Addio Alla Vecchia Vita (1)
L'ultimo scatolone era appena stato svuotato, avevo sistemato le stoviglie nei ripiani, i vestiti negli armadi e così via.
Sospirai osservando la mia casetta soddisfatta: era un piccolo appartamento di un palazzo nella periferia della città non molto distante dalla casa dei miei.
La cucina era piccola e fungeva anche da soggiorno, la stanza era direttamente collegata alla mia stanza da letto anch'essa piccolina ed il bagno.
Subito dopo la fine dei miei studi presso un istituto artistico avevo avuto la fortuna di trovare subito un lavoro come... cameriera in un piccolo ristorante. Sì, lo so... non è il massimo ma dovevo andar via ed iniziare una nuova vita.
Il telefono squillò per l'ennesima volta, dovevano essere i miei ma non avevo intenzione di rispondere e sorbirmi le loro mille domande così concessi un caldo bagno nella mia nuova vasca.
Misi a riempire la vasca e mi persi un attimo nel veder scorrere l'acqua, ricordi del passato riemersero nella mia mente.
Era mezzogiorno ed avevo il giorno libero da lavoro, così decisi di far visita a Tom dopo il mio bagno.
Tom era il gatto che viveva in un casetta su un albero in un parco non molto distante da casa mia, gli facevo visita ogni giorno: portavo assieme a me il mio album da disegni sul qualche mi divertivo a scarabocchiare mentre Tom mi passeggiava intorno ascoltando le mie chiacchiere.
Mi immersi quando la vasca fu abbastanza piena, il contatto con l'acqua calda fu piacevole e quando ebbi immerso tutto il mio corpo chiusi gli occhi istintivamente, forse avrei potuto concedermi un piccolo pisolino ed incontrare lui.
Nuvole viola volavano leggere sulla mia testa mentre correvo in un campo di grano, potevo vedere il colore dorato dei miei capelli mischiarsi all'oro delle spighe.
Mi fermai quando lo vidi: mi stava aspettando seduto su di una tovaglia da picnic accanto a Tom.
<<Sei in ritardo>> disse offrendomi un tramezzino.
<<Li hai preparati tu?>> chiesi e lui sorrise indicando Tom <<È stato lui in realtà>> ammise indicando il gatto che accarezzerò le mie gambe con il suo morbido corpo.
<<Tom? Non dire sciocchezze!>> accettai il tramezzino osservando il mio amico i cui capelli neri contrastavano con l'azzurro dei suoi occhi.
<<Non mento! Com'è andata oggi?>> chiese invitandomi a prendere posto accanto a lui.
<<Ho finito il svuotare ogni pacco, ormai la casa è pronta>> dissi addentando poi il tramezzino.
<<Hai invitato i tuoi?>> chiese ed io negai scuotendo la testa.
<<No, voglio stare un po' sola>> aggiungi non appena mandai giù il boccone e sia lui che Tom rimasero fermi a fissarmi per un po'.
<<Amanda, perché lo fai? Perché ti allontani da tutti? Sono passati due anni e dovresti aver capito ormai che non è colpa tua ciò che è successo>> disse il mio amico accarezzando la mia guancia dolcemente.
Avevo passato già troppo tempo in ammollo, uscii dalla vasca afferrando l'accoppatoio e avvolgendolo attorno al mio corpo, era ora di visitare Tom davvero.
Era estate quindi indossai un vestitino e le converse, lasciai i miei capelli sciolti ed una volta preso album e matite mi diressi verso il parco.
Il parco era quello più grande della città, c'erano numerose vie d'entrata seguite da vialetti di breccia che tracciavano i percorsi che si inoltravano nella vegetazione, in alcuni punti vendita erano giostre per bambini, chioschi ed infine la casetta sull'albero dove Tom viveva.
Salii sulla casetta e subito dopo misi un po' di cibo nella sua ciotola Tom corse a mangiare mentre io presi posto sull'orlo della porta, le mie gambe penzolavano sulla scaletta sotto di me ed un'incantevole visuale si poneva dinanzi a me.
Presi la matita ed iniziai a disegnare e a parlare con Tom.
<<Anche oggi l'ho sognato>> dissi mentre il gatto continuava a mangiare.
<<Mi ha detto che non è colpa mia ma io non gli credo>> continuai quando sentii la sua guancia accarezzare la mia schiena.
<<Guidavo io la macchina quella sera, è colpa mia>> sospirai smettendo per un attimo di disegnare.
<<Dovremmo andare a trovarlo, non trovi?>> dissi al gatto mettendo da parte l'album scendendo dalla scaletta seguita da Tom, il suo manto nero era lucido alla luce del sole.
<<Su, andiamo>> dissi percorrendo una stradina diversa, sentivo le zampette di Tom correre dietro di me mentre raggiungevamo quella parte del parco.
<<Donald>> sussurrai una volta giunta alla lapide sotto la grande quercia, il suo nome era inciso sopra alla sua data di nascita e a quella della sua... morte.
Non piansi, ormai non lo facevo più da quel giorno, il giorno in cui persi il mio migliore amico... per colpa mia, per mano mia!
Da quella notte vidi Donald in ogni mio sogno, la mia famiglia, i miei amici e la sua famiglia non mi hanno mai accusata ma io non ho dato retta a nessuno allontanandomi da tutto e tutti.
Era colpa mia, quella sera mi sembrò di vedere un cerbiatto nel bel mezzo della strada e sterzai di colpo, uscendo fuori strada andando a colpire un albero.
Da quel giorno Donald ha smesso di vivere, per colpa mia.. e delle stupide visioni che ho sin da piccola.
<<Mi dispiace>> sussurrai a Donald prima di baciare la sua lapide ed allontanarmi, di recente avevo fatto una nuova scelta: dovevo voltare pagina, iniziare una nuova vita!
Per farlo avevo deciso di tagliare ogni ponte con il passato, persino la mia famiglia ed i miei amici facevano parte di questo... solo Tom e Donald potevano farne parte, per sempre.
Ciao a tutte! Eccomi con una storia! Non riesco a smettere di avere idee e scriverle! Spero vi piaccia, se vi va fatemi sapere cosa ne pensate! ^_^
Sopra: Amanda!
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