17. SAV, SAV, SAV
Fumo una sigaretta per noia mentre Viola non risponde al telefono.
Sono sotto casa sua.
Il condominio è il solito condominio noioso e giallo che si vede in giro.
Rose all'entrata e i vari campanelli con i cognomi, l'odore dell'erba tagliata mi pizzica il naso.
L'aria è fresca di primavera e il cinquettio degli uccelli si fa sentire sempre di più.
Provo a chiamarla fino alla segreteria senza degno di una risposta.
Sono 20 minuti che l'aspetto.
Dove cazzo è?
Inizio a innervosirmi e la sigaretta consumata mi fa venire la nausea.
La butto a terra e la spengo con il tallone del piede.
Un signore con un capello bizzarro a cilindro passa di fianco a me e mi rimprovera di non averla buttata dentro a un cestino. Imbarazzato la prendo e cerco un cestino nelle vicinanze senza trovarlo.
Mi guardo in torno per evitare lo sguardo del signore con il cappello bizzarro e ributto la sigaretta per terra.
"Viola che hai intenzione di fare? "
Mando un vocale nella speranza di una cazzo di risposta.
Passa un ora e decido di tornarmene a casa.
Ho paura che voglia mandare avanti la gravidanza.
Decido di rispondere a Sav dopo due giorni mandandogli un vocale anche a lui.
"ciao Sav, devo parlarti di una cosa molto importante, per favore vediamoci."
Mantengo il respiro.
"ti prego, lo so, sono infantile, scusa se sparisco ma ho le mie ragioni"
Inizio a camminare verso casa sua nella speranza che almeno lui risponda.
I tagli sul fianco stanno guarendo ma sento ancora il dolore mentre si sfregano nella stoffa del pantalone.
Atteaverso il parco, pieno di bambini con i genitori.
La nausea sparisce.
'Sav, Sav, Sav' mi ripeto in testa.
Arrivato a casa di Sav non ho la forza e il coraggio di suonare il campanello.
Il vuoto che provo mi fa rabbrividire, i miei occhi velati, i denti che mordono le labbra fino a farle tagliare.
''Non adesso. Per favore. Non adesso" mi dico sotto voce.
Mi siedo sulla panchina davanti al portone e mi inchino verso il basso con le mani incrociate portate alla testa.
Sento poco la mia esistenza, il mio corpo comincia a muoversi da solo, non posso comandarlo. La mia mente si stacca dal mio corpo. Il tatto scompare pian piano e il pensiero è fisso e vuoto.
Il suono della notifica del telefono mi sveglia un pò.
"<ok. >"
Solo un ok mi risponde Sav, non sa che sono sotto casa sua.
Non sa quanto mi sto derealizzazziondo.
Non sa che probabilmente ho messo incinta una ragazza.
'Sono sott8 casda tua' digito con le dita tremante. Cancello il testo e ridigito: "<Sono sotto casa tua>".
Muovo la gamba tremandola. Mi alzo dalla panchina e inizio a fare avanti e indietro. Inizio anche a singhiozzare come se non bastasse e il panico mi prende.
Sav è sulla soglia del portone che mi guarda. Il suo sguardo mi penetra il petto. Un dolore allo stomaco mi colpisce.
Inizio a balbettare cercando di compiere una frase compiuta.
"S-s-scusa se sono cosí."
"È - é in c-cinta." continuo mettendomi le mani davanti la bocca come se me ne rendessi conto pronunciandolo.
Inizio a dondolarmi in avanti e indietro.
"Che cosa? Non capisco togli le mani." incrocia le braccia e cerca di rimanere calmo anche lui senza aiutarmi, lascia che io mi trascini da solo nel mio panico.
"L-l'ho m-messa incinta Sav." singhiozzo per l'ultima volta e tutto ad un fiato dico: "Ho scopato un'altra persona e l'ho messa incinta." metto le mani al collo come per togliere quello che mi sta soffocando.
Sav rimane scettico e mi fissa con le lacrime agli occhi.
Scuote la testa e si gira per riaprire il portone con le chiavi ed entra dentro il palazzo sbattendosi.
Torno a casa e mi metto sotto le coperte come per proteggermi dal mondo, come quando sei bambino e l'unica cosa che ti fa paura sono i mostri sotto al letto, le ombre vicino all'armadio e i genitori che ti urlano contro.
Incido per due volte la forbice per le unghie nel polso. Mi sembra di sfiorare le vene.
L'adrenalina del vuoto esiste ed è dentro di me.
Non vale la pena di respirare in questo mondo.
Ogni giorno sento un vuoto al cuore e mi manca il respiro.
Anzi, fa male respirare.
Ne vale la pena?
Ogni giorno mi faccio questa domanda e quando guardo Sav mi dico che ne vale davvero.
Ma l'ho perso per sempre sta volta.
Ed è tutta colpa mia.
Mi sento solo. E a questo mondo non appartengo, nonostante io faccia il possibile per volarci sopra e godermelo.
Le persone non mi fanno respirare e sono tutte così vuote e superficiali.
La nausea mi fa sedere per terra facendomi trascinare per terra contro il muro.
L'asciugamano appesa cade insieme a me e il sangue scorre lungo il braccio.
Le tre gocce di sangue sul pavimento mi annebbiano la mente.
Incido una terza volta e questa incisione è la peggiore che potessi fare.
La ferita è bianca.
Brutto segno.
Serviranno i punti.
Inizia a sanguinare veloce e l'asciugamano di fianco a me mi aiuta ad assorbire il liquido rosso che ormai vedo sfocato.
Gli occhi velati mi fanno vedere poco.
Vedo bianco.
'ora mi addormento' mi dico nella mente per una frazione di secondo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro