9 - Promozione.
flashback
Cammino senza una vera e propria meta, ignorando le persone che mi passano affianco. Mani in tasca, cuffie nelle orecchie e sguardo basso: almeno so come passare inosservato. La gente non fa caso a me e io faccio altrettanto con loro. Anche perché ho ben altro a cui pensare.
Non so nemmeno io perché sono così irritato da tutto quello che sta succedendo tra me e Angel, ma fatto sta che non riesco più a ritrovare la calma che contraddistingue la mia specie. I vampiri sono esseri eleganti, eterei e non si lasciano prendere dalle emozioni tanto facilmente - voglia di sangue a parte: per noi quella costituisce una vera e propria maledizione.
Quindi perché io, pur essendo un essere tanto perfetto, mi sto comportando come un patetico umano?
Ok, non mi aspettavo che Angel fosse un hunter, ma questa cosa non dovrebbe farmi tanto male. Insomma, potrei trovarmi benissimo un'altra compagna. Di certo, non avrei alcuna difficoltà a individuare una partner degna di questo nome. Senza contare che quella sporca umana non era neanche la mia prima scelta. E poi lei non ha fatto altro che ricattarmi. Giusto! Se non fosse stato per questo, io non sarei mai e poi mai rimasto al suo fianco.
Alzando leggermente lo sguardo, vedo in lontananza una giovane coppia condividere un gelato. Lui la guarda come se fosse l'unica al mondo, lei gli appoggia la testa sulla spalla, tenendo in mano il cono. Dicono qualcosa sottovoce, poi ridono animatamente.
Patetici. Questo è il mio primo pensiero. Volete darmi torto? Sono stucchevoli.
Poi però accade qualcosa di strano. Al posto della ragazza, per un attimo, immagino Angel. La vedo fare la stessa con quel suo stupido amico mono-neurone, ridere delle sue battute e inseguire lui e non me.
Percepisco una stretta al petto, il battito accelerato, e mi viene la nausea, come se il mio intero corpo non volesse assistere a una cosa tanto disgustosa. Devo distogliere lo sguardo dalla coppia e chiudere gli occhi, per levarmi quella scena dalla testa.
Perché la cosa non mi sta bene? Se Angel si fissasse con qualcun altro non avrebbe più motivo di ricattarmi e io potrei finalmente cercare una compagna disposta a darmi il suo sangue. Sarebbe il miglior scenario possibile, no?
No.
Improvvisamente sento una strana tristezza gelarmi le ossa. Mi mordo il labbro inferiore, cercando di dare un freno alla mia fantasia. Ovviamente non funziona, i miei pensieri non fanno che diventare più turbolenti.
Apro gli occhi e volto lo sguardo verso l'oceano, cercando nelle onde la risposta a delle domande che non riesco nemmeno a pormi ad alta voce.
Perché continuo a pensare al bacio tra la mia An e quello stupido cavernicolo? Quell'Alex, o come diavolo si chiama, è un idiota, non la merita. Angel riesce a manovrare perfino me, quindi è sprecata con un tizio chiaramente inferiore a lei, come quell'umano incline alla violenza.
Perché poi doveva essere la mia An a piacergli? Quel tipo potrebbe avere qualsiasi ragazza - ha un bel visino in fondo, anche se non sarà mai perfetto quanto quello di un vampiro - quindi perché proprio la mia An? Eppure ai suoi occhi io e lei dovremmo stare insieme, ergo non dovrebbe nemmeno provarci a portarmela via.
Mi fermo di colpo quando realizzo cosa ho appena ammesso a me stesso. Un bambino mi passa di fianco, dandomi una spallata. Continua a correre, non si ferma, superando perfino la coppia ferma sul muretto. Eppure io non lo ribecco, come avrei fatto di solito, dicendogli che dovrebbe almeno chiedere scusa. Non vedo nemmeno più con la chiarezza di poco fa gli occhi chiari del palestrato squadrare la sua ragazza, né il gelato sciogliersi placidamente. Improvvisamente è come se vedessi tutto appannato.
Non voglio che me la porti via.
Ecco cosa penso.
Percepisco le guance scaldarsi, come se avessi appena capito qualcosa di estremamente importante e, allo stesso tempo, imbarazzante. Mi volto dalla parte opposta, per non guardare più la coppietta, e riprendo a camminare.
Non capisco che succede, l'unica cosa di cui sono certo è che non voglio che Cavernalex mi porti via An. Ma perché? Se mi levassi quella sporca umana di torno, tutto si sistemerebbe di certo. Lei sarebbe più che felice con lui, anche se - come ho detto - quel tizio non la merita affatto.
Anzi no. Non sarebbe per niente felice. Perché lei è la mia stalker, non la sua, quindi dovrebbe seguire solo me. Ed è pure un hunter, quindi è ovvio che sia interessata a me e non a Cavernalex, che è solo una scimmia leggermente evoluta.
Una scimmia che dovrebbe attaccare le labbra a un ciuccio, così sarebbero impegnate e non si attaccherebbero sulla mia ragazza, manco fossero due schifosi tentacoli.
Sbarro gli occhi, quando mi rendo conto che sto nuovamente ripensando a quel dannatissimo bacio. Ma che problemi ho? Non è che sono malato? O forse è quel maleficio che mi rende così irritato?
Deve essere un effetto collaterale della maledizione. Non ho alcun legame con Angel che vada al di là del rapporto vittima-ricattatrice, quindi questa agitazione che sento non può essere reale. È solo un'illusione. Io non sono affatto preoccupato per lei. Voglio dire, perché dovrei esserlo? È solo una bambina viziata, oltre che un hunter che si circonda di umani pericolosi e licantropi.
Giusto! E poi non dovrei sprecare le mie energie, pensando a quell'umana. Certo, lei sarebbe felice se le cose tornassero come prima e forse - forse - mi farebbe sentire più tranquillo ritornare alla vecchia routine. Però non posso! Se Angel è contenta la maledizione si intensifica, no? Dovrei pensare a un modo per porre fine a questa agonia, piuttosto che pensare a come rendere contenta An.
Mi ha pure pugnalato alle spalle, perché dovrei volerla allegra e farmi del male? Solo perché ha un bel sorriso?
Lei non mi ha mai detto di essere un hunter, né di avere un amico licantropo. E neppure di essere così in confidenza con Cavernalex. E poi perché diamine si è fatta stringere in quel modo da lui? Non dovrei essere il suo unico obiettivo o qualcosa del genere?
«Sembri parecchio nervoso.» mi dice improvvisamente una voce familiare, facendomi sobbalzare.
Viene da destra, dove c'è il muretto che fa da confine fra la spiaggia e il marciapiede. Mi giro. È il licantropo di questa mattina, l'amico di Angel. Dovevo aspettarmelo. Chi altro potrebbe cogliermi di sorpresa, se non lui?
«Ci vediamo.» borbotto, provando a riprendere la mia passeggiata solitaria.
«Dovresti andare dalla tua ragazza. Sta evitando Alex, lui è irritato e mi sta tempestando di messaggi.» si lamenta Tyler, sbuffando sonoramente.
Mi fermo immediatamente. Angel sta evitando Alex?
Faccio una smorfia, capendo di essere davvero interessato a ciò che ha appena detto. Tra umani e licantropi, in questo periodo la gente riesce a catturare fin troppo facilmente la mia attenzione.
Lo guardo stranito, ma Tyler non ricambia la mia occhiata indagatrice, concentrandosi invece sullo schermo del suo telefono.
«Non riesco a giocare a Candy Crush!» urla senza alcun preavviso, stressato, guardando con odio il cellulare che tiene stretto fra le mani.
«Detesto quando fa così.» sospira.
«Cosa intendi dire, uma-»
Il piccolo broncio di Angel mi torna subito in mente e mi schiarisco la gola, mentre il suo amico punta finalmente i suoi occhi su di me.
«Cosa intendi dire, Tyler?» mi correggo.
«Ma come? Sei ancora qui?» mi dice, lanciandomi un'occhiata stranita. Poi fa spallucce.
«Alex quando è irritato mi invia diecimila messaggi e non riesco a giocare perché mi continuano ad arrivare notifiche.» sbuffa.
«Lo bloccherei, ma sarebbe una vera seccatura domani. Mi si incollerebbe addosso dandomi del falso amico, come ha fatto alle medie. E poi-»
«No.» lo interrompo bruscamente - troppo bruscamente. Deglutisco, leggermente a disagio, e poi gli domando: «An sta evitando Cavernalex?»
Lui scoppia a ridere, rendendomi consapevole del mio errore. Quel soprannome doveva restare solo nella mia testa. Maledizione! Si vede che non sono in me.
«Cavernalex? Non ti facevo così creativo.» ridacchia.
«È ovvio che lo stia evitando, no? Non ho la minima idea di cosa sia successo fra quei due, ma Angie pensa solo a te.»
«Pensa solo a me?» ripeto, gustandomi quella consapevolezza. Come se dirlo ad alta voce lo rendesse più vero, reale.
«Sì. Angie è pazza di te. Letteralmente.» sospira.
«Onestamente mi fa paura a volte, ma visto che non è un mio problema non mi importa. Piuttosto, potresti andare da lei? Prima fate pace, prima perdonerà Alex per qualsiasi cosa le abbia fatto, prima posso tornare a giocare in pace.» detto questo mi fissa con quei suoi brillanti occhi verdi. Ha uno sguardo che non promette nulla di buono, esattamente come quello dei lupi. Minaccioso.
«E muoviti, stasera devo andare a vedere After e vorrei essere lasciato in pace almeno al cinema. Se mi ritrovo mille messaggi di Alex per quell'ora e mezza di cellulare spento, me la prenderò con te.»
«Non dirmi quello che devo fare, sporco umano.» ribatto, guardandolo storto.
Anche se improvvisamente mi sento meglio.
presente
«Jus, noi dobbiamo parlare.» mi dice Angel, dondolandosi sui talloni.
Ha l'aria nervosa, sicuramente la mia presenza la mette a disagio. In realtà quando è con me è sempre sulle spine, ma di solito ignoro la cosa, perché la sua personalità è così vivace che mi fa pensare a tutt'altro. È brava a spostare l'argomento su qualcosa che non sia il suo stato d'animo e, a dire il vero, non le ho mai chiesto come mai fosse sempre così rigida. A mia discolpa, non credevo che mi importasse.
«Sapevo che l'avresti detto.» sbuffo. È la verità. Da quando l'ho vista venire verso di me, incurante di tutto il resto, ero certo che saremmo arrivati a questo punto.
«Sei brava a trovarmi, ma non a leggere l'atmosfera. Non ho alcuna voglia di discutere con te.»
Probabilmente si vorrà lamentare del fatto che non ho rispettato il nostro accordo. Non solo l'ho evitata, ma l'ho pure etichettata come un'amica, nonostante il patto mi vedesse come il suo ragazzo. Quindi adesso vorrà raccontare a qualcuno il mio segreto. Il problema però non è questo, perché al momento sento che - nella mia condizione di essere perfetto - potrei cavarmela in qualche modo.
Il vero dilemma, che mi corrode le viscere, è il suo amico-non amico Cavernalex. Non so perché, ma mi sento minacciato dalla sua presenza e non voglio tornare sull'argomento. Non ora che mi sono calmato, anche se detesto l'idea che sia stato quel maledetto lupo a farmi ritrovare il buonumore.
«Io invece ne ho voglia.» si impunta.
«Dobbiamo chiarire.»
La sua voce trema, come se fosse in procinto di scoppiare in lacrime. Deglutisce, quindi credo che abbia un magone gigantesco in gola. Magari le farebbe bene urlarmi contro.
Ingoio un altro boccone di pomodoro, ignorando questo strano odio che improvvisamente sento verso me stesso. Non capisco perché provo questa amarezza, è del tutto irragionevole. Non sto facendo altro che mangiare e dire quello che penso, nulla di diverso dal solito. Che sia un altro effetto della maledizione? E dire che ero così felice di essermi imbattuto in un negozio e di aver comprato i pomodori e...
«Siediti.» le dico, sospirando.
Mi sa che non posso continuare a evitarla per sempre. Non vincerei mai se giocassi a nascondino con lei, pur essendo un vampiro.
Angel sorride appena, sedendosi al mio fianco. È ancora tesa. Prendo il sacchetto del negozio - dentro il quale ci sono i miei amati pomodori - e le porgo un barattolo di marmellata di fragole, comprato poco fa. Lei mi guarda sorpresa, mentre tiro fuori anche dei grissini.
«Se hai qualcosa da dire, dilla.» sbuffo, aprendo il pacchetto di plastica.
«Tu... Non mangiavi solo pomodori?» mi domanda confusa.
Ma per chi mi ha preso? E poi credevo di averle già spiegato in cosa consiste la mia alimentazione. Ha la memoria di un pesciolino?
«Certo che no, io mangio solo cibi rossi. Sei la mia stalker e non lo sai?» ribatto, dandole i grissini e riprendendomi il barattolo per aprirlo.
«Ma questi.» borbotta, sollevando ciò che ha in mano.
«Se li immergo nella marmellata diventano rossi.»
Perché non capisce le cose più ovvie? Gli umani sono sempre così tremendamente stupidi!
«Perché li stai tirando fuori proprio ora?» mi chiede timidamente, prendendo un grissino fra le dita, per immergerlo dentro la marmellata.
«Sei davvero stupida.» mi lamento, compiacendomi interiormente del fatto che stia mangiando senza troppe storie.
«Non è ovvio? Il cibo per voi umani è un po' come il sangue per noi vampiri. Quindi se mangi starai meglio.»
Angel sbarra gli occhi, arrossendo di colpo. Incredibile. Adesso lei è più rossa della marmellata. Avverto la gola seccarsi di colpo. Eppure lo sa benissimo che se fa così mi provoca e mi viene voglia di morderla! Ma non posso, perché è anemica e non voglio ucciderla.
«Aspetta... Perché dovresti risollevare il morale della persona che ti ricatta?» domanda ancora.
«Perché noi due abbiamo un patto.» le dico.
«E anche se sei un hunter, resti comunque An.»
«Io non sono un hunter!» esclama, guardandomi male.
«Non so cosa ti passi per la testa, ma qualsiasi cosa sia dimenticala. Io sono solo la ragazza che ti ricatta.» sussurra, abbassando lo sguardo.
«E scusami per quello che ti sto facendo.» aggiunge in un sospiro.
«Ma il cibo non dovrebbe farti sentire meglio?» le chiedo, vedendo la prima lacrima scivolarle lungo la guancia.
Allungo una mano e gliela asciugo all'istante, ma credo di aver peggiorato la situazione perché si irrigidisce ulteriormente.
«Tu non mi odi, Jus?» mi domanda, lasciandosi sfuggire altre lacrime.
«Dopotutto ti sto facendo del male, usando il tuo segreto contro di te. Sarebbe strano il contrario e-»
«Non dire baggianate.» la interrompo.
«Baggianate?» ripete stranita.
«Sì. Baggianate.» confermo, annuendo con il capo.
«Sono un vampiro. Se mi impensierissi per queste cose sarei un fallimento per la mia specie.»
«Ma, Jus-»
«E poi noi due abbiamo un patto. Un accordo che io non ho rispettato di mia iniziativa. Non importa se sei un hunter, ho infangato il mio nome scappando in quel modo. Non ricapiterà più.» aggiungo, impedendole di dire altre assurdità.
Chissà perché, non sopporto vederla in questo stato. Forse mi sono affezionato a lei. Del resto, Angel sa essere carina. Un po' come un animaletto. Forse la vedo in questo modo? Per i vampiri gli umani sono cibo, ma forse per me An è più un cucciolo? Tipo qualcosa di carino, da coccolare e stringere. E poi le ho pure dato da mangiare.
«Jus?» sbatte le palpebre, in un movimento di ciglia che la rende ancora più carina.
Mi sa che è appena stata promossa da cibo a cosina adorabile, almeno nella mia testa. Quindi se fosse un hunter sarebbe un problema. Se mi attirasse in trappola con il suo bel faccino, sarei fregato.
«Sii sincera, sei un hunter?» le domando per sicurezza.
«Certo che non lo sono!» urla, gonfiando le guance.
«Menomale. Quindi hai solo un amico licantropo.»
«Un che?» mi domanda, tirando su il naso.
«Te lo spiego dopo.» le dico, porgendole un fazzoletto.
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