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11.ROSSETTO ROSSO

"<Mi dai la possibilità di rimediare per l'altra sera? >"

"<sei disposto a rimediare? >"

"<Per te certo. Dobbiamo finire di ballare>"

"<Di ballare? >"

"<perché continui a rispondermi con una domanda? >"

"<quando vuoi finire di ballare? >"

"<ok ho capito. Voglio finire di ballare con te anche adesso. >" digito le parole come se scappasse.

" <sicuro? >"

" <Si. Perdonami per l'altra sera. >"

" <Smettila di scusarti e raggiungimi al Love> "scrive senza faccina.

Mi alzo dal letto e inizio a vestirmi furiosamente. Mi metto dei jeans neri e larghi, vita alta, con una t-shirt bianca della nike. Le scarpe dr. Martens bianche e parto. Faccio per chiudere la porta ma mi viene in mente di mettermi un po' di profumo, perciò torno indietro e apro la boccetta, mi ci immergo ed esco di casa.

Il Love é trenta minuti distante da casa. Serve l'autobus e io inizio a derealizzarmi. Ci salgo barcollando. Mi siedo. E inizio a scrollare instagram. Il cuore mi trema e inizio ad avere la solita tachicardia abituale.
Viola ha postato una nuova foto. Una foto della sera del concerto.
Il suo vestito bordeaux mi fa brillare dentro. Nella foto lei tiene un bicchiere di plastica contenente la birra, la macchia di rossetto rosso stampata sul bicchiere, lo voglio sulle mie labbra.
Mi immagino ingenuamente lei mezza nuda con il petto scoperto, sopra al letto con le gambe aperte. Io che gli verso del vino bianco sul seno e inizio a succhiarglielo, gli lecco i capezzoli e poi la bacio sul collo all'infinito.

Arrivato in centro faccio due passi per una sigaretta e arrivato al Love ovviamente Viola non è sola.
Ha i capelli legati con uno schignon. I ciuffi davanti incontrollabili. Il rossetto rosso che macchia la tazza del suo cappuccino.
Ha un top bianco con dei jeans neri. Ha dei tacchi bianchi e lei è semplicemente Viola con il rossetto rosso.

"Heilà Viola" dico accostandomi davanti a lei.
"Ciao Elio, non pensavo venissi davvero!" dice con gli occhi spalancati e con voce sorpresa.
" Ero nei dintorni" dico imbarazzato.
"Loro sono Giorgia, Laura, Michela e Mike!"
Mi presenta i suoi amici. Presto la mia mano a tutti sempre con aria impacciata ed imbarazzata.

"Dai siediti" dice Giorgia con i capelli viola e occhi azzurri. Vestita tutta di nero. Ragazza con personalità mi dico. Ma Viola è Viola.

Ordino un caffè e mi accendo un sigaretta.

Dopo aver approfondito la vita di tutti quanti toccava a me. Cos'era la mia vita? Qual'era il mio scopo?

"Cerco lavoro" dico rispondendo vagamente come sempre. Aspiro l'ultimo tiro rimasto di sigaretta e la spengo sul portacenere bianco.

Era l'unica cosa che sapevo dire su di me.
Cosa potevo dire?
No niente, nella vita sono un depresso autolesionista a tempo pieno sai com'è, toglie molto tempo.

Viola Si sposta il ciuffo davanti agli occhi e se lo porta dietro l'orecchio.

"Allora ti va di finire quello che abbiamo iniziato?" dice.

"Abbiamo iniziato bene, dobbiamo dargli una fine degna" dico guardando i suoi occhi verdi scuro.
Il mio sguardo penetrante va a finire che la imbarazza e inizia a guardare verso il basso, verso le sue gambe slanciate.

"Solo noi due?" dico senza farmi sentire, mentre gli altri parlano tra loro.
"Si, solo noi due" ride con la mano davanti alla bocca.
Il suo rossetto rosso gli macchia un dente eppure lei sembra essere bella anche così.
Le sue labbra rosse le voglio sulle mie.
La prendo per mano e la alzo dalla sedia.
"Voglio portarti via da qui" dico.
"Portarti via allora." sorride e si sposta verso la mia destra. Prende la sua borsa e fa per andarsene quando avvisa gli altri.

"Ciao ragazzi devo finire una cosa" dice sorridendo. Mi prende per mano e mi trascina via.

Siamo solo noi due in mezzo alla strada della piazza principale. Come se ci fosse una bolla che ci separa dalle persone. Da tutto. Dal mondo.
Mentre mi trascina verso una stradina piccola e stretta, prende il telefono in mano e vedo aprire la schermata di spotify.
Mette la musica e inizia a ballare.
Brillo di nuovo. Lei brilla per me. I miei occhi sono esausti per quanto sia bella con quei jeans che le risaltano le curve.
Inizio a ballare anche io. Ci strusciamo a vicenda ma poi perdo le staffe.
Mi fermo.
La sbatto piano contro il muro della stradina e la bacio a stampo. Finalmente quel rossetto rosso potevo assaggiarlo. Era mia già da prima. Era nel mio cuore prima che la conoscessi.
Lei ricambia. E iniziamo a baciarci più intensamente. Le lingue si sfiorano e io stanco di questo, le tocco la lingua con la mia. Le sue mani sui mie capelli e le mie mani sui suoi Fianchi mi fanno rabbrividire.
Sento il cuore palpitare, emergere dal mio petto.
Le sposto le mani sul viso morbido.

Sembra di essere strafatti d'amore baciandola.
Ho fame di lei.
Appoggio la mia erezione su di lei. Lei apre leggermente le gambe e inizia a strusciarsi.

"Sei fidanzato a quanto pare io sono la tua seconda scelta" dice staccandosi improvvisamente.
Io guardando le sue labbra sbavate di rossetto mi accorgo di essere sbavato anche io e dico: "Mi hai visto? Ti sei vista?"
"Non sono una troia come te" dice seria sistemando il rossetto con le dita. Noto il suo smalto nero consumato nell'indice e mi allontano.
"Come scusa?" dico inarcando le sopracciglia.
Mi allontano sempre di più. E me ne vado prendendo l'uscita dall'altra parte della strada.

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