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Alma

Che ci facevo a casa del mio prof? Non lo so, sapevo solo che mi piaceva. Mi piaceva sentire il suo profumo nelle lenzuola e addosso ai miei vestiti.
Mi accompagnò a scuola e appena entrai in classe Chiara e Vittoria mi si avvicinarono facendomi un mucchio di domande e avvisandomi che a casa ci sarebbe stata una chiacchierata.

Non me ne poteva fregare di meno.

***

<Ci rimanga pure fuori perché come già sa non tollero questo tipo di abbigliamento durante le mie ore!> mi gridò dietro il prof. Schulze.

Era strano pensare che nell'ultimo mese ci stavo facendo apposta a vestirmi con mini top e pantaloni a vita bassa così da lasciare tutta la pancia di fuori, solo perché mi piaceva farlo arrabbiare?

Oh ma che cazzo stai dicendo è il tuo professore!

Lo so ma è bello.

Comunque uscendo dall'aula feci finta di andare in bagno e, una volta aperta la finestra, saltai sul ramo dell'albero più vicino alla finestra e spostai le mani alternandole finché non arrivai al tronco dove presi una sacca, lasciata lì durante la notte, e mettendola in spalla scesi, senza destare sospetti per poi uscire da quelle quattro mura schifose.
Presi dalla sacca la felpa che avevo messo dentro e andai a prendere l'autobus per le Dolomiti.

Quando arrivai andai dritta verso la scuola di arrampicata, dove salutai il proprietario (che mi conosceva da quando ero piccola) con un semplice gesto del capo, mi cambiai velocemente e presi l'attrezzatura per poi uscire e iniziare la mia scalata nelle Dolomiti di Braies.
Lo ricordavo come se fosse ieri, la mia prima scalata: era un lunedì, precisamente il 1° giugno 2004 e con la mia famiglia eravamo venuti quassù in vacanza e trascorrere un po' di tempo con Sabrina, Federico e le loro due gemelle.

Quando ci si arrampicava era come sentirsi liberi, come sentirsi una farfalla che volava leggiadra cullata dal vento, oppure un omone con la sua piccolina da proteggere. In qualsiasi cosa vogliate impersonarvi, quando scalavo tutti i pensieri scomparivano, c'eravamo solo io e la parete, solo io e la montagna, solo io e la natura.

Guardai l'orologio sul polso e segnava le 13:25, fra cinque minuti la scuola sarebbe finita.
Chissà come l'avrebbero presa Sabrina e Federico? Si sarebbero arrabbiati a morte, ne sono più che sicura.
Sorrisi a quel pensiero e poi tornai concentrata sulla parete rocciosa.

Il giorno seguente

Arrivai in cima a notte inoltrata, mi pare verso mezzanotte l'una e rimasi per un'altra buona oretta a contemplare la complessità del cielo, distesa su una roccia.

<Oh finalmente l'ho trovata!> gridò qualcuno con voce affannata. Mi girai dall'altra parte, ma la sua voce...

<Ma chi cazzo...> dissi con gli occhi ancora chiusi.
Cazzo è il mio prof ecco dove l'avevo sentita! <Mi scusi...>

<Alma dammi del tu... Ti abbiamo cercato ovunque, perché sei fuggita da scuola? E perché sei venuta quassù?> nel frattempo si era disteso affianco a me ed era dannatamente vicino. Non potevo fare a meno di guardargli quegli occhi verdi in cui potevi vedere tutte le colline, pianure, montagne...tutte le distese verdi del mondo. Il suo sguardo invece passava dai miei occhi alle mie labbra.
Sentivo i nostri respiri unirsi e mi mancò il fiato, il cuore perse battiti <Allora che ci fai quassù?>

Mi sedetti con la schiena rivolta verso il panorama e non riuscii a fermare le parole <La prima volta che presi in mano queste attrezzature avevo cinque anni, il 1° giugno 2004, venni quassù con la mia famiglia per una vacanza e per trovare Sabrina, Federico e le due gemelle (Chiara e Vittoria), quel giorno decidemmo di fare un'escursione, ma io la evitai perché mi ero innamorata della scuola di arrampicata. Era come se lo avessi fatto da sempre... Oggi è la prima volta che scalo dopo un anno e mezzo...> sospirai voltandomi verso il panorama e successivamente sussurai <Mi dispiace per la scuola>

<Non ti preoccupare> mi si avvicinò pericolosamente portandomi dietro all'orecchio una ciocca che era caduta dalla treccia e poi ci baciammo.

Ci baciammo a lungo prima di staccarci respirando affannosamente.

<Torniamo giù che ci sono delle persone che ti aspettano>

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