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ALYSSA

Non ci credo. Ho fatto un pompino a Oliver... E sono rimasta a dormire da lui. nel suo letto. Con lui a dorso nudo e me completamente vestita. Sono sveglia da cinque minuti, mi sono alzato quando basta per appoggiare la schiena alla spalliera del letto, e lo sto guardando imbambolata. È a pancia in giù con la testa rivolta dall'altro lato e un braccio sotto al cuscino. Scommetto ha anche la bocca leggermente aperta. È bellissimo. Potrei restare a guardarlo per ore, solo che non posso. Ho una lezione stamattina e poi non mi sento a mio agio a farmi trovare qui quando si sveglierà. Per lui è una cosa normale fare quello che abbiamo fatto noi ieri sera, ma per me no. La sua ragazza.

Conta che me lo abbia chiesto dopo un orgasmo? E io ho pure detto di sì cavolo... Perché lo voglio, davvero, davvero tanto. Non credevo fosse possibile provare piacere mentre si fa provare piacere ad un'altra persona, ma è quello che mi è successo ieri. Più lo sentivo gemere, lo vedevo perso per me, più mi sentivo carica a continuare e il solo ricordo mi accende un fuoco dentro che mi costringe a togliermi le coperte di dosso. Smettila di agitarti Alyssa.

Con un grugnito roco Oliver volta la testa nella mia direzione togliendo il braccio da sotto il cuscino passandomelo attorno la vita, però non apre gli occhi né dice nulla. Non è ancora sveglio. Caccio un sospiro di sollievo e, con cautela, gli sposto il braccio liberandomi dalla sua presa per alzarmi. Recupero le scarpe evitando di fare rumore e lo guardo ancora una volta. È perfetto. Sembra un Dio. Devo trattenermi dall'andargli incontro e baciargli ogni centimetro di pelle scoperta, la schiena, le guance, le labbra...

Esco in fretta e furia da questa casa, senza guardare neanche le mie condizioni attuali, e vado a piedi verso casa. Evito di chiamare un taxi perché l'aria mattutina mi ha sempre aiutato a schiarirmi le idee e poi sono un fuoco e ho bisogno di spegnermi al più presto. Nell'appartamento non trovo le ragazze, probabilmente saranno con Blake o Brian o a lezione. Quest'appartamento sta diventando sempre più una tappa lungo il percorso per tutte noi dato che passiamo più tempo con i ragazzi che qui. L'unica che forse continua a passarci del tempo è Aisha dato che molto spesso, a causa della terapia, è stanca e deve riposare. Non ho ancora avuto modo di parlarle di quanto è successo tra noi in passato. Non voglio turbarla, non ora che è già preoccupata di suo e poi sembra che le cose tra noi vadano bene. Non come prima, ma meglio sicuramente.

Mi faccio una rapida doccia e mi cambio dandomi una sistemata per andare a lezione. Mentre ero sotto la doccia qualcuno mi ha chiamato, ma non ho risposto anche se credo di sapere chi fosse. Oliver. Prima di uscire, borsa in spalla con dentro i libri che mi servono oggi, prendo un grande respiro e ascolto il messaggio in segreteria.

-Hey... Un certo giocatore di football, che sta rischiando parecchio dato che è agli allenamenti e non può neanche guardare il telefono per l'ora, sta cercando di capire perché la ragazza più bella, divertente, intelligente, perfetta... la sua ragazza sia scappata stamattina. Stasera c'è la partita e spera di vederla in prima fila tra le cheerleader e magari con addosso anche il suo numero...-

C'è una pausa in cui sento il suo respiro e, cavolo, lo vedo addirittura sorridere come fa solo lui.

-Stanotte è stato...- altra pausa in cui penso a tutti gli scenari possibili. È stato un errore...

-Fantastico. Chiamami o scrivimi, appena posso ti rispondo... - c'è un attimo di silenzio, come se volesse aggiungere qualcosa, ma non lo fa e alla fine riattacca. Non mi concedo neanche un minuto per metabolizzare quanto ho sentito. Metto via il telefono ed esco diretta alla lezione. Solo quando una ragazza che ho conosciuto appena trasferita qui me lo fa notare, mi accorgo che sto sorridendo. E sorrido ancora di più stavolta.

La sera alla partita facciamo tutte il tifo. Si sente che ci sono i nostri ragazzi in campo e non siamo le uniche cheerleader ad aver attirato l'attenzione di un Draits quindi non siamo solo noi tre ad urlare ad ogni mossa che fanno. Non mi è mai piaciuto lo sport, ma vedere Oliver così concentrato dare il mille per mille sul campo mi fa provare un forte senso di orgoglio. Entrambe le squadre sono ancora in pareggio, ma la nostra è diretta verso i play-off quindi non dubito che vinceranno stasera. Una gomitata da parte di Aria e Aisha mi riporta alla realtà, gli occhi fissi sul numero 56, White. Arriva ai 50 yard... 30... 20... 10... Un boato collettivo si solleva tra il pubblico mentre io saltello e urlo come una forsennata insieme alle altre cheerleader e alle mie amiche. L'arbitro segna la fine del primo tempo e Oliver, invece di seguire i suoi amici negli spogliatoi per riposarsi un po', viene verso di me. mantiene il casco in mano e si abbassa in modo da parlarmi all'orecchio, ad una distanza ravvicinata.

-Non sai quanto vorrei baciarti davanti a tutti in questo momento... Come a quel ballo- la sua voce è carica di desiderio e, quando si allontana di poco per guardarmi, anche i suoi occhi hanno quella luce.

-Immagina di farlo- perché io lo sto già facendo. Si apre un sorrisetto sfrontato sul suo viso che fa sorridere anche me. Ha solo cinque minuti di pausa e li sta sprecando per stare qui a parlarmi e la cosa mi rende felice.

-Fa freddo stasera...- interrompo il nostro silenzio fatti di sguardi sfregandomi le mani sulle braccia. Non capisce dove voglio arrivare, quindi continuo.

-Potresti darmi il tuo giubbotto... Non avrà il tuo numero stampato sopra, ma sarà comunque tuo- gli spiego con finta calma. In realtà vorrei che fosse direttamente lui a scaldarmi... Il suo viso si illumina come delle luci di Natale e il suo sorriso si allarga ancora di più.

-Quando vedi tutti gli altri giocatori uscire dagli spogliatoi raggiungimi- mi fa l'occhiolino e inizia ad indietreggiare lentamente.

-Tutto questo- urla anche se capisco quello che dice leggendogli le labbra a causa della confusione che c'è. Apre le braccia e indica tutto ciò che lo circonda continuando ad indietreggiare lentamente, il casco sempre in mano.

-Solo per te- proprio con la mano che tiene il casco mi indica prima di correre verso gli spogliatoi. Mi manca l'aria. Mi sventolo con la mano cercando di calmarmi, altro che freddo! Le mie amiche ridono senza neanche cercare di nascondersi, ma non dicono nulla. Quando finalmente la squadra torna in campo, facendo attenzione a non essere ista, raggiungo Oliver. Mi sta aspettando accanto al suo armadietto appoggiato, il giubbotto in mano. Appena entro negli spogliatoi e nella sua visuale punta lo sguardo su di me e, senza dire nulla, si avvicina passandomi il giubbotto sulle spalle. Non lo ringrazio a parole. Mi alzo sulle punte e poi premo le mie labbra sulle sue. Dovrebbe essere un bacio innocente, ma non c'è mai nulla di innocente quando siamo insieme. La sua lingua cerca la mia, le sue dita mi stringono i capelli mentre io mi aggrappo al suo petto, alla sua nuca, a lui. ci stacchiamo solo quando sentiamo il coach chiamarlo di continuo, ma nessuno dei due vorrebbe.

Dopo la partita, l'abbiamo vinta grazie ad Oliver, Brian e Jake, andiamo tutti a casa di quest'ultimo per la festa della vittoria. Solo che Oliver non vuole festeggiare, o meglio vuole farlo solo con me perché mi trascina su in camera. Sia lui che Brian hanno un stanza personale qui. Appena chiude la porta mi ci intrappola contro, le sua mani agli angoli della mia testa e il suo corpo premuto contro il mio. Abbiamo entrambi il respiro un tantino irregolare e gli occhi incastrati in quegli dell'altro. La luce illumina lo spazio e mi rendo conto che è molto simile allo stile con cui è arredata casa sua, anche se stona con il resto della casa di Jake.

-Sei andata via stamattina, senza salutare- sorride, un sorriso tirato, ma lo sguardo è serio e non mi molla un attimo.

-Avevo lezione e non volevo svegliarti- la mia voce è un sussurro. Ho paura che possa capire come mi sono sentita. Capire che mi sono quasi pentita, perché non è da me. Perché non sono come le altre che si porta a letto.

-Farò finta di crederci- il suo tono baritonale mi fa tremare le ginocchia e il suo bacio, pieno di rabbia e desiderio, anche se è appena accentuato mi provoca l'istinto di aggrapparmi a lui e non lasciarlo più.

-Se ci dovessimo spingere troppo oltre... Se non dovessi sentirti a tuo agio per qualsiasi cosa... Se non dovessi sentirti pronta in qualunque momento, me lo diresti vero?- prima probabilmente avrei fatto finta di nulla, ma ora non è così. Il solo fatto che si preoccupi costantemente per me mi fa capire di potermi fidare, almeno in parte. Quindi annuisco, ma lui non cede, vuole sentirmelo dire e lo accontento.

-Te lo direi. Ma per adesso non è così. Va tutto bene- provo addirittura a sorridergli anche se a tensione che ho accumulato sulle spalle non mi è d'aiuto.

-Bene- è ancora serio e quando mi bacia tiene gli occhi aperti. Come se cercasse un segno di cedimento da parte mia, che non trova perché non glielo lascio trovare. Lascio che questo bacio mi travolga completamente fin quando anche lui non è coinvolto e più rilassato. Sentirlo gemere sulle mie labbra, per me... Non mi stancherò mai. È di nuovo teso e ho di nuovo l'impressione che mi voglia dire qualcosa, come nel messaggio.

-Alyssa io...- si ferma. Forse perché mi irrigidisco senza dargli neanche il tempo di finire la frase. Non stava per dire quello che credo. Giusto?

-Sei tesa. Lasca che ti faccia un massaggio- non aspetta neanche una mia risposta. Mi porta sul letto e mi sistema tra le sue gambe. La schiena contro di lui. mentre mi massaggia il collo e le spalle, mentre mi lascia dei baci dove passano anche le sue mani. Mi basta voltarmi appena per baciarlo di nuovo. Ha un sapore così buono. Sa di menta e di lui. Sa tanto di lui. Ormai conosco bene questo sapore e l'effetto che mi fa. Mi sdraio su di lui che si stende di schiena sul letto e continuiamo a baciarci senza fare altro. solo coccole, carezze, abbracci e tanti, tanti baci. Non mi interessa neppure che restiamo a dormire da Jake. Sono presa completamente da lui e dalle sue braccia che mi stringono forte e mi fanno sentire a casa. 

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