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fidatevi

- Come fai a sapere il mio nome?- mi chiese Karma, senza sconvolgersi o decomporsi. Inclinò leggermente la testa per squadrarmi ma io gli sorrisi. - Il governo mi ha informata su tutto- risposi. - Perché?- mi chiese Nagisa, confuso. - Lo scoprirai presto- risposi, facendo la misteriosa. - Anche tu sei un assassino esperto per caso, non mi stupirei affatto se il governo ti avesse messo nella E solo per questo motivo- disse Nagisa, scettico. Ridacchiai, divertita dalla situazione - ho un talento, ma non sono qui solo per uccidere Korosensei, voglio davvero cambiare aria dalla 3 A- dissi, facendomi più fredda e cupa. 

Improvvisamente entrò in classe Karasuma e tutti si zittirono, andando ai loro posti. - Perfetto, la nuova studentessa è già arrivata- commentò, indicandomi il suo fianco. Mi alzai e mi avvicinai, preparandomi alla presentazione delle mie abilità. - Allora ragazzi, non so se lo sapete, ma Nellie ha chiesto al preside di mandarla qui, nella 3° E e noi abbiamo acconsentito per svariati motivi. Lei è brava nell'assassinio, abbiamo fatto un test dove ha quasi ucciso Irina. E' bravissima a mentire, è intelligente ed è capace di uccidere. Non diffidate di lei, anche se è una grande bugiarda quando si tratta dei bersagli, non vi mentirà per alcuni motivi che vi spiegherà lei più avanti. Andate a cambiarvi, vi voglio tra dieci minuti in cortile- spiegò il professore con grande sicurezza, ottenendo l'attenzione generale. 

Mentre attraversavo i corridoi sentivo le continue chiacchiere alle mie spalle e occhiatacce ovunque. Chiusi i pugni e presi a stringere, non potevo perdere il controllo davanti a tutti, avrei mantenuto l'indifferenza. - Ehi, se continui così potresti farti male- disse una voce. Mi fermai assieme al resto della classe e mi voltai verso Karma. Lo guardai di traverso, chiedendomi come se ne fosse accorto. - In che senso potresti farti male?- chiese Okuda, sistemandosi gli occhiali con un gesto repentino. - In nessun senso, si deve essere sbagliato- dissi, tornando a camminare. - Karma sbagliato? mah, chissà cosa nasconde quella tipa- mormorò qualcuno. Lo ignorai e continuai a passo spedito, sentendo delle goccioline cadere sul legno. 

Non sentii più passi alle mie spalle e mi voltai. Tutti stavano guardando la scia di sangue. Sentii una fitta allo stomaco. "Dovevi stare attenta, adesso devi dire la verità" disse una vocina nella mia testa. La ignorai e presi ad osservare i volti di tutti i miei nuovi compagni di classe. - Intendevi questo Karma, non è vero?- chiese Okajima, chinandosi sulle goccioline. Il rosso annuì, si avvicinò a me e mostrò i palmi alla classe. Si vedevano dei segnetti ricurvi, gocciolanti i sangue. Le unghie sporche e rossastre. - Cosa? perché?- mi chiese Kanzaki, preoccupata. Le rivolsi un sorriso, riconoscendola all'istante come la ragazza più dolce della classe. - Niente di che, è solo che non volevo reagire ai vostri commenti- risposi frettolosa e andai velocemente agli spogliatoi, mi cambiai e mi precipitai in cortile, dove tutti erano già misteriosamente pronti insieme al prof.

- Allora Nellie, ti ricordi quel piccolo patto? bene, perché tra poco lo sfrutteremo. Ragazzi, sarete tutta la classe contro di lei, le regole sono semplici, chi riesce a toccarla con un pugnale anti-professore vince, se lei vi tocca con la medesima arma, siete fuori, avete tre giorni per provare. Però prima, ci esercitiamo con le pistole, mettetevi in posizione- esclamò Karasuma, indicando prima le pistole e poi le postazioni con i bersagli mini-korosensei. 

Aspettai che tutti fossero in posizione per vedere quale posto rimaneva libero, ovviamente quello da cecchino affianco a Chiba. Lo guardai e lui si voltò verso di me e conun segno della testa mi invitò a sedermi accanto a lui. Lui prese a mirare e colpì il bersaglio, anche se gli tremavano leggermente le mani. Mi voltai verso Hayami e vidi che anche lui, seppur centrando i bersagli di palloncini, colpiva il bersaglio gli tremavano le mani. Ripensai subito a quello che era successo al campo, quando avevano provato ad uccidere Korosensei, pensando tutto nei minimi dettagli. Mi avevano mandato tutti i dati raccolti da Ritsu. Mi venne in mente un'idea.

Chiamai Hayami e le chiesi di allenarsi un attimo con me e Chiba. Lei venne da noi e cominciai ad esporre la mia idea. - So bene che non vi fidate più del vostro tiro, mi è successo, ma c'è un modo per tirarsi fuori da quel brutto limbo iìdi insicurezza- dissi, cominciando a mirare verso il bersaglio. Premetti il grilletto e il proiettile colpì uno degli occhi disegnati di Korosensei. I due ragazzi rimasero a bocca aperta. - Ma scusa, come hai fatto, noi ci siamo allenati tantissimo per ottenere dei risultati!- esclamò furiosa Hayami. Le feci un sorrisino - e chi dice che non mi sono mai allenta?- chiesi, sarcastica. - Sentite, quando vi trovate davanti al vostro bersaglio, non pensateci. Dovete credere che sia tutto un allentamento, fate dei respiri profondi, concentratevi, so che è difficile quando si è sotto pressione, ma ricordate che avete ancora tempo. Al campo, avete effettuato il primo vero tentativo di uccidere Korosensei, il primo, non tutto riesce al primo colpo, bisogna riprovarci, migliorarsi e riprovarci- spiegai, parlando un pochino ad alta voce, facendomi sentire anche dal resto della classe, scoraggiato per il fallimento al campo. - Credere di essere in un allenamento? sappiamo benissimo che è una menzogna, non riusciremo mai a crederci- replicò Chiba, sistemandosi il cappello. Sorrisi - Se ci credi, hai fatto metà dell'opera- dissi, prendendo a concentrarmi sul bersaglio. Sapevo che non si sarebbero mai fidati di me, quindi decisi di trovare un modo per provare la mia teoria. - Facciamo così, mettetemi sotto pressione, ponetemi un obbiettivo e una conseguenza al fallimento, fatelo tosto, non mi metterete paura, forse ansia, ma vi dimostrerò che questo metodo funziona- esclamai all'improvviso, scagliando l'ennesimo proiettile, colpendo la cordicina a cui era appeso il bersaglio. - Cosa? ma sei seria?!- esclamò Nagisa, interrompendo un'azione d'attacco nel combattimento corpo a corpo. - Certo, fatelo tutti insieme se preferite, mi basta che ci mettiate impegno- dissi, scrollando le spalle e cercando di prendere la mira sull'altra corda a cui era appeso il bersaglio, che, dopo aver perso il primo sostegno, oscillava. Aspettai. Aspettai il momento giusto, calcolando la velocità di movimento del bersaglio. Mi decisi a colpire e andai a segno. - Ok, vi do 20 minuti per fare esattamente quello che vi ha chiesto Nellie, potrebbe seriamente aiutarvi nella vostra preparazione, sbrigatevi- disse Karasuma. 

Dopo esattamente 20 minuti, l'intera classe era pronta a pormi un obbiettivo e una conseguenza al fallimento. - Se in 50 secondi riuscirai ad abbattere tutti i palloncini in movimento potrai restare in questa classe, altrimenti dovrai ritornare nella sezione della 3°A, per sempre- disse fredda Kayano. Sbarrai gli occhi, avevano deciso di essere proprio cattivi. - Cattivelli i signorini, va bene, mi metto al lavoro, chi tiene conto dei secondi?- dissi, rivolgendo uno sguardo indagatore ad ognuno degli studenti. Okajima si fece avanti con un cronometro in mano e annuì. Afferrai al volo una delle pistole con la ricarica piena e mi inginocchiai davanti ai palloncini. - tre, due, uno... via!- urlò il ragazzo, schiacciando un pulsantino sul bordo del cronometro. Presi la mira e cominciai a sparare. Calcolai che in tutto erano 25 palloncini, non poi così tanti per 50 secondi.

 - Tempo scaduto!- urlò ancora Okajima e io presi ad ansimare, avevo abbattuto tutti i palloncini, ma adesso dovevo smaltire la pressione. - Visto- dissi tra un respiro e l'altro. - Cavolo, ci tieni davvero molto a non far più parte dell'elite!- esclamarono alcuni, mentre mi appoggiavo sulle mie ginocchia. Sorrisi - certo, cosa pensavate? che mi sarei arresa per tornare da quelli? mai e poi mai- dissi, facendo un ultimo respiro profondo. - Bene, adesso che l'allenamento è finito, comincia il conto alla rovescia dei tre giorni- esclamò improvvisamente il professore. Sgranai gli occhi, capendo da chi gli studenti avessero appreso la cattiveria. Sbuffai e non appena alzai lo sguardo, non vidi degli studenti che si preparavano a giocare ad acchiapparella, ma dei neo-assassini che si preparavano a cacciare la preda. "Sarà difficile" pensai, cominciando a schivare i pugnali che presero a venirmi incontro, scagliati dagli studenti più bravi. 

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