Capitolo 19
<<Ti va di dirmi perché piangi, ora?>> chiese Harag asciugando una lacrima solitaria, il mio pianto era quasi cessato così come i singhiozzi, sentivo i miei occhi bruciare mentre fissavo quelli di Harag.
<<È tutto un casino>> mi limitai a rispondere, emettendo un grande sospiro cercando di non cadere nuovamente in quel pianto isterico.
<<Io, voglio sapere chi sia mio padre e allo stesso tempo voglio mandarlo a quel paese>> ammisi asciugando una lacrima con lo sguardo fisso le mie gambe.
<<Troviamolo per mandarlo a quel paese allora>> suggerì facendomi sorridere, sì anche quella era una buona idea.
<<Voglio anche diventare potente per far inchinare Moloch ai miei piedi>> aggiunsi, seduta sulle gambe di Harag pensai di sembrare quasi una bambina che esprimeva i propri desideri a Babbo Natale Harag, sorrisi al pensiero.
<<Sono sicuro che ci riuscirai>> disse dandomi una pacca sulla testa, mi sentivo già meglio.
<<Odio il paradiso tanto quanto l'inferno>> aggiunsi poi osservandolo negli occhi, sicura di essere compresa.
<<Anche io>> disse in un sussurro, avvicinandosi al mio viso.
<<Potremmo creare un nuovo regno>> suggerii facendolo ridacchiare, non stavo scherzando.
<<E come potremmo? Vuoi creare una via di mezzo?>> chiese alzando un sopracciglio senza perdere il sorriso.
<<Esatto, un posto dove si può essere liberi di essere se stessi, nessun amore assoluto per il creatore e nessun limite sui piaceri della vita. Quasi come gli umani...>> iniziavo a credere davvero nelle parole che formulavo, Harag invece sembrava pensieroso.
<<E dove lo vorresti creare questo regno? Con quali forze?>> chiese finalmente capendo la mia serietà a riguardo.
<<Non lo so, ma troverò una soluzione anche a questo>> affermai decisa, ormai le lacrime erano cessate lasciando spazio a tanta determinazione.
<<Hai una bella lista di cose da fare>> ridacchiò ed aveva ragione, mi ero fissata così tanti obiettivi nonostante portarne a termine solo uno sembrava impossibile.
<<Ora che so come nutrirmi, potrò diventare più forte>> pensai ad alta voce, con la coda dell'occhio lo vidi irrigidirsi a quell'affermazione.
<<A proposito di nutrirsi, cosa ci facevi ieri in quel locale?>> chiese forzandomi ad osservarlo, Morgue non glie lo aveva detto?
<<È stato Morgue a portarmi e a conciarmi in quel modo! Non sapevo nemmeno dove eravamo diretti fin quando non siamo giunti nel posto in cui per di più mi ha lasciata sola!>> mi infuriai al solo ricordo.
<<Morgue? Ci parlerò io>> sospirò per poi aggiungere <<non devi più tornare in quel luogo, è un covo di demoni e potresti trovarci anche Moloch... Non capisco cosa avesse in mente Morgue...>> si fermò a riflettere un attimo mentre io rabbrividii al solo pensiero di incontrarlo nuovamente.
<<In quel posto ci nutriamo, pulula di prostitute, imprenditori, uomini sposati che cercando un po' di "svago". Lust ovviamente predilige le anime degli uomini che cedono subito alle sue lusinghe, Morgue preferisce le anime dei soliti ricconi che vanno lì per mostrare chi sono, quanto sono importanti e stupidaggini del genere ed io... Cerco gente facilmente irascibile>> spiegò ciò che già avevo inmaginato, anche se una domanda mi balenò nella mente.
<<Cerchi le tue anime seduto su una poltroncina, in una sala privata?>> chiesi leggermente stizzita.
Lui sorrise spingendo la mia schiena verso di lui, facendomi avvicinare ancora di più.
<<No, lì faccio altro>> quelle parole mi fecero irritare così tanto che cercai disperatamente di sfuggire da quella stretta, inutilmente.
<<Cosa fai allora?>> chiesi non sicura di volerlo sapere.
<<Quando sei entrata tu, avevo appena finito un pasto. In quel posto ci vado quando ormai ho catturato la mia preda, é lì che li uccido e mi nutro della loro anima>> storsi il naso a quell'affermazione.
Sapevo che Harag uccideva, lui al contrario mio non si era opposto a questo destino e molto probabilmente se non avessi scoperto quel potere in me, avrei iniziato a farlo anche io disperata per la fame.
<<Non ho visto nessun corpo entrando>> commentai ricordando la scena, la stanza vuota in cui solo lui era presente.
<<Era già stato portato via>> rispose alzando le spalle.
<<Portato via? Da chi?>> chiesi, come era possibile sbarazzarsi di un cadavere in così poco tempo?
<<Come ti ho già detto, quello è un covo di demoni, quelle salette sono state fatte proprio per noi e ci sono degli addetti al recupero corpi, sei arrivata giusto in tempo ieri>> spiegava tutto con tanta calma che per poco dimenticai che stavamo parlando di gente che veniva uccisa e fatta sparire quotidianamente!
<<La gente non si insospettisce della scomparsa di tanta gente nel locale?>> chiesi senza contenere la mia curiosità.
<<Chi frequenta quel locale spesso non ha famiglia o è gente che fa di tutto per farsi odiare da familiari ed amici, raramente vengono cercati, e quando qualcuno viene a fare domande gli viene fatto il lavaggio del cervello... Tutto qui>> annuii anche se ancora non capivo perché Morgue mi aveva portata in un posto simile.
<<Non devi più tornare in un posto del genere, e non devi mai avvicinarti a me quando sono in quei luoghi... chiaro?>> chiese seriamente osservando i miei occhi attento ad ogni mia mossa.
<<Va bene...>> risposi tenendo a freno la lingua dal continuare a riempirlo di domande.
<<Come vanno le cose, giù da voi?>> chiesi allora cercando di cambiare argomento.
<<Come al solito, Moloch sta organizzando il matrimonio tra me e Vasariah>> lo ammetto: avevo dimenticato questo particolare.
Sgranai gli occhi irrigidendomi all'istante, annullato un matrimonio era passato subito a pianificare l'altro.
<<Hai intenzione di sposarla?>> chiesi allora amaramente, ma alla fine dei conti cosa c'entravo io? Non sapevo nemmeno cosa ero per lui.
<<Sto cercando di rimandare e rimandare ma prima o poi quel giorno arriverà>> rispose distogliendo il suo sguardo dal mio.
<<Perché lo fai se non vuoi? Perché non rifiuti?>> chiesi sprezzante, odiavo come nessuno di loro si imponesse mai agli ordini del padre..
<<Non è facile come pensi, c'è una gerarchia da rispettare ed al primo passo falso sei fuori: Moloch é uno dei Re degli inferi ed è temuto e rispettato da chiunque>> spiegò con rabbia, stava perdendo le staffe.
<<Ma non è giusto! Non può scegliere lui per voi chi amare!>> risposi irritandomi a mia volta.
<<Amare? Aleira non dimenticare chi siamo>> quasi ringhiò allontanandosi da me, le mani strette in due pugni iniziarono a tremare.
<<Non amavi Vasariah quando eravate una coppia?>> chiesi senza badare alla sua collera.
<<Provavo una certa simpatia nei suoi confronti>> mentì incrociando le braccia attorno al suo petto.
<<Non c'è bisogno di mentire con me>> sussurrai sperando che si calmasse, che bisogno c'era di negare i propri sentimenti fino a quel punto?
<<Non voglio che sposi Vasariah>> ammisi in seguito tristemente, Harag mi confondeva, non riuscivo a capire quali fossero i suoi sentimenti nei miei confronti.
<<Questo è l'ultimo dei tuoi problemi per ora, dovresti pensare ad altro>> ed aveva ragione, come negarlo?
Sospirai dandogli le spalle, non avevo più voglia di discutere con lui, chissà cos'altro avrebbe potuto dire in grado di ferirmi.
<<Sarà meglio che tu vada da lei allora, non vorrai lasciare la tua fidanzata sola per tutto questo tempo>> commentai acidamente afferrando il libro di demonologia tra le mie mani, senza rivolgere più lo sguardo nella sua direzione.
Aprii una pagina a caso, notai che era la lista dei nomi dei più potenti demoni esistenti con accanto le loro particolarità.
Puntai il mio sguardo su un nome qualunque: Agares (granduca), appariva come un anziano signore segnato da numerose rughe, sempre in compagnia di un corvo nero sulla sua spalla sinistra. Tentava gli umani nel scappare di casa ed allo stesso tempo poteva aiutarli a farci ritorno.
All'inizio non feci molto caso a quelle parole fin quando non ebbi un'idea: forse mi avrebbe potuto aiutatare a trovare la mia vera famiglia!
Alzai lo sguardo per comunicare la mia idea ad Harag ma non era più nel punto in cui lo avevo lasciato, bensì era accanto a me! Non mi ero nemmeno accorta della sua presenza o dei suoi spostamenti.
<<Cosa c'è?>> chiese quando lo osservai, era ancora arrabbiato.
<<Lo conosci?>> chiesi indicando il nome del demone su libro, lui si avvicinò per leggere meglio.
<<Agares... Sì lo conosco, ma è un tipo un po' strano>> disse pensieroso, il suo viso chino verso il libro era accanto al mio, così cercai di non fissarlo troppo.
<<Forse potrebbe aiutarci...>> proposi sperando che fosse davvero una buona idea.
<<Ci parlerò io, ovviamente vorrà qualcosa in cambio per non dirlo a Moloch>> spiegò serio.
Cosa potevo offrirgli? Non avevo nulla, dubito che gli servissero soldi o beni materiali.
<<Cosa potremmo offrire?>> chiesi sperando che lui avesse un'idea.
<<Lasceremo che sia lui a proporre qualcosa e poi ne discuteremo>> finalmente era tornato tranquillo come sempre.
<<D'accordo>> risposi richiudendo il libro.
<<Mi dispiace>> disse d'un tratto attirando la mia attenzione.
<<Per cosa?>> chiesi.
<<Per aver reagito in quel modo prima>> disse sfiorando la mia guancia con il dorso della sua mano.
<<Hai già abbastanza guai, voglio che ti concentri su te stessa e non su di me o noi, non hai bisogno di distrazioni>> sapevo che aveva ragione, che la nostra relazione ancora indefinita veniva in secondo piano rispetto allo scoprire chi ero davvero.
Senza dire una parola annuii con la testa tentando di sorridere, ma quello che venne fuori fu una smorfia perché iniziò a ridacchiare.
<<Ora vado a cercare il vecchio, a presto>> annunciò prima di andar via, mi distesi sul letto sospirando.
Kasal POV
Noia, sonno, noia, sonno. Il ticchettio dell'orologio mi dava sui nervi mentre cercavo di schiacciare il mio pisolino pomeridiano, la vita scorreva noiosa e lenta come al solito.
Ero stesa sotto le coperte del mio lettone, i capelli neri sparsi tra le lenzuola erano cresciuti così tanto che mi arrivavano fino alla vita ma non avevo voglia di tagliarli.
<<Dimmi>> dissi quando sentii la presenza di Harag nella stanza, non avevo bisogno di alzare lo sguardo per sapere che si trovava lì.
<<Ho bisogno del tuo aiuto>> Harag assieme a Morgue era l'unico dei miei fratelli che continuava a chiedere il mio aiuto per qualsiasi questione, nonostante conosceva benissimo la mia risposta.
<<Qualsiasi cosa sia non mi interessa e non lo farò, sono stanca>> risposi nascondendo di più il mio viso sotto le coperte, quasi sperando che esse potessero impedire al suono della sua voce di raggiungere le mie orecchie.
<<Sei l'unica di cui mi fido davvero qui>> ed eccolo con le sue smancerie, avevo perso il conto di quante volte glie lo avevo sentito dire.
<<Riguarda Aleira?>> chiesi, non che mi interessasse comunque.
<<Sì, ha bisogno di noi. Vassago crede che lei...>> non appena sentii quel nome decisi di smettere di ascoltare le sue parole, aveva perso tutto il mio interesse.
<<Stai sprecando il tuo fiato e tempo>> dissi ignorando il fluire delle sue parole.
<<Andiamo Kasal, voi due siete simili... Aiutala>> noi due simili? Avevo notato in quella ragazza la curiosità che un tempo mi apparteneva, il desiderio di seguire un obiettivo... Ma stava perdendo il suo tempo così come feci io in passato. Nulla di buono sarebbe accaduto e sarebbe rimasta sola proprio come me. Forse un tempo avremmo potuto essere simili, ora non più.
<<Non voglio contribuire al suo suicidio interiore>> risposi odiando Harag per la sua insistenza, era da tanto che non lo vedevo così preso con una faccenda.
<<Stai contribuendo a ciò rimanendo ferma nel letto Kasal e lo sai, lo so che ti manca uscire fuori, comunicare con la gente..>> bla bla bla, Harag va via maledizione!
Uscii fuori dalle coperte su tutte le furie, perché proprio io? Non poteva chiedere aiuto ad Ilara? Lust?
Non appena incontrai il suo sguardo però sussultai, era disperato. Come lo ero un tempo io, come lo sono ancora.
Odiavo Harag perché lui mi capiva, avevamo due modi di reprimere i nostri sentimenti: lui con la rabbia ed io nella pigrizia e nel rifiuto di compiere qualsiasi dovere.
Perché doveva sempre ricordami chi ero davvero? Sospirai scendendo dal letto, le mie gambe gioirono nel poter camminare di nuovo ed il contatto con il pavimento fresco mi fece rilassare.
<<Cosa vuoi che faccia?>> chiesi acidamente frugando nell'armadio alla ricerca di un cambio di abiti decente.
<<Devo cercare Agares, nel frattempo ho bisogno di qualcuno che badi a Vassago e capisca cosa gli passa davvero per la mente>> ed ovviamente quel qualcuno dovrei essere io?
<<Dubito vorrà parlare con me>> dissi afferrando un vestito, biancheria e scarpe per poi avviarmi verso il bagno.
<<Non devi per forza parlarci, potresti spiarlo>> suggerì ed io annuii a quell'idea, ero brava a nascondermi grazie alla mia statura.
<<Lo farò, solo perché sei tu a chiedermelo>> dissi, lo vidi mimare un grazie con le labbra prima che gli chiudessi la porta del bagno in faccia.
In foto: Agares.
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