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Capitolo 45 - la lettera

«Juli sei pronta?» alzo lo sguardo vedendo mia zia che mi guarda incuriosita.

«Sì zia, se è tutto pronto, vado a sedermi in macchina» lei continua ad osservarmi, poi fa un breve accenno di sorriso «sì»

Mi alzo e lei continua a guardarmi, seguendomi con lo sguardo, quando le do le spalle mi appoggia una mano sulla schiena, bloccandomi dolcemente «tesoro ne sei sicura? Perché ti vedo un po' strana»

Chiudo gli occhi e sorrido «sì zia, tranquilla» abbasso lo sguardo e continuo a dirigermi verso la macchina, mi metto le cuffiette alle orecchie e penso che, comunque, doveva andare così.

Sono combattuta, sì, perché come sempre lui riesce a farmi confondere, a scombussolare tutto; ma non posso tornare indietro, ormai il biglietto era già fatto da tempo, come potevo rimangiarmi la parola? E poi... ho un ragazzo che mi aspetta, e questo basta per far scacciare dai miei pensieri quegli occhi lucidi e quella stretta di mano che non mi avrebbe lasciata andare più. Che strana la vita, proprio quando ha visto che ormai era troppo tardi, ha deciso di fare la prima mossa.

Sono curiosa di vedere cosa succederà, cosa mi aspetterà lì, se sarò felice, se mi pentirò della mia scelta o se invece non potevo prendere decisione più saggia.

Passano alcuni mesi...

POV: Anna

Mi alzo dal letto e la prima cosa che faccio, come ogni mattina ormai, è andare a vedere se nella cassetta delle poste c'è la lettera di Julia. Ormai è da un po' di tempo che non si fa sentire e la cosa mi risulta un po' strana, ma d'altronde lei è sempre stata così. Mi alzo dal letto e, ancora in pigiama, corro verso il cancello con addosso solo una misera coperta, apro il cancello, esco fuori in strada e un vento gelido di ottobre mi fa pentire di non essermi vestita più pesantemente, facendomi venire brividi in tutto il corpo, apro la cassetta delle poste e subito vedo una lettera, finalmente! La afferro, richiudo la cassetta, entro in cortile chiudendo il cancello dietro di me e mi precipito in cucina, apro la lettera notando subito la sua calligrafia ordinata e precisa:

"Ciao Anna,

scusami se questo periodo mi sono fatta sentire solo pochissime volte, ma sai ormai come sono fatta. Ti devo raccontare un bel po' di cose che sono successe durante la mia permanenza qui, talmente tante che ho paura di doverle suddividere in due lettere!

Quando sono arrivata qui non nego che avevo dei forti dubbi sulla mia decisione, la confessione di Mirco mi ha, come sempre, portata al punto di pensare che ciò che stavo facendo fosse una grandissima cazzata, ma ormai, come tu ben sai, la decisione era stata presa, e non avrei mai potuto tirarmi indietro, anche perché a me, Alessandro, piaceva moltissimo. Comunque, una volta arrivata qui, la speranza di vederlo più spesso mi alleviava le giornate, ma diciamo che non è andata esattamente così, e ora ti spiego perché: i primi giorni lui mi chiamava di tanto in tanto, non dico tutti i giorni, però comunque abbastanza frequentemente, in ogni chiamata io, giustamente, gli chiedevo quando sarebbe potuto venire, ma lui, ogni volta, mi diceva che non lo sapeva, che non dipendeva da lui e puntualmente rimandava sempre, discolpandosi. Più passava il tempo più lo sentivo di rado, fino a quando era completamente scomparso. Decisi di fare qualcosa, così andai a Pisa, comprai una cartolina e gliela spedii ad un indirizzo completamente sbagliato e inserendo una città diversa, gli scrissi testualmente «ti sto ancora aspettando, baci», un paio di giorni dopo squilló il telefono di casa, mia mamma andó rispondere e mi disse che mi volevano, seguito dal suo nome, così io mi precipitai alla cornetta, lui mi disse che, quando vide la cartolina gli scappó un sorriso perché non sapeva nemmeno lui come fece ad arrivargli, comunque decidemmo di sentirci nuovamente. Dopo quella telefonata, lui ogni fine settimana prendeva il treno per venire da me, facendosi orari assurdi, persino la notte in treno, veniva di venerdì sera o, alcune volte anche sabato mattina e se ne andava la domenica tardi. Dopo un mese e mezzo circa, che lui fa questi viaggi, iniziai nuovamente a sentirlo strano al telefono, così decisi di chiedergli come mai, d'altronde tra noi andava tutto a gonfie vele, peccato però che il mio intuito non sbaglia; l'ultima sua telefonata mi ha "confessato" (più o meno) che qualcosa c'era, che lui si era messo nei guai e che per non mettere in mezzo a me, avrebbe preferito mollarmi. Quella è stata l'ultima volta che lo sentii.

Cugina mia, non ti nego che tutto ciò mi ha fatto davvero male anzi, ma come tu ben sai non riesco nemmeno a dirti bugie, voglio essere più chiara e sincera possibile, almeno con te; voglio confidarti che, anche nei momenti in cui stavamo insieme, seppure stavo davvero bene, ogni tanto il mio pensiero volava verso Mirco, ripensavo ai suoi occhi lucidi quando li dissi che dovevo partire e alle sue parole che, tutt'ora, mi rimbombano in testa. Tu sai quanto io sia stata male per quel ragazzo, ma ogni volta che ci avvicinavamo qualcosa ci allontanava, inevitabilmente. Eravamo piccoli, troppo immaturi per capire certe cose, però non ti nego che ora voglio vederlo, per capire meglio me stessa, per comprendere lucidamente tutto e fare chiarezza su alcune cose che ancora non mi sono chiare.

Per questo ti dico che a dicembre sarò lì, spero di mettere a posto il mio cuore e di liberare la mente da tutte le incertezze che mi affliggono, e soprattutto fare di Alessandro solo un ricordo vago, come è giusto che sia.

Attendo la tua risposta, sperando che tu stia bene e non vedendo l'ora di rivederti,

a presto.

Un bacio, Julia."

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