Ricordi
Le mani di Karma mi sollevarono il morale. - No Karma, non posso permettertelo, ti distruggerei la vita e basta, sono troppo complicata, non puoi immaginare quanto- cominciai, sorridendogli e accarezzandogli la mano con un pollice. - Non posso permettere ne a te ne a nessun altro di mettersi nei guai per colpa mia, non lo sopporterei-. Afferrai velocemente il mio zaino e con un balzo scesi dall'albero, incamminandomi verso la stradina per la città. Improvvisamente Korosensei mi si parò davanti, bloccandomi la strada. Sbuffai - cosa c'è?- gli chiesi. - Non credi di dover raccontare qualcosa ai tuoi compagni?- mi chiese, facendomi voltare e dandomi una leggera spintarella verso la classe. "Non farlo, lo sai che dopo gli farai solo che pena" esclamò la vocina nella mia testa. Ridacchiai. "E secondo te adesso cosa gli faccio se non pena?" gli domandai, senza riceve alcuna risposta. - Bene, se proprio devo- mi sedetti sui gradini mentre tutti mi si accerchiavano attorno - A sei anni ho perso entrambi i genitori, sono passata ad una famiglia adottiva che all'inizio credevo fosse solo strana, ma invece era composta da killer professionisti che vedevano in me l'opportunità di dar vita ad una nuova stella dell'assassinio e ottenere così una svolta nella loro carriera. Come allenamento erano Karina, la madre, Otis, il padre e Ita, la figlia contro di me, dalla mattina alla sera. Non mi insegnavano a difendermi, mi attaccavano e basta, il modo di difendermi lo dovevo trovare da sola e così cominciai a studiare anatomia così intensamente che alla fine riuscii a sconfiggerli, uccidendoli e impedendogli così di adottare nuovi bambini, rendergli la vita un'inferno. Successivamente nessuna famiglia o orfanotrofio mi volle perché mi avevano etichettato come la bambina dalla furia omicida comprensibilmente. Così crebbi per strada, facendo sempre uso delle mia intelligenza, facendo uso di tutto quello che avevo imparato e che mi stava aiutando a sopravvivere. Quando fui abbastanza grande cercai lavoro e lo trovai in una scuola elementare, dove tutt'ora lavoro. Quando ebbi ricevuto i fondi necessari mi vestii bene e riuscii ad infilarmi nella scuola media Kunugigaoka e ora eccomi qui, a raccontarvi tutto questo con un'imbarazzo che non potete immaginare- spiegai, sintetizzando come meglio potevo la mia vita da reclusa. Nessuno mosse un dito, nessuno fiatò e nessuno osò commentare. Scoppiai a ridere, dovendomi anche asciugare le lacrime per il troppo divertimento. - Ma cosa sono quelle facce? non ditemi che siete in pensiero per me? in fondo sono ancora viva, ho un lavoro e una fidata tenda, cosa mi potrebbe mai servire oltre a questo?- esclamai, alzandomi e allargando le braccia con un gesto teatrale. Mi sorrisero cupi e mi raggiunsero. Alcuni mi abbracciarono, altri si limitarono a lanciarmi sguardi dispiaciuti. - Suvvia, non dovete rattristarvi, sto una meraviglia!- dissi, sdraiandomi sugli scalini e cominciando a fissare il cielo orgogliosa di quello che ero riuscita a fare fino a quel momento.
#Autrice
scusate il capitolo corto, prometto che il prossimo lo faccio più lungo!!!!
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