Sola (31)
Come attraversai le porte, rimasi meravigliata dalla via che mi si parava davanti, ricca di luci e colori.
Una schiera di case si divideva ai due lati di essa, ogni casetta aveva un colore diverso, si partiva dal viola e ed ogni sua sfumatura finché non diveniva in modo omogeneo blu, poi verde, giallo, arancione e rosso, praticamente sembrava di essere circondati da un arcobaleno.
I lampioni color rame avevano una forma particolare, partivano dritti per poi girare su se stessi mentre si inclinavano verso il basso; attorno alla luce avevano la forma di petali, al centro del quale vi era una lampadina che creava un bagliore soave, rendendo l'atmosfera tranquilla e rilassante.
Tra ogni lampione vi era un albero diverso, ma si dividevano tutti in ciliegio, pesco e albicocche, tutti in fiore, creando così un tappeto di petali sulla via principale.
Vidi pochi Kami in girlo, ma ognuno di loro emanava una luce propria, chi più chi meno, e avevano un'aria serena, dolce, mentre attraversavano le strade incuranti della mia presenza.
Come avrei trovato Izanagi? Osservai il cielo, chissà se Tsukuyomi mi stava osservando da qualche parte che i miei occhi non potevano vedere a quella distanza, magari mi stava persino sussurrando cosa fare, ma la sua voce si sarebbe disparsa nell'aria prima di poter raggiungere il mio udito.
Iniziai a percorrere così la via, che si prolungava in una lunga salita, non vi erano svincoli né segnali, non avevo quindi molta scelta se non proseguire curiosando.
Essere sola non era così spaventoso come mi sarei immaginata, era anzi quasi rilassante, poter far pace con me stessa in quei pochi istanti. Insomma, per me, io ero sempre stata Amanda, ed un tratto mi ritrovavo ad essere Haru, la divinità collegata alla primavera; avevo scoperto che Tom, il migliore amico che era un... gatto? Non era poi un gatto, ma il mio protettore, se non il ragazzo che aveva conquistato il mio cuore.
I miei ricordi non sarebbero tornati, e così tutto ciò che avevo fatto fino a quel momento era imparare tutto sulla mia nuova, ma anche vecchia vita, cercando di unirla alla mia vita presente... era infatti un miracolo non esserne uscita malata di mente, magari legata ad una sedia con una camicia di forza.
Poi i miei pensieri tornarono a lui, Donald, ai miei sogni nel campo di grano, con il cielo viola e Mamoru versione gatto che ci faceva compagnia.
Se solo avessi potuto cambiare una sola cosa di tutta quella situazione, sarebbe stata proprio riportare in vita il mio amico. Che cosa mi avrebbe consigliato di fare in una situazione del genere? Sicuramente rimanere me stessa, seguire i miei ideali e scegliere ciò che il cuore avrebbe ritenuto più giusto... ed io lo avrei fatto.
Due ragazzini mi corsero incontro, distraendomi dai miei pensieri... Avevano le orecchie appuntite, così come il naso mentre il mento non era particolarmente pronunciato, rientrando persino un po' rispetto al normale... Sembravano un mix fra umani e topi.
<<Tu devi essere Haru>> disse il primo, che aveva i capelli grigi, un capellino tondo viola così come la sua maglietta e pantaloni.
<<No, a lei piace essere chiamata Amanda>> disse l'altro, che aveva capelli grigi, un cappellino appuntito e abbigliamento completamente giallo.
<<Voi chi siete?>> chiesi curiosi, i due sorrisero rispondendo poi all'unisono.
<<I tuoi accompagnatori personali, ora seguici>> mi venne il sospetto che fossero mandati da Izanami, ma nessuna delle mie campanelline suonò probabilmente non ero in pericolo.
Decisi così di seguirli, su per la lunga strada che continuava ad avere i colori dell'arcobaleno, sempre più alberi e più Kami la occupavano, fu infatti sempre più difficile tenere il passo dei ragazzini, che correvano troppo velocemente per me.
<<Ci siamo>> dissero fermandosi dinanzi ad un pesco, il più grande fra tutti gli alberi presenti, occupava quasi metà strada e aveva un tronco spesso, segno che era lì da molto, molto tempo.
<<Lo senti?>> mi chiese il ragazzino vestito di giallo.
<<No che non lo sente, è troppo lontana>> mi prese per mano il ragazzino vestito di viola, portandola poi sul tronco dell'albero.
<<Ora lo sentirà>> disse, prima non capii, poi iniziai a sentire un po' di sonnolenza, un po' di nostalgia... come se quell'albero stesse cercando di comunicare con me le sue emozioni, o.. il suo passato? Poi sentii una voce, era forse l'albero che mi stava parlando?
Non c'è amor che non si rispetti senza ciò che vien definito come litigio o incomprensione. Chi ha amato, ama, o amerà; ha saputo, sa o saprà quanto sia facile innamorarsi dei pregi del proprio amato, ma quanto sia difficile imparare a conoscere e ad amare i difetti.
Per anni sono stato fermo qui, nel bel mezzo di questa strada di mattoni, che prima era breccia e prima ancora era solo terra, ad osservare numerosi amanti innamorarsi, ma anche litigare inesorabilmente... ho visto chi si pentiva, e tentava di rimediare, a volte riuscendoci ed altre... no.
Ogni volta avrei voluto far qualcosa per aiutare, magari donar loro qualcosa, ma tutto ciò che potevo offrire erano i miei rami spogli, la mia presenza tetra, in un momento già triste di suo.
Erano tempi duri, agli inizi della realizzazione del mondo umano, vi erano ancora pochi Kami nel nostro regno, e la morte era appena nata, per via della fine dell'ennesimo amore.
Ero così triste, ma non potevo dirlo a nessuno, perché nessuno mi sentiva, e non perché nessuno potesse farlo, ma perché nessuno volesse farlo, fin quando non nacque la prima divinità priva di alcun potere.
Era una vera e propria eresia, come si poteva essere figlia di una divinità, senza ereditare potere alcuno? Abbandonata e derisa da tutti, la piccola veniva ogni sera a piangere ai piedi del mio arbusto, ed io non potevo consolarla, cercavo di parlarle, ma lei non poteva sentire.
Cosa potevo dare io a quella piccola creatura, che nessun male aveva causato, ma a cui ogni male veniva posto? Nulla, offrirle solo la mia misera presenza, ero triste, e lei lo era con me.
Pian piano i suoi pianti divennero discorsi, iniziò a sfogarsi con me, nonostante non mi potesse sentire... Iniziò a rendermi così felice, finalmente non ero più sola... né io, né lei eravamo più soli.
"Vorrei essere come te a volte, quasi invisibile agli occhi della maggior parte della gente, così nessuno potrebbe ferirti" disse un giorno, ma poi si fermò, scosse la testa e si corresse "no, non vorrei essere come te... deve essere triste non poter parlare, non potersi esprimere, deve essere triste... tu sei triste, vero? Ma non temere, io troverò il modo di farti comunicare.. un modo deve pur esserci" mi sorrise, non sapendo che già mi stava donando molto, troppo. Nel mio silenzio, in quel momento, fu come se lesse qualcosa, e fece ciò che non avrei mai immaginato: mi abbracciò.
La gioia che provai fu indescrivibile, ma più meraviglioso fu ciò che quella ragazza riuscì a donarmi, la libertà di esprimere la mia felicità, il mio amore, la mia voglia di poter rasserenare il mondo.
Dei fiori rosa iniziarono a comparire sui miei rami, sotto la mia e la sua meraviglia, aveva appena dato vita alla primavera... aveva dato vita alla rappresentazione dei sentimenti di amore e felicità, ai fiori che avrebbero portato in futuro alla nascita di nuovi amori, alla riconcigliazioni di chi ormai dava tutto per perso... e persino lei, sotto quei fiori avrebbe amato, sofferto e di nuovo amato... E chi ne aveva più diritto di lei, dopotutto? Il mondo prese colore sotto i suoi occhi azzurri.
Amanda, Haru, grazie. Ho aspettato tutti questi anni il tuo ritorno, la tua rinascita... lascia che ti offra la mia protezione. Quando incontrerai Izanagi, fallo sotto i miei rami, e nulla potrà accadere.
Delle lacrime di felicità attraversarono il mio viso, nel sentire quelle parole, come tutto era iniziato, come potessi riconoscere me stessa in quelle descrizioni, sebbene non ne avessi memoria.
<<Grazie a te>> dissi allora all'albero, i due ragazzini topini mi fissarono, sussurrando qualcosa fra di loro.
<<Cosa c'è?>> chiesi.
<<Sei pronta per incontrarlo>>
<<Sì>> risposi, voltandomi poi verso l'albero.
<<Grazie per la tua offerta, ma è arrivato il momento per me di proseguire sola, e fare affidamento solo su me stessa. Tornerò a trovarti, e andrà tutto bene>> i rami dell'albero si mossero in una leggera danza, facendo cadere dei petali su di me, gli sorrisi e poi seguii i ragazzini, verso Izanagi.
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