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JAKE

È arrivato il momento del viaggio. Brian e Aisha hanno organizzato tutto quando hanno saputo che Alyssa stava bene. Ora siamo diretti a New York, io, Alessio, Aisha, Brian e Oliver e Alyssa. Blake e Aria sono andati a Belgravia, a casa di Aria, o meglio nel suo castello. Ci ha confessato di essere una principessa e, lei e Blake, hanno deciso di fare questa piccola deviazione per conto loro dato che Aria era un po' giù di morale ultimamente. La cosa positiva è che Alessio e suo fratello hanno parlato e si sono riavvicinati come un tempo anche se lui non gli ha ancora confessato nulla di noi perché teme il suo giudizio. Però mi ha promesso di farlo durante questo viaggio mentre, al ritorno, io lo dirò a tutti. Amo Alessio e non voglio perderlo o rischiare di perderlo mai più.

Dopo esserci sistemati nelle nostre rispettive camere, ci hanno raggiunti anche Blake e Aria come d'accordo, ci siamo separati per dare un'occhiata all'hotel, mentre Aisha e Brian hanno deciso di retare in camera. È di quelli a cinque stelle quindi non mi sorprende che abbia un camino in una piccola saletta un po' in disparte, per chi vuole restarsene da solo. Quello che mi sorprende è trovarci Alessio seduto sulla poltrona intento a fissare il fuoco assorto nei suoi pensieri. Mi avvicino di soppiatto senza fare rumore per poi poggiare una mano sulla sua spalla.

-Hey- mi siedo acanto a lui, sull''altra poltrona e mi riscaldo le mani col fuoco guardando il mio ragazzo di profilo. Il mio ragazzo. Quant'è bello dirlo?

-Cos'hai?- gli chiedo quando mi fa appena un sorriso a mo' di saluto. Scontro leggermente le nostre spalle in modo scherzoso, ma mi guarda appena sempre con quel sorriso tirato.

-Hai mai avuto dubbi sul tuo futuro?- chiede, la voce seria, lo sguardo vitreo. Scuoto la testa con convinzione.

-No. Ho sempre saputo che il mio posto era nella NFL con i miei fratelli- mi viene un sorriso spontaneo al ricordo di noi tre da piccoli che ci allenavamo nel parco o sul retro di casa mia. Quando tutti uscivano a divertirsi a noi bastava quello. Giocare. Avere l'uno l'altro. le feste, le ragazze per loro, la fama... Quelli sono venuti dopo aver iniziato a portare la squadra delle medie e, successivamente, quella del liceo a più vittorie di quante ne abbiano mai viste in decenni. Poi è arrivato il college ed è diventato sempre più reale... Il nostro sogno.

-Sei fortunato sai? Ad avere le idee chiare e ad avere loro... Io non so cosa voglio fare. Ho seguito mia sorella e mio fratello al college per non lasciarli andare via senza di me, ma non so cosa fare. Che corsi frequentare... Per ora sto facendo medicina, ma non so se è la strada giusta per me. Blake vuole giocare, probabilmente ve lo ritroverete nella NFL e dovrete sopportarlo ancora, ma io non sono poi così bravo e non è la mia unica ragione di vita, l'unica cosa a rendermi felice...- sembra davvero triste, anzi no, sopraffatto da tutto quanto. Dal futuro. E anche se forse sto correndo troppo ho un'idea e non posso fare a meno di dirglielo.

-Vieni nella NFL con i ragazzi... Tuo fratello... Con me- vedo la sua mascella irrigidirsi e poi il suo sguardo si posa lentamente su di me. con il rifletto del fuoco che gli illumina metà viso e quell'espressione così sexy mi viene voglia di strappargli i vestiti incurante di chi ci possa vedere.

-Fingiamo per un attimo che possano volermi e che io sia abbastanza gravo da essere reclutato. Sul serio mi vorresti con te? Credi che la nostra possa diventare così seria e durare così tanto?- non ho neanche bisogno di pensarci. Gli prendo il viso tra le mani mentre mi avvicino a lui e alle sue labbra così appetitose che supplicano di essere baciate.

-Credo che il nostro sarà davvero uno di quei finali da favola dei cartoni o delle fiabe... Il nostro potrebbe essere un per sempre felici e contenti. Ma solo se ce ne diamo l'occasione- gli dico in tutta onestà. Perché sì, non nego di averci pensato in questi ultimi giorni a un futuro di lunga durata con lui. Sono stato così bene con me stesso, come non lo sono mai stato e non voglio rinunciarci se non lo vuole nemmeno lui. Quando passa la lingua sul labbro inferiore per poi mordicchiarselo non resisto più. Al diavolo tutto e tutti. Che ci vedano pure, non m'importa. Mi fiondo su di lui risucchiando tutto l'ossigeno dai suoi polmoni come lui fa con me. È un tira e molla, ma uno di quello che vorresti non finissero mai. La sua lingua che si scontra con la mia, i suoi denti che affondano nelle mie labbra per poi invertirci i ruoli.

-Ho tutto quello che mi serve, proprio qui, difronte a me e gli sto aspirando la faccia come se ne valesse della mia vita. Quindi credo sia ovvio che è lo stesso per me- si allontana di poco per potermi guardare negli occhi, ma non abbastanza da impedire che le nostre labbra si sfiorino a ogni sua parola e ogni mio respiro.

-Tu sei il mio segreto Jake così come sei il mio per sempre. E ti amo, cazzo. Ti amo, ti amo da impazzire- affonda le dita nei miei capelli per poi tornare a scontrare le nostre labbra e, cazzo, se mi rende felice sentirglielo dire. È fantastico.

-Ti amo Prince. Più di quanto immagini, ma adesso se non la smettiamo non potrò più fermarmi. Ce l'ho così duro che potrebbe scoppiare da un momento all'altro- ed eccolo lì. Il sorriso che aspettavo di vedere da tutto il giorno. La cosa per cui farei di tutto.

-Io non sto messo tanto meglio di te García, ma riesco a resistere di più a quanto vedo. Buono a sapersi- continua a baciarmi e a stuzzicarmi fin quando non mi sfugge un grugnito misto a un gemito che passa dalle mie labbra direttamente alle sue e si unisce alla sua risata. Stronzo.

-Sta' zitto Illinois. È ora di tornare in camera- ma non ho nessuna intenzione di andarmene fin quando non sarai anche tu al limite. Ha troppo autocontrollo questo ragazzo. Inizio a toccargli l'erezione da sopra il cavallo dei jeans, ma lui non cede. Serra le labbra, non c'è più traccia di divertimento nei suoi occhi solo desiderio misto a disperazione. Non demordo. Continuo ad accarezzarlo e a lasciargli baci umidi sulla mascella, talmente serrata che fa male a me solo guardandolo, sul collo, dietro l'orecchio... E bingo. È uno dei suoi punti erogeni l'orecchio, l'ho scoperto quando siamo stati insieme la prima volta. Ed ecco il suono che bramavo di sentirgli uscire dalle labbra. Adesso è il mio petto che vibra per la risata che nasce spontanea a vedere la sua espressione così arresa e sconfitta.

-Dai piccolo, ti farò un lavoretto appena saremo soli promesso. Ma non mettere il broncio- gli bacio l'angolo della bocca che lentamente si alza all'insù per la mia proposta alla quale, sapevo, non sarebbe riuscito a restare impassibile.

-Sarà meglio per te California. O te ne pentirai- altro grugnito suo, altra risata mia e altro bacio nostro.

-Il. Miglior. Natale. Di sempre. Ti amo- li scocco un altro bacio sulle labbra prima di alzarmi facendogli segno di seguirmi. Se non torniamo in camera adesso, non lo faremo più. Dobbiamo avere parecchia fortuna perché, dopo pochi minuti in cui ci siamo messi a letto, uno dopo l'altro i ragazzi se ne vanno nella stanza delle ragazze, abbiamo una porta comunicante che unisce entrambe le camere, lasciando me e Alessio da soli. Bene. Anche se non possiamo fare troppo rumore per non rischiare di farci scoprire.

-Sbaglio o tu hai un debito con me?- Alessio, il mio ragazzo, sposta di poco le coperte facendomi segno di raggiungerlo nel suo letto. Scavalco il letto singolo che c'è in mezzo e lo raggiungo sul suo matrimoniale dato che avrebbe dovuto condividerlo con suo fratello.

-Ah sì? Non me lo ricordo- lo provoco guadagnandomi un'occhiata assassina da parte sua. Con una mossa rapida mi prende la mano e se la piazza sul pacco senza staccargli gli occhi di dosso.

-Al lavoro. Ora- mi ordina con quell'aria autoritaria che mi fa impazzire.

-Con piacere. Spero che tu dopo sia così gentile da ricambiare però- e, cavolo, anche se non volesse farlo sarei più che felice di continuare a toccarlo per tutta la notte facendolo gemere.

-Certo. Ma adesso non distrarti- chiude gli occhi e volta il viso verso il soffitto mentre le sue labbra si allargano in un sorriso contagioso. Accelero il ritmo mentre lo bacio sulla clavicola e gli sussurro all'orecchio.

-Guardami. Voglio vederti mentre vieni per me- lo sento fremere. È quasi arrivato all'orgasmo e i suoi boxer sono scesi giù, lungo le sue caviglie per non darmi fastidio. Da bravo ragazzo qual è mi obbedisce e mi ci perdo in quei suoi occhi coì chiari. Cazzo. Potrei venire anch'io e non mi ha neanche toccato. Non ancora almeno.

-Il. Miglior. Natale. Di. Sempre- ripete le mie parole di prima, scandendole chiaramente prima di venirmi in mano e attirarmi per la nuca su di lui per un lungo, lunghissimo, bacio. Che gli serve per riprendere fiato prima di mantenere la sua parola. Adesso io mi metto comodo e non stacco gli occhi da lui neanche un'instante. Specialmente mentre scende giù, fino al mio inguine, e usa la bocca invece che la mano. Mi godo lo spettacolo mentre non faccio che amarlo sempre di più e continuiamo così fino al mattino. Non chiudiamo gli occhi per più di cinque minuti alla volta, ma ne vale la pena. Specialmente per il risveglio che mi riserva prima che i ragazzi ritornino qui per prepararsi all'uscita do stamattina. Mi dispiace solo di non riuscire a ricambiare il buongiorno che mi ha dato Alessio. Ma mi rifarò. Molto presto. A Los Angeles. Nella nostra stanza doppia. Non vedo l'ora

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