Capitolo 25
Continuavo a singhiozzare, senza riuscire a comprendere quale fosse la sua espressione, per via degli occhiali da sole.
Solo quando iniziò ad avanzare verso me, mi svegliai dal mio stato di auto annullazione.
Realizzai che dopo mesi avevo d'avanti, si, mio fratello..ovvero tutta la famiglia che mi era rimasta, ma anche la persona che mi incolpava e puniva per la morte di mia madre.
Quando però tolse piano gli occhiali potei notare che anche i suoi occhi erano inondati di lacrime, forse anche più dei miei.
Continuavo comunque ad indietreggiare, un po per abitudine in sua presenza, un po perché non sapevo realmente che altro fare.
Allungò una mano verso il mio viso e io la scansai, mentendo nuovamente distanza tra noi, anche se non servì a molto..visto che, prendendomi per un braccio, mi aveva avvicinata a lui.
Non sapevo realmente perché avessi reagito così, ma il panico aveva praticamente invaso il mio corpo.
A quel puntò lo vidi letteralmente gettarsi a terra in ginocchio per poi circondarmi la vita con le sue muscolose braccia.
Singhiozzavo sempre più senza nemmeno riuscire a respirare.
Sentivo piangere anche lui sul mio stomaco, e la mia maglia era praticamente inzuppata.
Non l'avevo mai più visto piangere, dopo la morte di nostra madre.
Dopo un'ennesimo lungo stato di strans, lo abbracciai stringendolo di più a me, per quanto fosse possibile.
"Perdonami, ti prego, perdonami."
Disse poi alzando il viso, senza però smettere di stringermi in vita.
Senza dir niente lo feci alzare e lo abbracciai proprio come quando eravamo bambini.
"Mi sei mancato tanto, Danny."
Sussurrai.
Mi era mancato il Danny che mi abbracciava e stringeva a se, senza l'intenzione di farmi del male.
Se bene sapessi che mai era stata quella la sua intenzione.
Lo sapevo e l'avevo sempre saputo che in quei momenti non era in se, non era lui.
"Anche tu principessa, tantissimo..e mi dispiace molto, per tutto."
Sciolsi, a malincuore, quell'abbraccio.
"Lo so.." sorrisi, anche se il mio viso, proprio come il suo..era ancora colmo di lacrime.
Poi gli feci cenno di entrare in casa.
"Grazie per tutto questo.." dissi ancora sorridendo.
Non mi sembrava vero, ero al settimo cielo.
Lui scosse la testa abbassondola.
"Cosa?" Chiesi.
"Io mi chiedo come fai. Non mi sono mai comportato come dovrebbe comportarsi un fratello..ne tanto meno come dovrebbe comportarsi una persona, bensì come un'animale.
Eppure, tu sei qui, a dirmi grazie. Dovrei dirti io grazie. Sei tutta la mia famiglia, l'unica di tutti i familiari che mi ha seguito da Seattle, che non mi ha mai voltato le spalle. Dovrei chiederti perdono miliardi di volte, ora e sempre." Disse con ancora gli occhi lucidi.
Mi catapultati fra le sue braccia, assaporando tutto il calore fraterno che emanava.
"Non ti farò più del male, piccola mia, lo giuro. Cercherò di essere il meglio per te, come tu lo sei per me." Disse accarezzandomi i capelli.
"Dove sei stato tutto questo tempo?" Chiesi staccandomi.
"Sono stato in un centro di recupero per tossici dipendenti e cose del genere. Mi ha convinto Austin ad andarci e alla fine l'ho fatto per il bene tuo, mio e di tutti."
Al sentire il nome del mio Austin mi si spezzò il cuore.
Era sempre stato un'altro fratello, faceva di tutto per me, per farmi stare bene..e, ancora una volta, aveva dimostrato di essere il mio angelo custode.
"Lo sai che lui..?" Cercai di dire una frase di senso compiuto senza scoppiare nuovamente in lacrime.
Lui annuì avendo capito ciò che cercavo di dire.
"Mi dispiace tanto non essere stato con te nel periodo della sua morte. Dev'essere stato difficile."
"Ci sei adesso, e va bene." Sorrisi.
Sorrise anche lui e mi accarezzò una guancia.
"Senti, credo sia un po tardi per andare a piedi, ti accompagno io a scuola?" Chiese.
Annuì e presi lo zaino in soggiorno, ammirando ancora il nuovo divano.
"Andiamo.." sorrisi appena lo raggiunsi sulla sua moto.
Partimmo e, per tutto il viaggio, avevo tenuto stampato sul volto un sorriso da ebete.
Mi sentivo finalmente più leggera e positiva.
Pensavo che forse finalmente tutto stava avendo un'altra piega nella mia vita.
Arrivati di fronte alla scuola, scesi dalla moto e salutai con un bacio in guancia mio fratello, che partì poco dopo con quell'aria da Bad Boy, che aveva da sempre fatto parte di lui.
Notai alcune ragazze guardarlo con occhi sognanti e ridendo come delle drogate, il che mi fece anche un po ingelosire.
Avevo da sempre pensato che mio fratello fosse davvero un bel ragazzo, e con i capelli più lunghi e un accento di barba sul viso, era davvero sensazionale.
Peccato che fosse mio fratello.
E peccato che tu sei follemente innamorata di Cameron.
Ignorai la mia stupida coscienza scuotendo il capo per scacciare quel pensiero.
Ero più che convinta di non essere innamorata di Cameron.
Raggiunsi il mio gruppo di amici e salutai tutti allegramente.
"ASPETTA....CHI. ERA. QUEL. PEZZO. DI. BONO. ?!" Gridò Ashley scuotendomi per le spalle.
"Hey!" Si lamentò Nash.
"Sh tu, è bono per lei." Lo zittì la sua ragazza.
Risi per quanto erano buffi e carini allo stesso tempo.
Guardai Cameron che stava fumando un po più in la appoggiato al 'nostro' albero.
Sebrava..incazzato.
Vabbè, che aspettarsi da lui?
Era ormai un'abitudine trovarlo imbronciato, soprattutto quando si alzava con la luna storta..cosa che capitava spesso.
Nel frattempo notai lo sguardo pungente di Hayes addosso, magari era solo per l'uscita che avremmo dovuto fare il giorno dopo.
All'inizio avevo pensato anche di uscirmene con una scusa,ma poi pensai che sarebbe stato scortese e in più mi piaceva stare in compagnia di Hayes, e anche molto.
"Ti racconto dopo, okay?" Sorrisi ad Ashley.
"Non mi sfuggi, Steven, ti farò sputare il rospo." Disse con un ghigno stampato in viso.
"Come vuole lei, detective." Sorrisi.
"Racconti anche a me dopo?" Chiese Jessy, solo che lei sapeva benissimo chi fosse 'QUEL.PEZZO.DI.BONO.', come l'aveva definito Ash.
Annuì sorridendo.
Mi avvicinai poi a Cameron, che non avevo ancora salutato.
"Hey.." sorrisi.
"Hey." Rispose senza guardarmi in faccia, aspirando il fumo con aria da Bad Boy, quale era.
"Svegliato male?" Sorrisi nuovamente ignorando il suo comportamento, per evitare discussioni.
"Tu, invece, ti sarai svegliata benissimo." Disse serio, sempre senza guardarmi.
Lo guardai interrogativa.
"Com'è stato?" Continuò.
"Ma cosa?" Chiesi senza capire.
"L'avventura con quello da aggiungere alla lista dei coglioni da fare fuori." Finalmente mi guardò, gettando a terra la sigaretta, ormai terminata, e schicciandola col piede.
"Allora, ti ha scopata si o no? Me lo aspetterei da una come te." Continuò arrogante.
"Scusa, cosa vorresti dire? Dimmi che ho capito male..tu, stai dando della puttana a me?!" Quasi gridai.
"Hai capito benissimo, invece."
Rimasi sbigottita.
Uno si alza, così di prima mattina, e da della puttana alla prima che incontra.
"Sei un'idiota Cameron, fattelo dire. Ho sempre saputo che nella tua mente perversa io fossi un'altra delle puttanelle a cui sei abituato. Ma sai, non tutti viviamo di bassi fondi come te. Perché sappilo, tu e le tue puttanelle, state davvero in basso. E io non faccio parte di questa categoria di persone." Sbottai allontanandomi da lui.
Potei capire dalla sua espressione che era infuriato.
Avevo toccato la cosa a cui teneva di più: il suo immenso ego.
"Ah, e un'altra cosa." Dissi girandomi.
"Mio fratello non è un coglione, lo sei tu. Perché si, quello era mio fratello." Continuai per poi voltarmi nuovamente ad entrare nell'edificio della scuola.
Raggiunsi la mia classe e poco prima che potesse suonare la campana, mi sedetti accanto a Jess.
"Tutto bene?" Chiese lei, riconoscendo in me qualcosa che non andava.
"No, affatto. Cameron mi ha dato della puttana a ha insinuato che andassi a letto con mio fratello, che come dice lui, è un'altro da aggiungere alla lista dei coglioni da fare fuori." Sbuffai esaurita.
Jess scoppiò a ridere guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.
"Scusa, ma è tutto alquanto ridicolo." Rise ancora.
"Cameron è ridicolo." Borbottai.
"E poi, scusa, ha una lista di tutte le persone coglione da fare fuori perché ti si avvicinano?"
"A quanto pare." Sorrisi, ripensando a quel piccolo dettaglio a cui non avevo fatto caso.
"Che cosa teeenera." Sorrise.
"Sisi, ma questo non toglie che mi ha dato della puttana perché credeva fossi andata a letto con Danny, Dio, con mio fratello!" Gettai le braccia in aria esasperata.
"Come si suol dire..'Gelosia portami via'." Rise.
"Credo abbia reagito così solo per questo, quando sei scesa dalla moto era praticamente sbiancato a si vedeva lontano un miglio che stava fremendo di gelosia."
"Geloso o no, questo non lo giustifica." Dissi, se bene stessi esultando interiormente per aver suscitato della gelosia in lui.
La discussione finì li, a causa del professore che aveva iniziato a spiegare.
Ma io ero troppo impegnata a combattere tra i miei pensieri, per stare attenta alla lezione.
Mi dispiace, Carly.
Te ne si aggiusta una, e te ne si sfascia un'altra.
Spazio Autrice.
Salveee!
Ecco ritornato il fratellino pentito..ed ecco ritornato un'altro litigio tra Cam e Carly.
La nostra protagonista, secondo voi, troverà definitivamente un po di pace?
Scopriamolo nei prossimi capitoli!
Baci😘
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