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Capitolo 4

Quello era Ethan Smith, il mio migliore amico. Mi stavo ripetendo quella frase da tipo una decina di minuti tempo nel quale Ethan ci raggiunse mostrando un sorriso davvero sexy e allargando le braccia, in modo da mettere in risalto le sue braccia toniche. Oh cavoli, non riuscivo ancora a crederci che quel pezzo di figo fosse il mio migliore amico. Bethany vicino a me sembrava irrequieta e questa volta si stava lisciando i cappelli che già lisci di natura, mi diede una gomitata tra le costole come per dirmi avanti di qualcosa! In tutta risposta borbottai qualcosa e tornai a guardare Ethan che sembrava alquanto divertito: -Insomma non  avete niente da dirmi?- Beth iniziò a bofonchiare qualcosa di incomprensibile puntando i suoi occhi azzurri sul corpo tonico del nostro amico mentre io mi limitavo a deglutire rumorosamente. –Wow Ethan sei completamente....- Non feci in tempo di finire la frase che lui alzò la mano bloccandomi e continuando a sorridere: -Cambiato- Il silenzio invase i nostri corpi e sentii Bethany diventare un blocco di marmo, mentre io pregavo mentalmente affinché la campanella della prima ora suonasse. –Ed è un bene no?- Caspiterina se lo era! Era diventato un bel ragazzo, non che prima non fosse stato, ma così era davvero wow. –Certo che no! Sei da urlo, quando hai deciso di fare questa trasformazione, e soprattutto perché non ci hai informate?- Per fortuna Beth prese parola e iniziò a fare il suo interrogatorio a Ethan portandolo con le spalle al muro. Lui divertito alzò le mani in segno di resa e scoppiò a ridere. –Ehi calma! Non vi ho detto niente perché volevo che fosse una sorpresa, ero curioso di vedere le vostre facce e sinceramente mi sono molto piaciute- Ethan strizzò l’occhio e sia io che Beth arrossimmo come dei peperoni imbarazzate, ci aveva fatto l’occhiolino? –E comunque non sono niente male, non è vero?- Ethan contrasse i muscoli e si mise di profilo, proprio come uno dei ragazzi che mi fissavano dalla parete della mia camera e strinse le labbra assumendo una posa davvero buffa. Io e Beth ci guardammo e scoppiammo a ridere seguite a ruota da lui, molti si fermavano per guardarci e parlavano tra loro lanciando sguardi furtivi a Ethan che sembrò gradire tutto quelle attenzioni, smisi di ridere e guardai il mio amico, era davvero cambiato e un dubbio si fece largo tra i miei pensieri: era cambiato solo fisicamente o anche emotivamente? Insomma perché aveva deciso di fare questo cambio di look? Cosa sarebbe successo ora? Istintivamente indietreggiai e andai a sbattere la schiena contro qualcosa di duro, qualcosa di caldo sfiorò il mio collo e immediatamente mi venne la pelle d’oca. Ethan e Bethany stavano fissando qualcosa dietro di me, e dalle loro facce sembrava qualcosa di molto spaventoso, o forse no? –Lo so che ti piaccio, ma così non fai altre che rimediare occhiatacce, Wood- Feci un salto su me stessa e mi girai immediatamente, Chris e Evan erano poggiati con una spalla sull’armadietto e sulle loro labbra era disegnato un piccolo sorriso, era strano che non fossero scoppiati a ridere, ma poi pensai che con me c’erano Bethany e Ethan e capii il perché. Tyler invece era posizionato di fronte a me e dannazione se non era bello, non era come Ethan, era qualcosa di meglio, feci un respiro e inspirai il suo odore: sapeva menta e fumo, e anche se io odiavo anche solo vedere una sigaretta  o qualcuno che si buttava addosso tutta la boccetta di profumo per coprire la puzza di fumo che si sentiva ugualmente, questa volta era diverso, non si sentiva quasi niente, l’odore era incredibilmente buonissimo. Qualcuno si schiarì la voce e aprii gli occhi risvegliandomi da quella specie di trans e subito arrossi: Tyler sorrideva ancora di più, questa volta con la testa leggermente inclinata e sembrava divertito, ma anche soddisfatto, ma cosa ancora più imbarazzante è che Beth mi stava affianco e mi stava letteralmente torturando un braccio mentre Ethan faceva vagare lo sguardo da me e Tyler con la mascella contratta. Giuro che se qualcuno mi avesse dato una pala mi sarei messa a scavare immediatamente per poi infilarmi nella buca e rimanere lì fino alla fine dei miei giorni. Avevano tutti capito che stava aspirando, manco fossi una tossica l’odore di Tyler ed io avevo appena fatto una figura tremenda; Ethan ci affiancò e si parò di fronte a me con sguardo minaccioso, Chris e Evan che fino a quel momento erano ancora poggiati all’armadietto si raddrizzarono affiancando il loro amico che aveva appena incrociato le braccia al petto facendo tendere i muscoli, e dannazione che muscoli... –Stai lontana da lei Thompson, non è una delle tue puttane, è diversa- Io e Beth trattenemmo il fiato come se fossimo in apnea, non sapevo se apprezzare Ethan per aver preso le mie difese o essere ferita per avermi paragonata a una puttana. Mi sentii uno schifo totale, un fallimento, un essere inutile; trattenni le lacrime e strinse forti i miei libri al petto proprio quando la campanella suonò, mi scostai violentemente da Bethany e con sguardo basso superai Ethan e diedi una spallata a Tyler, in quel momento i nostri occhi si incontrarono, i suoi nei miei e intravidi qualcosa: preoccupazione, solidarietà? Distolsi lo sguardo e la rabbia si impossessò di me, così inizia a camminare verso l’aula di Letteratura sotto lo sguardo attento di tutti: -Cat aspetta, io non volevo.....- Non mi fermai per aspettare il continuo, non avevo bisogno di sentirmi peggio di così, svoltai l’angolo e cercai di incurvare le spalle in modo da non farmi vedere, eppure riuscivo a sentire ancora tutti gli sguardi dietro la schiena, soprattutto uno che bruciava più degli altri.

La professoressa Johnson stava spiegando qualcosa che aveva a che fare con Oscar Wilde, e anche se Letteratura era una delle mie materie preferite, questa volta il mio cervello non riusciva a connettersi. Me ne stavo all’ultimo banco con una spalla appoggiata al muro mentre con la mano destra scarabocchiavo qualcosa di incomprensibile sul mio quaderno a riga. Lei non è una delle tue puttane, è diversa, non riuscivo a levarmi dalla testa quella frase, mi dispiaceva essermela presa con Ethan, lui non aveva fatto niente, era stata quella parola puttana che mi aveva scossa, era una parola che da tanto tempo non avevo sentito, era una parola che mi aveva levata gran parte della mia infanzia... La campanella suonò e tutti si alzarono contemporaneamente e si diressero fuori, lontani da quella prigione, l’unica che era rimasta in quella stanza ero io che con estrema cautela stavo riponendo le matite nell’astuccio. –Ah, eccoti qui- Una delle matite mi cascò per terra e rotolò lungo il piccolo corridoio creato dalle due file di banchi fino a fermarsi sulla punta delle scarpe di qualcuno, ebbi paura di vedere a chi potesse appartenere anche se sapevo chi fosse il proprietario. Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata e temetti che prima o poi sarebbe uscito dal mio petto per partecipare a una maratona che sicuramente avrebbe vinto. Tyler mi si avvicinò e mi porse la matita che si trovava sul palmo della sua mano sinistra, alzai lentamente gli occhi per incontrare i suoi verdi accesi che mi stavano sorridendo, ma a che diavoli di gioco stava? Un attimo prima faceva lo stronzo e l’attimo dopo sembrava carino, ma io non mi ero ancora dimenticata come trattava tutte le ragazze che avevano avuto a che fare con lui, le trattava come degli oggetti, ci giocava un giorno e poi l’altro dopo si stufava buttandolo nella cesta abbandonandoli. Presi con furia la matita dalla sua mano e la riposi nell’astuccio tirando con violenza zip che per poco non si staccò, lo stesso feci per i libri stringendomeli forte al petto, mi incamminai, ma Tyler mi si parò di fronte con un sorriso sghembo stampato sulla faccia, maledetto. –Cos’è adesso fai il premuroso? Togliti dalle palle Thompson non ho bisogno di nessuno che si auto commiseri per me, quindi come ho già detto togliti- Feci un passo a destro, ma lui fu più rapido e mi si parò di nuovo davanti, mi feci rossa dalla rabbia e mi trattenni dal non dargli un cazzotto in piena faccia. –No, non mi tolgo- Si avvicinò violentemente vicino a me e io istintivamente indietreggiai fino a sfiorare quasi il muro dietro di me, riuscivo a sentire i battiti del mio cuore rimbombarmi nelle orecchie e quindi capii che poteva sentirli anche lui.  –Cos’è niente puttane oggi? Hai deciso di fare un fioretto?- Strinsi forte le mani in pugno cercando di non dare peso alla parola che avevo appena detto e prima che lui potesse dire qualcosa presi la rincorsa e lo spinsi violentemente facendolo oscillare leggermente all’indietro, non aspettai il suo commento perché uscii come una furia fuori dall’aula per dirigermi verso il mio armadietto.

Mi feci largo tra la folla cercando di nascondermi con i capelli in modo che nessuno dei miei amici mi avrebbe riconosciuta, ma sapevo perfettamente che mi stavano aspettando accanto al mio armadietto, infatti quando svoltai il corridoio me li trovai a pochi metri di distanza, stavano confabulando tra loro e Bethany sembrava molto arrabbiata, sicuramente staranno parlando di me. Purtroppo non potevo fare marcia indietro perché avrei avuto bisogno di altri libri e non potevo nascondermi perché prima o poi mi avrebbero trovata. Feci numerosi sospiri e mi avviai titubante verso di loro, che immediatamente si girarono per guardami, abbassai leggermente la testa e mi avvicinai vicino al mio armadietto, digitai il codice e riposi i libri nell’armadio per prendere quello di Chimica. Qualcuno si schiarì la voce e io mi girai con estrema cautela, ritrovandomi a pochi metri di distanza una Beth sull’orlo di una crisi e un Ethan sconvolto, sorrisi nel vedere i miei amici preoccupati e mi venne voglia di abbracciarli e stringerli forte a me, gli volevo un mondo di bene, a loro dovevo molto. –Senti Cat, dannazione sono stato un fottuto stronzo io non avevo intenzione di ferirti, volevo solo far capire a Thompson di stare lontana da te perché tu...- Non lo feci finire perché lo abbracciai, buttandogli le braccia al collo stringendolo a me, all’inizio Ethan rimase immobile, ma poi mi circondò con le spalle con le sue braccia muscolose. –Quindi... Mi perdoni?- Domandò insicuro sciogliendosi dall’abbraccio. All’inizio rimasi seria e feci di tutto pur di non scoppiare a ridere nel vedere Bethany visibilmente scossa, aveva i capelli tutti sparati e la faccia tesa come avesse appena visto un fantasma; feci scorrere lo sguardo su Ethan che mi stava quasi supplicando con gli occhi e alla fine annuii sorridendo. Entrambi lasciarono un sospiro di sollievo e io scoppiai a ridere divertita: -Oh porca puzzola Kitty! Mi hai letteralmente messo paura. Ho pensato che dopo tutto quello che era successo non ci avresti mai più rivolta parola- Alzai gli occhi al cielo, come al solito Beth era molto melodrammatica, quindi tendeva ad allargare e  rendere più preoccupante qualsiasi situazione. Chiusi l’armadietto con un tonfo e presi a braccetto i miei amici: -Beth come sei esagerata! Come avrei fatto a non rivolgere più la parola a una bellissima ragazza come te e a un figo pazzesco come Ethan?!- Bethany scoppiò a ridere seguita a ruota da Ethan mentre insieme ci dirigemmo verso la prossima lezione, quanto li amavo  

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