Capitolo 42
In foto l'armatura di Caliel e Aamon
Kasal POV
<<È scomparso>> dissi quando ebbi finito di svuotare l'ultimo dei miei cassetti sul pavimento, Vassago si guardava attorno dubbioso.
<<Cosa ci scrivevi?>> chiese inarcando un sopracciglio.
<<I miei sentimenti, i miei pensieri>> risposi sbuffando, il mio diario era svanito nel nulla!
<<Non ho mai avuto nessuna visione a riguardo, magari qualcuno te lo ha rubato>> disse afferrando un mio abito dal pavimento.
<<Non ti ho mai vista con questo vestito>> commentò ed io sbuffai, non avevo voglia di parlare ne di fare ipotesi.
<<Lasciami sola, ho sonno>> dissi spostando i vestiti con i miei piedi per raggiungere il letto.
<<Su su non fare così>> disse afferrandomi il polso per impedirmi di raggiungere il letto.
<<Vassago, lasciami in pace>> dissi nervosa, la sua era l'ultima faccia che avrei voluto vedere in quel momento. Ero triste e non volevo mostrarlo, non a lui.
<<Mi dispiace>> disse lasciando andare il mio polso, era quello che faceva sempre. Mi lasciava sempre andare, non insisteva mai, così sparì nel nulla... lasciandomi davvero sola nella mia tristezza.
Aamon POV
Aprendo gli occhi di certo l'ultima cosa che mi aspettavo di vedere era la chioma bionda di Caliel.
Trattenni il respiro, era steso accanto a me, era poggiato su di un fiacco ed aveva le palpebre chiuse, le sue labbra erano serrate ed aveva un aria tranquilla mentre dormiva.
Mi ricordai le sue parole, su come il suo bel faccino allontanasse le ragazze invece di avvicinarle... sorrisi, era strano, no? Istintivamente passai la mano fra i suoi capelli, erano davvero morbidi e... cosa stavo facendo?
<<Hai finito?>> Caliel aprì gli occhi e sorrise, era sveglio?!
<<Avevi qualcosa tra i capelli>> risposi imbarazzata balzando giù dal letto, quanto avevamo dormito? Che ora era? Era già tempo di marciare su Astaroth?
<<Beh allora grazie per averlo rimosso>> rispose ridendo, non mi credeva.
<<Non dormire più nel mio letto!>> risposi portando le mie mani sui fianchi, assumendo una posizione autoritaria.
<<Ma questo è anche il mio letto>> rispose alzando le spalle, mentre si allacciava le scarpe.
<<Brutto, antipatico e verginello>> dissi chiudendomi nel mio bagno, con il cuore che mi batteva ancora forte. Cosa mi succedeva? Mi stavo invaghendo di un pennuto!
Dopo la doccia mi avvolsi nel mio accappatoio, mi vestii indossando un'armatura leggera, pronta per il combattimento. L'armatura era composta da una tuta aderente nera in cotone coperta da un pezzo composto da tante scaglie di ferro che copriva busto e leggermente le cosce. Ginocchiere in ferro e dei pezzi che ricoprivano gli avambracci. Non c'era un elmo vero e proprio ma un cappuccio ed fazzoletto mi copriva il viso fino al naso, lasciando scoperti solo i miei, in quel giorno erano dello stesso colore del ghiaccio.
Abbassai il cappuccio prima di lasciare la stanza, misi la mia spada nella fodera che portavo dietro la schiena e sospirai, dovevo ancora legarmi i capelli.
<<Sei pronta?>> sentii bussare, la porta si aprì poco dopo e vidi Caliel entrare.
Indossava un armatura con parti in pelle marrone e parti di oro come sulle spalle e per metà braccio, gli avambracci erano scoperti e alle mani indossava dei guanti in pelle. I pantaloni erano sempre in pelle e del medesimo colore, al cinturino che aveva in vita vi era la fodera della sua spada con impugnatura in oro.
<<Aamon, se continui a sbavare per me non potrai mai uscire viva dal combattimento di oggi>> disse sorridendo, sfoderai la mia spada puntandola contro di lui, sorridendo a mia volta.
<<Non sbavo per te>> dissi poi.
<<Certo, certo...>> disse spostando la lama della mia spada con la sua mano, la rimisi a posto e tornai a cercare di legare i miei capelli ma con quell'armatura era davvero difficile.
<<Lascia fare a me>> disse stringendo i miei capelli fra le sue mani.
<<Sai farlo?>> chiesi vedendo nel riflesso dello specchio quanto fosse abile nel comporre una lunga treccia.
<<Lo facevo spesso ad Aleira>> disse legandoli alla fine con un elastico.
<<Tua sorella>> dissi e lui annuì diventando cupo e serio d'un tratto.
<<Abbiamo avuto una vita difficile, questo sarà il nostro riscatto, quello che faccio lo faccio anche per lei>> disse seriamente alzando il cappuccio e coprendomi il volto, anche gli occhi! Non vidi niente ma lo sentii abbracciarmi... poi un singhiozzo... stava piangendo?
Non lo respinsi, sorrisi. Lui non poteva vedere il mio volto come io non potevo vedere il suo. Però lo sapevo, sapevo che stava piangendo. Una vita difficile aveva detto, anche io la avevo avuta. Un padre vigliacco, una madre morta troppo presto. Assistente di Astaroth, un amore ad unico senso da parte mia, gli ho dato tutta me stessa senza ottenere mai niente in ritardo. Come sarebbe stata la mia vita con mia madre? La avrei protetta come Caliel faceva con Aleira? Mi avrebbe aiutata ad indossare abiti sfarzosi e imponenti, mi avrebbe consigliato e protetta... Piansi anche io. Io non potevo vedere lui e lui non poteva vedere me. Eppure lo sapevamo, in quel momento, lo sapevamo. Ci stavamo aiutando a vicenda, in quel semplice abbraccio.
Emma POV
Morgue e Michele si fissarono per parecchi secondi fin quando non scattarono l'uno contro l'altro. Avrei voluto unirmi ma era impossibile, le loro mosse sembravano perfettamente sincronizzate, come se stessero danzando. La gente riunita in quel luogo non poteva vedere ciò che vedevo io, ai loro occhi erano un fascio di luce ed un'ombra che danzavano circondandosi l'un l'altra. Un battaglia tra il bene e il male... il momento perfetto per l'arrivo di un nuovo profeta, dinanzi a tutti quei credenti.
Mi guardai attorno, dovevo sceglierne uno... poi lo vidi. Un ragazzo sui vent'anni che stringeva la fascia del suo borsone al suo petto. Aveva una felpa bianca con cappuccio e dei pantaloni neri aderenti, i suoi capelli erano scuri come i suoi occhi e vedevo la sua sete di curiosità ed i suoi dubbi. Perfetto.
Corsi verso di lui e lo spinsi tra Morgue e Michele, Morgue lo afferrò puntando la lama della sua spada alla sua gola, il ragazzo sgranò gli occhi.
Alla vista della gente comune quel ragazzo era al centro del fascio di luce e dell'ombra.
Morgue capì subito le mie intenzioni e forse le aveva già previste.
<<Un altro passo e lo uccido>> disse Morgue a Michele.
<<Un sacrificio va fatto, ho il dovere di eliminarti, sei il male>> disse però Michele, avanzando verso Morgue.
<<È così! Hai visto ragazzino? Il bene non dovrebbe mai permettere lo spargersi del sangue di un innocente... eppure lui lo sta per permettere>> disse Morgue all'orecchio del ragazzo.
<<Non dare ascolto alle parole del demonio! Sai bene che è la scelta giusta>> disse Michele al ragazzo ancora sconvolto.
<<Io non mento! È quello che vuoi farr, vuoi ucciderlo. Ragazzo, lui non è il bene, non è la strada giusta! Ne esiste un'altra, non è il male... non è Dio... è la strada della libertà>> disse Morgue all'orecchio di questo, nello stesso momento lo sguardo del ragazzo si illuminò, facendosi deciso e determinato. Lo aveva conquistato, avevamo il nostro profeta.
Aleira POV
Per mia fortuna aprendo gli occhi realizzai di essere nel mio corpo e non più in quello del frate! Afferrai gli oggetti che erano finiti nella neve e corsi verso Harag, mi strinse il braccio e ci teletrasportò via di lì.
Eravamo accanto al lago dei sogni, entrambi per terra assieme agli oggetti. Il calice però iniziò a rotolare via, non feci in tempo ad afferrarlo che cadde nel laghetto! Dovevo tuffarmi, ma era pericoloso. Un'ombra si tuffò però prima di me, pensai fosse Harag ma quando lo vidi raggiungermi capii che non era così.
<<Stai bene?>> mi chiese poggiando la sua mano sulla mia schiena ed io annuii.
<<Per fortuna sei tornata in te>> disse stringendomi fra le sue braccia ed io tirai un sospiro di sollievo... avevamo persino dimenticato Vasariah nel tempio!
<<Prego eh>> il calice era stretto tra le mani bagnate di Vassago, i suoi capelli zuppi erano abbassati e la camicia bianca lasciava intravedere degli addominali. Arrossii leggermente, diciamo che non era un dispiacere per gli occhi, niente affatto.
<<Guarda altrove>> disse poi Harag coprendo i miei occhi con la sua mano, sorrisi mentre immaginavo la sua espressione torva.
<<Sempre nel posto giusto al momento giusto>> disse Harag a Vassago.
<<Non sempre, avrei preferito non sfiorare mai quell'acqua>> disse Vassago sbuffando, cosa aveva visto?
<<Comunque grazie a voi ho trovato un'altra cosa, siamo pari>> disse, Harag mi lasciò andare, tornai ad osservare i due che si guardavano furiosi...
<<Abbiamo recuperato gli oggetti>> dissi poi a Vassago, indicando la spada ed il flauto.
<<Bene, quando Caliel ed Emma faranno ritorno passeremo alle prossime missioni>> disse passando una mano tra i suoi capelli zuppi, sparendo nel nulla.
Kasal POV
Avevo fame ma non avevo voglia di lasciare il letto, si stava così caldi e comodi. Che senso aveva lasciare quel posto morbido e sicuro?
Il senso lo ebbe quando qualcosa di pesante e zuppo d'acqua cadde sopra di me, uscii subito da sotto le coperte per vedere il mio diario zuppo d'acqua sulle mie coperte! L'acqua aveva attraversato il lenzuolo ed anche la mia maglia si era bagnata.
Vassago era zuppo quanto il diario, i suoi capelli erano abbassati e gocciolavano, le gocce d'acqua colpivano il pavimento.
<<Dove era?>> chiesi sconvolta, era più serio del solito!
<<Nel lago dei sogni>> rispose sbuffando, iniziando a sbottonare la sua camicia bagnata.
<<Ti sei tuffato lì dentro?>> chiesi leggermente allarmata, lui annuì inarcando all'insù solo un angolo delle sue labbra.
<<È stata una coincidenza>> disse, sussultai quando vidi il suo addome scolpito.
<<Cosa fai? Va a casa tua>> dissi arrossendo, nascondendomi nuovamente sotto le lenzuola.
<<No, devo parlarti>> disse poi, aveva ancora la camicia addosso ma aperta.
<<Non ora, ho sonno>> mentii.
<<Kasal, non farmi arrabbiare>> disse salendo sul letto, posizionandosi sopra di me, inzuppando anche le mie lenzuola ed i miei vestiti.
<<Cosa c'è?>> chiesi e lui sorrise divertito.
<<La prima volta che ti ho vista, eri così>> disse poi, lo guardai confusa.
<<Cosa vuol dire?>> chiesi.
<<La prima volta che ti ho vista era in una visione. I tuoi capelli neri erano sparsi su di un cuscino ed avevi la stessa espressione accogliata. Per questo nel vedervi come un angelo ero sorpreso, quella che avevo visto nelle mie visioni non poteva essere che una demone, mi chiamava e mi richiamava ogni giorno>> afferrò i miei polsi e mi tirò giù dal letto..
<<Vassago, non ti credo. Quando ti stancherai di me, andrai di nuovo via>> dissi con voce tremante, riaprendo la ferita che mi aveva procurato in passato.
<<Non ti ho mai abbandonata>> ringhiò furioso, mi fece leggermente paura.
<<Lo farai di nuovo>> risposi.
<<No, non farò più nulla che ti possa fat soffrire>> disse con calma e poi sbuffò.
<<Cosa mi tocca fare! Che Dio abbia pietà di me!>> esclamò poi ridacchiando, portandomi via di lì.
Eravamo a casa sua, nel suo salotto. Il caminetto era acceso nonostante non ce ne fosse alcun motivo, ma Vassago era fatto così.
<<Cosa ci facciamo qui?>> chiesi, era ancora zuppo d'acqua mentre mi fece sedere accanto al camino.
<<Ho sempre apprezzato la tua curiosità ma ora fa un po' di silenzio>> disse mentre aprendo un armadietto tirò fuori una chitarra.
<<Un po' di tempo fa ho ascoltato una canzone, mi ha ricordato te>> disse poi, sedendosi di fronte a me. Dato che era zuppo d'acqua vidi delle gocce attraversare il manico ed il legno di questa, lui ridacchiò prima di iniziare a suonare.
Vassago era sempre una sorpresa, sapeva suonare praticamente ogni strumento ed aveva sempre le frasi pronte in qualsiasi situazione.
Quella canzone ad esempio era perfetta, per il momento, per l'atmosfera e per noi due. Mi stavo lasciando andare nuovamente a lui, alle sue promesse e alle sue parole. Mi stavo lasciando trasportare dai suoi occhi, dalle sue labbra e dai suoi modi di fare.
<<Ho appena visto un viso
Non posso dimenticare il momento o il luogo in cui ci siamo appena incontrati
È proprio la ragazza per me
E voglio che tutto il mondo veda che ci siamo incontrati
Mm mm mm mm mm mm
Fosse stato un altro giorno
Io avrei potuto guardare da un'altra parte
E non me ne sarei mai accorto
Ma invece sognerò lei stanotte
Da da da da da da
Sto cadendo, sì sto cadendo
E lei continua a chiamarmi indietro
Non ho mai conosciuto qualcuno come lei
Sono stato solo e ho perduto delle cose
E mi sono tenuto alla larga
Ma le altre ragazze non erano mai proprio come lei
Da da da da da da
Sto cadendo, sì sto cadendo
E lei continua a chiamarmi indietro
Sto cadendo, sì sto cadendo
E lei continua a chiamarmi indietro
Ho appena visto un viso
Non posso dimenticare il momento o il luogo in cui ci siamo incontrati
È proprio la ragazza per me
E voglio che tutto il mondo veda che ci siamo incontrati
Mm mm mm da da da
Sto cadendo, sì sto cadendo
E lei continua a chiamarmi indietro
Sto cadendo, sì sto cadendo
E lei continua a chiamarmi indietro
Sto cadendo, sì sto cadendo
E lei continua a chiamarmi indietro>>
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