Capitolo 18
"Che cosa vuoi?" Chiesi con un po più di sicurezza, dopo non aver ricevuto risposta alla domanda precedente.
Per una volta, con lui, volevo cercare di farmi forte.
Una delle tante cose che mi aveva insegnato Cameron da quando ci conoscevamo, era 'Non mostrarsi debole davanti al nemico'.
C'era solo un piccolo incognito.
La persona che avevo d'avanti, era un nemico?
Mi fissava in silenzio, sembrava ammirasse ogni centimetro del mio corpo.
Vederlo dopo tutti i precedenti accaduti, mi faceva uno strano effetto.
Mi tremavano le gambe, il cuore stava affrontando una gara olimpica e le lacrime minacciavano sempre più di uscire.
"Come sei entrato?" Chiesi nuovamente, visto che per la seconda volta non mi aveva degnato di una risposta.
"So che tieni la chiave nel vaso all'entrata.." rispose serio senza smettere di fissare i miei occhi.
Iniziò ad avanzare verso me.
In un primo momento non mi mossi, poi vedendolo sempre più vicino iniziai ad indietreggiare.
"Mi dispiace.." sussurrò.
Sorrisi amaramente, mentre il mio viso era ormai inondato di lacrime.
"Ti dispiace." Annuì nervosamente.
"Per quale delle tante cose che hai fatto? Per quale dei tanti dolori che mi hai procurato?" Chiesi.
"Per tutto, mi dispiace per tutto Carly." Disse sfiorandomi una guancia con il pollice.
Lo scanzai bruscamente.
"Non mi toccare!" Sussurrai a denti stretti.
Ero ormai al culmine della frustazione.
Che avevo fatto di male per meritare tutto questo?
Ma lo chiedevo di continuo.
Danny, Austin..e adesso lui.
"Devi andartene, Carter." Dissi asciugando le lacrime che mi erano sfuggite, cercando di ricompormi.
Mi prese tra le sue braccia e mi strinse forte a se, mentre io mi muovevo come una serpe per scanzarlo..ma era inutile.
Iniziò a cullarmi e io mi abbandonai a lui, proprio come la prima volta che ci eravamo visti, e come per due anni aveva continuato a fare.
Tutte le immagini di noi mano per mano, al mare, alle feste, nel divano a guardare un film romantico..mi passarono d'avanti.
E poi i suoi caldi baci..mi tornarono in mente proprio quelli, quando con velocità da fare invidia a Flash, fece realizzare ancora una volta dopo tanto tempo i miei pensieri.
Il ragazzo che tanto avevo amato e odiato mi stava baciando, e io non mi stavo opponendo.
Avevo la mente appannata a causa delle due mani che accarezzavano delicatamente i miei fianchi.
All'improvviso dei leggeri tonfi mi fecero sobbalzare.
Poi la porta si aprì.
"Piccola..hai dimentica-" si fermò di colpo senza finire la frase.
"Cam.." sussurrai scanzandomi un po da Carter.
Solo sentire la sua voce mi aveva fatta tornare in me.
Avevo d'avanti quello che era stato il mio amore per due anni e mezzo e quello che lo era attualmente.
Ah..ami Cameron, quindi?
La mia stupida coscienza non dava tregua neanche in quei momenti.
"Che ci fa questo, qui?" Chiese Cameron.
Lo guardai ma non risposi.
Vidi nei suoi occhi una freddezza che mi fece gelate il sangue nelle vene.
"Sono il suo ragazzo, posso stare qui quanto mi pare." Rispose Carter avvicinandomi a se.
Mi girai di scatto verso di lui, scioccata.
Lo era stato, l'avevo anche amato tanto.
Ma da quando era sparito senza dir niente all'improvviso, per me era finito tutto.
Ma tutto davvero.
Una settimana dopo la sua scomparsa avevo scoperto che se l'era spassata con Molly prima di tornarsene a Londra, la città in cui era nato.
Per me era morto quel giorno.
Eppure adesso stava li.
Mi stringeva a se.
Ero talmente assorta tra i miei pensieri, che quasi non mi ero accorta di Cameron che era uscito sbattendo la porta talmente forte da far tremare tutto.
Guardai Carter con gli occhi colmi di lacrime e scossi la testa per fargli capire che non era giusto, che non doveva farmi ancora dal male, che non doveva farmi perdere Cameron.
Lui sembrò capire e con un'espressione persa, triste, mi lasciò lentamente.
Corsi fuori e vidi Cameron colpire freneticamente la sua auto.
Non era in se.
Corsi verso di lui gridando il suo nome.
Sembrava non sentirmi.
A ogni calcio che sferrava all'auto sobbalzavo.
Non riuscivo a respirare dai tanti singhiozzi e il cuore mi martellava nel petto con la stessa forza con cui Cameron colpiva la sua auto.
"Cam!" Gridai ancora una volta.
Non mi ascoltava.
"Cameron ti prego smettila!" Tentai ancora, ma niente.
Con un colpo molto più forte degli altri ruppe il vetro del finestrino.
"CAMERON SMETTILA! MI FAI PAURA!" Gridai con tutto il fiato che mi rimaneva.
A quel punto si fermò.
Era di spalle, immobile.
Il suo respiro era irregolare, potevo vedere le sue spalle alzarsi di molto, sentire il suo respiro forte e vedere le sue gambe tremare.
Si girò con uno scatto fulmineo.
I suoi occhi, improvvisamente diventati neri come la pace, mirarono a dietro di me.
Mi girai e vidi Carter guardare la scena sulla soglia della porta.
"Mi hai mentito." Disse Cameron facendomi sobbalzare.
"Non è vero." Dissi con la voce tremante.
"Non mi hai detto che avevi un ragazzo." I suoi occhi mi scrutavano cupi.
"Perché non ce l'ho."
" E QUELLO D'AVANTI ALLA TUA CHI CAZZO SAREBBE?" Gridò indicando Carter.
Saltai per l'ennesimo spavento.
"Non è il mio ragazzo, è il mio ex! E anche se fosse? Hai distrutto la tua auto solo per questo? Te la fai ogni sera con una diversa e vieni a fare l'inferno qui, cos'è vuoi farmi la predica per un bacio? Da quale pulpito!" Sputai mista tra rabbia e tristezza.
Lui girandosi sferrò un forte calcio alla sua auto.
Sobbalzai ancora.
"Smettila di fare così..mi spaventi!" Dissi un'altra volta, siti che sembrava l'unica frase a farlo fermare.
Sembravo una foglia.
Il labbro inferiore mi tremava come la vibrazione di un cellulare.
Cameron si girò nuovamente e mi guardò con tristezza, non più con odio come poco prima.
Si avvicinò e io d'istinto indietreggiai, e no, non chiedetemi il perché, non saprei rispondere.
Non ne avevo motivo, neanche nel momento di rabbia più totale Cameron mi avrebbe fatto del male, lo sapevo.
Credo sia stato un gesto dettato dall'impulso, o dall'abitudine a causa di mio fratello.
Si bloccò, come se il mio indietreggiare fosse stato un gancio destro inaspettato.
Sembrava volesse dire qualcosa, ma non lo fece.
Scosse la testa, e iniziò a camminare.
Io ero rimasta sul marciapiede, di fronte alla sua auto, sperando di non aver perso il ragazzo di cui ormai vedevo solo la sagoma in lontananza.
Mi rimproverai mentalmente per non essere riuscita a spiegargli la situazione.
Mi girai verso la porta di casa e vi entrai.
Carter era sul divano, si teneva la testa fra le mani.
Senza parlare mi diressi in cucina e bevvi un bicchiere d'acqua.
"Mi dispiace.." sussurrò Carter vedendomi andare verso lui.
Mi ci sedetti accanto, sul divano.
"Mi dispiace davvero. Quel periodo ero un bambino, e quella sera mi ero ubriacato. La mattina dopo, avendo realizzato ciò che era successo con Molly, avevo deciso di tornare a Londra. Non avevo la forza di guardarti anche solo negli occhi dopo averti tradita. Ma ti amavo. Può sembrare un controsenso visto che ti ho tradita, ma non ero in me. Io ti amavo e forse è per questo che sono qui, ora." Disse poi.
"Tu sai che dopo due anni non puoi presentarti qui, dirmi che ti dispiace e che mi ami, baciarmi, e causare tutto questo casino..vero?" Lo guardai.
Annuì senza rivolgermi il minimo sguardo.
"Sai anche che dovrai aiutarmi a far calmare Cameron dicendogli che non sei il mio ragazzo? Perché, credo tu sappia anche questo, io non ti amo più." Continuai.
Non volevo ferirlo, ma dopo tutto..non poteva mica aspettarsi che lo amassi ancora.
Lo avevo capito dopo il nostro bacio, dopo i ricordi, dopo l'arrivo di Cameron.
Vedendo Cam e percependo la paura di perderlo, avevo capito che tutto quello che avevo passato con Carter, era stato bello, ma non quanto quello passato, anche se per meno tempo, con Cameron.
Lui annuì ancora, sta volta guardandomi.
"Tu ami lui." Disse serio.
Scossi la testa, quando in realtà una parte di me diceva che era così..poi però c'era l'atra parte che non voleva rovinare l'amicizia e che sapeva non sarebbe andata bene con Cameron.
"Siamo solo migliori amici. Lui è molto geloso e credendo che io stassi con te senza averglielo detto, si è infuriato. Tutto qui."
"Lui ti ama e tu ricambi." Insistette.
Feci per rispondere, ma mi bloccò.
"Ho visto come ti ama, sembravo io riflesso in uno specchio..solo che forse, lui ti ama di più. Ho visto anche come lo ami tu. Sembravi la Charlotte di due anni fa mentre guardava me, solo che forse, lo ami più di quanto amavi me." Sorrise forzatamente.
Sorrisi anche io, sapendo che era vero.
Ma non volevo ammetterlo del tutto.
Non so perché.
Forse per paura, per codardia, per orgoglio.
"Cercherò di farmene una ragione. Sarà dura vivere nella stessa città e andare nella stessa scuola, ma infondo me lo aspettavo..volevo solo provare ad aggiustare tutto, per non avere rimpianti. Ma ho perso il treno." Sorrise ancora, ma sta volta sinceramente.
"Beh non stiamo insieme, ma aggiustiamo le cose comunque..dimentichiamo il passato." Dissi alzandomi dal divano.
"Amici?" Chiese porgendomi una mano.
Lo abbracciai.
"Amici."
"Sai dove si trova la camera degli ospiti, puoi dormire li." Sorrisi e salì al piano di sopra.
Mi scaraventai sul letto, rendendomi conto che la mia vita era una follia.
Presi il cellulare e trovai tre messaggi.
Uno da Jess, uno da Jacob e uno da un numero sconosciuto.
Best♡
Cosa è successo con Cameron?
Numero sconosciuto.
Hey, sono Ashley..Non so se ricordi. Esco con Nash, mi ha dato lui il tuo numero per farci conoscere meglio. A te e a Jess va di andare al centro insieme? Mi piacerebbe conoscervi meglio! :)
Risposi ad entrambe prima di leggere il messaggio di Jac.
A Jess risposi che gliene avrei parlato l'indomani a scuola e gli avevo detto dell'invito di Ashley. Dopo aver avuto anche il suo consenso, diedi conferma a Ashley.
Poi lessi il messaggio di Jacob.
Jac☆
Cameron è ubriaco fradicio. Sta combinando un casino, io e Nash non sappiamo cosa fare. Ci ha chiamato su sorella e dice che è incontenibile.
Ti prego, vieni subito, sei l'unica che può calmarlo.
Non sapevo esattamente come potesse credere che fossi in grado di calmarlo, visto che era colpa mia se era in quello stato..ma corsi comunque al piano inferiore come un fulmine.
Poi pensai che non avevo ne auto, ne patente.
Sentì il telefono vibbrare.
Jac☆
Non preoccuparti, sta venendo a prenderti Nash.
Pensai avesse dei super poteri o leggesse nel pensiero.
Cercando di non fare rumore, uscì fuori casa e poco dopo arrivò Nash.
Il tragitto verso casa di Cameron fu abbastanza silenzioso.
Qualche domanda da parte mia su Cam e le sue risposte.
Arrivati a casa Harris, scesi dalla macchina e mi avviai nel cortile della casa.
Fortunatamente la madre e il padre erano in viaggio, ma Sierra, la sorella, si era molto spaventata.
Suonai al campanello e ad aprire fu proprio lei.
"Oh finalmente, solo tu puoi aiutarlo..non lo più visto così dai tempi in cui c'era Amb-"
"Sierra, non credo sia il momento di rivangare il passato, disse Nash, che chiuse la porta d'antrata.
Lei annuì con occhi lucidi, mentre cercavo di capire cosa stava dicendo.
Poi sentì al piano di sopra Jac e Cameron discutere, ma non capivo cosa dicessero.
All'improvviso il silenzio.
Jacob scese le scale e mi venne in contro.
"Vuole te, ha bisogno di te." Disse.
Annuì senza aggiungere altro e salì di corsa la scale.
Non sapevo che aspettarmi.
Da un lato avevo paura anche solo ad avvicinarmi a un Cameron in quello stato, dall'atro lato avevo una voglia matta di stare tra le sue braccia.
Spazio Autrice.
Hello!
Che ne pensate? Come sta procedendo la storia?
Fatemi sapere con i 💬 e le 🌟
Ma adesso..
È arrivato l'ex!!
Cosa succederà a Carly e Cam? Risolveranno?
Carter avrà capito davvero che deve lasciar stare Carly? È sincero?
Scopriamolo nel prossimo capitolo!♡
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