8 - Ma che gli prende tutto d'un tratto?
Avete presente quella sensazione di depressione che ti assale quando Crush non ti guarda nemmeno? La stretta al cuore, i pensieri tristi, la voglia di mangiare cibo spazzatura fino a scoppiare... Ecco. Mi sento esattamente in questo modo adesso.
Da quando Jus ha iniziato a parlarmi - o meglio, da quando l'ho costretto a riconoscere la mia esistenza, ricattandolo - sono diventata più egoista.
Una sola giornata senza di lui, è bastata per buttarmi giù di morale. Eppure fino a poco tempo fa, quando neanche mi parlava, non ero così avara di lui, dei suoi sguardi freddi e delle sue affermazioni gelide.
Credo di aver combinato un casino e voglio tornare a come eravamo prima. Ero convinta che ci fossimo avvicinati, quando mi ha voluta al suo fianco in infermeria, quindi perché è successo questo?
Sono quasi sicura che Alex c'entri qualcosa, visto che Justin non sembra sopportarlo più di tanto. Vederlo con me forse gli ha dato fastidio, ma non riesco a capirne il motivo. Non può essere geloso: stiamo insieme solo perché lo sto ricattando.
Magari non vuole che uno sporco essere inferiore stia troppo vicino alla sua partner?
Allora perché mi sta punendo in questo modo? Io non ho fatto nulla di male e poi sono la prima a non voler parlare con Alex, dopo quello che ha tentato di fare alle mie povere labbra. Sono riuscita a scappare dalle sue grinfie per miracolo, visto che oggi era più ostinato del solito.
«Stupido Alex. Stupido Justin.» borbotto, camminando con la testa china lungo il viale costeggiato da palme.
Sono così arrabbiata con quei due! Vorrei solo tornare indietro nel tempo e impedire a Justin di definirmi una semplice amica di fronte a sua madre. E vorrei fermare la me stessa di ieri, prima che diventi consapevole del fatto che il suo amore sia ancora non corrisposto.
«Noi due dovremmo essere fidanzati. Ma che gli è preso?» sussurro tra me e me, perché esprimere ad alta voce i miei pensieri mi fa sentire leggermente meglio.
Jus dovrebbe chiedermi scusa in ginocchio, per non aver rispettato il nostro accordo, e provare a farsi perdonare - possibilmente baciandomi - non comportarsi da idiota!
Come ho detto, io non ho fatto nulla di sbagliato: è lui che mi sta evitando senza ragione.
Corrugo le sopracciglia, percependo una stretta al petto che mi fa fermare immediatamente, non appena formulo il pensiero successivo: o ha semplicemente trovato una motivazione valida per mollarmi.
Subito avverto un nodo in gola e mi do della cretina, perché se è davvero così che stanno le cose, allora io non avevo capito proprio nulla di Justin e l'ho solo disturbato.
Magari mi odia, quindi non aspettava altro che una scusa per lasciarmi. È possibile, visto che non ho fatto altro che approfittarmi di una sua debolezza.
Non ho costruito alcun rapporto sano con lui, ho solo giocato con i suoi sentimenti.
E forse non gli importa più nulla del suo segreto, del fatto che possa dire a qualcuno che è convinto di essere un immortale, perché forse ha capito che nessuno ci crederebbe.
Dovrei considerarmi fortunata a essere stata definita amica, mettendo in conto tutto questo.
Voglio dire, probabilmente non gli interesso neanche come conoscente, figuriamoci come amica! Dopotutto lui vuole solo Cassidy dello stupido corso di scienze. Anzi forse non è nemmeno lei la persona a cui è interessato.
Adesso gli piace Tyler, giusto?
Dio, Jus ha dei gusti orribili in fatto di partner!
E anche dicendomi questo, inizio a piangere. In mezzo al marciapiede, incurante di tutti gli sguardi sbigottiti delle persone che mi passano affianco.
So che Tyler non è adatto a lui: non è stato nemmeno d'aiuto in una situazione d'emergenza, non può sperare di rimanere al fianco del mio Jus.
Oggi mi sono girata e ho tirato una ginocchiata dove non batte il sole ad Alex, per fuggire dalla sua presa, quando sarebbe bastato che Tay confermasse di avere un appuntamento con me. Insomma, non riesce a fare nemmeno una cosa così semplice: come può supportare e mantenere il segreto di Justin? È impossibile.
«Ma lui gli piace più di me.» mormoro tra le lacrime, scappando dalle occhiate stranite dei passanti. Non so nemmeno io dove sto andando.
Oggi avrei voluto dire a Tyler due paroline e rimproverarlo, ma non sono riuscita più a trovare nemmeno lui. Il pensiero che fosse insieme a Justin mi ha tormentata per tutta la giornata. Mi dà ancora fastidio, in realtà.
Non voglio che me lo porti via. Io sì, che sono gelosa - a differenza di un certo vampiro mangia pomodori.
Anche se non è giusto e non ne ho alcun diritto.
«Perché non posso essere io?» mi domando, frustrata.
Perché deve essere sempre qualcun altro a catturare la sua attenzione?
Questo vorrei chiederlo a Justin, ma ormai non potrò farlo. Non credo che me ne darà la possibilità.
E dire che ce l'ho messa tutta per proteggere le mie labbra, perché l'unico che voglio baciare è quel Finto-vampiro con manie di protagonismo.
Ma forse non avrei dovuto farlo. Del resto che mi importa? È stato tutto inutile. Lui non pensa a me in modo romantico. Alexander evidentemente sì.
Sbuffo. Ma che sto pensando? Non voglio stare con Alex, ma con Jus.
Dio, sono così patetica!
Mi basterebbero cinque minuti, il tempo di scusarmi per qualsiasi cavolata da sporca umana che l'ha turbato così tanto, per tornare come prima e porre fine a questa storia.
Ma non posso farci nulla, la scuola è finita e non sono riuscita a parlare con Justin. Né con Tyler per chiarire quello che spero sia solo un fraintendimento.
Ma so bene che non dovrei contarci troppo, vista la mia enorme sfiga.
I miei piedi si muovono da soli, portandomi su una strada che conosco bene. Solo adesso ho capito dove sto andando e quale sarà la mia destinazione.
Continuo a correre verso la spiaggia di Santa Monica, prima che possa cambiare idea, mentre cupi pensieri mi affollano la mente.
Quel posto riesce a calmarmi, forse farà un miracolo anche questa volta.
Non appena giungo a destinazione, non faccio nemmeno in tempo a mettere piede sulla sabbia bollente, che una figura a me familiare attira la mia attenzione.
Si trova dall'alta parte della strada e sta mangiando un pomodoro. È seduto sul marciapiede, incurante di ciò che lo circonda.
Cambio immediatamente direzione, lasciandomi alle spalle la spiaggia limpida e l'oceano cristallino. Lo raggiungo con il cuore in gola, chiamandolo solamente quando mi trovo a circa un metro da lui. Anche se Justin mi ha vista arrivare: ha scelto di non scappare questa volta.
«Non posso credere che tu sia qui.» mi dice, alzando gli occhi al cielo con quella sua aria arrogante.
«Come fai a trovarmi sempre?» si lamenta, addentando la polpa rossa dell'ortaggio, mentre io rimango lì, immobile, a fissarlo come una stupida.
Si sta comportando normalmente: forse sono davvero riuscita a far accadere un miracolo.
Allora il Dio del Disagio esiste! Una divinità che ti regala tanta fortuna, quanto è disagiante la tua esistenza.
«Ecco...» balbetto impacciata.
«Andiamo, sono la tua stalker. Chi meglio di me può trovarti?» ridacchio e subito mi tappo la bocca con entrambe le mani, mordendomi la lingua.
Ma che diavolo sto dicendo? Questo non mi sembra affatto il modo di iniziare una conversazione pacifica!
«Letteralmente.» sospira.
«Seguirmi ovunque per mesi deve averti dato questa abilità.» fa spallucce, facendomi rimanere a bocca aperta.
Avverto il battito del mio cuore risuonarmi nelle orecchie e inizio a sudare freddo, mentre la consapevolezza di aver toccato il fondo si fa largo nella mia mente.
Mesi? Come fa Justin a sapere da quanto tempo ha iniziato a occupare i miei pensieri? Credevo di essere stata sempre invisibile per lui, prima che iniziasse il nostro gioco contorto del "io ricatto te, tu ti fidanzi con me".
«Tu lo sapevi?» mormoro, suonando patetica perfino a me stessa.
Non riesco ad aggiungere nient'altro. Il Dio del Disagio, deve aver riequilibrato la mia fortuna.
«Solo un cieco non ti avrebbe vista. Eri davvero inquietante quando ti appostavi in mezzo ai cespugli.»
Sussulto. È successo solo una volta! Come fa a ricordarlo?
Dovrei chiedergli scusa e dirgli che non lo seguivo per fargli del male o altro. Che non sono una persona sospetta, solo una ragazza completamente pazza di lui. Ma ogni frase che provo a elaborare suona stranamente sinistra nella mia mente e so che la situazione peggiorerebbe se le dicessi ad alta voce.
Non credo che sarebbe contento di sapere che ho accantonato l'idea dei cespugli, solo perché c'erano troppi insetti.
«An?» mi richiama, perché evidentemente mi sono imbambolata e lui è un tipo piuttosto impaziente quando vuole.
Oddio, il soprannome che mi ha affibbiato suona così bene fra le sue labbra carnose!
Nonostante tutto, mi sento arrossire e il mio corpo diventa più caldo. Un bizzarro e perverso piacere si è fatto largo nel mio cuore, insieme all'imbarazzo e alla paura di essere stata beccata da lui in un momento del genere.
Non è come se mi stesse dicendo che mi ha notata fin dal primo istante? E poi il fatto che mi abbia chiamata An deve significare qualcosa, giusto?
No, Angel, concentrati!
Mi dico.
Non posso rimanere affascinata dal suo bellissimo faccino proprio ora! Devo sistemare le cose.
«Ti posso spiegare.» gli dico e mi sento come se stessi confessando a mio marito un tradimento.
Ma dove siamo? Ad Alta infedeltà?
«Ah, quindi avevo ragione: eri tu.» ribatte inespressivo, per poi rivolgermi un sorrisetto a tradimento che mi scombussola nel profondo.
Ma non dovrebbe essere illegale riuscire a fare un'espressione così irresistibile? Riesco perfino a vedergli una fossetta sulla guancia e i suoi occhi chiari brillano, proprio come il mare che ho alle spalle.
So che sto delirando, ma non ci posso fare nulla: è normale che il cervello ti vada a quel paese, quando riesci a parlare finalmente con Crush senza problemi.
Non c'è nessun Tyler in vista e neanche una Cassidy in mezzo. Sarò una sempliciotta, ma sono felice!
«Non ne eri certo?» domando, sedendomi cautamente al suo fianco, sul marciapiede.
Ho paura che si possa trasformare in Bambi e scappare via nelle foresta da un momento all'altro. Lontano da me. Sarebbe tragico se preferisse un cartone così triste alla mia compagnia.
«Mi sentivo sempre osservato, ma non sapevo che fossi tu. Da quando abbiamo parlato per la prima volta, però, mi sono reso conto della tua presenza.» confessa e mi sento un po' in colpa, perché probabilmente sono stata il suo tormento senza rendermene conto.
«Non hai paura?» domando.
«Insomma, ti sembrerò fuori di testa.»
Io sono fuori di testa, ma se gli avessi detto così mi sa che non l'avrebbe presa troppo bene.
«Io? Paura di te?» ridacchia.
«Sono pur sempre un potente vampiro. Non sottovalutarmi.» detto questo, mi rivolge un altro dei suoi sorrisi devastanti.
Ma che gli prende tutto d'un tratto?
Angolo autrice:
Lo scoprirete nel prossimo capitolo, con il flashback di Justin.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro