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Teorie e ciambelle

Come promesso, Chuck arriva a casa mia dopo una mezz'ora da quando ho interrotto la chiamata: lo sento entrare, dato che possiede le chiavi del mio appartamento, e uno sfizioso profumo di ciambelle invade tutta l'abitazione.

Dal canto mio, non mi sono mosso di un millimetro.

Ho ancora gli occhi sgranati e fissi sullo specchio nel vano tentativo di comprendere cosa mi è capitato dopo l'incidente.

《Eccoci qui. Io e le ciambelle》esordisce Chuck, varcando la soglia di camera mia《Dov'è il mio malato preferito?》

In risposta, alzo la mano, come durante un'interrogazione, e distolgo l'attenzione dalla mia immagine riflessa. Mi giro in direzione del mio migliore amico e inarco un sopracciglio.

《Sei serio?》gli chiedo, notando il camice bianco che indossa sopra i vestiti.

《Certo che sì》esclama il ragazzo, poggiando la scatola di dolcetti sopra il letto e avvicinandosi a me《Me l'ha lasciato una specializzanda in medicina che ho conosciuto tempo fa. E così ne ho approfittato. Al telefono sembravi terrorizzato e ho pensato che così magari ti tranquillizzavi.》

《E lo sono. Terrorizzato intendo. Il tuo camice non mi tranquillizza per niente》chiarisco le cose, gesticolando con entrambe le mani《Guarda qui.》

Compio una giravolta di fronte a lui, che mi studia con occhio clinico, dopodiché Chuck allunga una mano verso la mia spalla sinistra e scosta il tessuto lacero della maglietta.

《Che cos'hai visto?》gli domando subito, facendomi nuovamente prendere dal panico.

《Quando mi hai telefonato, credevo tu mi stessi prendendo in giro, ma poi ho pensato che non sei proprio il tipo da fare scherzi del genere. Anche perché la tua innata iella si sarebbe rivoltata contro di te. E ora questo...》riflette a voce alta il mio amico.

Una strisciante sensazione di terrore mi scorre lungo le vene. Il cuore comincia a battere più rapidamente e il respiro accelera in maniera esponenziale.

《Questo cosa? Che cos'ho sulla spalla?》chiedo, in tono inquieto e spaventato, cercando di vedere il punto esatto che Chuck sta fissando, senza riuscirci.

Così mi allontano da lui e ritorno dal mio amico specchio per guardarmi la spalla: mi contorco un poco, ma, alla fine, riesco a vedere ciò che vede Chuck. La pelle è arrossata e porta i segni di quelli che sembrano essere denti, anzi zanne.

《Oh, mio Dio》mormoro, senza fiato dall'angoscia sempre più pressante.

《Sei stato morso》sentenzia Chuck, in tono ferale.

《Morso? Morso da chi? Perché mai qualcuno dovrebbe mordere me?》domando a raffica mentre inizio a saltellare di qua e di là, sperando che il segno sulla spalla scompaia nel nulla.

《Il maniaco da cui ti avevo messo in guardia》risponde il ragazzo, sedendosi sul letto e aprendo la confezione di ciambelle.

《Infatti ti ho ascoltato e sono andato subito a casa. Beh, dopo l'incidente. Almeno credo》farfuglio, prendendomi la testa fra le mani《Ho le idee un po' confuse.》

《Partiamo dall'inizio》decide Chuck, parlando con la bocca piena《Dopo che ci siamo salutati che cos'hai fatto?》

Prendo un respiro profondo e spremo i miei poveri neuroni affinché mi svelino che cosa mi è accaduto la sera prima: uscito dal supermercato, ho salutato il mio amico dopodiché mi sono messo in strada verso casa mia.

《E fino a qui, non è successo nulla di particolare》commenta Chuck, iniziando a mangiare un'altra ciambella.

Sospiro pesantemente, sperando che rimanga qualche dolcetto anche per me, per poi continuare a raccontare la mia serata.

《Allora, stavo pedalando tranquillamente quando un animale sbuca dal nulla e mi fa uscire di strada. Cado da un lieve pendio e rovino in mezzo a un mucchio di cespugli pieni di spine, ovviamente. Da qui le cose si fanno un poco confuse》mi interrompo per un paio di secondi, per riordinare i pensieri《Mi ricordo che ero incastrato sotto la bici, però ero anche riuscito a liberarmi. Dopodiché avevo sentito un fruscio provenire dal bosco e poi...》

Un paio di occhi gialli che mi scrutano affamati e maligni e dopo mi ritrovo a terra con una belva immensa sopra di me. Ringhia e mi fissa con sguardo calcolatore mentre io prego che si renda conto che non posseggo un buon sapore, soprattutto finita la lunga giornata di lavoro. Serro gli occhi, totalmente incapace di difendermi, e sento un bruciore tremendo alla spalla.

《Mi sveglio qui, nel mio letto, ricordando poco o nulla di ciò che è successo》concludo il mio racconto, con voce incerta e tremante, spossato da quella confessione.

Chuck finisce di mangiare la ciambella, si lecca le dita sporche di glassa e controlla cos'è rimasto nel contenitore prima di parlare.

《Sono rimaste solo quelle alla marmellata》osserva, chiudendo la scatola e riportando al sua attenzione su di me《Sai che quello che mi hai descritto sembra l'attacco di un licantropo?》

《Un che cosa?》farfuglio, perplesso dal suo rifermento ai fumetti in un momento del genere

《Un licantropo. Altrimenti detto lupo mannaro》chiarisce il mio amico, in tono lento e ragionevole come se parlasse con un pazzo, cosa che, in effetti, potrei essere.

《Dai, non scherzare》brontolo, irritandomi《Sono sull'orlo di una crisi di nervi e tu fai lo spiritoso.》

《Non faccio lo spiritoso. Sto parlando seriamente.》Chuck si alza dal letto, abbandonando finalmente le ciambelle, e cammina per fermarsi davanti a me.

Devo ammettere che, nonostante il suo travestimento da allegro chirurgo, il suo sguardo e la sua espressione sono mortalmente seri, tanto da farmi riflettere in maniera seria sulle sue parole.

《Va bene. Ok. I lupi mannari esistono. Ma perché devono proprio mangiare me?》Per un attimo, provo ad abbracciare la folle teoria del mio migliore amico, ma soltanto perché non posseggo altre ipotesi al momento.

《Magari hai un buon sapore. O forse sei stato una vittima casuale. Oppure si tratta di un licantropo senza figli che ti vuole adottare. Chi lo sa?》 

《Per uno sprazzo di minuto, mi avevi quasi convinto, ma ora stai demolendo tutto il lavoro fatto》commento, alzando gli occhi al cielo nell'udire quelle motivazioni prive di fondamento.

《D'accordo. Ammetto di non essere molto brillante, però è colpa tua che mi hai telefonato alle cinque di mattina. Ti perdono visto che sei il mio migliore amico e ti voglio bene. Detto ciò, meglio non riflettere sul motivo alla base dell'aggressione, bensì sui poteri che possiedi adesso》afferma Chuck, posandomi le mani sulle spalle e fissandomi con intenzione.

《Poteri? Di che stai parlando ora?》chiedo, confuso e smarrito molto più di prima.

《Hai letto pochi fumetti da piccolo, ma, per tua fortuna, ci sono io con te》dichiara Chuck per sollevare e abbassare le sopracciglia in modo inquietante.

Forse era meglio se il lupo mannaro mi avesse mangiato...

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