa.

Intravedo Harry in cucina. Se ne sta in piedi accanto al tavolo. Mi nota a sua volta e fa per scappare al piano di sopra, ma gli prendo una mano quando mi passa accanto per fermarlo.

«Lasciami» , sibila a denti stretti.

«Dovevo parlargliene.»

«Era il nostro segreto.»

«Ci sarà utile avere una mano in più per le indagini.»

«Non ti fidi di me. Credi che non sia in grado di proteggerti e hai chiesto al tuo ragazzo di intervenire.»

«Io mi fido di te, Harry, totalmente. Ho dovuto dire a Zayn del caso per non perderlo.»

«Perché ti importa così tanto di quel tipo? Voleva lasciarti andare? Era arrabbiato con te? Peggio per lui. Hai noi, Connie. Hai me.» Si allontana di scatto da me e abbassa lo sguardo.

«Connie?» Zayn mi compare alle spalle prima che possa dire qualcosa. Mi circonda la vita con un braccio e rivolge un'occhiata al riccio. «Va tutto bene?» , chiede, guardando prima lui e poi me.

«Sì» , risponde Harry al mio posto. «Tutto a meraviglia. Stavo soltanto andando in bagno. Scusatemi.» Si fa spazio tra noi per arrivare alle scale e io resto immobile a fissarlo mentre si allontana.

•••

Martedì 7 ottobre

Mi fermo in corridoio, spiazzata, quando intravedo l'interno dell'aula. Harry si è messo al primo banco e al suo ormai vecchio posto, accanto al mio, è seduta una ragazza, Abigail.
Mi manca il respiro.
L'ho perso.
Ho salvato il mio rapporto con Zayn, ma a che prezzo?
Non riesco a entrare in classe e, sul punto di piangere, corro verso il cortile deserto per sedermi sotto un albero.

«Giornataccia?» Mi guardo intorno. Perché mi sto immaginando la voce di Louis? «Sopra di te.»

Sollevo lo sguardo.
Lou se ne sta seduto su un ramo a fissarmi, confuso.

«Scendi!» , gli urlo, allarmata, alzandomi di scatto.

Sorride, divertito. «Vieni tu qui da me.»

«Ti ha dato di volta il cervello?»

«È piacevole starsene qui nascosti a fissare gli studenti che entrano ed escono da scuola.» Incrocia le braccia dietro la testa e si appoggia al tronco.
Affondo le unghie nei palmi delle mani. Non posso prenderlo dalla gamba e tirarlo giù.

«Perché non sei a lezione?» , decido di fingermi noncurante, sperando che gli venga voglia di riportare i piedi a terra e di percorrere con me il perimetro del campo da football per fare una chiacchierata.

«Potrei farti la stessa domanda.»

«Te l'ho chiesto prima io» , gli faccio notare.

Sospira. «Ho mal di testa; ne avevo abbastanza di storia e mi serviva una pausa. Tocca a te.»

«Anche io» , mento.

Rotea gli occhi e si prepara a saltare giù dal ramo. Gli grido di non farlo, ma non mi ascolta. Quando cade a terra davanti a me, spaventata, indietreggio istintivamente, inciampo in una radice e mi ritrovo di schiena a terra nel prato. Louis si stende accanto a me come se nulla fosse, invece di aiutarmi a rimettermi in piedi. «Harry ha già iniziato il gioco del silenzio?»

Incredula, mi volto a guardarlo. «Si è sfogato con te per quello che è successo ieri? Ti ha detto che non vuole più rivolgermi la parola?»

«No, ma quando è deluso da qualcuno lo ignora, lo sai anche tu. Passerà.»

Sospiro. «Questa volta la situazione sembra più grave del previsto.»

Si porta le mani dietro la nuca. «È soltanto un'impressione» , mi rassicura.

«Devi aiutarmi a parlargli» , affermo con decisione.

•••

Harry non si è visto a pranzo e non si è nemmeno presentato a casa di Louis.
Avevo ragione, la situazione è più grave del previsto. Forse questo ha convinto Lou ad accompagnarmi a casa del riccio.

«Continua a non rispondere alle mie chiamate» , mi lamento, guardando il cellulare.

«Non mi sembra il caso di suonare il campanello. Sono quasi le undici; magari il resto della sua famiglia sta dormendo.» Faccio per dire qualcosa, ma Louis, prontamente, mi porta un dito sulle labbra per zittirmi. «Non suoneremo, ma gli parlerai lo stesso.»

«Come?» Si volta a guardare l'albero alle nostre spalle. «Non esiste» , metto le mani avanti.

«Connie» , mormora.

«Non mi arrampicherò mai per arrivare al suo balcone. Per chi mi hai presa? Per qualche adolescente ribelle di un teen drama americano?»

«Non alzare la voce» , mi ammonisce. «Ci denunceranno per disturbo della quiete pubblica. Sali e basta. Ti aiuto io.»

«No!»

«Connie» , ringhia. «Sali.»

Iniziamo a discutere. Dopo un po', Harry si affaccia al balcone, attirato dal trambusto. «Che ci fate voi due qui?» , ci chiede, incredulo.

«Harry!» , lo chiamo, felice.

«Scendi, brutto idiota. Voleva salire su quell'albero per raggiungerti.»

Fulmino Louis con lo sguardo.

«Sei impazzita?» , mi rimprovera il riccio. «Non ti azzardare a farlo. Potresti cadere e farti male. Scendo io.»

Harry torna in casa e Lou sorride, soddisfatto, e si volta a guardarmi. «Lo so, sono un genio. No, tranquilla, non dovrai offrirmi frullati per il resto del mese per ringraziarmi. No, sul serio. Va bene, dai, se proprio insisti, grazie, il tuo è un pensiero adorabile.»

Mi limito a rivolgergli un'occhiataccia.
Quando il riccio ci raggiunge, Louis si allontana per darci un po' di privacy.

«Volevi davvero arrampicarti su un albero per parlarmi?»

«Perché hai cambiato posto oggi in classe?»

Sospira. «Perché sono un idiota e ho esagerato. Non riprendiamo la discussione di ieri, per piacere. Dimenticatela e andiamo avanti. Hai ragione, una mano in più ci sarà utile.»

Lo abbraccio e chiudo gli occhi. Mi accarezza la schiena e posa la sua testa sulla mia, nascosta nell'incavo del suo collo.
Quando mi stacco dal riccio, mi volto verso Lou e gli mormoro un "grazie". Lui si limita a sorridermi.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro