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BRIAN

Il coach Steven prima dell'allenamento mi ha sgridato per aver saltato tutte le lezioni. Già dall'inizio dell'anno. Il coach a volte è più severo dei miei genitori, lo è con tutti perché non vuole che ci concentriamo troppo sul football ed è strano visto che è l'allenatore. Ma vuole che capiamo ci sono cose più importanti, com'è successo a lui quando ha conosciuto sua moglie.

Il coach ha vinto non so quante medaglie e anche il Campionato. Sarebbe andato nella NFL se sua moglie non fosse stata incinta, ma ha preferito rinunciare per essere più vicini a loro e nel frattempo continua con la sua passione allenando noi. Vive ogni partita sul campo, attraverso noi, con noi e, per quanto non capisca la sua rinuncia, in un certo senso sono contento che sia andata così perché non mi sarebbe potuto capitare un allenatore migliore.

Il coach, appena metto piede sul campo e inizio a giocare, si dimentica della mia piccola bravata di stamattina e inizia a darci indicazioni su cosa fare. La squadra si è divisa in due così da poter fare una partita di prova. Sono carico e pieno di energie e porto a segno due touchdown. Il coach e tutti i miei amici si complimentano per la mia performance ed è così gratificante, cazzo.

Solo che mi distraggo notando Aisha in prima fila con una macchina fotografica. Oggi l'allenamento delle cheerleader non c'è quindi sarà qui per vedere i fratelli... O me? La raggiungo approfittando dell'attimo di pausa.

-Sei qui per vedermi? Già sentivi la mia mancanza di' la verità- è uno scherzo, ma sarebbe bello se fosse vero

-Ti piacerebbe- ridacchia abbassando lo sguardo sulla macchina fotografica

-No, sono qui per fare degli scatti- la alza per indicarla e poi torna a guardarmi con uno di quei suoi bellissimi sorrisi spontanei.

-Non sapevo fotografassi- appoggio le braccia sulla sbarra si ferro che ci separa e mi sporgo di poco in avanti

-Sì, ma non la prendevo da più di un anno da quando io e Alyssa...- si ferma e riabbassa lo sguardo

-Da quando tu e Alyssa cosa?- mi pento subito di averglielo chiesto perché si rattrista ancora di più, probabilmente ripensando a quel momento

-Dovresti partecipare alla mostra che si terrà la settimana prossima. Sono sicuro che la prof. Di arte ne sarebbe contenta. Cerca sempre nuovi talenti- torna a guardarmi grata di aver cambiato argomento. In quel momento arriva Sally, il capitano delle cheerleader, e il coach mi richiama per continuare l'allenamento. Saluto entrambe e poi ritorno dalla squadra.

Sapere che Aisha è seduta a pochi metri da me e mi sta guardando mi fa uno strano effetto, ed è insolito considerando il fatto che gioco difronte a migliaia di persone. La smetto di pensare e inizio a correre. Un giocatore cerca di placcarmi, ma lo evito. Lancio la palla al miglior ricevitore della squadra, Jake, che si fa strada verso la fine del campo. Mentre tutti guardano l'esito del passaggio io mi giro per guardare Aisha. Ho visto, con la coda dell'occhio, che quando ho lanciato il pallone da football lei mi ha fatto qualche scatto. O almeno penso dato che aveva la macchina fotografica puntata su di me. la trovo ancora così quando mi volto.

In un primo momento sono teso per il passaggio, ma poi le sorrido e le strizzo l''occhio. Per quanto lo neghi so che le piace quando lo faccio. Lei allontana la macchinetta e mi rivolge un sorriso adorabile. Sto per tornare a concentrarmi sull'allenamento quando il pallone cade ai miei piedi e un giocatore mi si butta addosso placcandomi. Nessuno riusciva a placcarmi dalle medie, cazzo.

L'allenamento finisce dopo mezz'ora in cui non ho fatto altro che ripensare al mio placcaggio e sbagliando, di conseguenza, tutti i passaggi successivi. Mi sono dovuto sorbire un altro discorsetto da parte del coach, tengo molto alla sua opinione perché è come un padre per me e non voglio deluderlo, aggiunto a quello della squadra, dei miei migliori amici, e anche a quello dei nuovi arrivati. Il sorrisetto arrogante di Blake mi ha fatto venire voglia di prenderlo a pugni, ma non è stata colpa sua. Sono stato io a distrarmi.

Sono stato scontroso per tutto il giorno. Non ho voluto parlare con nessuno. Non volevo neanche uscire stasera, ma Jake e Oliver mi hanno costretto e trascinato al Bell's. Ora siamo seduti al nostro solito tavolo, è arrivata anche il resto della squadra compresi i Price con la sorella e le amiche.

-Dai amico non tormentarti più. Capita a tutti una giornata no- Jake è seduto accanto a me e mi spintona con una spalla, mentre Oliver seduto a capotavola con un braccio attorno Alyssa, l'amica di Aisha, sghignazza. Stronzo.

-Non ti vedevo giocare così da schifo da quando avevamo tredici anni. Ancora non ci credo- Oliver cerca di trattenere le risate, ma non ci riesce. Addirittura Alyssa gli da una gomitata nelle costole per farlo smettere.

-Anche per come ho giocato oggi sono migliore di te però- decido di prenderla sul ridere, so che sta solo scherzando. È il suo modo di fare, sdrammatizza tutto. Alza la bottiglia di birra e la inclina nella mia direzione. Rido e scuoto la testa. Sarà anche uno stronzo la maggior parte delle volte, ma è uno dei miei migliori amici.

Blake è seduto difronte a me con Aria seduta quasi in braccio e mi guarda divertito. Alessio è seduto acanto a Jake, all'altro bordo del tavolo con accanto la sorella.

-Da quando le ragazze fanno parte del nostro gruppo capitano?- chiede Tony, uno dei giocatori.

-Da quando ci siamo noi- risponde Blake prima che possa farlo io. Mi guarda con aria di sfida, ma non cedo alla sua provocazione. Invece incrocio lo sguardo di sua sorella e le faccio segno di allontanarsi dal tavolo e seguirmi vicino al bancone dove ordine un'altra sprite. Lei mi guarda divertita da quella bevanda.

-Io non bevo, ma se vuoi tu puoi ordinare quello che vuoi- si siede su uno sgabello mentre io resto appoggiato al bancone di legno con gli avambracci e fa segno di no con la testa, però prende la mia sprite e ne beve un ungo sorso soddisfatta. Mi dispiace per quello che sto per fare. Mi dispiace davvero, davvero, davvero tanto. Ma oggi mi sono distratto guardando lei. Pensando a lei. E questo durante la stagione del football, durante le partite... non può succedere. Credo sia stato un errore insistere con questo nostro patto, non so neanche perché l'ho fatto. Io neanche la conosco. Però forse è per questo. Perché era vergine e volevo che la sua prima volta fosse collegata a qualcuno che conosceva almeno un po' e a cui teneva e che la ricambiava. Non lo so, non so più niente. Sono più incasinato di prima adesso.

-Se non sbaglio tu volevi sapere qual è la mia mossa con le ragazze?- cerco di sorridere anche se mi si contorce lo stomaco al solo pensiero di quello che sto per fare. Individuo le cheerleader e Molly dall'altro lato del locale.

-Mi darai una dimostrazione?- crede che ci proverò con lei. Sono un coglione.

-Osserva- lascio la bibita sul bancone accanto a lei e vado verso Molly. Non mi sfugge il modo in cui il suo sorriso si è trasformato in una smorfia. Mi chino all'orecchio della ragazza affianco a me e subito accetta di scopare nel retro del locale. In fondo non sarà la prima volta per nessuno dei due. Ma mentre vado verso il retro del locale, un braccio attorno al suo collo, faccio lo stupido errore di voltarmi a guardarla. È ancora lì, al bancone, ferma. Mi guarda con incredulità e consapevolezza. Come se si aspettasse una cosa del genere. Si alza e va verso le cheerleader, verso Sally, non torna dalla squadra. E mentre continuo a camminare non faccio che ripetermi una sola cosa: Sei uno stronzo Brian Ross

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