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Alexander
Quella sera non tornai a casa, ma diressi l'auto verso San Candido, verso la casa della mia famiglia.
Avevo, con mio stupore, un grande bisogno dell'affetto parentale che solo i genitori potevano dare e della compagnia di Angi, la mia stellina.
Stavolta ad aprire la porta fu proprio quest'ultima che mi abbracciò di slancio senza farmi più respirare.
<Ehi stellina... Così mi soffochi> ansimai allentando la sua stretta.
<Scusa. Scusa> mi fissava negli occhi e in quel momento notai la somiglianza con la mamma. Stesso sguardo autoritario che la diceva lunga sulla testardaggine. <La troverai, vero? Perché mi piace un sacco come ragazza>
<Sì, fosse l'ultima cosa che faccio>
Entrai, finalmente, in casa e attesi il rientro dei nostri genitori dal lavoro. Non li avevo ancora informati perché non volevo che si preoccupassero inutilmente per me.
Si stupirono molto quando rientrarono ma venuti a conoscenza degli ultimi risvolti, mi trovai le loro braccia addosso per un altro abbraccio insolito per tutti.
Nel mentre Maria ci aveva avvisato che la cena era pronta, ma la mia mente rievocò la nostra cena qui e mi si chiuse lo stomaco.
Salii al piano di sopra e distendendomi nel mio vecchio letto scoppiai in un piagnisteo isterico e inconsolabile. Estrassi dalla tasca posteriore dei jeans la bustina con l'orecchino di Alma e lo strinsi forte al petto, immaginando che avessi sopra al petto il suo volto solare nonostante la sua brutta storia.
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Quando il cellulare squillò era notte fonda, ma, quando lessi il nome sul display, non mi i portò niente.
Dovevo rispondere.
Dovevo fare solo quello.
<Alma?!> gridai euforico.
<Sono il padre di Alma, ci ha liberato ma lei è ancora dentro con quel badtardo.> rispose una voce cupa, agitata e anche un po' affannata.
<Dove vi trovate?>
Telefonai al sergente informandolo degli sviluppi e, una volta presa la pistola, scesi di corsa le scale.
Sapere che era viva, sapere dove si trovava, sapere che stava bene mi aveva dato una carica in più.
Pigiai sull'acceleratore e, portando l'auto circa a 120 chilometri orari, sfrecciai per le strade deserte in direzione Parco Nazionale Adamello Brenta Geopark.
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