25
Alma
Mi svegliai di soprassalto come ormai accadeva da diversi giorni per il solito incubo. Il cuore martellava nel petto rischiando di espoledere, il respiro era agitato, veloce e il petto si alzava ad intervalli irregolari, il viso madido di sudore.
Mi affrettai ad uscire da quella stanza, avevo bisogno di acqua e delle sue braccia. Ero uscita in tempo per fermarlo poiché stava uscendo.
Cullata dal suo battito cardiaco mi addormentai, senza troppa fatica.
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<Piccola, io vado al lavoro. Ci vediamo dopo> sentii sussurrarmi all'orecchio. Rigirandomi nel letto riuscii ad intercettare le sue labbra risvegliando tutte le farfalle assopite.
E un'altra volta mi svegliai madia di sudore.
Quando cazzo sarebbe finito questo incubo?
Ormai sveglia, mi diressi in cucina per mangiare qualcosa, ma il mio stomaco alla sola vista del cibo si serrò e non ne volle sapere niente.
Così, ormai sconfitta, tornai in camera prendendo il libro di letteratura italiana e tedesca per avvantaggiare i compiti e, aperto il primo, mi pietrificai alla scritta al suo interno.
“Ciao Alma 😈”
Era scritto in rosso, sembrava sangue; con la mano tremante composi il numero di Alberto e successivamente di Sabrina.
Tremavo, avevo paura, cercavo in tutti i modi di non pensarci, ma la consapevolezza che la gara era ancora aperta si imppssessò del mio corpo provocandomi un senso di nausea che percorse tutto l'esofago.
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