Capitolo 2
Avete presente quando siete svegli già da un pò, ma continuate a poltrire nel letto senza alcuna voglia di alzarvi, poichè state meditando sul senso della vostra vita?
Bene, in quel momento stavo attraversando la stessa identica situazione.
D'un tratto sentì qualcosa di pesante cadermi addosso.
Ma in che senso?! pensai.
"Svegliaaa Dormiglionaaa! " Urlò Jessy.
Ho già accennato al vizio che aveva di urlare?!
"OMMIODIO JEEEESS!" Urlai istericamente.
"Potevo morire d'infarto!" aggiunsi affannata.
Lei, di tutta risposta, scoppiò in una grande risata.. alla quale, in fine, mi aggiunsi anche io.
"Dai vestiamocci. È ora di andare a scuola signorina!" Disse con un sorriso idiota sul viso.
"Va bene, mamma!" Risposi ridendo.
Era rimasta a dormire da me, visto che Danny non c'era.
Dopo esserci preparate, stranamente senza impiegare 2 ore all'uno, uscimmo di casa.
"Carly, è ancora presto per entrare a scuola, facciamo un giro?" Chiese.
"Sì, andiamo al parco vicino la scuola." risposi.
Effettivamente era una bella giornata, ci stava una passeggiatina prima di scuola.
Per nostra sfortuna, lungo il traggitto, incontrammo Cameron, Freddy e Mark.
"Oh ma guarda chi si vede!
Steven e Broken.." Disse Mark con un ghigno idiota sul viso.
"Oh ma guarda chi si vede! I tre moschettieri!" Esclamai con un finto sorriso.
"Siete diventate davvero carine.." Aggiunse Freddy con lo stesso sorriso maligno.
"Fate meno i pervertiti."
Dissi, accorgendomi che Mark mi stava guardando in modo strano, insistente.
Tirai la mia migliore amica da un braccio, facendole cenno di andare.
Non feci, però, in tempo a fare due passi, che mi sentì afferrare per il polso.
"Lasciami, mi fai male." Sibillai a denti stretti, fulminando Mark con lo sguardo.
Ma lui di tutta risposta lui mi attirò a se, mentre Jessy guardava la scena immobile.
Ma grazie Jessy..sei veramente d'aiuto.
"Lasciala Mark." disse una voce profonda, scandendo per bene le due parole.
Cameron?
"Dai Cam, fammi divertire un po!" Rispose Mark, con ancora in volto quel sorriso perverso.
Ma Cameron gli afferrò il braccio.
"Ho detto lasciala, Mark."
"Okay, okay amico." Disse Mark, lasciando la presa sul mio braccio e alzando le mani in segno di resa.
Sorrisi a Cameron con gratitudine e lui annuì di ricambio, sorridendo leggermente.
Quando vidi i tre allontanarsi, non potei fare a meno di tenere gli occhi fissi sulle spalle possenti di Cameron.
"Oh cazzo, oh cazzooooo!" urlò Jessy al mio fianco, facendomi svegliare dal mio stato di trance.
Le diedi una gomitata.
"Grazie amica ..quello stronzo se ne stava li a stringermi per il braccio e tu non hai spiccicato parola!"
Dissi arrabbiata, massaggiandomi il punto in cui sentivo ancora la stretta ferrea di Mark.
"Scusa, non sapevo che dire.
Non avrei potuto fare granché,comunque.. e poi, ci ha pensato Cameron!"
Disse sorridendo, con occhi sognanti.
"Davvero stai ridendo della situazione Jess? Guarda che non siamo mica in una serie televisiva!"
Brontolai.
" Ma tu stai o non stai realizzando? CAMERON HARRIS Dio! Ha preso le tue difese! Gli piaci, è sicuro."
Affermò saltando e battendo le mani come se fosse una bambina la notte di Natale.
"Aspetta, fammi capire, solo perché mi ha difesa vuol dire che gli piaccio?" Risi.
"Ovvio!" Rispose seria lei.
"E per quale legge della chimica, scusami?" risi ancora.
"Ma tu non leggi mai i libri? Questo è l'inizio di una lunga storia d'amore travagliata!" disse lei, sempre più convinta.
"Li leggo i libriJess. Il fatto è che quelle sono storie inventate e si allontanano molto dalla realtà. Anche supponendo che sia come dici tu, so già che quelli come lui cercano solo di prendere per il culo le ragazze. E sai bene che non sono il tipo di ragazza che glielo permetterebbe."
Risposi convinta.
Jessy sospirò.
"Se lo dici tu..ne parliamo fra qualche mese. Adesso andiamo!" dissetirandomi per un braccio.
Quando entrammo in classe, con un leggero ritardo, sfortunatamente la professoressa era già li.
"Steven e Broken, siete in ritardo!" Tuonò.
"Buongiorno anche a lei professoressa!
Sappiamo di essere in ritardo, ci scusi." Risposi.
"Bene allora sedetevi!" Urlò.
Aveva una cavolo di voce squillante!
Proprio quello che ci voleva la mattina, un vero toccasana.
Il nostro solito banco era occupato, dunque ci separammo.
Jessy andò a sedersi correndo al primo banco, con Mary, mentre io mi guardavo ancora intorno per vedere quanti posti liberi erano rimasti.
Oh merda.
L'ultimo posto vuoto era accanto a Cameron, doveva essere proprio un brutto scherzo del destino.
Okay Carly, ce la puoi fare.
Appena mi sedetti, Cameron mi rivolse un sorriso che io non ricambiai, troppo impegnata a fulminare con lo sguardo la mia migliore amica, che si era girata tutta sorridende con i pollici all'insù.
Ecco perchè correva, aveva visto quali erano gli utlimi posti rimasti. Che diabolica.
"Mmh..nervosette oggi. " disse, Cameron, facendomi trasalire.
Ma no dai. Sta mattina i tuoi amichetti ci hanno fatto una specie di imboscata, appena entriamo in classe la prof ci urla contro e la mia amica architetta una specie di piano per farci diventare i personaggi di un romanzo rosa. Nessuna ragione per essere incazzata.
"Potresti almeno mostrare un po di gratitudine." Sorrise, per poi girarsi a guardare la prof.
Le mie guancie si tinsero di rosso.
Effettivamente non l'avevo neanche rinraziato per bene, ma non volevo che pensasse che siccome mi aveva aiutato era diventatoo il mio principe azzurro.
La professoressa intanto spiegava..ma io, in teoria,e anche in pratica, non stavo capendo niente.
"Non stai capendo eh?" Chiese lui, come se mi avesse letto nel pensiero.
"Mi stai dando della stupida?" lo guardai di traverso.
"Eh? No, io..non vol-" lo interrompei sospirando.
Era divertente vedere quanto si era agitato..eppure doveva essere uno di quelli che se ne fregava altamente.
"Hai fatto centro, non sto capendo una mazza!" ammisi sorridendo.
"Se ti va posso aiutarti.."disse con un sorriso carino.
"Ehm.. si, grazie. Cimentati nell'impossibile." Risi.
Cameron iniziò a spiegarmi delle cose incapibili, era così intento e concentrato, non l'avrei mai detto che fosse così bravo a scuola..e anche così gentile.
E poi era proprio bello.
"Hai capito adesso?"Mi chiese alla fine della lezione.
"Sì, grazie." Dissi, anche se ero più confusa di prima, avevo passato la lezione ad annuire e sorridere, quando invece gli stavo solo facendo i raggi x.
Che cavolo mi stava prendendo?!
A fine giornata incontrai Austin, che mi raccontò di come erano state noiose oggi le sue lezioni, ma dovette scappare subito dentro per un corso pomeridiano.
Jessy, invece, era uscita un'ora prima per 'un'urgenza con la madre'..e pensare che doveva accompagnarmi lei.
Ma quando si trattava di Jacob, non mi guardava nemmeno in faccia, e inventava scuse su scuse.
La conoscevo troppo bene, sapevo che la madre era a lavoro e che la sua scusa era invero simile, solo il nostro preside potevacascarci ogni volta.
Anche se, dovevo ammettere che le firme he falsificava erano davvero identiche alle originali.
"Cavolo piove.." Sussurrai afflitta, notando il brutto tempo.
"Ti accompagno io." disse una voce dietro di me, che mi fece sobbalzare per lo spavento, anche se ormai sapevo a chi appartenesse.
Mi girai e risposi. "Grazie, ma no." poi feci per andarmene.
"Sei con tutti così acida o solo con me?" chiese ridendo.
"Ce l'ho nel DNA." sorrisi.
"Dai, sul serio..ti accompagno io, mi viene di passaggio." Disse ridendo.
Cercai di non concentrarmi troppo sul suo sorriso, ma bensì su quello che mi aveva detto..il che non era positivo, vista la sua bellissima voce possente e leggermente rauca.
"Okay, ma solo perché piove e non mi va di andare a piedi."
Risposi incamminandomi.
La sua macchina era davvero lussuosa e molto grande, proprio stile Harris, ma era abbastanza confortevole.
È la macchina che ti conforta o la presenza di quel bono?
Arrivati difronte casa mia, lo feci fermare.
"Grazie.. " Dissi e feci per scendere, ma come un'idiota, scordai di slacciare la cintura.
Ma si, ovviamente, una normale persona prima di scendere da un'auto non toglie la cintura.
"Sai, non ho mai visto una più imbranata di te." Disse ridendo.
Lo fulminai con lo sguardo e lui ghignò.
"Stronzo." Gli dissi.
Ma lui scoppiò a ridere più forte di prima, al che mi aggiunsi anch'io, infondo era vero, ero e sono leggermente imbranata.
"Vedi..?" Disse lui sorridendo.
"Cosa?" Gli chiesi.
"Sei molto più bella quando ridi che quando cerchi di fare la sgorbutica." disse in modo dolce.
Rimasi sbigottita difronte a quella gentilezza. Forse..non era poi così stronzo come lo descrivevano.
"Adesso vado." Dissi, cercando di nascondere le me guance arrossate.
"Ciao bimba." rispose, con un sorrisetto da sfida.
"Non osare mai più chiamarmi bimba Harris, o ti castro!"
Mise in moto ridendo e poi partì.
Infondo, non mi diede fastidio quel "Bimba"..perchè, stranamente, detto da lui suonava bene.
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