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Alexander
<È un buon partito?> domandò Chiara senza alcun ritegno. Alma scoppiò a ridere stringendomi la mano destra mentre io sbiancai letteralmente prima di essere contagiato dalle risate generali.
Ma come facevano a parlarne senza alcun ritegno? Ma soprattutto senza contegno?
Più tardi, a cena conclusa, andai in camera sua e mi distesi sul suo letto con le mani sotto la testa. Ero talmente assorto nei miei penseri che, quando Alma mi toccò il petto, sobbalzai facendola sorridere.
<A che pensi?> domandò appoggiandovi la testa è disegnando percorsi immaginari che solo lei poteva capire <Ti sei offeso?> la guardai perplessa non capendo bene a cosa si riferisse <Prima... Quando Chiara...>
<No, no. Tranquilla> la interruppi accarezzandole i capelli <È stato divertente... Allora sono un buon partito?>
<Mhhh... > spostò una mano fino al cavallo dei pantaloni e dove la mia protuberanza, al solo tocco, si indurì <Non molto...>
<Come?!> dalla testa spostai le dita lungo tutta la colonna fino ad arrivare al l'elastico dei suoi leggins <Prima nella doccia non sembrava...>
<Ma non volevo offendere il tuo amichetto... Mi stavo divertendo molto...> aveva già il fiato corto e io non potevo esserne più felice perché adoravo sentirmi desiderato così tanto da qualcuno.
<Vediamo se sarai dello stesso parere fra poco...>
———————
Era notte fonda quando sentii il mio cellulare vibrare; il display segnava una chiamata da parte del capo e sapevo di non poter rifiutare.
<Schulze venga subito al distretto> riattaccò.
Rivestendomi velocemente presi il telefono, le chiavi dell'auto e solo dopo aver scritto un bigliettino (dove l'avvisavo che mi avevano chiamato al rapporto) uscii di casa sfrecciano per le strade deserte di Bolzano.
In centrale fui convocato nel suo ufficio e puntualmente, ogni volta che accadeva, era per qualcosa di grave o comunque per una qualche questione di vitale importanza.
<Schulze forse abbiamo scoperto la verità... Potrebbe non piacere né a lei né alla sua ragazza>
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