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Capitolo 3 - imbarazzo

Entro a scuola percorrendo l'ingresso che mi conduce in classe, contornato da cartelloni di ogni materia creati da noi attaccati sui muri. Una volta arrivata, afferro la maniglia della porta, aprendola, prendo posto e aspetto le indicazioni della professoressa sull'orario concordato di inizio e fine spettacolo del circo.

«Bene ragazzi, ora che ci siamo tutti possiamo procedere. Lo spettacolo inizierà alle nove e terminerà alle tredici, ognuno di voi, una volta terminato, si potrà dirigere verso la propria abitazione. Mi raccomando, esigo il massimo ordine e rispetto. Tutto chiaro?» rispondiamo in coro un «sì» per poi uscire e incamminarci.

Nel momento in cui arriviamo a destinazione, notiamo subito un tendone mezzo sgualcito con delle bancarelle sparse prima dell'entrata che vendono caramelle, bibite e quant'altro.
Una volta entrati un'aria pesante ci investe le narici, si sente un odore di paglia mista a chissà cosa. Abbastanza nauseati da ciò, prendiamo posto su dei sedili grigi mal messi, quando inizia lo spettacolo spengono completamente le luci, per poi riaccendere quelle colorate facendo in modo di esaltare solo la figura dei presentatori. Non presto la minima attenzione allo spettacolo, mi giro verso Sonia e iniziamo a parlottare del più e del meno... non mi è mai piaciuto il circo.

All'improvviso vedo qualcuno che si avvicina a noi, Mirco parla con il mio compagno e io cerco seriamente di concentrarmi verso ciò che mi sta dicendo Sonia, annuisco facendo finta di ascoltarla mentre cerco di controllare il mio sguardo e di non farlo finire verso di lui.

«Ciao bimbe» si rivolge a noi salutandoci, accenna un sorriso con molta indifferenza prima di andare nuovamente al suo posto.

Bimbe? Abbiamo solo due anni di differenza!

Quando finisce lo spettacolo ci avviamo fuori, una folata di aria fresca mi invade e tutti finalmente tiriamo un respiro profondo d'aria limpida.

Percorro la strada che mi riporta a casa in completa solitudine, indosso le mie cuffie e mi avvio verso casa. Appena varco la porta d'ingresso, pranzo in tranquillità e mi preparo con calma per poi uscire subito. Le strade brulicano di persone, ogni via principale del paese è invasa da bancarelle contenenti di tutto e di più e da una folla di gente che festeggia l'arrivo dell'autunno. Intanto, il sole inizia a tramontare, creando un'atmosfera quasi magica.

Mentre ammiro ciò che mi circonda, noto le mie due cugine che vengono verso di me, sono Francesca e Gloria.

Francesca è un anno più grande di me, ha quindici anni, un fisico abbastanza asciutto e due occhi a mandorla a cui non sfugge mai nulla, i suoi lunghi capelli castani sono raccolti in una coda alta che mette in risalto i suoi lineamenti marcati.

Gloria, invece, ha i capelli neri, che lascia sempre cadere sulle spalle, due occhi grandi color nocciola che le illuminano il viso e due guance rosse, i lineamenti del suo viso sono dolci ma decisi, così come il suo carattere. A differenza della sorella, rimane più formosa, ed ha la mia età.

Ci dirigiamo tutte insieme verso la piazza, sopra le nostre teste sono state appese delle bandierine che colorano tutto il perimetro, è strapieno di gente e ci mettiamo un po' di tempo prima di individuare i ragazzi. Gloria e Francesca sono palesemente cotte di due dei fratelli di Mirco: Andrea, che è già fidanzato e Alessandro.

«Eccoli! Ragazze, li ho trovati, sono tutti insieme»

Mentre siamo intente a fissarli, mi si accende una lampadina in testa, e mi balza un'idea. Loro si accorgono della mia espressione, Franci accenna una risatina e Gloria si gira rivolgendosi a me

«Avanti sputa il rospo, cosa stai pensando?»

Franci mi sprona a parlare, mentre le osservo con una faccia convinta, per poi esporre la mia "geniale" idea.

«Mi è venuta un'idea tanto bella quanto stupida» inizio «proviamo a seguirli senza farci notare, e vediamo che fanno durante la serata, tanto capirai... non ci guarderanno nemmeno per sbaglio, manco sanno della nostra esistenza si può dire»

Cerco di convincerle quando subito sento la voce sia di Francesca che di Gloria urlare contemporaneamente.

«Sì!»

«No!»

Si guardano tra loro mentre io le osservo confusa non sapendo a questo punto cosa fare, così decido di starmene in disparte e ascoltare cosa dicono tra loro; Gloria guarda con le sopracciglia accigliate Francesca, mentre quest'ultima se la ride di gusto, facendo infuriare ulteriormente la sorella.

«Dovresti vedere la tua faccia!» la indica con un dito mentre continua a ridere.

«Voi due siete fuori di testa! Vi piace proprio fare figure di merda, vero?»

Francesca incrocia le braccia al petto continuando «scordatevelo, è solo una pagliacciata!» si rivolge a me mentre io cerco di trattenere le risate.

«Oh insomma lasciati andare! Sei sempre così rigida... divertiti un po'» Gloria continua a stuzzicarla mentre Franci diventa rossa come un pomodoro.

«Io mi so divertire! Siete voi due le fuori di testa»

Decido di intromettermi, dato che sono anche io presa in causa, decidendo di fare le parti, ovviamente a Gloria «su Franci dai, è solo per ridere un po', che ti frega?»

Gloria mi guarda schiacciandomi l'occhiolino mentre continua «guarda che lo sappiamo bene che in fondo vorresti vedere anche tu cosa fa il tuo adorato Andrea» unisce le sue mani e sbatte le ciglia, la conosce troppo bene ormai, c'è l'ha in pugno.

«Va bene...» Francesca alla fine cede, lasciando andare le braccia lungo il corpo arrendendosi, mentre io e Gloria ci schiacciamo il cinque.

«Peró... non ci facciamo beccare, altrimenti non avrei mai più il coraggio di farmi vedere da lui» ci punta il dito contro mentre noi annuiamo.

Così ci incamminiamo verso la piazza addentrandoci e arrivando ad essere solo qualche metro dietro di loro.

Passiamo praticamente tutta la serata a stare dietro a quei tre, quando all'improvviso vediamo un loro amico che si gira e inizia a incamminarsi verso di noi. Francesca ci guarda in cagnesco.

«Mi auguro per la vostra incolumità che non stia venendo da noi»

Spalanca gli occhi guardandoci malissimo «ma no stai tranquilla, sarà solo una casualità»

Gloria cerca di convincere più se stessa che Francesca mentre io sono praticamente paralizzata, alzo lo sguardo vedendo la sua figura proprio davanti a me

«Guarda un po'... abbiamo i carabinieri dietro e non lo sapevamo?» lo guardo leggermente storto facendogli capire che non sapevamo ciò che ci stava dicendo.

Io e Gloria ci guardiamo tra di noi e iniziamo a dire cose senza senso contemporaneamente «ma cosa stai dicendo?»

«Guarda non so proprio di cosa tu stia parlando», evito di incrociare il suo sguardo tenendo sempre gli occhi puntati verso la pizzetta che ho in mano e cambiando ogni volta direzione, notando che Gloria fa la stessa cosa, mentre Francesca è rimasta paralizzata non pronunciando nemmeno una sillaba. Il tipo che tra l'altro non so nemmeno chi sia, ci guarda stranito per un po', poi alza i tacchi e finalmente si dilegua. Non oso pensare cosa ci dirà adesso Francesca.

Quest'ultima infatti ci incenerisce con lo sguardo voltandosi prima verso Gloria e poi verso di me, ci afferra entrambe per un braccio e ci allontana dalla piazza rimanendo così da sole.

«lo sapevo che con voi non si può uscire!»

Dopo averci fatto la testa quadrata per un quarto d'ora dicendo che eravamo immature e che se ci hanno scoperte è stato solo perché Gloria ha fatto la troglodita con il cibo, si calma, beve un sorso di coca cola e finalmente riprende a parlare normalmente.

«Ok ora mi sono sfogata», tiro un sospiro di sollievo, sapevo che tanto le sarebbe passata subito.

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