Il suo respiro...
La mattina seguente a scuola, mi sembrava che Karma, Nagisa e Kayano mi stessero fissando inquieti, ma provai a non farci caso, forse stavano solamente aspettando il momento giusto per attaccare. Era il primo giorno in cui potevo essere colpita e affondata, quindi i professori ci avevano lasciato il pomeriggio libero per concentrarci al meglio. Continuavo a tormentarmi delle ciocche di capelli, le mani e la gonna. Non riuscivo a stare tranquilla. Era vero che ero brava, ma loro mi sembravano di un livello superiore, mi sembravano talmente alti nel cielo che non potessi raggiungerli, neanche se fossi diventata il killer più forte del mondo, neanche se avessi ucciso Korosensei con le mie stesse mani. Scossi la testa per scacciare i pensieri dalla mia mente; dovevo concentrarmi solo su una cosa, non essere toccata dai coltelli. Per focalizzarmi pensai a tutte le volte che avevo evitato per un soffio il contatto fisico con altre persone, persone che volevano stringermi la mano, stringermi in un abbraccio, darmi un puffetto sul braccio o cose simili, i contatti fisici sono tra le cose che più odiavo al mondo, e niente poteva superarle. Mi accorsi di avere gli occhi chiusi e sentii un improvviso e innaturali spostamento d'aria alla mia sinistra, vicino al mio fianco. Mi alzai di colpo e mi spostai appena a destra. Riaprii gli occhi per vedere che voleva colpirmi. - Nagisa, non credevo che avresti provato con un tentativo così flebile, conosco bene come ti muovi, so che provi a sfruttare i sentimenti e gli stati d'animo delle persone a tuo vantaggio, con me non funzionerà- dissi divertita, osservando i vari coltelli e le varie pistole nelle mani dei miei nuovi compagni di classe. - Perché non dovrebbero funzionare? cos'è? non hai sentimenti? non ti rilassi mai?- chiese Karma, dando man forte al suo amico. Dovetti trattenermi dallo scoppiare a ridere. -Si, una cosa del genere- risposi, sorridendo come non mai, e confondendo tutti. Approfittai di quell'attimo per scappare. Saltai prima sul mio banco, poi sugli altri, fino ad uscire dalla classe per dirigermi velocemente al mio nascondiglio preferito: la sala insegnanti.
Mi fiondai nella sala insegnanti con passo veloce e leggerissimo, quasi impercettibile. Chiusi la porta alle mie spalle e mi precipitai nel mio piccolo rifugio non appena sentii le voci dei professori e quella di Karma avvicinarsi pericolosamente. Presi a respirare piano, ascoltando le discussioni tra professori e studenti. - Ragazzi, noi non l'abbiamo vista, siete proprio sicuri che sia venuta qui?- esclamò Irina, scaldandosi. Vidi tutti annuire attraverso la fessura del legno. - Provate a cercare, ma non disturbate- disse Korosensei, sedendosi sulla sua sedia e cominciando a leggere una rivista. Per poco non presi a vomitare, accorgendomi dell'argomento della rivista che il polpo aveva in mano. Mi tappai la bocca con entrambe le mani e distolsi lo sguardo, e cominciando ad aspettare che tutti se ne fossero andati per la pausa pranzo.
Afferrai il mio scarno pranzo, pane e riso, e corsi fuori, arrampicandomi subito su uno degli alberi, cosciente del fatto che mi avrebbero vista salire e che mi avrebbero sicuramente seguita. Infatti poco dopo vidi tutti affollarsi sotto all'albero e gli sorrisi. Kayano e Kanzaki furono incaricate di venirmi a prendere, in quanto leggere ed agile. Le osservai attentamente mentre saltavano da un ramo all'altro, mentre cercavano appigli e mentre fingevano di cadere per farmi muovere, per andare ad aiutarle. Ovviamente non mi mossi mai di un misero centimetro. Appena furono abbastanza vicine il mio sorriso si allargò, e loro, come da programma, notarono subito la nota inquietante e irrequieta che avevo aggiunto alla mia espressione. Afferrai due coltelli dalla giacca della divisa e li scagliai in pochi istanti, colpendole in pieno. Scesero subito sconfitte, mentre il resto della classe cercava qualcun altro da mandare su, oppure un metodo migliore per attaccarmi. Vidi Okajima ridacchiare e mi sbattei la mano in fronte, sapendo che di lui non mi sarei liberata facilmente, il pervertito della classe era difficile da scollare per una ragazza. - Hei, Okajima, che ne dici di fare un tentativo?- dissi, sporgendomi leggermente dal ramo e facendo svolazzare la gonna il minimo necessario per attirarlo e per non fargli vedere niente. Lui fece subito un sorrisino scemo e si lancio sull'albero. Maehara cercava di trattenerlo per la divisa, invano. Lui continuò ad arrampicarsi ad una velocità impressionante, fino a raggiungere la stessa altezza delle ragazze, rendendosi improvvisamente conto delle mie intenzioni. Afferrai il mio ultimo coltello e glielo lanciai addosso, colpendolo in pieno. - Ahahahahah, credevo che la famosissima 3°E sapesse fare di meglio. Karma, perché non prendi tu il comando? mi hanno detto che sei bravissimo in questo compito- esclamai, ridacchiando mentre scendevo di quota, prestando molta attenzione alla mia gonna. - Oh be, credo proprio che prima ti studierò attentamente, come fai tu con noi, magari riesco a capire la tua tattica- mi rispose, con una calma che quasi mi confuse, quasi. - Non pretendere di capire qualcosa che non esiste Karma- la mia voce era sarcastica e amara, quasi stessi perdendo il controllo, quasi mi stessi lasciando trasportare dalle emozioni. - Korosensei non dovrebbe esistere, eppure eccoci qui, a cercare di ucciderlo prima che distrugga il mondo-. Sorrisi in maniera troppo inquietante per i miei limiti. Loro mi guardarono di traverso, come se avessi cambiato aspetto all'improvviso. - Korosensei, non sapete la sua storia, non sapete niente di lui- dissi, ancora più enigmatica del solito. Saltai definitivamente giù dall'albero e sorrisi, mentre passavo lentamente tra i ragazzi confusi dalle mie parole. -Cosa credi di fare?! noi conosciamo Korosensei meglio di te, novellina- urlò Terasaka, scagliandomi contro la parete in legno. I nostri volti erano a pochi centimetri di distanza, lui aveva il fiatone, io stavo ancora sorridendo allegra e misteriosa. - Tu dici? ne sei veramente sicuro?- gli chiesi, avvicinandomi al suo viso. Lui mi guardò per un attimo sconvolto, poi riprese a concentrarsi. Non mi rispose. - Stai annegando da solo nel mare dei tuoi dubbi e delle tue insicurezze, non è colpa mia se credete di conoscere un polpo giallo - sussurrai, afferrando le mani di Terasaka e facendogli mollare la presa sulla camicia. Mi liberai e sgusciai via, ridacchiando, come se fossimo tutti finiti in un film horror e io ero l'assassino che continuava a giocare con le sue deboli prede.
Terasaka pov:
Quando sentii una leggera pressione sulle mie mani, non mi ribellai. Lasciai che Nellie se ne andasse, lasciai che gli altri mi guardassero straniti. Mi voltai verso i miei amici e il resto della classe. - Cosa ti è successo Terasaka? perché non l'hai fermata?- mi chiese Yoshida, afferrandomi la divisa. - Il suo respiro- mormorai, riflettendo per quella che mi sembrava la prima volta dopo tanto, tanto tempo. - Cosa?- chiesero tutti in coro, avvicinandosi per sentire meglio. Ebbi un velocissimo flashback di pochi attimi prima, quando Nellie si era avvicinata al mio volto. - Il suo respiro era praticamente inesistente. Mi era parso che trattenesse il respiro, poi ho sentito che non era così, non lo stava trattenendo, quello che ho sentito era il suo respiro normale- spiegai, cominciando a camminare avanti e indietro, con due dita appoggiate sotto al mento. - Ok, e allora?- mi chiese Hayami impaziente. Mi fermai e sospirai. - Lei ha molta più esperienza di noi. E non sto parlando dell'esperienza di Karasuma o degli altri killer che abbiamo incontrato. Sembra sempre prevedere le nostre mosse, come se le avesse già viste tutte, come se ci fosse già passata. Secondo me c'è sotto qualcosa, e noi dobbiamo scoprirlo se vogliamo sconfiggerla e dimostrare ai prof che siamo all'altezza- finii osservando Muramastu, che non sembrava molto convinto della mia teoria. - Ragazzi, dobbiamo dirvi una cosa-. Ci voltammo tutti verso Nagisa. Il suo sguardo era strano, diverso. Capii che sapevano qualcosa, qualcosa che probabilmente non ci avrebbe mai detto se non avessi sollevato l'argomento. Cominciai ad arrabbiarmi. - Nagisa, cosa sai?- chiesi diretto, avvicinandomi con passo veloce, sentendo le guance bollenti e rosse dall'improvvisa furia.
Fine pov Terasaka
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