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Grazie e Addio (8)

Come promesso.... nuovo capitolo!

Mamoru passò a prendermi in orario, era vestito elegantemente mentre fumava una sigaretta poggiato al muro accanto al mio portone.

Io indossavo un abito nero, semplici converse ed avevo legato i capelli in una treccia.

<<Pronta?>> mi chiese allontanando la sigaretta dalle sue labbra ed io annuii, vederlo fumare mi ricordava sempre quel bacio misterioso!

<<I miei abitano non molto lontano>> dissi stringendo la fascetta della mia borsa saldamente, cercando di cacciare via il mio nervosismo.

<<Bene>> rispose semplicemente Mamoru, portando però la sua mano sulla mia testa cercando di consolarmi.

<<Andrà tutto bene>> disse ed io mi fermai, eravamo arrivati. Presi delle grandi boccate d'aria prima di bussare, sentivo il cuore battere all'impazzata mentre attendevo che qualcuno venisse ad aprire la porta.

Le luci erano accese e potevo dedurlo dalla finestra che si affacciava sul soggiorno, sebbene la tenda non lasciava vedere se ci fosse qualcuno dentro oppure no. Mamoru bussò nuovamente al posto mio, ma con più decisione e pesantemente facendomi l'occhiolino mentre gettava il mozzicone della sigaretta per terra.

La porta si aprì poco dopo, mia madre indossava un vestito a tubino blu notte che si abbinava al colore dei suoi occhi, i capelli biondi come i miei le cadevano morbidi sulle spalle, indossava delle scarpe che la rendevano molto più alta di quanto fosse ed il rossetto rosso la rendeva ancora più splendente: mia madre sapeva perfettamente come curare l'aspetto esteriore al contrario mio!

<<Amanda!>> disse abbracciandomi, perdendo tutta la sua compostezza.

Ricambiai l'abbraccio sprofondando il mio viso nel suo collo che profumava di giglio.

<<Mi sei mancata>> disse ed io annuii, anche lei mi era mancata.

<<Chi è il tuo amico?>> chiese indicando Mamoru dietro di me che accenno un sorriso inchinandosi di fronte a mia madre che rimase sorpresa.

<<Oh, che gentiluomo!>> esclamò dandomi una gomitata sul fianco, ah si stava facendo l'idea sbagliata!

<<Lui è Mamoru, lavoriamo nello stesso ristorante>> spiegai..

<<Deborah>> disse mia madre presentandosi a Mamoru che le baciò il dorso della mano.

<<Mamoru>> rispose entrando e chiudendo la porta dietro di sé.

<<Datemi pure le vostre giacche>> disse mia madre che le appese all'appendiabiti in salone.

<<Non siete per niente uguali>> sussurrò Mamoru al mio orecchio mentre mia madre era via.

<<Lo so>> risposi sempre sussurrando.

<<Ohoh cosa vi state dicendo?>> chiese mia madre imbarazzata, solo allora mi resi conto della vicinanza delle labbra di Mamoru al mio orecchio ed arrossii notevolmente, aumentando il malitenso!

<<Niente, signora, stavo solo dicendo a sua figlia che sembrate sorelle>> ed ecco che le abilità di host di Mamoru stavano prendendo il sopravvento!

Sentimmo applaudire dietro di noi, mio padre ci stava venendo incontro sorridente.

Mio padre indossava una maglia leggera azzurra sopra dei pantaloni neri, si teneva sempre in forma dato che era un pompiere, i capelli erano castani al contrario di quelli miei e della mamma ma erano azzurri come i nostri.

<<Accidenti ragazzo, ci sai fare>> disse a Mamoru che sorrise, quando però osservò me io non potei far altro che correre tra le sue braccia, ripetevo a me stessa quanto fossi stata stupida ad allontanarmi da loro!

<<Piccola>> disse mio padre accarezzando i miei capelli, mi sembrò di vedere i suoi occhi brillare per via di alcune lacrime che però prontamente cacciò via.

<<Andiamo, la tavola è pronta>> disse indicando la sala da pranzo, rimasi sconvolta però quando vidi che i posti preparati erano più di quattro, erano sei.

Guardai mia madre nel panico totale, immaginando a chi fossero riservati quei due posti... i genitori di Donald!

<<Tesoro, l'ho fatto per te, loro non ti odiano>> disse mia madre accarezzando la mia guancia, avevo iniziato a tremare come una foglia.

Mamoru strinse la mia mano sorridendo, mi fece accomodare accanto a lui fischiettando nuovamente quella melodia tanto familiare che riuscì a calmarmi.

Glie ne fui grata, tenni strette le mie mani tra di loro poggiandole sulle mie gambe mentre fissavo il piatto vuoto di fronte a me, Mamoru conversava con mio padre mentre mia madre portava il cibo a tavola, poi sentimmo bussare ed io iniziai a tremare nuovamente.

<<Intona quella canzone nuovamente >> dissi a Mamoru nel panico, lui mi guardò confuso e subito dopo i genitori di Donald ci raggiunsero.

<<Amanda, sei bellissima>> disse la madre di Donald, Amy che indossava un tailleur nero, décolleté ed aveva i capelli rossi tinti legati in una coda alta. Il padre di Donald, Gale invece indossava un completo elegante gessato, i capelli biondi erano tirati in dietro da uno strato di gel e mi sorrideva, il suo sorriso era tale e quale a quello di Donald.

<<Grazie>> risposi al complimento incapace di trattenere le mie emozioni, volevo piangere, ne sentivo il bisogno ma dissi a me stessa che non ne avevo il diritto di fronte a loro che avevano affrontato la perdita più grande, quella di un figlio.

<<Lui è un amico di Amanda>> mia madre presento Mamoru ad Amy e Gale che non ebbero alcun problema ad accettare la sua presenza.

Seduti a tavola, tutti conversavano tranquillamente tranne me, ero in imbarazzo e mi maledissi tante volte per essere andata lì... proprio io... che diritto avevo di essere felice?

<<Amanda mi parla spesso di voi>> disse Mamoru sorprendendomi, stava mentendo, mai nel ristorante avevo parlato di loro in particolare.

<<Davvero?>> chiesero sorpresi e lui annuì, vedendo le loro espressioni felici non ebbi modo di contraddirlo.

<<Vi vuole bene, ma è troppo stupida per ammetterlo, si crede responsabile di colpe che non ha>> quelle parole furono troppo, mi alzai intenta a lasciare la stanza perché sentivo che stavo per piangere e non avevo voglia di farlo proprio lì.

<<Dove vai?>> vidi spuntare una Volpe bianca di fronte a me, aveva un collare al collo e mi aveva parlato! Guardi gli altri incredula ma nessuno parve aver notato la sua presenza, tanto meno udito le sue parole!

<<Non puoi scappare Amanda, affronta i tuoi problemi! Mamoru è con te!>> disse indicando con il muso il ragazzo che annuì, poteva sentirla anche lui?

Guardai i miei genitori e quelli di Donald osservarmi preoccupati, quando sentii il rumore di una lacrima infrangersi sul pavimento capii che stavo piangendo e non me ne ero accorta.

<<Non ti reputiamo colpevole!>> disse la madre di Donald correndomi incontro, asciugando le mie lacrime.

<<Siamo sicuri che anche Donald lo pensa, ovunque lui sia>> disse poi il padre, sapevo benissimo che Donald pensasse lo stesso perché me lo ripeteva ogni notte nei miei sogni.

Mi lasciai sprofondare in un grande pianto tra le braccia di Amy che pianse a sua volta, sembravamo due bambine ma finalmente mi sentivo bene, mi sentivo libera di poter davvero andare avanti!

La volpe sparì e la serata proseguì tranquilla e promisi a tutti di non sparire più, di farmi viva al più presto possibile. Mia madre chiese altre mille volte a Mamoru di tornare a trovarla in mia compagnia, mio padre sbuffò ma si ritrovò a concordare con lei, mettendomi ancora più in imbarazzo!

Sulla via del ritorno, Mamoru accese un'altra sigaretta intonando di nuovo quella strana canzone.

<<Hai visto anche tu quella volpe?>> chiesi ricordando l'animale parlarmi.

<<Sì>> rispose semplicemente.

<<Chi è? Cosa vuole da me?>> chiesi disperata, non capivo il nesso di tutto!

<<Devi capirlo da sola, non posso aiutarti>> disse ridacchiando.

<<Ma perché?>> chiesi sbuffando, com'erano tutti quei misteri? Non potevo avere una vita normale e tranquilla?!

<<Quante domande! Non tieni mai a freno quella lingua?>> chiese esasperato mentre io gli diedi una spintarella.

<<Senti chi parla! Ci hai provato con mia madre per tutta la sera!>> dissi portando le mie mani sui fianchi.

<<Provato con tua madre? Sei pazza?>> disse trattenendo una risata.

<<No, non sono pazza>> risposi guardando altrove.

<<Allora sei gelosa!>> esclamò vittorioso portando la sigaretta nuovamente alle sue labbra ed in quel momento sì, fui gelosa di quell'oggetto.

<<Niente affatto>> mentii accennando un sorriso, eravamo quasi arrivati sotto casa e non mi andava di salutarlo..

<<Amanda>> sussurrò scuotendo il capo in dissenso, pensando chissà cosa.

<<Che c'è?>> chiesi fermandomi sotto il portone di casa, Mamoru era di fronte a me ed ero stranamente euforica.

<<Buonanotte>> disse solamente alzando le spalle, senza però muoversi di un millimetro.

<<Buonanotte>> risposi leggermente delusa.

<<Grazie per oggi>> aggiunsi poi, se non fosse stato per lui non sarei mai riuscita ad affrontare quella situazione.

Mamoru non rispose, si avvicinò stampando un bacio sulla mia guancia, sfiorando con l'estremità delle sue labbra le mie per poi allontanarsi leggermente.

<<Prego>> rispose, al buio totale mi sembrò di rivedere lo sguardo felino del ragazzo che mi baciò sere prima.

<<Posso averne un altro?>> chiesi imbarazzata, sorprendendo anche lui.

<<Un altro di cosa?>> chiese con aria di sfida.

<<Un altro bacio>> risposi diventando rossa come un peperone.

<<Come quello di poco fa?>> chiese avvicinandosi al mio viso.

<<No, come quello nel retro del pub>> risposi inalando il suo profumo di fiori di ciliegio.

Mamoru si aprì in un grande sorriso portando le sue mani sul muro dietro di me all'altezza del mio viso, sprofondando le sue labbra sulle mie che iniziarono a muoversi assieme alle sue, sentii la sua lingua passare sulle mie labbra più volte e così imitai il suo gesto, le sue mani si staccarono dal muro afferrandomi dalla schiena e tirandomi a se, sollevandomi, poggiò la mia schiena contro il muro alla sua altezza, incrociai le gambe attorno al suo bacino continuando a baciarlo avidamente.

<<Ora basta>> disse allontanando le sue labbra dalle mie, con il fiato corto.

Senza rendermene conto avevo scompigliato i suoi capelli e sul suo collo avevo lasciato una traccia di quel momento con un succhiotto.

Ci passai la mano sopra sorridente, mentre lui mi riportò con i piedi per terra sistemando poi i suoi pantaloni, in modo da nascondere... avete capito.

<<Buonanotte>> disse baciando la mia fronte ed andando via, ancora incredula salii in casa e mi misi a letto, ripensando a quel momento imbarazzata.

Mi ero addormentata perché ero nel campo di grano dove incontravo sempre Donald, ero pronta a raccontargli tutto quando lo vidi aspettarmi al solito posto.

<<Donald!>> dissi correndo nella sua direzione, mi accolse tra le sue braccia felice come sempre.

<<Ti devo parlare>> mi anticipò ed io gli dissi di proseguire.

<<È arrivato il momento di salutarci Amanda>> disse baciando la mia fronte, senza perdere il sorriso..

<<No!>> urlai io iniziando a piangere.

<<Sì, so cosa hai fatto oggi ed ora so che sei pronta ad andare avanti>> rispose stringendomi forte a se... No che non lo ero! Non poteva andar via!

<<Ho bisogno di te!>> esclamai cercando di convicerlo, ma un fascio di luce si posò su di lui, quasi come per richiamarlo.

<<Devo andare Amanda, ma ci rivedremo, te lo prometto! Si forte e ricorda che ti sarò sempre accanto, sempre! Diventa forte, torna in te ed allora potrai rivedermi ma per ora... è un addio>> asciugò una mia lacrima prima di svanire nel nulla.

Il cielo sul campo di grano si rabbuiò, grandi nuvole tempestose avevano occupato l'azzurro, un forte vento fece danzare le spighe di grano assieme ai miei capelli. Iniziò a piovere, facendomi diventare così un tutt'uno con il paesaggio. I miei capelli erano grano, le mie lacrime erano pioggia.

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