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Capitolo 41

Nuovo capitoloooooo :3 Vorrei ricordarvi della pagina Facebook della pagina, se vi va passate a darci un'occhiata! Spero il capitolo vi piaccia, è più lungo del solito u.u ❤ a presto

In foto PAIMON e ABALAM

ALEIRA POV

Aprii gli occhi e vidi il delle nuvole bianche sopra di me, la neve scendeva lenta e sfiorava la mia pelle... freddo, provavo freddo?

Stordita mi alzai in piedi, dovevo essere morta perché vidi Harag stringere il mio corpo sul pavimento e Vasariah ridacchiare dietro di lui. Stronza.

<<Tu! Cosa le hai fatto?>> Harag ringhiò contro di me, poteva vedermi? Sconvolta abbassai lo sguardo per vedere che indossavo una tunica... ero nel corpo del frate! Non feci in tempo a parlare che mi beccai un pugno in faccia da Harag... faceva davvero male.

<<Harag, sono io!>> dissi nervosa quando scansai un altro pugno.

<<Come sai il mio nome?>> chiese lui sorpreso, alzai gli occhi al cielo ed indicai il mio corpo steso per terra.

<<Sono Aleira!>> dissi e sia lui che Vasariah sussultarono.

<<Come hai fatto a possedere il suo corpo  con un solo contatto?>> chiese inarcando un sopracciglio, come se io lo sapessi! Sapevo solo che dovevo uscirne prima che mi iniziasse a scappare la pipì.

<<Cosa vuoi che ne sappia?! Aiutami!>> dissi correndo incontro a lui, provai a toccarlo ma lui indietreggiò d'istinto.

Certo, non voleva essere abbracciato da un frate. Il suo sguardo infatti emanava orrore e disgusto... Perfetto.

<<Scusa, è un po' strano>> disse poi cercando di calmarsi.

<<Il suo corpo ora è libero, chiunque potrebbe occuparlo>> disse Vasariah calciando il mio corpo sull'asfalto.

<<Bastarda! Non mi sfiorare!>> dissi afferrando la crocie appesa al mio collo e premendola sulla sua guancia. Le rimase il segno di una bruciatura.

<<Ok, ora non è il momento giusto per litigare>> disse Harag che però sembrava più arrabbiato di noi due messe insieme..

<<Il corpo lo proteggo io>> disse Harag caricando il mio corpo sulle sue spalle, facendo attenzione a non farmi del male. Guardai Vasariah con aria soddisfatta,ei mi mostrò il suo dito medio prima che Harag tornasse con il suo sguardo su di noi.

<<Bene, ora torni al tempio e ci aiuti ad entrare>> disse poi Harag, iniziando a camminare verso il tempio. Avevo un grande freddo con solo una tunica addosso per non parlare dei piedi che erano praticamente scoperti!

<<Che fine ha fatto il prete?>> chiesi correndogli dietro.

<<È ancora nel corpo, hai messo a dormire la sua anima per un po', facendo spazio a te>> spiegò senza guardarmi, doveva innervosirlo parecchio quel corpo.

<<Cosa dovrei fare nel tempio?>> chiesi strofinando le mie mani sulle braccia, cercando di farmi calore.

<<Hai freddo?>> chiese Vasariah ridacchiando, i suoi capelli biondi erano coperti di fiocchi di neve e sebbene odiassi ammetterlo pensai che fosse davvero bella.

<<Perché non mi dai la tua giacca? Non ti serve>> chiesi cercando di toglierla, iniziammo a litigare di nuovo quando sentii qualcosa coprirmi le spalle.

<<Tieni la mia>> disse Harag sbuffando, odiava guardarmi ma almeno aveva fatto quello sforzo. Sorrisi e dimenticai la demone che continuava ad arrossirmi.

<<Ovviamente dovrai toglierla una volta arrivati al tempio>> disse poi, portava ancora il mio corpo sulle spalle, lo fissai per un attimo... era davvero strano vedersi dall'esterno.

"ESCI FUORI" sentii urlare poi nella mia mente, era il prete che combatteva all'interno. Barcollai un attimo, gli chiesi di perdonarmi e continuai a camminare, cercando di opprimere la sua voce.

<<Come dovrei farvi entrare?>> chiesi ad Harag.

<<Ci deve essere qualche passaggio sotterraneo, con una botola che finisce nel bosco. Come un'uscita di emergenza. Trovala>> disse poi, intravidi un sacerdote in lontananza e ridiedi la giacca ad Harag, salutandolo. Ero sola.

Camminai con la schiena dritta e cercando di non tremare per il freddo, dovevo resistere ed essere forte. Il sacerdote mi passò accanto salutandomi ed io ricambiai sorridendo, cercando di sembrare quanto più naturale possibile.

La croce al mio collo mi provocava un leggero prurito ma era sopportabile, tutta via man mano che mi avvicinavo al tempio mi sentivo sempre più nervosa e infastidita.

Oltrepassai il cancello e sentii un grande fastidio attraversare il mio corpo, gli amuleti appesi alle mura tremarono leggermente ma nessuno sembrò accorgersene. Di fronte a me vi era un unico edificio che era scolpito nella roccia, la porta d'entrata era aperta ma non dovevo entrare dentro. Mi voltai attorno, un giardino circolare avvolgeva l'edificio, così decisi di perlustrarlo prima di controllare l'interno.

Non ero l'unica a passeggiare tra la neve così non mi presero per matta, tuttavia non trovai nessuna botola.

Entrai così nell'edificio, una grande sala con pavimento in marmo, una scala era al centro e scendeva verso il basso. La sala era a forma circolare e non vi era molto se non degli scaffali con libri antichi e numerosi amuleti.

<<Fratello Gregori>> disse un sacerdoto avvicinandosi a me... bene. Mi concentrai cercando di scavare nei ricordi di Gregori, fu più facile del previsto, il nome del sacerdote che avevo davanti mi venne subito in mente.

<<Fratello Samuel>> risposi sorridendo.

<<State bene? Non dovevate tornare a casa?>> chiese questo incrociando le proprie mani che poggiò sulla sua pancia piuttosto pronunciata. Gli occhi marroni scrutavano il mio volto, dovevo essere attenta.

<<Mai stato meglio. Sulla via del ritorno ho ricordato di avere un'altra cosa da fare, se non vi dispiace>> dissi poi inchinandomi ed avviandomi verso le scale.

<<Cosa dovete fare?>> chiese questo, già mi stava antipatico.

<<Ho avuto uno strano presentimento, riguardo l'uscita d'emergenza>> dissi sperando che abboccasse all'amo. Avevo scavato nella memoria di Greogori ed avevo appreso che tale uscita esisteva ma solo i sacerdoti più anziani la conoscevano e Samuel era uno di questi.

<<Ma voi non sapete dove si trova>> disse Samuel.

<<Sto cercando di farmi guidare dal mio istinto>> mentii camminando lungo il corridoio che susseguiva le scale.

<<Che tipo di presentimento avete avuto?>> chiese Samuel.

<<Demoni>> dissi, il volto del vecchio divenne ancora più pallido.

<<Seguimi>> rispose poi guidandomi, ci era cascato!

"FUORI" Grigori urlò di nuovo e tossii dal dolore che avevo provato. "Stai buono" pensai reprimendolo, Samuel sembrò non basare alla mia tosse. La croce prudeva sempre di più.

<<Eccoci>> disse Samuel indicando un punto della parete che a prima vista sembrava normale, fissando però bene si potevano vedere delle linee che delimitavano il perimetro di una botola. Bingo.

Samuel fece pressione e la parete rientrò di due centimetri prima di scattare nuovamente in avanti ed aprendosi di lato, mostrando un cunicolo stretto e buio.

<<Li sento anche io... nella foresta>> disse Samuel infilandosi nel cunicolo, lo seguii dietro di lui lasciando il passaggio aperto.

Dopo un po' di metri si fermò dinanzi ad una parete e si alzò in piedi forzando un'altra botola ed uscendo fuori di lì.

Non appena fui fuori anche io lo presi dalle spalle coprendo la sua bocca con le mie mani, soffocando le sue urla.

Harag e Vasariah dovettero aver sentito subito la mia presenza perché corsero subito da me. Avevo rimosso la crocie dal collo del prete e la avevo gettata lontana, Vasariah tirò fuori una corda dallo zaino che portava sulle sue spalle e legammo il sacerdote ad un albero, imbavagliando la sua bocca.

<<Non abbiamo molto tempo>> dissi ed Harag annuì.

<<Vasariah entrerà con te, io rimango a fare da guardia al tuo corpo e a questo vecchio>> disse Harag.

<<COSA?>> chiedemmo io e Vasariah all'unisono ma fummo messe a tacere subito dal suo sguardo.

<<FATELO E BASTA>> disse Harag e così corsi nella botola nuovamente seguita da Vasariah.

Senza parlare ed in silenzio ripercorremmo il cunicolo, spuntate nel corridoio richiusi l'entrata del passaggio.

Guardai Vasariah e presi una decisione.

<<Demoni!>> urlai ad alta voce puntando la mia croce verso questa che sussurrò indietreggiando.

<<BASTARDA!>> urlò furiosa, dei sacerdoti corsero nella nostra direzione.

<<Vasariah>> dissi ai sacerdoti, una volta conosciuto il suo nome sarebbero stati più potenti verso di lei.

Riconobbi uno degli anziani e mi avvicinai a lui <<Ce ne erano altri, mirano agli oggetti sacri>> dissi al suo orecchio, l'uomo iniziò a correre verso la fine del corridoio ordinandomi di seguirlo, ecco un altro pollo.

Tirò fuori delle chiavi argentate dal marsupio che portava in vita e aprí una porta piuttosto nascosta, ci entrai e li vidi. Un calice dorato con tre rubini incastonati, una spada argentata dal manico argentato ma dalla lama fatta di smeraldo ed infine un flauto in rame tempestato di diverse pietre preziose.

Corsi verso di essi afferrandoli, non sentii cosa disse il sacerdote alle mie spalle perché dovevo scappare da lì in fretta, senza guardarmi indietro... Non usai la botola ma l'entrata principale, sfruttai la confusione che si era creata attorno a Vasariah che urlava per scappare di lì senza attirare troppo l'attenzione.

Superati i cancelli corsi nella direzione in cui si trovava Harag ed il mio corpo.

<<Fermo!>> il sacerdote mi seguiva ancora assieme ad altri due che si erano uniti al suo inseguimento, Harag mi vide e sgranò gli occhi alla vista dei sacerdoti.

<<Accidenti a te! Sbrigati a tornare nel tuo corpo>> disse parandomi e dividendo la sua ombra in tre frecce che fecero indietreggiare gli esorcisti che iniziarono a pregare e a gettare acqua santa nella nostra direzione.

Corsi accanto al mio corpo poggiando gli oggetti tra la neve... Non sapevo bene cosa fare così feci ciò che il mio istinto mi suggeriva: presi il viso del mio corpo tra le mani e chiusi gli occhi poggiando la mia fronte sulla sua... svenni di nuovo.

Emma POV

Il Vaticano. Migliaia di persone erano cirocondate nell'enorme piazzale in attesa dell'uscita del Papa. Io e Morgue osservavamo la scena in lontananza curiosi.

<<Un ammasso di idioti>> commentò Morgue sorridente, lo guardai annuendo... non aveva tutti i torti.

<<Dovresti essere tra di loro allora>> dissi punzecchiandolo, lui mi diede una pacca in fronte prima di replicare.

<<Vuoi che ti degradi a donna delle pulizie?>> chiese inarcando un sopracciglio.

<<Non ci riusciresti mai>> risposi nello stesso momento in cui sentire la folla acclamare. Mi voltai e vidi il papà sul balcone, sussultai quando vidi una figura familiare accanto a lui. Michele.

Istintivamente iniziai a camminare verso di lui, Morgue rimase in silenzio e non seppi bene se mi stava seguendo o no ma me ne infischiai. Dovevo raggiungere quel viscido verme di mio padre e ucciderlo con le mie mani.

La sua chioma bionda brillava alla luce del sole e la sua mano era poggiata sulla spalla del papa, che schifo. Mentre spingevo la gente per farmi strada lo vidi sussultare nel riconoscermi. Gli sorrisi, stava per arrivare la sua fine.

Con mia grande sorpresa Michele lasciò il fianco del papa balzando verso di me. La folla fu separata d'un tratto da una bolla invisibile che formò un cerchio in cui c'eravamo solo noi due.

<<Emma>> disse lui sorridendo, si aspettava un incontro padre e figlia? Non aveva capito il mio vero intento. Tutto però attorno a me cambiò, non ero più in quella piazza ma nel giardino di una villa.

Vidi me correre, non ricordavo quel giorno ne quel luogo. Mia madre indossava un abito nero leggero, non provocante come quelli che usava di solito. Le mie risate riempivano l'aria mentre i fiori la rendevano profumata, era una classica giornata primaverile. Non c'era gente nei dintorni, solo io e lei ed una tovaglia da picnic con una cesta ed una lettera accanto ad essa.

Mi avvicinai e mi inchinai per leggerla mentre mia madre ricorreva la piccola me.

"Cara Lilith,
non mi è permesso vederti né sentirti, non mi è permesso vedere la nostra piccola né essere partecipe alla sua crescita, tutto ciò che posso fare è scriverti di nascosto. Come sta Emma? E come stai tu? Come al solito dovrò chiedere a Gabriele di cancellare i vostri ricordi di questi miei doni dalla vostra mente alla fine della giornata. Vi amo."

Tornai al presente, per niente commossa da ciò che avevo appena visto. Gli occhi azzurri di mio padre mi osservarono, era confuso... io no. Feci per avvicinarmi a lui ma venni trattenuta da qualcuno... Morgue.

<<Non devi sporcarti le mani>> disse ponendosi dinanzi a me, osservando Michele.

<<Ci conosciamo?>> chiese Michele, la gente attorno a noi mormorava qualcosa, il Papa cercava di calmare la folla...

<<No, altrimenti ti saresti già convertito unendoti all'inferno>> rispose Morgue sorridendo, aveva sempre la risposta pronta! Sorrisi ma lo nascosi.

<<Mi ricordi un certo demone>> rispose Michele sbuffando, facendo cenno di dissenso con il volto.

<<Impossibile, sono unico>> disse poi Morgue, togliendosi la giacca e lanciandola per terra, successivamente iniziò ad arrotolarsi le maniche della camicia. Stava per combattere.

<<Cosa vuoi fare? Non ti lascerò spargere sangue in questo luogo sacro>> rispose poi Michele facendosi serio, avanzando verso Morgue che rimase tranquillo.

<<Oggi la gente vedrà. I leader di un nuovo mondo. L'inizio di un nuovo credo>> disse poi Morgue, la gente smise di fiatare attorno a noi ed il cielo prima limpido venne coperto da delle nubi scure.

<<Che lo spettacolo abbia inizio>> aggiunse Morgue prima di scattare verso di Michele.

Aamon POV

<<Paimon è qui>> dissi a Caliel aprendo la porta, la demone dai capelli lunghi e scuri entrò nello studio accompagnata da Abalam, un demone dai capelli rossi e occhi marroni che le era sempre accanto.

<<Benvenuti>> disse Caliel andando incontro ad i nostri ospiti, baciando il dorso della mano di Paimon e sentii uno strano fastidio che nascosi.

Paimon ed Abalam presero posto alle sedie dinanzi alla scrivania di Caliel che era seduto dall'altro lato mentre io li ero accanto.

<<Di cosa ci vuoi parlare?>> chiese Paimon, aveva una voce suadente ed uno sguardo accattivante, riusciva a richiamare tutti gli sguardi sulle sue labbra mentre parlava.

<<È tutto scritto qui sopra>> disse Caliel porgendo ad entrambi un foglio scritto a penna. Aveva passato l'intera notte sveglio a scrivere e riscrivere quel contratto, aveva gettato almeno una centinaia di fogli prima di quello.

Paimon ed Abalam lessero quello che era un accordo tra le loro legioni, una proposta in cui Caliel li avrebbe guidati verso la conquista di quante più legioni degli inferi, con il loro aiuto avrebbe raggiunto il suo obiettivo più velocemente e loro ne avrebbero giovato ottenendo parte di esse. Cosa ovvia per me ma meno per loro, quel contratto li avrebbe legati a lui. Due nuovi "oggetti" da aggiungere alla collezione per Caliel.

<<Dovremmo parlarne da soli>> disse Paimon e Caliel annuì facendomi cenno di seguirlo fuori dalla stanza.

<<Quanta pazienza>> commentò stiracchiandosi mentre i due conversavano all'interno della stanza.

<<A chi lo dici>> dissi alzando gli occhi al cielo, lui ridacchiò.

<<Cosa hai contro di me?>> chiese sbadigliando.

<<Nulla, la tua faccia da angioletto però mi da sui nervi>> risposi sbadigliando a mia volta, avevamo passato la notte insonne per colpa di quel contratto.

<<La mia faccia da angioletto...>> commentò pensieroso mentre camminava su per giù il corridoio.

<<Quando ero un umano ero evitato dalle ragazze per via della mia faccia da bravo ragazzo>> disse ridacchiando, sbadigliò di nuovo.

<<Non le biasimo>> risposi, sbadigliai nuovamente anche io.

<<Anche quel tipo.. Astaroth. Era biondo con occhi azzurri>> disse poi osservando un punto indefinito.

<<Già>> risposi ricordando Astaroth, mi aveva abbandonata come niente. Cosa mi aspettavo poi? Era pur sempre un demone. Non provava amore. Non come me, per metà umana. Io lo amavo? Forse un tempo... poi ricordai il nostro ultimo bacio.. e Caliel ci aveva visti! Sgranai nel ricordare quell'episodio che avevo completamente rimosso dalla mia mente.

<<Che c'è? Ti sei appena ricordata del bacio?>> chiese inarcando solo un angolo delle sue labbra verso l'alto mentre passò la mano tra i suoi capelli.

<<Sì, se avessi saputo cosa avesse fatto in seguito non glielo avrei permesso>> ammisi presa alla sprovvista.

<<Tranquilla, lo uccideremo presto>> rispose sorprendendomi, la porta poi si aprì e Paimon ci invitò a rientrare.

<<Qual'è la vostra risposta?>> chiese Caliel sedendosi nuovamente sulla sua sedia.

<<Accettiamo>> risposero i due all'unisono sorridenti.

<<Bene, domani si marcia su Astaroth!>> esclamò Caliel sorridente e soddisfatto, strinse la mano ad entrambi che si dileguarono poco dopo.

Mi lasciai andare su una delle poltrone facendo penzolare le braccia e poggiando la nuca sullo schienale della sedia. Avevo sonno. Sonno. Sonno. Sonno.

<<Aamon non puoi dormire qui>> disse Caliel tirandomi uno schiaffetto sulla fronte.

<<Lasciami in pace>> dissi poi sbadigliando, vidi il suo viso sopra il mio. Le sue mani erano poggiate sullo schienale della mia sedia.

<<Va nel tuo letto>> continuò ad insistere, io in tutta risposta sbadigliai e chiusi gli occhi. Ero troppo stanca per muovermi.

<<Aamon>> disse nuovamente ma questa volta la sua voce risuonò più vicina, infatti il suo volto era molto più vicino al mio..

<<Voglio dormire qui!>> risposi nervosamente, arrossendo però per quella vicinanza.

<<Non puoi dormire qui! Io ci lavoro qui>> disse poi prendendomi tra le sue braccia e caricandomi sulla sua schiena.

Mi dimenai ma rimase fermo mentre attraversò i corridoi per raggiungere la mia stanza, beh tanto meglio, avevo raggiunto il mio letto senza alcuno sforzo.

Mi gettò sopra di esso lamentandosi del mio peso. Lo vidi sbadigliare di nuovo osservando me ed il letto. Qualche minuto dopo ci ritrovammo a dormire come due bambini stanchi sullo stesso letto.

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