10 - A caccia di consensi
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Hands up, and suddenly we all got our hands up
No control of my body
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Venerdì 19 settembre
«Quella giacca sta male sui pantaloni rossi.»
«E a chi vuoi che importi? Saranno tutti così ubriachi che nemmeno faranno caso ai miei vestiti.»
«Ti invidio, Louis. Non ti fai mai problemi per nulla.»
Gli compare sul volto un sorrisetto divertito. «Sai, Connie, ci sono cose più importanti dell'abbigliamento; tipo il fatto che in città si aggira un assassino che potrebbe tranquillamente fare irruzione alla festa e ucciderci tutti.» Mi faccio seria di colpo e se ne accorge. «Nessuno gli aprirebbe, non agitarti» , tenta di risistemare la situazione. «Ammesso che non venga a scuola con noi» , riflette ad alta voce.
«Smettila di dire sciocchezze, Lou.» Harry ricompare all'improvviso in garage. Si stira la giacca blu notte con le maniche bianche stile college americano con una mano e io, sorpresa, mi soffermo a guardarlo. «Dammi qualcosa di decente da mettere, piuttosto. Perché mi hai comprato questa roba? Non mi si addice.» Si rigira, insofferente, il colletto della camicia di jeans.
«È l'unica occasione che hai di fare colpo sui giocatori della squadra di football. Sembrare uno di loro ti aiuterà a conquistarli.»
«Secondo me, vestito così stai bene» , commenta Liam.
Mi alzo dal divano e raggiungo il riccio. Confuso, abbassa il capo per guardarmi negli occhi. Porto le dita ai lati del suo volto e gli sfilo gli occhiali. «Così sei perfetto.»
Sorride. «Lo pensi davvero?»
«Non hai un tipo ideale, vero, Connie? Dillo che ti piacciono semplicemente i ragazzi che portano quelle giacche.»
Infastidita, prendo il cuscino abbandonato sulla poltrona e lo scaglio contro Louis che, prontamente, lo schiva ridendo.
Seccata, mi avvio verso il giardino e invito gli altri a seguirmi.
Lou lascia per ultimo la nostra base e si chiude alle spalle la serranda.
«Tomlinson! Vieni anche tu alla festa?» Ci voltiamo tutti a guardare un ragazzo alto e muscoloso con la testa rasata che sta entrando nel furgoncino bianco parcheggiato davanti alla villetta dall'altra parte della strada.
Louis ghigna e avanza. «Sì, James, con i miei amici, ma arriveremo un po' tardi, visto che nessuno di noi ha la macchina stasera e ci toccherà farci la strada a piedi.»
«Posso darvi un passaggio io.»
Trattengo a stento l'euforia. Mi spaventava l'idea di dover raggiungere l'altra parte di Notting Hill con i tacchi addosso.
Lou si volta verso di noi e ci invita a raggiungere il suo vicino di casa.
Quando lo affianco, mi prende una mano per farmi fermare. «Pensavo ad una cosa.» Gli rivolgo un'occhiata confusa. «Non puoi criticare il mio outfit, se il tuo ti fa sembrare una carota.» Offesa, stringo il vestitino arancione fra le dita e mi preparo a replicare, ma sorride e ricomincia a parlare. «E sei incredibilmente piccola anche con i tacchi. Fai sembrare alto addirittura me.»
«Louis» , ringhio, infuriata.
«Non offenderti, è una cosa carina; insomma, fai tenerezza. Credo che inizierò a chiamarti Carotina.»
«Carotina?» Schifata, arriccio il naso.
«Dovresti sentirti onorata. Affibbio un soprannome soltanto ai veri amici.» Si volta a guardare Harry e Liam che si stanno presentando al proprietario del furgone. «Hazza, Cucchiaino, prendete posto e non perdete altro tempo.»
Cucchiaino.
Cucchiaino perché detesta i cucchiai e a mensa cerca di prendere il brodo con la forchetta.
Sì, credo che a Liam sia andata decisamente peggio.
«Sbrighiamoci anche noi.»
Lo seguo nel furgone. Mi siedo fra lui ed Harry e mi presento al guidatore che, allegro, mi stringe la mano e mi dice il suo nome. «Sei arrivata da poco in città, vero?» , mi chiede poi, mentre si prepara a mettere in moto. «Ti ho intravista soltanto all'assemblea l'altro giorno. Se frequentassi la scuola da anni, me lo ricorderei. Insomma, una ragazza bella come te non può passare di certo inosservata.»
A disagio, abbasso lo sguardo.
«Lasciala in pace, James; le ho messo gli occhi addosso io e ho già fin troppa concorrenza.» Liam, sconvolto, si volta verso di noi e anche Harry, confuso come me, rivolge uno sguardo a Lou. «Perché non ci provi con Brenda?»
«Brenda del corso di geometria?»
«Sì, proprio lei. Non hai notato il modo in cui ti guarda quando viene a chiederti gli appunti quasi ad ogni lezione?»
«In realtà, no.»
«Fortunatamente me ne sono accorto io, allora. Provaci con lei alla festa.»
«In fin dei conti, è carina. Sì, Lou, credo che ti darò ascolto.»
James parte e, confusa, approfitto della sua distrazione per dare un colpetto sul braccio a Louis che, infastidito, si volta verso di me. Harry e Liam lo stanno ancora guardando in cerca di una spiegazione.
Ci sussurra un "ne parliamo dopo" e decidiamo di aspettare tutti la fine del viaggio per fargli le nostre domande.
Arrivati a destinazione, lasciamo andare James avanti, dopo averlo ringraziato per il passaggio, ci fermiamo in giardino e accerchiamo Lou. «Volevo proteggere Connie, va bene?» , sbotta, prima che qualcuno possa dirgli qualcosa. «Ho mentito. Non ho detto a James che stiamo insieme soltanto perché sappiamo perfettamente che le coppie sono i bersagli preferiti dell'assassino che stiamo cercando di fermare e non mi fido di nessuno; potrebbe essere anche lui quel folle.»
«Il tuo ragionamento non fa una piega» , afferma Liam.
«In tal caso, grazie, Louis.»
Sospira. «Possiamo andare, adesso?»
Harry, agitato, indietreggia. «Non sono poi così tanto convinto di volerlo fare ancora.»
Liam lo spinge in avanti. «Smettila, Harry. Questa è l'occasione perfetta per racimolare un po' di voti. Devi mirare alla squadra di football e alle cheerleader.»
«È una follia, ragazzi» , tenta di farci ragionare. «Ho come avversari proprio due esponenti di quelle categorie.»
«Zayn ha già creato una scissione all'interno della sua squadra. Mi ha assicurato che alcuni dei suoi compagni voteranno per te. Non ti resta che convincere gli altri a cambiare opinione. Provaci, almeno.»
«Sono sicuro che, vestito così, farai breccia anche nei cuori delle ragazze» , lo incoraggia ulteriormente Liam.
Il riccio sospira. Resta un po' in silenzio a pensare e alla fine si decide ad avanzare con noi al seguito.
«Non essere te stesso, Harry.»
«Che razza di consiglio è, Lou?»
Mi ignora totalmente. «Non hai nulla a che vedere con il loro mondo, Hazza, ma questa è la tua unica occasione per conquistarli. Diventa uno di loro.»
Harry entra in casa per primo e, quando si ferma sull'uscio, Liam sbatte contro la sua schiena. Io mi blocco dietro di loro e Louis, invece, si mette davanti a noi quando vede arrivare da una stanza, posta alla destra di una scalinata che, piazzata esattamente davanti alla porta di ingresso, conduce ai piani superiori, un ragazzo con al seguito una schiera di cheerleader e giocatori di football intenti a sorseggiare lattine di birra. «Tomlinson, mi fa piacere vederti» , lo saluta, dandogli una pacca sulla spalla. «Ti sei portato dietro qualche amico?»
«Spero non sia un problema, Duncan.»
L'ho già visto allenarsi con Zayn.
Mi squadra dalla testa ai piedi e sorride. «No, non preoccuparti. La ragazza può restare e anche quello con la camicia azzurra.» Si volta poi verso Harry e qualcuno dietro di lui sghignazza. «Sei il tipo che vuole fare il rappresentante d'istituto, vero?»
«Mi chiamo Harry Styles» , precisa il ricco, non scomponendosi minimamente.
«Harry Styles. Non credo che il tuo nome sia in lista.»
«Non c'è nemmeno quello di Liam o di Connie e hai detto che non è un problema» , gli ricorda Louis.
«No, infatti, non mi hai invitato, ma non preoccuparti; capita a tutti di sbagliare. Per tua fortuna, ho deciso ugualmente di onorarti della mia presenza.» Sorpresa, sgrano le palpebre e mi soffermo ad osservare Harry. Lo ha detto sul serio?
Il riccio indica le lattine di birra degli spettatori sghignazzanti, che al momento sembrano essersi fatti seri di colpo, con un cenno della testa. «Dove posso trovare un paio di quelle?»
Duncan sorride, divertito.
Ti prego, non prendere Harry a pugni. Ti prego, non farlo.
«Sei in gamba, aveva ragione Zayn.»
Dà al riccio un'amichevole pacca sulla schiena e Liam, sconvolto, si volta a guardarmi. «Hai visto anche tu quello che è appena successo?» , sussurra.
Mi limito ad annuire.
«In ogni caso, le birre sono in cucina.»
«Se non ti dispiace, allora, credo che andrò a prendermene una.» Harry si allontana e io gli corro dietro.
«Sei stato incredibile» , mormoro.
«Potrei svenire da un momento all'altro. Ho bisogno di un bicchiere d'acqua. La birra non mi piace. Anzi, non mi piacciono gli alcolici in generale; non li reggo.»
Si apre davanti a noi un ampio salone rettangolare che ha, al posto della parete sul fondo, una lunga serie di vetrate da cui riesco a intravedere un giardino con una piscina intorno a cui dei ragazzi stanno ballando. Alla nostra sinistra c'è la cucina e a destra, invece, due porte che conducono alla stessa stanza, da cui proviene della musica, a cui si accede anche dall'ingresso.
Spingo Harry in cortile per fargli prendere aria e ci raggiungono anche Liam e Louis.
«Le cheerleader ti stanno osservando» , fa notare Liam al riccio. Lui, preso dal panico, ferma un ragazzo che ha in mano un vassoio pieno di shot di chissà cosa e gliene ruba tre che manda giù in un sorso uno dopo l'altro. Il malcapitato che, probabilmente, li stava portando a degli amici in casa, gli rivolge un'occhiataccia e si allontana senza dire nulla.
«Harry» , mormoro, preoccupata, portandogli una mano su una spalla.
«Inizia a girarmi la testa» , confessa.
«Perché lo hai fatto?»
«Liam ha detto che le ragazze mi stavano guardando. Non è così che fanno i duri?»
«Sei un imbecille.»
«Andiamo a sederci su quei divanetti, amico» , si intromette Liam nella conversazione. Gli circonda le spalle con un braccio e me lo porta via.
«Non può continuare a bere.»
«Lo so, Louis. Andiamo a cercare un po' d'acqua e portiamogliela.»
«No, andiamo a cercare Jacob, piuttosto. Deve dimostrare a tutti la sua superiorità su di lui, tipo in una partita a beer pong, per questo non può ubriacarsi prima del previsto.»
«Stai scherzando, vero?»
«Vuoi che votino lui o Fay al suo posto? Non possiamo perdere.»
«Harry è quasi già ubriaco» , gli ricordo.
«Si riprenderà presto. Non sottovalutarlo.»
«Ha detto che non regge nemmeno la birra. Non puoi farlo giocare a un gioco del genere.»
«Gli allungo il succo di frutta con un po' di vodka da quando aveva quindici anni. Sapevo che renderlo più tollerante agli alcolici sarebbe servito a qualcosa, prima o poi.»
«Da che razza di disturbi sei afflitto?»
«Sono soltanto lungimirante. Andiamo a cercare Jacob, adesso.»
Torna in casa prima che possa ribattere e, sbuffando, lo seguo. Devo sventare il suo piano.
Seguo la musica e trovo Louis intento a farsi spazio in pista a suon di gomitate e spintoni. «Louis!»
Si ferma di colpo e lo raggiungo. Stringo la sua giacca con entrambe le mani e lui, invece di scomporsi, sorride e mi accarezza la testa. «Sei tenera, te l'ho detto. Non mi fai paura.» Prima che possa insultarlo, mi indica con un cenno del capo qualcosa alle mie spalle. «Hai visto chi si sta occupando della musica? Il tuo amico Zayn.»
Mi irrigidisco. «Guarda me. Non fargli capire che stiamo parlando di lui.»
Scoppia a ridere. «Credi davvero che possa accorgersi di noi? Questa stanza è piena di gente» , mi ricorda. «No, aspetta, hai ragione. Si è girato da questa parte. E ha visto che lo sto fissando.»
«Louis!»
Il cellulare inizia a vibrarmi nella borsetta. Lascio andare il castano un attimo per prenderlo.
Le cheerleader sono pazze di Harry. Sono tutte sedute qui intorno a noi sui divanetti in cortile.
Mostro il messaggio di Liam a Louis e lui sorride. «Sta andando tutto meglio del previsto.»
«Scherzi, vero? Dobbiamo tornare indietro ad aiutarli a liberarsi di loro.»
«Sei gelosa di Harry?»
Per poco non mi strozzo con la saliva. «No, ovviamente.»
«E fai bene a non esserlo, Carotina. Non te lo ruberà nessuno. Resterete amici per sempre. Ci tiene davvero tanto a te, si vede. Quindi, sei gelosa di Liam?»
«Louis!»
«E allora perché vuoi tornare indietro? Harry deve convincerle a votarlo. Con te nei paraggi, non ci riuscirebbe. State sempre insieme a scuola e lo hanno notato tutti. Magari, qualcuna di quelle ragazze gli ha messo gli occhi addosso e crede che questo sia il momento più opportuno per tentare un approccio. Non rovinare tutto.»
Sospiro. «Che cosa dobbiamo fare, allora?»
«Ballare per perdere tempo e stare lontani dalla piscina e cercare Jacob per convincerlo a sfidare Harry.»
«Disturbo?»
Quando mi giro, il volto di Zayn è a pochi centimetri di distanza dal mio. Arrossisco e, subito, indietreggio. «No, figurati. Ti stavi occupando della musica?» , cerco di sembrare disinvolta intavolando una conversazione. Non riesco a trattenere un sorriso quando lo sguardo mi cade sulla maglietta che indossa a maniche corte viola con sopra stampata la scritta "Dj Malik" in caratteri verde acido.
«Sì, ma poi ti ho vista fra la folla e ho pensato di passare a salutarti. Ciao anche a te.» Louis ricambia il saluto con un sorriso forzato e un cenno della testa.
«Hai lasciato Niall al tuo posto» , constato.
«E ha detto che me la farà pagare per questo, ma non mi importa al momento. Vuoi ballare?» Mi porta le mani sui fianchi senza nemmeno aspettare la mia risposta e, in imbarazzo, poso le dita sulle sue spalle.
«Oliver! Oliver!» La sfidante di Harry con le unghie a punta, Fay, ci passa davanti e si fionda fra le braccia del suo ragazzo.
«Che cosa è successo?»
«Le altre non vogliono più tuffarsi con me in piscina. Sono troppo prese da un tipo nuovo con i ricci e gli occhi verdi.»
Zayn smette di ballare, ma continua a tenermi accanto a lui con un braccio.
«Un tipo nuovo. Fa sul serio? È Harry, non Clark Kent. Non basta un paio di occhiali per renderlo irriconoscibile» , mi sussurra Louis, divertito.
Io, invece, non riesco a sorridere. Ho una brutta sensazione.
«Ricci e occhi verdi?»
«Credo stia parlando di Styles» , si intromette un ragazzo nella conversazione. «L'ho visto arrivare alla festa. Ha avuto anche il coraggio di rispondere a Duncan.»
Oliver sorride. «Bene. Dunque, è qui? Ragazzi, andiamo a divertirci.» Si allontana dalla stanza con tre amici al seguito.
Spaventata, mi volto verso Zayn. «Non gli faranno nulla» , tenta subito di rassicurarmi.
«Come fai ad esserne certo?»
«Il resto della squadra di football voterà per Harry; lo difenderanno, se qualcuno proverà a toccarlo.»
«Detesto fare la parte di quello puntiglioso, ma ti sei accorto che siamo ad una festa? Gli adolescenti si divertono in queste occasioni ballando, bevendo, dandoci dentro nella camera del proprietario di casa di turno e prendendosi a pugni. Sono praticamente certo che nessuno rovinerà lo spettacolo agli altri per proteggere Harry.»
«Louis ha ragione.»
Zayn sospira. «Va bene, andiamo.»
Corriamo in giardino e troviamo Harry e Oliver ai due lati del tavolo da ping-pong posto a bordo piscina. «Che sta succedendo?» , chiedo a Liam appena ci raggiunge.
«Oliver lo ha sfidato a giocare.»
Zayn piega la testa per sussurrarmi qualcosa all'orecchio. «Harry riuscirà a reggere tutta quella birra?»
«Non lo so» , rispondo, agitata.
Mi sorpassa e raggiunge il riccio. Allunga una mano per prendere un bicchiere di birra, posto sul suo lato del tavolo, che inizia a sorseggiare.
«Che stai facendo, Malik?» , Oliver, infuriato, si allontana dalla sua postazione per dare uno spintone a Zayn.
«Sono rimasti soltanto questi bicchieri, idiota. Dovevi occuparti tu della birra, ne hai portata poca e usi quella che è rimasta per fare un gioco stupido?»
Tutti realizzano ciò che Zayn ha appena detto e iniziano a fischiare ad Oliver.
«Calmatevi!» , cerca di placarli Harry. «Dividetevi questi bicchieri, tanto io ho già bevuto abbastanza stasera e non ha senso nemmeno continuare a giocare perché è una partita persa in partenza; non ho una buona mira e sono anche un po' brillo al momento» , confessa. Qualcuno ride e altri fanno un piccolo applauso al riccio per premiare la sua sincerità e il suo gesto apparentemente altruistico. «Perché non ci divertiamo in un altro modo? Ballando o facendoci un bagno in piscina, magari. Non è, forse, stare bene tutti insieme lo scopo di questa festa?» Qualcuno gli dà ragione. Oliver continua ad osservarlo in silenzio, infastidito. «Già che ci siamo, vi ricordo che mi sono candidato per diventare il vostro rappresentante d'istituto e, a tal proposito, vorrei cogliere l'occasione per farvi sapere che ho appena pensato che, se dovessi ottenere il posto, mi piacerebbe lavorare per fare in modo che la squadra di football possa disputare le sue partite nello stadio della città e non nel campo della scuola. Sarebbe fantastico, no? Le cheerleader mi hanno detto poco fa che non tutti riescono a venire a guardarle perché sugli spalti non c'è abbastanza spazio. Voglio creare più occasioni per stare insieme. Che ve ne pare?»
Tutti iniziano ad elogiare Harry. Gli stessi amici di Oliver si ritrovano ad applaudirlo.
«Abbiamo creato un mostro» , commenta Liam, sorpreso.
«Ho creato» , precisa Louis. «Io gli ho detto di comportarsi diversamente dal solito.»
«Ha fatto tutto da solo» , ricordo a entrambi, orgogliosa di lui.
«È stata una mossa geniale, glielo riconosco» , afferma Zayn, allegro, battendo le mani, mentre Liam e Louis si affrettano a raggiungere il riccio. Si volta poi a guardarmi. «Visto che tutto è andato per il meglio, che ne dici di stare un po' con me, adesso?»
Euforica, gli circondo il collo con le braccia. «Sì, mi sembra un'ottima idea.»
Sorride, sorpreso, e mi porta una mano sulla schiena.
La serata può soltanto migliorare.
Il telefono di Zayn inizia a vibrarmi contro un fianco e lui, seccato, sbuffa e risponde. «Sì, Niall, va bene, non agitarti. Arriviamo.»
Mi prende per mano e mi trascina dentro. «Non andartene. Resta un po' con me mentre metto la musica.»
Stringo con più forza le sue dita. «Credevo avessi capito che non ho alcuna intenzione di scappare via.»
Sorride mentre ci avviciniamo a Niall.
Il biondo, allegro, lascia nuovamente a Zayn il suo posto dietro il mixer e mi dà un abbraccio. «È bello vederti qui, Connie. Sei venuta con Harry? Mi farebbe piacere salutare anche lui.»
«Sta mostrando a tutti in cortile che sarebbe un rappresentante fantastico.» Faccio per dire altro, ma il mio cellulare inizia a squillare e mi affretto a rispondere. «Che cosa è successo, Louis?»
«Harry è un po' pallido e sudato. Non si sente bene. Dovremmo riportarlo a casa.»
«Dove siete?»
«Siamo fuori accanto al furgoncino di James.»
«Va bene, vi raggiungo.»
«Che cosa è successo?» Niall, preoccupato, mi accarezza la schiena.
«Harry non sta bene. Dobbiamo riportarlo a casa.»
«Louis è sobrio?» , si intromette Zayn nella conversazione.
«Credo di sì, perché?»
«Non deve guidare lui?»
«Non abbiamo nessuna macchina. Siamo venuti qui con un suo amico che credo sia da qualche parte a divertirsi con una ragazza, adesso. Torneremo a piedi.»
«Il mio amico Gabriel è venuto qui con il suo minivan, si stava annoiando e voleva tornarsene a casa, me lo ha detto poco fa; possiamo farci riaccompagnare tutti da lui. Aspettami fuori, Connie. Lo cerco e vi raggiungo» , mi dice Niall.
•••
Sia Zayn che Niall sono venuti via con noi.
Liam viene lasciato a casa per primo.
Louis riceve un messaggio giusto quando Gabriel ferma il minivan davanti alla sua villetta. Sorride guardando il telefono e, dopo averci salutati tutti, se ne va.
Gabriel accompagna Harry dopo Louis e poi me.
Zayn, seduto accanto al guidatore, si volta a guardarmi. Forza un sorriso che io ricambio. So che sarebbe piaciuto anche a lui passare del tempo insieme. Gli pesa il modo in cui è finita la serata, è evidente.
Saluto Niall con un abbraccio e lui e Gabriel, che ringrazio, con un cenno della testa prima di scendere dalla vettura.
Una volta dentro casa, prendo il telefono e noto che Louis mi ha appena scritto un messaggio che, dal testo, presumo abbia inoltrato anche agli altri.
Potrei svoltare il vostro fine settimana. Non svegliatevi troppo tardi domani.
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