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Capitolo 6

Mi svegliai circondata da forti braccia calde, fu un risveglio stranamente serenissimo.

Ogni mattina mi svegliavo oppressa dai ricordi e dal dolore, che a volte era anche fisico, grazie a mio fratello.

Fratello..a volte mi chiedevo perché lo chiamassi ancora così, ma subito dopo mi rimproveravo, sapendo che lui era più del ragazzo che mi picchiava e che mi sbraitava contro.

Danny in fondo era un ragazzo d'oro..ma il dolore lo consumava e lo mutava, e per questo cercava di farsi una corazza con l'alcool.

Questo, però, piano piano lo stava uccidendo.

E la colpa, lo sapevo, era solo mia.

Mi voltai a guardare quel ragazzo che mi stringeva con fare protettivo, pur dormendo.

Mi chiedevo davvero cosa fosse cambiato, cosa ci vedesse in me un ragazzo come lui, e come tutto fosse mutato in così poco tempo.

Dormiva beato e aveva il viso rilassato, dunque mi presi la libertà di osservarlo per bene..ed era davvero sensazionale, più bello del solito.

La luce del sole mattutino che entrava dalla finestra gli illuminava il viso, quasi a farlo brillare.

Iniziai ad accarezzargli una guancia.

La sua pelle sembrava velluto, e quasi tremai a contatto col suo corpo.

La mia mano ormai si muoveva sola, accarezzando delicatamente i suoi capelli.

Non riuscivo a controllarla, viaggiava tra quel ciuffo morbido e lucente, come fosse autonoma.

Cameron era un vero e proprio Dio greco o forse anche più perfetto.

Cosa cavolo mi stava succedendo? Cosa stavo facendo?

Inaspettatamente, Cameron afferrò la mia mano e se la portò di nuovo fra i capelli.

"Non smettere, ti prego." Disse, con la voce ancora impastata dal sonno.

Sorrisi, facendo come aveva detto, e a quel punto Cam aprì gli occhi.

In quel momento il mio cuore perse un battito..o forse due, tre.

Mi guardava intensamente come se stesse scrutando tutta la mia anima, come se volesse scoprire qualcosa.

Ma non era facile capirmi.

Ormai ero allenata, sapevo come mascherarmi, sapevo come coprirmi.

Erano anni che nessuno era più riuscito a spezzare la barriera che avevo creato contro il mondo intero, Jessy e Austin conoscevano la vera me, ma adesso era arrivato lui, e in poco tempo stava già capendo tutti i miei punti deboli, stava facendo vacillare tutte le mie certezze.

All'improvviso distolse lo sguardo, e si alzò velocemente dal letto.

"Ormai è tardi, non possiamo andare più a scuola.
Li ci sono le tue scarpe, nella stanza accanto ci sta Jessy..potete andare a casa, io esco." Disse.

Poi uscì dalla camera, senza rivolgermi il minimo sguardo, come se stesse scappando.

Io rimasi li, seduta sul letto, per altri 5 minuti, cercando di capire se avevo detto o fatto qualcosa di sbagliato.

Mi aveva praticamente detto di tornare a casa come se niente fosse, come se non gli importasse.

Cercai di non pensarci per il momento, così le scarpe e mi diressi al bagno.

Guardandomi allo specchio, notai che il vestito bianco era ormai sporco e in un'angolo c'era anche un po' di sangue.

Rabbrividì' al ricordo della sera precedente, e cercai di scacciare via i ricordi, ripetendomi mentalmente che si era risolto tutto e che non era successo niente.

Pensai anche al ragazzo sconosciuto che aveva preso le mie difese, prima che arrivasse Cameron, avrei tanto voluto ringraziarlo.

Dopo essermi sciacquata il viso e aver dato una sistemata alla meglio ai miei capelli, mi diressi nella stanza degli ospiti, dove c'era Jess.

Entrai senza bussare a la vidi intenta a sistemarsi i capelli.

"Hey Jess.." Dissi piano.

Si girò di scatto, spaventata.

"Ah, Carly, sei tu!" Disse per poi avvicinarsi e abbracciarmi forte.

"Okay, okay Jess..così mi strozzi!" Risi.

Lei rise a sua volta e poi mi lasciò.

"Allora andiamo?" Chiesi.

"Si, andiamo."

Uscimmo dalla stanza dirigendocci al piano inferiore, e scendendo le scale, constatai che la casa era semplicemente meravigliosa. Molto moderna, ma calorosa.

"Non c'è nessuno? Dov'è finito Cameron?" Mi chiese Jess.

"Ehm..in realtà, non lo so. Ha detto che potevamo tornare a casa mentre usciva dalla camera." risposi.

"Comunque sia..andiamo, devo togliermi tutta questa roba di dosso e farmi una bella doccia." aggiunsi.

Poi uscimmo da quell'enorme casa e ci diriggemo verso le nostre.

La settimana successiva passò in un lampo.

Dopo quella mattina Cameron non si era più fatto vedere o sentire.

Ovviamente per tutta la settimana, ero stata ancora una volta importunata da Molly e le altre galline che si portava dietro, ma di certo non mi lasciavo intimorire, sapevo come difendermi, anni e anni di esperienza contro la stronzagine.

E poi, ben poco mi importava, avevo altro per la testa..come cercare di capire il rapporto che avevamo io e Cameron.

Magari non esisteva nemmeno un rapporto tra noi due e forse non eravamo nemmeno amici, ma provavo una sensazione strana, forse..mi mancava.

Era sparito senza dire niente.

Mi aveva già dimenticata..o, cosa più probabile, non mi aveva mai avuto tra i suoi pensieri.

Mi ero illusa troppo facilmente, il che non era da me.
Cosa credevo? Che fosse diverso? Che fosse interessato?

Beh, a quanto pareva mi sbagliavo.

Entrai in casa ancora con un turbine di pensieri nella testa, e mentre salivo le scale per dirigermi verso la mia camera, sentì un rumore.

Mi apparse in mente Danny.

Ti prego non un'altra volta, non ora.

Per tutta una settimana, o forse anche più, non si era fatto vivo.

Era per caso tornato?

Non si può capire quanto fosse difficile combattere tra la preoccupazione di non sapere dove fosse, e la paura che tornasse da un momento all'altro, ubriaco.

Decisi di mantenere la calma e riscesi i gradini, lentamente.

Arrivai in cucina, sempre a passo lento..e lui era proprio lì.

Il mio cuore sussultò incrociando quegli occhi di fuoco, è la gola si fece improvvisamente secca.

"Ciao Carly." Disse, il tono gelido e le parole strascicate per il troppo alcool.

"Ciao Danny.." dissi a mia volta, cercando di mascherare la paura.

Iniziò ad avvicinarsi barcollando, e la
puzza di alcool si sentiva a un miglio di distanza.

Cameron's Pov.

Era pasata una settimana da quella mattina, da quando, come un codardo, ero letteralmente scappato da lei.

Perché?
Perché ero troppo attratto da lei..e non sapevo spiegarmelo.

Dopo Madison, mi ero ripromesso che non mi sarei più affezionato o anche solo interessato a nessun'altra donna.

Ci ero riuscito, fino a quando era arrivata lei..di Carly mi interessava tutto, mi interessava cio' che pensava, cio' che diceva, cio' che faceva.

E questo mi aveva spaventato, cazzo, non potevo commettere più gli sbagli del passato.

Non potevo innamorarmi o solo infatuarmi di lei, sapevo sarei finito con il cuore spezzato, o che comunque, sarebbe finita male.

Con Carly stava succedendo..lo sentivo, poiché non era normale che in così poco tempo era riuscita a suscitare così tanto interesse in me.

Non sapevo cosa fossimo..forse niente, forse non eravamo neanche amici.

Ma mi mancava terribilmente, e questa cosa mi portava ancora più timore, che mi stava succedendo?

O meglio, che mi stava facendo?

Neanche un paio di giorni, che già mi mancava..e mi sentivo un fottuto psicopatico perché l'avevo tenuta sotto controllo tutta la settimana, seppur da lontano.

Mi ero fortemente riproposto di allontanarmi da lei, ma ogni cosa mi portava a pensarla.

Dal canto suo, invece, sembrava che la mia assenza non la turbasse..e la cosa mi feriva.

Ma cosa mi aspettavo? Era più che normale, non ero il tipo giusto per lei.

Eppure non riuscivo a pensare ad altro se non a lei, era proprio snervante avere perennemente l'immagine del suo viso, li, a tormentarmi.

L'avevo seguita da quando era uscita da scuola, fino a quando era arrivata a casa sua, con l'intento di parlarle, ma non avevo ancora trovato il coraggio.

Ed è per questo che mi trovavo nel suo cortile, a fare avanti e indietro.

Davvero un caso critico.

La cosa era da pazzi, iniziavo ad avere paura per la mia sanità mentale.

Alla fine, pensai fosse meglio andare via, e così feci.

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