7. Are you just a poison that I shouldn't use?
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Tate McRae, Slower
La luce rossa dell'insegna del club si riflette su di noi mentre chiacchieriamo tranquillamente. Di tanto in tanto osserviamo le persone che ci passano accanto.
Un ragazzo è appoggiato al muro, ha una birra in una mano e la camicia sbottonata. Lo sguardo è puntato a terra, le ciocche di capelli sono umide e appiccicate alla fronte. È solo ed è immerso probabilmente in un vortice di pensieri. Mi sembra triste.
Taylor mi dà un pizzicotto. «Sei sempre così silenziosa?», chiede, tirandomi in seguito una guancia. Gli schiaffeggio la mano e gli lancio uno sguardo omicida.
«Odio essere toccata dagli sconosciuti», gli dico mordace.
«Ma io sono Taylor», si indica con entrambe le mani. «Non sono più uno sconosciuto».
Derek scoppia a ridere. «Taylor, penso voglia dirti in modo carino di non toccarla più».
«Ti piacerebbe che fosse un altro al posto mio, non è così?», Taylor allunga il collo verso di me e mi sorride con un'espressione assonnata.
«No. Ti sbagli. Non voglio nessuno».
«Quindi quella tua manina graziosa si dà tanto da fare nei momenti di noia», mi provoca, leccandosi le labbra.
Una vampata di calore attraversa il mio corpo, ma decido di ignorare la sua frase.
Non so ancora per quale motivo io sia seduta sul cofano della sua macchina, circondata dai suoi amici. Loro fumano; l'odore è sgradevole e pungente.
«Sei così innocente che mi fai paura. Io mi sento un criminale», mormora Taylor, poi si porta la canna tra le labbra, chiude gli occhi e fa un lungo tiro.
«Tu sei un criminale», gli ricordo.
«Vuoi fare un tiro anche tu, principessa?», mi guarda smaliziato. Scuoto la testa con aria sconsolata e alzo lo sguardo verso il cielo stellato.
«Chi guardavi durante il ballo, Nives?», chiede d'un tratto Derek.
Il panico mi punge come un ago, riportandomi con i piedi per terra. «Nessuno», rispondo.
«Cazzate! Stavi guardando Zahra, la tua amica, no?», Taylor si sdraia sul cofano e gira lo sguardo verso di me.
«Zahra?», domanda Carla.
«Quella che sta con Kyle», spiega Benjamin.
«Kyle Davis?», Taylor lo guarda con un sopracciglio arcuato.
Gli altri annuiscono, lui invece si rimette a sedere e mi osserva con aria sconvolta. «Quindi quando io ti ho chiesto di ballare per me, tu in realtà hai ballato per lui», realizza finalmente e io vorrei sotterrarmi. Pensavo fosse più stupido.
«Ti piace il ragazzo della tua amica?», chiede Derek accigliato. Inizia ad avvicinarsi di più a noi come se volesse inserirsi meglio nella conversazione.
«Certo che no! Nemmeno lo conosco», metto le mani davanti, ma il mio cuore traditore batte come impazzito nel mio petto, facendomi sentire una vigliacca.
«Tesoro mio, devi impegnarti di più se vuoi nasconderlo», Carla mi sorride comprensiva.
«Io le credo», esclama Taylor mettendo un braccio sulle mie spalle. «Non lo conosce».
«Esatto», gli do una pacca sulla schiena.
«Ma l'attrazione non si basa sul conoscere o meno una persona, Nives. A me è venuto il cazzo duro quando quella lì con il vestito giallo è passata accanto a noi poco fa. Il suo culo è spettacolare».
Tiro le ginocchia al petto e mi abbraccio le gambe. E poi, presa dal momento, confesso: «Non ho mai fatto sesso. Non sono mai stata toccata. Mi sento un'idiota distaccata dal mondo».
Taylor scivola dal cofano e mi guarda con una scintilla di malizia negli occhi. «Possiamo rimediare».
«Che cosa vorresti dire?», chiedo, sgranando gli occhi.
Derek mi guarda con interesse. Sembra quasi che lui voglia dirmi qualcosa, eppure mi sorride e si limita a distogliere lo sguardo.
«Lasciala stare, Taylor. Non te la darà», Carla gli dà una gomitata.
Taylor invece non demorde.
«Ho una proposta per te», mi afferra una ciocca di capelli e se l'attorciglia intorno alle dita. «Io divento un bravo ragazzo davanti agli occhi di mio padre, dopotutto è per questo che ha voluto che io e te ci uscissimo insieme. Quel vecchio non me la racconta mai giusta», alza gli occhi al cielo.
«In cambio tu potrai vantarti di avere un ragazzo come me. Che tu ci creda o meno, sembrare la sfigata di turno ti porterà un sacco di problemi. E poi, guardami, Nives! Tutte vorrebbero stare con me, ma tu avrai l'esclusiva», mi fa l'occhiolino.
«Mi stai chiedendo di mettermi con te per finta?», chiedo sempre più allibita.
«Più o meno».
«Non se ne parla! Io non ci guadagno nulla».
Taylor apre la bocca per ribattere, ma la voce di Zahra mette fine alla nostra conversazione.
«Nives?! Cosa ci fai qui?», chiede con stupore.
Dietro di lei c'è Kyle. È silenzioso, vigile e ha la mascella serrata.
Taylor si avvicina a me, mi divarica le gambe con una mossa decisa e si posiziona tra di esse. «Hai rovinato un momento magico, Zahra».
La mia amica appare sempre più sconvolta
«Ma che cazzo... Nives? Da quando esci con questo?»
«Sono il suo ragazzo, dolcezza. Ora, se hai finito, puoi levarti di torno», risponde Taylor, poi china il capo per darmi un bacio sul collo.
Lo sguardo di Kyle è puntato su di noi. Non batte nemmeno ciglio. Analizza la situazione, i suoi occhi scivolano sul mio corpo come se aspettasse di captare una mia reazione. Ma il mio corpo non reagisce e dunque fingo che sia piacevole.
«Avanti, ti porto a casa», Zahra mi afferra per il braccio.
«No, lascia che lei rimanga qui. La tua amica è impegnata a fingere che i baci del suo ragazzo le piacciano. Lasciamo che si diverta», pronuncia Kyle con aria divertita senza staccarmi gli occhi di dosso.
Taylor si gira verso di lui e stringe i pugni. «Non penso di aver capito bene».
«Per caso dirai la stessa cosa quando lei ti dirà che non sei abbastanza bravo a farla venire?», controbatte Kyle con la solita faccia da stronzo.
«Kyle? Ma che cazzo ti prende?», Zahra si aggrappa al suo braccio con fare possessivo.
«Sai quanto mi stanno sul cazzo le persone così».
Infila la mano nella tasca posteriore dei jeans e tira fuori un pacco di sigarette. Ne afferra una e se la porta tra le labbra con nonchalance.
«Sparisci, Davis. Altrimenti ti farò sparire io, e sai a cosa mi riferisco».
Un secondo. Questi due si conoscono?
«Tu vieni con noi», asserisce Zahra afferrandomi per il polso.
Taylor si frappone tra noi due.
«È okay, torno a casa con lei».
Saluto i suoi amici e seguo Zahra e Kyle mentre vanno verso l'auto. Rimango a qualche metro di distanza dietro di loro. Kyle sembra su tutte le furie.
«So che è la tua migliore amica, ma sono stanco di averla sempre in mezzo al cazzo. Se ha bisogno di una babysitter, ha abbastanza soldi da poterne assumere una».
Fingo di non averlo sentito. Dio, adesso che ci rifletto su, Taylor sembra molto più simpatico.
«Non mi aspettavo di trovarla qui! Non è colpa mia. La riportiamo a casa e poi andiamo da te».
Mi fermo, loro continuano a parlare. Kyle le da un bacio sulla tempia e io li fisso e accenno un piccolo sorriso. È vero, mi sono comportata da idiota, ma la mia migliore amica è felice. Stanno bene insieme e io sono soltanto... Nives.
Non sono mai stata nient'altro che un volto anonimo.
Non importa il nome di mia madre. Della mia famiglia. Della gente che frequentiamo e dei soldi che abbiamo. Mia madre splende, attira tutti gli sguardi su di lei. Non ha nemmeno bisogno di rendersi ridicola come me per mettersi in mostra.
Io sono sono soltanto il paragrafo noioso di un libro che tutti saltano.
E probabilmente nella vita non sarò nient'altro che questo.
Faccio marcia indietro e attraverso la strada. Prendo il cellulare dalla borsa e scorro tra i diversi numeri fino a fermarmi con il dito su quello di mio padre. Vorrei chiamarlo e dirgli che sto bene e che sono felice. Non c'è bisogno che lui mi cerchi così tanto. L'ironia non mi abbandona neanche in un momento simile.
Mi sfugge una risata amara e cerco un Uber.
Zahra non si è neanche accorta della mia assenza. Sono uno spettro che non si dà pace; in pochi mi percepiscono e in pochi mi vedono per quella che sono.
Rimango immobile a fissare il marciapiede come se potesse darmi delle risposte. Forse aveva ragione mia madre.
Salgo in macchina e scelgo di fare il giro più lungo, in modo da ammirare di più la città di notte.
Quando arrivo davanti al cancello di casa mia, ho l'umore sotto terra e lo stomaco sottosopra.
Una macchina accosta bruscamente vicino a me.
«Ti avremmo portata a casa sana e salva noi! Ma si può sapere cosa diamine ti dice il cervello?», Zahra scende e chiude lo sportello con forza, poi si fionda su di me abbracciandomi forte. Rimango pietrificata, confusa e amareggiata. Vorrei ricambiare l'abbraccio con la stessa forza e lo stesso affetto, ma tutto ciò che mi dice il cervello è: sei un'amica di merda.
Kyle scende dall'auto e viene verso di noi. «Devo assolutamente pisciare. O mi dai il permesso di usare il tuo bagno oppure molto probabilmente lo farò sul tuo cancello».
«Certo che potresti essere un po' più fine ogni tanto», lo rimprovera Zahra.
Non so cosa direbbe mia madre a riguardo, ma forse lo scoprirò a breve.
«Sì, va bene». Li invito ad entrare.
«Nives ha la piscina. Che ne dici di venire qui domani? Potremmo stare qui tutto il giorno», gli dice e all'improvviso tutti i vecchi ricordi tornano a galla, i miei vecchi amici e tutti i loro autoinviti. Ma Zahra non è come loro.
Mia madre e Sam sono usciti.
«Vado in bagno per prima», dice Zahra.
«In fondo a destra», le faccio sapere.
Non intendo restare da sola con Kyle, quindi vado nella mia stanza e lancio la borsetta sulla sedia e mi tolgo le scarpe.
«Cazzo, che mal di pancia! È stata la birra», grida Zahra dal bagno, facendomi ridere.
Kyle si affaccia nella mia stanza, ma non osa fare un passo in più.
«Dov'è la stanzetta rosa piena di orsacchiotti e lucine colorate?», mi chiede.
«Non sono una bambina di cinque anni», rispondo buttandomi sul letto.
Lui entra nella mia stanza e la analizza con curiosità. Si sente ancora l'odore di pittura fresca.
«È accogliente». Va verso la mia scrivania e ci si siede sopra.
«Non esagerare. Così la rompi», lo rimprovero. «E non ricordo di averti dato il permesso di entrare nella mia stanza».
So che sembro sempre pronta a fargli la guerra, ma ha iniziato lui.
«Forse un giorno mi supplicherai di entrare nella tua stanza», scende dalla scrivania e si avvicina a me. Con il ginocchio si fa spazio tra le mie gambe e mi guarda, sollevando di poco il mento. Mi sembra di avere un martello al posto del cuore.
«Non hai avuto neanche la metà di questa reazione quando ti ha baciato Taylor», sussurra, piegandosi sul mio corpo. Zahra è in bagno. Potrebbe vederci da un momento all'altro.
«Spostati», cerco di spingerlo, ma si sposta soltanto di pochi millimetri. Con una risata divertita indietreggia e io mi alzo in piedi per fronteggiarlo. Lui mi afferra per i polsi, mi sposta verso la scrivania e poi sibila al mio orecchio: «Prova a spingermi in quel modo un'altra volta e ti prometto che la prossima volta non riuscirai più ad alzarti da quel maledetto letto».
La sua bocca è così vicina alla mia che riesco a sentire il suo respiro. Ha le labbra schiuse, la mascella stretta e gli occhi piedi di lussuria. È sbagliato, vorrei urlargli in faccia. È tutto così dannatamente sbagliato.
Il suo corpo preme contro il mio e trattengo il fiato. I suoi occhi marroni scendono per una frazione di secondo sulla mia bocca, poi si allontana non appena sente Zahra dire: «Ho finito, dove siete?»
Kyle esce dalla mia stanza. «Nives mi stava mostrando la sua camera», le dice.
«Ehi, per caso stai cercando di fare amicizia con il mio ragazzo?», cela la rabbia dietro ad una risata ironica.
«Mi hai mentito. Avevi detto che saresti rimasta da tua nonna», le dico, sedendomi sul bordo del letto.
Zahra si avvicina e si inginocchia davanti a me, prendendomi le mani tra le sue. «E l'ho fatto. Ma poi mi ha scritto Kyle. Voleva uscire e io non potevo dirgli di no. È il mio ragazzo, capisci, sì?», mi accarezza la guancia come se fossi una stupida bambina. Io non sono così innocente. Non sono come loro mi vedono. Potrei essere diversa. Potrei ambientarmi.
Le dirò la verità. «Zahra, io-»
«Ascolta, Nives. Il fatto è questo: io ho un ragazzo adesso e, Dio, credimi sono davvero felice che tu sia qui», mi prende il viso tra le mani.
«Davvero, è stata la sorpresa più bella che qualcuno mi abbia mai fatto. E faccio di tutto per passare del tempo con entrambi, ma tu agisci come una bambina e a Kyle non piacciono le persone così. Ecco perché diventa frustrato quando è intorno a te. Sua sorella era esattamente come te, e lui odia questo tipo di comportamento. Io gli piaccio proprio perché sono diversa e non voglio che lui mi lasci soltanto perché la mia amica non riesce vivere senza di me. Riesci a capirmi, non è così?»
«Non riesco a vivere senza di te?», ripeto, sconvolta. «Io so vivere senza di te, Zahra. Non sono felice di essere venuta qui. Non sono felice di aver abbandonato totalmente la mia vecchia vita. Perché avevo tanti amici, forse erano tutti falsi, è vero, ma era la mia vita. Capisci? Quella era la mia stupida vita. Qui conosco soltanto te ed ero così dannatamente felice di vederti, cazzo!»
Sì alza in piedi e mette le mani sui fianchi. «Vedi? Questo è il tipo di comportamento di cui parlavo. Noi non siamo cresciuti circondati dal lusso. Abbiamo tutti dei cazzo di problemi in famiglia e poi arrivi tu, con la tua fottuta vita perfetta, e pretendi di inserirti in un gruppo che non ti appartiene. Non siamo come te, Nives. Non siamo degli smorfiosi con la puzza sotto il naso! E lo so che ti sto facendo del male adesso, ma ho bisogno che tu capisca che farò il possibile per farti sentire parte del mio gruppo, ma devi seguire le mie regole.»
«Che succede?», chiede Kyle affacciandosi di nuovo nella mia stanza.
Vorrei piangere, urlare e lanciare qualcosa contro il muro, ma non posso rischiare di perdere la mia migliore amica per così poco. Lei ha sopportato i miei pianti, i miei lunghi discorsi alle quattro del mattino, i miei dubbi e ha perfino sentito i litigi con mia madre. Mi è rimasta accanto nei momenti più difficili e non smetterò mai di esserle grata per questo.
«Che diavolo succede qui?», Kyle avanza verso di noi, ma io non ho il coraggio di guardarlo negli occhi. Le regole sono regole. E quindi tengo la testa bassa finché non sento il tocco delicato di Zahra sui miei capelli. «Sapevo che avresti capito. Ti voglio bene».
«Sono stanca, ci sentiamo domani», le sorrido tendendo lo sguardo basso.
«Buonanotte», mi dà un bacio sulla fronte ed esce dalla mia stanza.
Kyle indugia un po', ma poi si avvicina ancora di più e chiede sottovoce: «Cos'è successo, Nives?»
E sulla sua lingua il mio nome diventa davvero neve. Freddo, delicato, pungente.
Lui odia quelle come me. Tutti odiano quelle come me.
«Possiamo iniziare da zero?», gli chiedo con un filo di voce. «Davvero, cercherò di ignorare la tua faccia da culo, ma permettimi di presentarmi come si deve.»
Kyle sorride e lo fa in una maniera talmente spontanea che provo con tutte le forze a non ricambiare.
«Piacere, Kyle», allunga la mano verso di me.
«Sono Nives. E che tu ci creda o meno, sono davvero felice di conoscere il ragazzo della mia migliore amica».
Gli stringo delicatamente la mano e lui guarda la nostra stretta, con il pollice traccia un cerchio invisibile sul dorso della mia mano. «Nives, io le regole non le ho mai rispettate», risponde e scioglie la presa. «E non sarai di certo tu l'eccezione. Ci si vede in giro», mi dà le spalle ed esce dalla mia stanza, lasciandosi dietro una scia di profumo.
Cosa diavolo vuol dire?
Kyle Davis sei appena diventato il mio nuovo problema.
Ciaooo❤️ scusate, non ho aggiornato lunedì perché sono stata tre giorni a Bologna con una mia amica e non ho avuto tempo. Ma adesso sono tornata e riprenderò gli aggiornamenti. Spero che vi sia piaciuto, fatemelo sapere attraverso una stellina e un commento, grazie 🥺❤️❤️ alla prossima
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