16 - Il costume di Harry
Fatti coraggio, Connie. Questo è il momento giusto. Gli altri non ci sono.
Uno contro uno è equo.
Posso farlo ragionare.
Stringo i pugni e mi decido a parlare. «Perché non lasciamo perdere tutto? La festa e il caso, insomma.»
Harry, confuso, smette di contare le banconote nel portafoglio e solleva la testa per rivolgermi un'occhiata. Dopo un po', si scioglie e sorride. «Non scherzare. Sai che mi sono candidato soltanto per riuscire ad organizzare il ballo. La vita di troppi ragazzi dipende da noi.»
«Non è vero, Harry, non dirlo. Siamo soltanto degli adolescenti. Nulla dipende da noi. Abbiamo semplicemente deciso di dare una mano alla polizia e possiamo tranquillamente tirarci indietro. Gli agenti se la caveranno benissimo anche senza il nostro intervento.»
«Mi stai prendendo in giro?»
«No.»
«Indagare è stata una tua idea» , mi ricorda.
«Non voglio più farlo.»
«Che ti prende?»
«Ho paura» , ammetto. «Ho paura per te» , preciso, prima che possa dire qualcosa.
Confuso, avanza e mi raggiunge. «Non mi accadrà nulla.»
«Ultimamente sogno soltanto te ferito a scuola.»
Sospira e mi accarezza i capelli. «Sono soltanto incubi. Sai che non ho una ragazza. Sicuramente non sono il bersaglio dell'assassino» , tenta di farmi ragionare. «Sei più a rischio tu di me» , aggiunge, prima che possa ribattere. «E ci penso ogni giorno. Non voglio che ti accada nulla di brutto ed è proprio per questo che non posso tirarmi indietro. Bisogna fermare quel folle omicida, Connie. Chi ci assicura che, prima o poi, non deciderà di fare del male a qualcuno anche in un giorno a caso dell'anno? Non posso vivere pensando al fatto che potresti non tornare a casa dopo un appuntamento con Zayn. Non devono più esserci vittime. Non è giusto quello che sta succedendo. Amare non è un crimine da punire.»
Resto in silenzio a riflettere.
Harry ha perfettamente ragione e io non posso abbandonare lui e gli altri per degli incubi che faccio sicuramente perché è il mio migliore amico e mi terrorizza il pensiero che possa capitargli qualcosa di brutto.
«Va bene» , cedo. «Andiamo a cercare il tuo costume per il ballo, allora.»
•••
Harry si è chiuso in camerino per provare un costume da scheletro e lo sto aspettando fuori
«Sai già da cosa ti vestirai?» , mi domanda.
Cade a terra la sua felpa viola, la raccolgo e la pulisco con una mano. «Non lo so» , ammetto. «Da te, magari. Mi piacciono i tuoi vestiti.»
Lo sento ridere. «Faresti un figurone.»
«Non sto scherzando. Sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di tenermi questa felpa; è proprio bella.»
«Non te la lascerò, sia chiaro.»
«Guarda che è già fra le mie mani. Potrei semplicemente indossarla e uscire dal negozio.»
«Fa freddo. Non puoi seriamente farmi tornare a casa soltanto con una maglietta a maniche corte addosso.»
«Hai il costume da scheletro» , gli ricordo.
«Connie» , mormora, preoccupato.
«Esci dal camerino» , dico. «Fammi vedere come ti sta.»
Sbuffa e viene fuori. Divertita, gli scompiglio i capelli con una mano. «Sei carino.»
«Non prendermi in giro» , si lamenta.
«Sul serio, stai bene vestito così.»
Si lascia sfuggire un sorriso. «Allora lo compro e andiamo via.»
•••
Ci fermiamo davanti a casa mia. Abbraccio Harry e faccio per andarmene, ma mi chiede di fermarmi.
Si toglie la felpa e me la lancia.
«Che stai facendo?» , gli domando, confusa.
«Se vuoi, puoi tenerla. Soltanto per un po', però. È una delle mie preferite.»
Mi viene spontaneo sorridere. «Non te la lascerò, sia chiaro» , lo imito.
Ride. «Stringila, semmai dovessi avere altri incubi e ricordati che non devi preoccuparti di nulla.»
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