Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 50

Ci trovavamo in commissariato, io Elisabeth e Danny.
Finalmente eravamo riusciti a convincere Jessy a riposare, o meglio, c'era riuscito Jacob che era rimasto con lei per tranquillizzarla.

"Signora Steven, queste persone hanno dei precedenti?" Chiese Anderson, il poliziotto che si stava occupando del caso.

"Si, anche molti. Due del gruppo hanno anche scontato qualche anno in prigione." Rispose Elisabeth, più decisa che mai.

Nelle ultime due ore, da quando aveva ipotizzato chi poteva aver aiutato ad evadere il suo ex marito, il suo dolore e la sua ansia si erano tramutati in forza e rabbia.

Tutto più che comprensibile.

"Bene, elenchi i nomi e li descriva brevemente, vediamo se riusciamo a trovarli. Siamo in contatto con Seattle." Disse Anderson digitando qualcosa al computer.

"Patrik Volleman, dovrebbe avere intorno ai 47 anni, media statura, Bruno con occhi neri..insieme alla compagna Patricia Volleman poco più giovane del marito, bionda tinta e occhi verdi."

"Perfetto, continui.."

"Gilbert Sanderson, spacciatore incallito cinquantenne, un uomo tozzo e rozzo, una feccia insomma.
Poi Antonio Torrisi, origini italiane, anche lui intorno ai 45 anni, capelli corvini e occhi azzurri, dovrebbe avere qualche precedente per piccoli furti e spaccio, in oltre è un'alcolista professionista, come quasi tutti nel gruppo. Credo che questi siano i diretti interessati, tramite loro troverete anche il resto del gruppo." Sospirò Elisabeth.

"Grazie signora, se è come pensa lei, questo ci sarà di grande aiuto." Disse Anderson.

Elisabeth si asciugò una lacrima e fece segno di assenso con la testa.

"Non si preoccupi signora, la ritroveremo."

Mi avvicinai a lei e la strinsi in un abbraccio.
"Sono fiducioso Elisabeth, la troveremo presto." Le dissi, mentre lei mi accarezzava un braccio.

"Sei un caro ragazzo Cameron, sono felice che sia Carly che noi possiamo contare su di te." Sorrise.

Nel frattempo sentimmo del vociare proveniente nell'altra stanza, qualcuno stava decisamente dando spettacolo..sembrava si trattasse di una donna.

Anderson alzò gli occhi dal computer.."Scusate,vado a vedere cos'è questo trambusto."

"È possibile sapere cosa sta succedendo?" Chiese dopo aver aperto la porta del suo ufficio.

"Signore questa ragazzina sta dando di matto, ho cercato di farle capire che era impegnato ma-"

"Mi scusi signore, so bene che è impegnato c'è il mio amico lì dentro, devo assolutamente dirle una cosa!" Urlò la ragazza in questione.

Mi alzai dalla sedia per vedere se avevo davvero capito.

E ci avevo proprio azzeccato.

Molly stava cercando di togliersi il braccio del poliziotto d'avanti, che le impediva di passare.

"Molly che ci fai qui?" Chiesi.

"Oh Cameron finalmente, ho parlato con Jacob e mi hanno detto ciò che avete ipotizzato, io potrei aiutarvi, so qualcosa!" Disse tutta agitata.

"Va bene, falla passare Peter."

"Si signore." Disse il ragazzo facendo passare Molly mentre lei si spostava i capelli biondi da un lato.

"Ecco, due ore di casino per niente." Disse e lo fulminò con lo sguardo.

"Allora signorina, che cosa ha da dirci?" Chiese Anderson richiudendosi la porta alle spalle.

"Potrei aver capito chi è che ha aiutato il padre di Carly qui a NewYork."

Pov's Carly.

Avevo tante volte ipotizzato la mia morte.. come tutti, mi domandavo spesso che fine avrei fatto, a che età sarei morta, per quale causa.

Un incidente stradale? Una brutta malattia? Vecchiaia?

40 anni? 60? 90?

Eppure non avrei mai pensato di morire giovane e per giunta non per volere di Dio, ma per volere di mio padre.

La stessa persona che mi aveva messo al mondo, stava provando gusto nel cercare di eliminarmi da esso.

Quando, al mio risveglio, mi ero trovata il suo volto davanti...ero rimasta allibita nel più totale silenzio.

Inizialmente non avevo avuto nemmeno il tempo o la forza di capire bene cosa stava succedendo, il perché lui fosse li, ma soprattutto di capire il perché mi trovassi anch'io li.

Poi, una volta rimasta sola al buio e al freddo, avevo iniziato a capire.

Mi aveva rapita, non sapevo come o perché, ma mio padre era lì e mi aveva sequestrata.

Se n'era appena andato, chiudendomi a chiave per l'ennesima volta in quella cantina buia e fredda.

Passava molte volte a controllarmi, eppure non si degnava di sfamarmi o di portarmi un bicchiere d'acqua.

Mi sentivo sporca, debole...male, mi sentivo male.

Legata come un'animale..no, ma che dico, neanche gli animali si trattano così.

Nelle ultime ore chiusa lì dentro ero svenuta un paio di volte, in realtà non sapevo se fossero ore, avevo perso la cognizione del tempo, non sapevo quanto tempo era passato da quando mi ero svegliata li dentro, non sapevo se fosse giorno o notte, sapevo soltanto che a me pareva un'eternità.

Non facevo che pensare alla mia famiglia, ai miei amici...al mio Cameron.

Chissà se avevano capito che ero sparita, chissà se mi stavano cercando..eppure ero fiduciosa!

Ero sicura che quando si sarebbero accorti della mia scomparsa, avrebbero subito iniziato a cercarmi..lo sapevo con certezza, senza alcun motivo particolare, ma lo sapevo.

E questo pensiero era più o meno l'unica cosa che non mi faceva crollare...questo, e il pensiero di ritrovarmi nuovamente nelle braccia di Cam.

Dopo, non so quanto tempo esattamente, di pensieri positivi..crollai nella depressione più totale.

Ero stanca di stare li dentro, avevo paura e volevo tornarmene a casa nella mia normalità.

Ad un certo punto risi anche, e non una risata normale, una risata piena di rancore, rabbia, disperazione..quasi isterica.

Beh, togliamo il "quasi".

Risi con tutta l'aria che avevo nei polmoni, perchè quella situazione era surreale..neanche nei film accadevano cose così folli, almeno non in quelli che avevo visto io.

Risi fino ad urlare, fino a ritrovarmi annegata fra le mie lacrime, fino a farmi bruciare la gola e fino a farmi venire il mal di testa.


Risi fino a quando non si spalancò nuovamente quella logora porta arrugginita.

"Che cosa stai facendo Charlotte? Smettila di urlare, o sarò costretto a chiuderti quella bocca con la forza bambina mia.." disse quel mostro di mio pade, in un tono paurosamente pacato, quasi gentile..una gentilezza sadica.

Scossa da un moto di rabbia cieca urlai : "Non sono la tua bambina, sei un pazzo!"

Si avvicinò lentamente, apparentemente molto calmo.

Poi però si abbasso al mio livello prendendomi fra una sua enorme mano le mie guance stringendo forte.

"Cosa non hai capito della frase 'non URLARE'?" Disse con tono inizialmente calmo, ma gridando ferocemente poi sull'ultima parola.

Al che girai il viso quanto mi bastava per addentare la sua mano e stringere la morsa più forte che potevo.

Ma non durò molto, poichè liberandosi facilmente, mis chiaffeggiò con una forza tale da farmi sbattere la testa a terra.

"Piccola bastarda!" sussurrò girandosi di spalle e dirigendosi verso la porta.

Poco prima di uscire scorsi la mano che gli avevo morso, e gioì interiormente vedendo del sangue scorrere dal suo pollice.

Dopo tutto il male che aveva fatto e che stava facendo, era per me una soddisfazione recargli anche il più minimo danno.

Se solo avessi potuto, l'avrei ucciso con le mie mani per vendicare tutto il male che aveva fatto amia madre, per avermela strappata dalle mani, per aver fatto cadere nell'alcool Danny, per aver rovinato una parte delle nostre vite e per avermi sequestrata a chissà quale assurdo e diabolico scopo.

Mi pentì subito dopo di quello che stavo pensando..perchè era esattamente il modo di pensare di mio padre.

Sostituì allora, al desiderio di commettere un'omicidio, il desiderio di giustizia.

Cercai di pensare al meglio.

Cercai di pensare al fatto che mi avrebbero salvata, al fatto che lui non l'avrebbe fatta franca e al fatto che avrebbe pagato per tutti i suoi crimini.




Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro