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Alma

Mi ero fermata in tempo, in tempo prima di fare la cazzata di raccontare tutto perché ero sicura che non fosse pronto a sapere la verità, o forse ero io che non ero pronta a raccontarla.
La sua famiglia mi piaceva, era simpatica e, anche se non le conoscevo, mi ero già affezionata ad Angelica e Maria.

Vi starete chiedendo se tornammo dentro? Sì ma solo per salutare.

Sapevo che aveva il giorno libero così decisi di non svegliarlo per avvisarlo che sarei uscita per andare a scuola, ma mi limitai a posargli un dolce sulle labbra e notai che nonostante stesse dormendo non gli ero indifferente.
Quando però fui sul punto di incamminarmi sulla strada di scuola, fu come se il mio cervello si scollegò dal resto del corpo perché, presto, mi ritrovai sulla roccia a strapiombo; misi le cuffiette e tirai fuori i libri dei compiti.

Sì, mi sorpresi anch'io di questo gesto.

Qualcuno mi toccò la spalla facendomi sobbalzare e la figura di Alexander mi si piazzò davanti con le braccia conserte al petto, ma allo stesso tempo cercava di nascondere quel sorriso compiaciuto che gli si stava formando.

<Che ci fai qui?> mi rimproverò  con due occhi che brillavano come due smeraldi. <Non dovresti essere a scuola?>

<Forse... Ma sa oggi non ci sarebbe mica stato il prof di tedesco e non avrei potuto farlo incazzare...> lo sfidai con lo sguardo mordendo il labbro inferiore <E poi sei stato tu a dire che dovevo fare i compiti> feci gli occhi dolci

<Ah...! Come si fa a restare arrabbiati con te? Ti va se li continuiamo a casa? Magari passiamo anche da Sabrina che era preoccupata e ne approfitti per prendere qualche cambio...>
Cosa voleva dire prendere qualche cambio? Voleva che li lasciassi da lui? Perché se così fosse voleva dire che era una storia seria, la nostra.
Annuii incapace di parlare per le troppe domande che si stavano formando nella mente.

Fortunatamente avevamo preso la sua auto poiché, fuori dalla casa di Sabrina, c'erano i giornalisti che ci fecero passare non sapendo che mi trovavo lì dentro.
Abitavano al secondo piano di una palazzina di tre piani, quando entrai Sabrina mi strinse in un abbraccio forte e pieno di tristezza(?).

Aspettate! Tristezza?

Mi staccai rapidamente da lei notando gli occhi cerchiati di rosso, da dietro l'angolo spuntò pure Federico seguito dalle due gemelle, Chiara aveva a voce impastata dal pianto e Vittoria aveva il respiro irregolare. Qui c'era qualcosa che non mi dicevano.
Istintivamente strinsi la mano di Alexander come se potesse proteggermi, farmi da scudo.

<Cosa è successo?>

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