Chiaramente
Silente stava tendendo una mano verso di me, io la presi e mi tirai su, lui mi osservo per qualche istante e poi disse
-cosa è successo?- mi chiese preoccupato io abbassai lo sguardo e con un filo di voce dissi
-piton- alzai leggermente la testa per osservare il viso di Silente
-venga nel mio ufficio, così mi potrà raccontare cosa è accaduto- io annui e rimanendo affianco a Silente andammo verso il suo ufficio. Arrivati mi fece accomodare su una sedia davanti alla sua scrivania mentre lui si sistemo dietro a quest'ultima, mi osservò per un paio di secondi e poi esordi
-cosa è successo?- io lo guardai negli occhi e poi parlai
-Piton...ha visto i miei ricordi...voleva capire cosa mi stesse passando per la testa mentre...attaccavo la professoressa Mcgranitt...ma poi è andato avanti e ha visto il mio ultimo incubo di cui gli avevo parlato...- mi bloccai come se non potessi più parlare "cosa mi sta succedendo?" pensai
-e perché è scappata in quel modo allora?- io lo guardai di colpo "come..."
-lo capito dal fatto che stava correndo senza nemmeno guardare dove andava- io annui "forse era ovvio" e poi dopo qualche istante continuai
-sono scappata perché non volevo che sentisse cosa avevo provato durante quel incubo- conclusi io facendo un enorme respiro
-perché? Cosa ha provato durante quel incubo?- mi chiese Silente con calma
-ho sentito timore, tristezza, delusione e paura nei confronti del professor Piton anche a ripensarci adesso mi sento in colpa- Silente mi guardo senza capire, così gli spiegai
-il professor Piton e un brav'uomo e mi sento in colpa di aver anche solo pensato o meglio sognato che potesse uccidermi, solamente perché lo voleva Voldemort- conclusi io, Silente mi osservo e poi parlo
-puoi andare- disse semplicemente io mi alzai e salutando uscì dalla porta. Camminai nei giardini ormai coperti di neve, mi aiuto molto a pensare a tutto quello che mi stava succedendo, di Piton e dei miei occhi; "dovrei togliermi ogni preoccupazione: i miei occhi non devo più pensarci e Piton dovrò smettere di parlarci..." a quel pensiero mi senti come un buco nello stomaco, senti paura di non stare più con Piton "cosa mi sta succedendo? Perché sto reagendo così? Non sarà mica che inizio a considerare Piton come un padre proprio come aveva detto la MgGranitt? No è impossibile, il più cinico, menefreghista e stronzo del mondo non è considerabile padre, sarà qualcosa che avrò mangiato" pensai infine. Rimasi allungo seduta sotto un albero in mezzo alla neve, iniziavo a non sentirmi più le dita delle mani, così decisi di alzarmi quando il sole stava tramontando e il vento inizio a ululare per tornare al castello. Arrivata all'ingresso del castello notai che qualcuno era appena sparito da dietro una colonna, intuì vedendo un mantello nero per qualche secondo "che sia Piton che mi abbia spiato? Perché penso sempre a Piton? Poteva essere uno dei mantelli degli studenti, mi sto facendo troppe paranoie sarà meglio mangiare qualcosa e poi andare a letto" così facendo mi diresse verso la sala grande. Appena entrai Harry mi fece cenno di andare da loro, mi sedetti accanto ad Hermione e parlammo del più e del meno, ridendo e scherzando; verso la fine del banchetto qualcuno da dietro appoggio la sua mano sulla mia spalla, io mi girai e mi ritrovai davanti Wood,
-scusa Alice potresti venire un attimo con me, vorrei parlarti in privato- mi disse lui con gentilezza io annui e mi alzai seguendolo, appena uscimmo dalla sala grande giro, per poi fermarsi e girarsi verso di me, io lo osservai non capendo fin quando una lampadina non mi si accese nella testa
-oddio, per Godric scusa mi ero dimenticata della squadra, davvero mi spiace- lui ridendo mi fermo e disse
-tranquilla so che hai avuto qualche problema, puoi stare tranquilla- sorrise gentilmente, io ricambia quel sorriso
-immagino sia stata la Mcgranitt a raccontarti cosa è accaduto?- chiesi io lui annuendo disse
-si, ma non mi ha detto nessun particolare se è quello che ti preoccupa- io annui
-cosa posso fare per farmi perdonare?- chiesi io, lui mi osservo per qualche istante ed esordi
-essere brava sulla scopa- scoppiamo entrambi a ridere, per poi salutarci e tornare al banchetto. Dopo aver cenato ero tornata alla torre insieme hai miei amici, notai che Harry era pensieroso come se non fosse lì con noi, allora io decisi di prenderlo in disparte per parlargli
-hey Harry tutto bene?- gli chiesi preoccupata, lui ci penso su cosa rispondermi
-si Alice, non è niente di grave- mi disse sorridendo cercando di tranquillizzarmi, io allora riflette e capi perché era pensieroso allora facendo la vaga dissi
-pensavo avessi trovato lo specchio- lui mi guardo di colpo incredulo e mi chiese abbassando la voce
-come fai a conoscerlo?- io ridendo dissi
-potrei stupirti su quante cose conosco Harry Potter- appena fini iniziai a salire le scale a chiocciola e entrai nella mia camera, mi feci un bagno caldo per poi mettermi nel letto a dormire, o almeno a cercare di dormire. Era da più di un'ora che mi rigiravo nel letto, guardai l'orologio era mezzanotte, dopo un po' decisi di alzarmi a fare due passi, scesi le scale, superai la sala comune ed uscì nei corridoi iniziando a camminare per i buoi corridoi illuminati leggermente dalla luna. Dopo un po' che camminavo mi accorsi che da dietro un angolo stava arrivando Gazza, allora mi girai di scatto iniziando a correre lo sentivo mi stava seguendo "diamine mi dovevo proprio beccare Gazza" pensai con rabbia; quando ormai ero certa che Gazza avesse perso le mie tracce smisi di correre tornando a camminare per poter riprendere fiato ma appena voltai l'angolo andai a sbattere contro una figura vestita di nero
-cosa diavolo?- disse estraendo la bacchetta è lanciando lumos per vedere meglio, quando riuscì a distinguere il mio viso dal nero della notte la sua espressione divento impassibile "sono pronta a ricevere la ramanzina" pensai abbassando lo sguardo pronta al peggio ma ciò che mi disse mi lascio incredula
-mi segua- mi disse semplicemente io senza aggiungere qualcosa annui iniziando a seguirlo anche se sapevo già dove mi stava portando. Quando fummo arrivati mi fece entrare nel suo ufficio per prima per poi superarmi e raggiungere la scrivania per poi girarsi a osservarmi, ci furono minuti di silenzio che mi stavano facendo venire le paranoie "perché ci sta mettendo tanto? Forse è davvero ma davvero arrabbiato? Forse sta pianificando la mia morte e come nascondere il mio corpo? Forse..."
-non sto pensando a come ucciderla o roba del genere- io lo guardai annuendo per poi aggiungere
-immagino voglia chiedermi perché sono scappata oggi- lui annui dicendo
-non ci voleva un genio per arrivarci ma si era quello che volevo sapere- concluse appoggiandosi alla scrivania io lo guardai seccata "non ci vuole un genio a capire perché sono scappata" lui mi guardo male e con voce menefreghista disse
-immagino perché non volesse che potessi vedere l'incubo anche se me ne avevamo parlato quindi la domanda sorge spontanea perché?- io pensai a cosa dire per un paio di secondi per poi dire semplicemente
-non volevo che sentisse cosa ho provato- lui mi guardo apri la bocca per domandarmi il perché ma io lo anticipai
-il perché è semplice non volevo offenderla...e...anche perché è ingiusto ciò che ho sentito- dissi io lentamente lui riapri bocca ma anche per la seconda volta sapevo cosa stava per chiedermi così dissi
-dico così perché ho provato rabbia, tristezza, paura, delusione e mi sono sentita tradita da lei e anche a ripensare ciò sto male perché non è giusto nei suoi confronti lei è buono e non si merita sentirsi dire queste cose- conclusi io lui non disse niente per alcuni secondi allora io decisi di porgli una domanda
-professore e stato lei a riportarmi nella mia stanza ieri alle 4 del mattino?- anche se la risposta era ovvio gli porsi comunque la domanda per sentir pronunciare il "sì" dalla sua voce
-ora è meglio che vada, buonanotte signorina Pace- disse
-ma...professore...- lui mi blocco con sguardo severo io allora arresa (per ora) mi diressi alla porta
-buonanotte professor Piton- la mia voce era piatta senza tono "dannato Piton e inutile che cerci di non rispondermi e ovvio che sei stato te, ormai credo di essere diventata la cocca" pensai divertita ero sicura che mi avesse sentito infatti mentre chiedevo la porta esclamò con rabbia
-non contarci, io la detesto- io risi a quell'affermazione. Ritornata nella mia stanza, mi sistemai nel letto, chiusi gli occhi e mi addormentai.
Ciao bella gente,
So che è da moltissimo tempo che non postavo e chiedo perdono ma per poter scrivere avevo tempo solo di notte (quindi ci saranno sicuramente una marea di errori di ortografia o roba simile), non posso promettere che tornerò perché ormai wattpad è in secondo piano a ciò che faccio ora perché la mia vita è stata capovolta con l'inizio delle superiori e se anche mi spiace non poter postare molto io non smetterò (almeno per ora vi dovrete subire le mie penose storie) con ciò concludo fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo e della storia in generale (critiche ben accette) e al prossimo capitolo
~Xila
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