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Capitolo 3

Dopo non so quanto tempo, entrai in casa sorridendo spensierata.

"Chi era?" Chiese una voce, all'improvviso.

Trasalì e mi si congelò il sangue nelle vene.

"Ciao Danny.." Lo salutai, cercando di mantenere la calma.

"Chi cazzo era quello?!" Sbraitò facendomi sobbalzare.

Due occhi rossi mi guardarono, come iniettati di sague.

"Un compagno di classe." Sussurrai, stando attenta a non farlo infuriare di più.

"Ah si?..un compagno di classe." Disse avvicinandosi.

Cercai di indietreggiare, ma mi prese per un polso.

"Ti prego lasciami, Danny." Dissi ormai piangendo.

Rispose con uno schiaffo.

"Lasciami!" Iniziai a gridare.

Ma ormai non provavo neanche più a difendermi o a dimenarmi, sapevo che avrei peggiorato solo le cose.

Mi lascio il polso con una spinta, che mi fece cadere a terra e poi uscì, sbattendo la porta.

Rimasi li per terra per almeno 5 minuti, poi salì in camera e mi diressi al bagno.

Guardandomi allo specchio, notai che avevo un livido poco sopra al mento, e guardandomi il polso ne scovai un'altro.

Mi feci una doccia veloce, cercando di convincermi che quello non era mio fratello, che non era colpa sua.

Dopo essermi asciugata, misi un po di crema sui lividi e infilai il pigiama.

Non avevo fame quindi decisi di provare a fare i compiti, ma quando mi sdraiai sul letto, crollai nel sonno. 

Mi svegliai alle 7 di sera.

Quanto cazzo avevo dormito?

Presi il cellulare, e lessi un messaggio di Austin che era arrivato da poco.

"Carly, solo solo a casa, e Jessy è con Jacob, ti va se passo da te per un film?" diceva.

Mi alzai dal letto, per vedere se Danny era tornato, e con mio sollievo constatai che ero sola, dunque gli risposi che poteva venire.

Effettivamente mi serviva proprio un pò d ci compagnia.

Guando vide il livido al mento, mi accarezzò il viso, guardandomi tristemente, ma non disse nulla.

Lo adoravo per questo, sapeva capire  solo guardandomi negli occhi quando non mi andava di parlare.

Dopo aver guardato Harry Potter e il calice di fuoco, che ormai sapevamo a memoria, e dopo aver mangiato la nostra solita patapizza, si alzò dal divano per prendere il suo giubbotto, e dopo lo accompagnai alla porta.

"Grazie per la serata, sei il migliore!" dissi abbracciandolo.

Lui mi strinse a se per poi darmi un bacio sulla fronte.

"Se hai bisogno di qualcosa, o di un posto dove andare non esitare a chiamarmi." disse, per poi voltarsi e dirigersi verso la sua macchina.

"Ah.." disse poi, girandosi e camminando all'indietro.

"Stai attenta a quel Cameron Harris, non mi piace molto."

"Lo terrò presente!" dissi ridendo, prima di chiudere la porta.

Quando poi mi misi a letto, impiegai un po ad addormentarmi, visto che avevo dormito per tutto il pimeriggio.

Rimasi a fissare il soffitto per non so quantoo tempo, fino a quando i miei occhi si chiusero.

Il mattino seguente mi svegliai prestissimo, ed ero piena di energia.

Scelsi i vestiti, li indossai e scesi in cucina per fare colazione.

Fortunatamente Danny non era ancora rientrato, come al solito, dopo una bella sbronza spariva per molte ore, per poi tornare all'improvviso.

Mentre mangiavo tranquillamente i miei amati biscotti con la nutella,sentii suonare al campanello.

Aprì la porta e tempo due secondi qualcosa mi travolse letteralmente.

Chi poteva mai essere se non Jessy?

"Buongiornoo amoreeee!" Gridò, mostrando un ampio sorriso.

"Buongiorno anche a teeeee!" Gridai a mia volta facendo la finta euforica.

"Come sempre molto di buon umore." Rispose sorridendo, ma ben presto il suo sorriso svanì.

"Cos'è quel livido?" chiese guardandomi seria.

Cazzo, non avevo ancora messo il fondotinta per coprirlo. 

"È stato ancora  tuo fratello, vero?" Si rispose da sola.

"Si." Sussurrai abbassando lo sguardo.

"Non può continuare così, Carly! Devi denunciarlo!"
Esclamò con un'espressione arrabbiata, che subito si trasformò in un'espressione triste appena iniziai a piangere.

"Non posso Jess. È mio fratello e in fondo è colpa mia se è ridotto così." Dissi tra le lacrime.

"Non è colpa tua Carly.
Non centri niente in questa storia." Rispose mentre mi avvolgeva in un abbraccio affettuoso,accarezzandomi la schiena.

Si che era colpa mia.

Nostra madre era stata uccisa per colpa mia.

Denny mi aveva detto di non dirle niente del tradimento di mio padre, sapeva che avrebbero litigato e che non sarebbe andata a finire bene.

Ma io fecila spia comuqnue.

Non potevo immaginare che mio padre possedesse un'arma, ne tanto meno che la usasse contro mia madre.

"Dai su,non parliamone adesso. Andiamo..sennò facciamo tardi e, sinceramente, non mi va di sopportare le grida isteriche della Starks!" Disse facendomi ridere, mentre mi asciugava le lacrime.

Era incredibile..riusciva a farmi passare la tristezza immediatamente, per quanto possibile.

Salì in camera..presi zaino, telefono e scesi.

"Sono pronta, andiamo." Dissi sorridendo, anche se era un sorriso falso,  ma non mi andava di far rattristire anche lei.

Arrivati a scuola, scoprimmo con grande gioia che mancava la Starks e che quindi avevamo due ore buca.

"We are the champions - my friends
And we'll keep on fighting
Till the end
We are the champions
We are the championssss!!" Iniziò a cantare Jessy come una pazza.

"Smettila cogliona!" Le dissi ridendo.

"Ahahaha okay..allora, che si fa?" Chiese.

"Facciamo un giro!" Esclamò una voce dietro me, quella voce inconfondibile.

"Grazie mille Harris, siamo onoratissime per questo invito." Dissi girandomi vendendo il suo meraviglioso sorriso.

"Ma no!" Continuai rigirandomi.

Nel frattempo, notai gli occhi di Jess brillare, capì che era arrivato Jacob.

Aveva una cotta per lui dal primo anno e negli ultimi tempi sembrava che anche lui provasse qualcosa per lei.

"Sisi, veniamo. Dove si va?"
Chiese Jessy dandomi una gomitata, per poi rivolgere un sorriso a Cameron e Jacob.

"Pensavamo di andare al parco, ci state?" Chiese Cameron.

Jessy mi guardò supplicante.

"Va bene!"Sbuffai.

"Perfetto andiamo!" Disse sta volta Jacob.

Arrivati al parco, Jessy e Jacob andarono al bar di fronte per prendere la colazione, lasciando me e Cameron soli.

Stavamo tutti e due in silenzio, quindi decisi di alzarmi e andare anche io al bar.

Ma, fortunata come sempre, inciampai.

Non arrivai a terra perché solo perchè Cameron mi prese da dietro al volo.

"Grazie." Dissi arrossendo e cercando di nascondere l'imbarazzo.

"Prego, tonta."Disse, iniziando a ridere.

"Si stronzo. Ridi." Sbuffai girandomi per andar via, ma un sorriso si fece strada sul mio viso.

Lui mi prese per un braccio facendomi girare e sbattere contro il suo petto, la distanza tra noi si era azzerata, e dovevo ammettere che mi faceva un certo effetto.

Era davvero davvero davvero bello, l'ho già detto?

"Dove vorresti andare?" chiese, sfoderando il suo solito ghigno.

"Il più possibile lontano da un'idiota."dissi liberandoli dalla sua presa.

"Ah..che in teoria, saresti tu!" Aggiunsi con un sorriso carino.

"Cosa?! Adesso ti faccio vedere io!" Replicò iniziando a farmi il solletico.

"No..No, noo! Ti prego, basta!" Dissi ridendo.

Riuscìa scappare dalla sua presa e iniziai a correre.

"Tanto ti prendo!" Gridò lui venendomi dietro.

"Si, certo, come no Harris!" stavo ridendo come non mai.

Magari dovevo smettere di essere così pessimista e prevenuta sulla gente.

Cameron non era poi così male, anzi, era l'unico che dopo tanto tempo era riuscito a farmi provare quella sensazione di spenzieratezza che non provavo da tempo.

Strano, ma con lui stavo bene.

Mi girai, ancora ridendo, ma non lo vidi più dietro me.

Ero..sola?

Dove diavolo si è cacciato?!

All'improvviso, qualcosa mi prese da dietro e mi buttò a terra, gettandosi su di me.

Dalla bellissima risata, capì subito chi era.

"Te l'avevo detto! Presa!" rise.

Stavo a un millimetro dal suo bellissimo sorriso, quando la sua espressione divenne seria.

"Cosa c'è? "Chiesi, cercando di riprendere fiato.

"Beh.."cercò di dire imbarazzato.

Il colmo, Cameron Harris imbarazzato.

" 'Beh..' cosa?" Chiesi sorridendo.

" 'Beh..' che sei bella.."
Rispose avvicinandosi pericolosamente.

Il mio cuore stava saltando per tutto il parco, di li a poco, sarei sicuramente morta.

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