13. PENTIMENTO
Apro gli occhi delicatamente e Sav mi guarda dall'alto.
"Dimmi che stai bene" dice
"sono uno stronzo senza fine." continua.
Mi accarezza la testa e mi aiuta ad alzarmi. Mette le mani in tasca e tira fuori dei fazzoletti, ne prende uno e mi asciuga le lacrime. Lo spintono.
"Vaffanculo!" dico urlando facendomi sentire dai passanti.
Attraverso la strada senza guardare a destra e a sinistra e me ne vado facendogli il dito medio. Mi sento davvero infantile.
Mi fermo in un parco su una panchina e mentre guardo la strada penso a quanto farebbe male buttarcisi in mezzo.
Mi gratto pesantemente la mano con le unghie lunghe che mi ritrovo.
Il viso bagnato dalla pioggia si confonde con le lacrime.
"< hei ti va di vederci e parlare seriamente? >" scrivo a Viola.
L'unica cosa che mi farebbe stare bene ora è Viola con il suo rossetto rosso e i suoi capelli rossi. Il suo profumo fruttato e il suo smalto consumato.
"<mantieni I tuoi sentimenti per qualcuno di cui ti importa davvero, io ti amo ma dopo quello che mi hai detto, vuol dire che sei solo stanco di me>" scrivo a Sav.
"<Si va bene. Stasera ci sono. >"
"< perfetto, Viola>"
Viola. Viola. Viola. Mi piace pronunciarlo nella mente e sentire il suo profumo chiudendo gli occhi.
La pioggia si calma e io mi alzo dalla panchina, prendo l'autobus e torno a casa. Infilo le chiavi nella serratura quando sento la notifica dei messaggi. Nella speranza che sia Sav prendo il telefono di fretta e lo faccio cadere a terra. Si crepa lo schermo e perdo la pazienza dando un pugno abbastanza forte alla porta.
" < Mangiamo insieme stasera? >"
È Viola. Tengo bene il telefono con due mani e digito 's8' con fretta e lo invio.
"< E se facessimo un aperitivo al Love? O hai tanta fame? :)>" risponde subito.
"< Si è perfetto al Love. Alle 8?>"
"<mi passi a prendere? :) >"
Come glielo dico adesso che non ho nemmeno la patente?
"< non ho la macchina stasera, sarà per la prossima volta :) >" scrivo.
" <Si va bene, allora ci vediamo direttamente lì. >"
Entro in casa e si sono fatte già le sei del pomeriggio. Inizio a svestirmi per farmi la doccia ma senza pensarci troppo, prendo le forbici per le unghie, vado in bagno e incido la punta nella spalla sinistra. Fa male.
Chiudo gli occhi e li porto verso l'alto. La testa va a rilassarsi e io continuo nel compiacermi del dolore da me provocato.
Incido un'altra volta, poi mi fermo.
Poso la forbice e apro l'acqua della doccia. Mi tolgo le mutante e mi guardo linguine pieno di tagli. Mi faccio schifo. Come fa Sav a fare l'amore con me? Come fa ad eccitarsi così? Sarà malato lui o io?
Mi butto sotto la doccia con l'acqua calda e trovo sollievo nel vedere il fumo uscire.
Decido di essere me stesso perciò mi metto una polo bianca e nera dentro a dei pantaloni neri classici. E Le solite dott. Martens bianche.
Mi faccio la poca barba che mi spunta e mi metto la matita sotto agli occhi senza esagerare e del correttore per coprire le imperfezioni.
Apro lo smalto nero e delicatamente me lo metto sulle unghie.
Dopo aver finito con i vari accessori mi immergo nel profumo. Guardo l'orologio e già si sono fatte le 19:35.
"quanto cazzo sono lento" dico ad alta voce mozzando la musica che avevo messo poco fa.
Mi infilo l'ultimo anello nero ed esco per prendere l'ultimo autobus che è disponibile.
Arrivato in centro vicino al Love mi metto sopra la solita panchina a fumarmi la solita sigaretta quando la vedo.
Capelli sciolti che volano. Con un vestito nero, mi sorride e viene verso di me.
"Ciao!" dice con il suo sorriso perfetto.
"Ciao Viola". Dico pronunciando il suo nome come se fosse dio in persona.
Entriamo dentro sperando ci sia posto.
Prendiamo posto al tavolo e una volta seduti lei mi guarda imbarazzata.
"Scusa se ti ho dato del Gigolò."
Ironico visto che lo sono stato per davvero.
"No tranquilla, mi è già passata guardandoti". Dico mettendo i gomiti sul tavolo.
Il locale è grande. Pieno di gente. Derealizzazzione. Il cuore mi spezza e decido di andare in bagno.
Entrando in bagno infilo le unghie nelle mani per far sì che riesca a sentirle.
Chiudo la porta del bagno e mi soffio il naso, rimango dentro per due minuti senza far niente e poi esco. Mi lavo le mani e Viola entra aprendo la porta piano. Avevo lasciato il bagno anche aperto. Sono un genio.
"Anche io avevo bisogno del bagno" mi dice sorridendo come se l'avesse fatta franca.
Si morde il labbro e si accarezza il vestito nero.
Io lo interpreto un invito a baciarla e così faccio. La prendo per il collo e la bacio, la porto alla porta sbattendola come al solito piano. Chiudo la porta a chiave. Le mani sono già alle gambe. Gli alzo il vestito palpandogli il sedere. La luce si spegne. Ma questo non ci ferma.
"si è spenta la luce" dice ridacchiando.
Mi mette le mani al collo e continua a baciarmi.
"Ah si?" rispondo ironicamente.
La prendo in braccio e inizio a strusciarmi contro di lei aiutandomi a mantenerla con la porta.
Lei fa altrettanto quando inizia a slacciarmi i pantaloni. Me li abbassa.
Mi tocca il pene duro delicatamente. Lo tira fuori. Io gli piego le mutande e le tocco il clitoride. Mi ansima nell'orecchio ed io non perdo tempo ad entrare dentro di lei. Indietreggio e sbatto con il muro. Continuo ad uscire ed entrare dentro di lei e lei geme sempre più forte. Mi trascino giù contro il muro finendo seduto per terra. Lei sopra di me si muove su e giù. Peccato non possa vederla bene. Vedo i suoi capelli a malapena. Le sue mani tra i suoi capelli. Porta la testa verso la porta. Gemo e ansimo insieme a lei.
All'improvviso vengo dentro di lei e lei si ferma.
Si alza e si sistema il vestito.
Schiaccia l'interruttore della luce vicino alla porta.
Mi guarda spalancando gli occhi e io faccio altrettanto.
"Scusa" dico infilandomi i pantaloni.
Mi alzo e provo ad accarezzarla sulla spalla per rassicurarla.
Lei nel silenzio guarda il vuoto.
"stai tranquilla, ti compro la pillola del giorno dopo. Scusami davvero non ho potuto farne a meno".
"OH mio dio, se non funziona?" urla.
"Si deve funzionare. In qualunque caso mi prendo tutta la responsabilità. Davvero perdonami."
Lei si calma e si fa abbracciare.
La bacio sulla fronte.
"Andrà tutto bene" dico guardandole le spalle tramite lo specchio.
Torniamo al tavolo e Viola in sovrappensiero sbatte contro lo spigolo.
Ci scappa una risata.
"ops" dico ridendo.
"ops il cazzo" risponde ridendo anche lei.
Pensavo scappasse da me. Invece è rimasta.
Ordiniamo e stavolta prendo un cocktail alcolico.
"Io prendo un sex on the bitch" dice sorridendo.
"prendo la stessa cosa che prende lei."
"Ho paura Elio"
"Anche io Viola. Ma non dobbiamo per forza pensare al peggio"
" E se ci sarà il peggio? Siamo stupidi noi che non usiamo il preservativo."
"Già lo siamo, ma ormai è troppi tardi. Domani ti prendo la pillola del giorno dopo."
"Non c'è né bisogno, la prendo io. " si sposta i capelli dietro l'orecchio e sorseggia il suo cocktail.
"Allora vorrei venire con te." dico schiarendomi la voce.
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