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Capitolo 5 - Pieno Di Sé Stesso

La prima settimana di scuola devo dire che trascorre serena, meglio di quanto mi aspettassi e questo grazie anche a Karina. Sì perché grazie al suo carattere così spigliato riesce a scalfire la corazza che mi sono costruita nel tempo.

Per mia fortuna con lei condivido diverse lezioni e in quelle ci sediamo sempre vicine.

Nelle altre invece usando la tattica di arrivare a lezione iniziata, ho avuto modo di poter imparare a memorizzare tutti i posti liberi, così ho potuto evitare di ripetere la scena imbarazzante del primo giorno, avuta con Sean.

Per quel che riguarda invece il campione di basket, non lo ho più proprio calcolato, almeno non direttamente.

Anche se, alcune volte, sento il suo sguardo addosso.

E così... Lo scruto anche io con la coda dell'occhio, cercando di non farmi sgamare e vedo che lui mi fissa sempre con quel suo sorriso strafottente sulla bocca. Non riesco proprio a capire cosa lo diverta e questo non fa altro che aumentare quel mio stato di non sentirmi mai all'altezza, perché penso che questo forse è il suo modo per farmi sentire inadeguata .

Così mio malgrado, nonostante tutta la mia buona volontà, in quegli istanti mi sento avvampare in viso e ciò... Mi fa salire una rabbia viscerale dal profondo, una collera con me stessa per non essere in grado di controllarmi.

Però da quel giorno ho cercato almeno di non dargli più la soddisfazione di avere un contatto diretto con me.

Al ragazzo pieno di sé stesso che pensa di avere tutte le ragazze ai suoi piedi.

Comunque grazie a Karina e al suo carattere spigliato, nelle settimane successive ho avuto l'occasione di conoscere altri ragazzi e ragazze simpatiche, cosa che non avrei mai pensato di dire. Ma forse qui i ragazzi quando mi guardano non mi vedono poi così stramba, come mi è successo nelle mie altre esperienze, è questo forse è dovuto proprio alla vicinanza di Karina, che con la sua presenza mi fa apparire normale agli occhi degli altri.

Prima per esempio due ragazzi sono venuti a presentarsi a noi.

- Hai notato come ti guardavano quei due? - mi domanda lei, con un modo di fare impertinente, mentre confabula abbassando il tono della voce, per non farsi sentire dalle ragazze che sono sedute a pochi metri da noi, ed intanto con gli occhi scruta i due tipi che si allontanano dal nostro tavolo.

- A me? - le dico mentre la guardo esterrefatta .

- Certo! Non te ne sei neanche accorta. Ed è questo il bello di te!

Si sono avvicinati per te! E sicuramente non per me. Sono simpatica sì! Ma ai ragazzi prima di tutto interessa l'aspetto fisico, interessa la bellezza e non la simpatia. - continua a sussurrare, sempre per non farsi sentire.

- Ed io... Sarei la bellezza? - Le dico allibita, per questa sua affermazione, rispondendo anche io a bassa voce e non so neanche il perché.

- Certo! E neanche te ne sei accorta. Ti conosco da poco ma ho capito già un po' come sei fatta, sei davvero bella, Elly! Ma il tuo problema è che ti comporti come una ragazza complessata. Guarda! Guarda come ti vesti! - mi dice a questo punto alzando per un attimo il tono della voce.

-Sei sempre abbigliata con vestiti larghi, neanche dovessi scoprire chissà quale difetto fisico, coperta gambe e braccia e poi cammini ingobbita quasi, per paura di attirare lo sguardo di qualcuno, per non parlare poi del fatto, che vivi costantemente in un mondo tutto tuo parallelo. Non hai una reale percezione di te stessa e soprattutto dell'effetto che fai sugli altri.- mi dice con disappunto alzando gli occhi al cielo.

Nel mentre la guardo con due occhi sgranati dritto nei suoi, per poter cogliere da parte sua un'espressione di scherno.

"Bella io, ma davvero! Credo proprio che stia scherzando." Ma Karina invece, sembra sia proprio convinta di quello che sta dicendo.

Così nel mentre la guardo, scoppia a ridere, a causa dell'espressione sconcertata che legge sul mio volto.

- Sai Elly! Devo dire che è la prima volta che riesco in effetti ad essere amica di una bella f.... , proprio perché tu sei così! Una ragazza particolare! Forse un po' matta. - mi dice, mentre scoppia a ridere divertita, alzando la voce a tal punto che questa volta le tipe vicine a noi si voltano per osservare il motivo di questa sua risata grossolana, così bordeaux in viso le metto una mano sulla bocca per zittirla, ma l'effetto esordisce l'effetto contrario e lei parte in quarta ridendo a crepapelle.

Poi tornando seria mi dice...

- Questo tuo modo d'essere probabilmente è dovuto proprio dal mondo dal quale arrivi. Un mondo che non penso potrò mai comprendere né capire, in base a quello che mi hai raccontato e che forse non sarò mai in grado di farlo, ma se ha prodotto te, rendendoti così semplice e spontanea, a volte anche surreale, beh sono contenta che questo tuo mondo esista.- mi dice, mentre mi guarda con un sorriso in volto così spontaneo da lasciarmi esterrefatta, mentre il cuore mi si riempie di gioia.

Sono contenta, di essermi aperta con lei, Karina mi ha ispirato fiducia dal primo momento che l'ho vista, nonostante noi due siamo il giorno e la notte. Ma finalmente so di aver trovato quell'amica che ho sempre desiderato, quella che nonostante tutto, pur non comprendendo il mio mondo, lo accetta, ma soprattutto non mi giudica, e approva ciò che sono.

Però allo stesso momento, penso tra me che si sbaglia di grosso, almeno nella parte iniziale del suo discorso, perché per quel che riguarda il fatto che io sia una ragazza particolare e a volte persino surreale, beh! In quello ha perfettamente ragione.

Ma per il resto, non credo molto a quello che dice. Perché io non ho mai avuto la sensazione che i ragazzi sbavano per me, anzi mi hanno sempre evitata, quindi così bella non mi sento e soprattutto, non mi ci hanno mai fatta sentire.

Mentre lei sì che invece è carina, spigliata, simpatica e avvicinabile.

Mentre io... Come ha già capito bene anche lei...

Sono particolare.

Forse pure non del tutto normale, almeno per i canoni di oggi.

Questo pomeriggio c'è in programma la prima partita di basket dell'anno e naturalmente ci vanno tutti gli studenti della scuola a vederla.

Io da parte mia non avevo alcuna intenzione di andarci, ma Karina mi ha chiesto gentilmente da amica di non lasciarla andare da sola e così l'ho accontentata, andando con lei.

Ci andiamo a sedere sulle gradinate. La palestra è stracolma di ragazzi e ragazze che fanno un gran casino.

Con mia sorpresa, noto che ho azzeccato la mia prima teoria. E cioè... Quella fatta sulle tre bellone che erano davanti al tabellone il primo giorno di scuola. Di loro tre avevo ipotizzato che facessero parte del gruppo delle cheerleaders e che Jessica ne fosse il capitano, e difatti neanche a dirlo è proprio così!

Come a quanto pare era azzeccata anche la seconda di teoria e cioè quella sul bellone della scuola. Difatti anche Sean, non solo fa parte della squadra di basket, ma ne è effettivamente anche il capitano.

L'unica cosa che non ho azzeccato su di lui, è il fatto che lui non abbia un cervello.

In queste due settimane passate, non ho potuto fare a meno di notare come sia apprezzato dai professori. E ciò sta a indicare che è un ragazzo studioso, cosa rara per i bei ragazzi che hanno in testa solo lo sport.

Dopo la performance delle cheerleaders, inizia la partita e a dire la verità... Sean è proprio bravo, come del resto lo è anche Will, insieme loro due, sono i pilastri conduttori della squadra.

Will mi ha un po' delusa.

E' un po' strano questo ragazzo.

Ripenso al giorno in cui l'ho incontrato.

Il primo giorno è stato così carino, gentile e disponibile nei miei confronti, sia a scuola che dopo, quando l'ho incontrato alla mia chiesa.

Dopo esserci salutati, abbiamo parlato un po' appartati in strada fuori dalla nostro luogo di riunione, mentre dalla porta mamma e papà, ma anche tutti gli altri ci fissavano per tenerci d'occhio, anche perché di solito non è considerato molto appropriato, per due giovani come noi, stare così in disparte.

Ciò che mi ha incuriosito di più su di lui, è venire a sapere che a differenza di me che sono costretta per motivi di lavoro di mio padre, a vivere in una città lontana dalla mia chiesa e dalla mia comunità, lui invece questa scelta l'ha presa di proposito.

E da quel che mi ha raccontato non si è mai pentito di questa sua decisione, anzi nel corso del tempo è riuscito ad integrarsi a tal punto che il suo migliore amico non appartiene alla nostra comunità.

Così di primo acchito questa sua uscita mi ha un po' destabilizzata, perché prima di venire qui, pensavo che questa fosse una cosa impossibile da realizzarsi, ma ora dopo aver conosciuto Karina sto cominciando a cambiare idea, almeno per quanto riguarda lei.

Ma comunque ritornando a Will, dal giorno successivo al nostro primo incontro, si è poi mostrato completamente freddo e distaccato nei miei confronti, soprattutto qui a scuola, sì perché nelle lezione che abbiamo insieme,

Will che fa?

Mi sorride sempre gentilmente quando lo incrocio nel corridoio, o quando i nostri sguardi si incontrano in classe, ma poi basta, niente di più. A parte salutare con un ciao sbrigativo, si mantiene completamente distaccato.

Discorso completamente inverso quando ci ritroviamo alla nostra comunità, lì si avvicina per parlare o almeno tenta. Perché questa sua doppia faccia non mi piace per niente e come se a scuola si vergognasse di dimostrarsi mio amico, mentre poi è ansioso di avere un approccio quando non c'è più nessuno che lo possa vedere e a questo punto la cosa non va più bene a me e allora, poi sono io che lo evito quando siamo fuori da scuola.

Lì a questo punto noto che ci rimane male lui quando tenta di avvicinarsi per parlare con me dopo la funzione, ma cosa pretende! Se mi ignora la mattina quando siamo a scuola, perché deve venire a parlare con me la sera?

Non lo so, non lo comprendo, capisco solo che ha alzato come una barriera tra noi, solo per quanto riguarda la scuola.

Ho come la sensazione che se ne stia sulle sue per un qualche motivo a me incomprensibile.

E davvero non ne capisco il motivo.

Ma ho come l'impressione che ci sia un qualcosa sotto che mi sfugge.

"Ma questo ancora non lo posso capire. Passerà ancora diverso e troppo tempo, e dovranno succedere ancora tante di quelle cose, prima che io possa svelare l'arcano."

Lascio i miei pensieri e torno a concentrarmi sulla partita.

Ogni qualvolta che Sean tocca la palla, tutte le ragazze fanno il tifo per lui e lo osannano come un divo.

Ma lui non ci fa caso, pensa solo a giocare.

Io proprio non riesco ad inquadrare questo ragazzo, un altro al posto suo acclamato come lui dalle ragazze, si alzerebbe da terra almeno di due metri.

Ma lui, no!

Lui è esaltato e pieno di sé stesso per la sua bravura e per quella della sua squadra.

Sicuro di sé... Non fa caso alle lusinghe delle ragazze, come se la cosa non gli interessasse più di tanto.

Così deduco che forse è talmente orgoglioso di sé stesso, talmente un pallone gonfiato, che non vuole dare a nessuna ragazza la soddisfazione di essere calcolata. Perché lui si sente sicuramente superiore.

E questo pensiero nella mia testa fa crescere in me, una insofferenza sfrenata verso questo ragazzo.

Un' intolleranza che ho provavo per questo giovane, fin dal primo giorno che l'ho incontrato.

Ma ora grazie a questi miei pensieri, questa mia avversione sta aumentando a dismisura.

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