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Risvegli capitolo 13


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«Elijah è tutto meraviglioso, è...» tanta era l'emozione che la donna non riuscì a formulare le parole. Una volta aver visto la stanza erano scesi al piano adibito alla ristorazione: un'enorme sala, dai colori caldi, li aveva accolti. I tavoli erano coperti da splendide tovaglie color borgogna che richiamavano la fantasia delle lenzuola della camera, un centro tavola panna era decorato con minuziose roselline blu . Sopra le loro teste un maestoso lampadario di diamanti sfoggiava tutta la sua bellezza e, in un angolo della sala, un pianoforte laccato nero era dominato da un uomo il quale lasciava danzare le sue dita sui tasti riempiendo l'ambiente di una dolce melodia.

Elijah guardò la donna davanti a se: i suoi lunghi capelli biondi erano stati sollevati, il suo viso leggermente truccato risplendeva di luce propria e i suoi occhi verdi brillavano di gioia. Lui l'amava molto, sin dal loro primo sguardo aveva deciso che lei sarebbe stata la donna che lo avrebbe fatto uscire fuori di testa.

Era consapevole del rischio cui la stava esponendo, aveva provato in tutti i modi ad allontanarla parecchie volte ma tutto era risultato inutile: lei era molto cocciuta e alla fine aveva vinto. L'uomo le prese delicatamente una mano accarezzandola «Ti piace?»

«Vuoi scherzare? È tutto magnifico e anche un po' troppo per i miei standard» gli rispose. Elijah aggrottò le sopracciglia

«Che vuoi dire con questo?» le domandò

«Insomma guardami»

«Ti guardo e sai cosa vedo? una splendida maestra e donna. Ambiziosa e bellissima come poche, un pò cocciuta a volte ma che amo per questo e per tutte le altre sue qualità».

Anne a quelle parole le si inumidirono gli occhi così l'uomo le sorrise «Io ti vedo Anne, ti vedo e non posso fare a meno di notare quanto brilli la tua luce interiore più di questo posto» concluse.

La donna si asciugò una lacrima dal viso
«Ecco, adesso colerà tutto il trucco» disse lei ridacchiando.

«Signore, signorina, posso servire la cena?» domandò un cameriere al loro tavolo. Elijah lo guardò con espressione seria

«sì, fate pure» rispose tornando poi con lo sguardo su di lei. La donna lo ricambiò e, una volta tornati soli, gli domandò

«Adesso me lo dici perché tutto questo?»

«Di solito siete voi donne a ricordare queste cose» rispose lui grattandosi la testa e lei ridacchiò

«So che giorno sia oggi ma non c'era alcun bisogno di tutto questo» affermò guardandolo. Lui le si avvicinò sporgendosi un po' sul tavolo

«Non fare più domande tesoro, le risposte arriveranno da sole»

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Angie

Qualcosa di freddo giaceva inerme sulla mia fronte, provai ad aprire gli occhi sbattendo più volte le palpebre e una piccola finestra entrò nella mia visuale. Trovandomi su un fianco mi girai sulla schiena e fissai il soffitto corrugando la fronte: quello della mia camera era sempre stato di un lilla tenue da quando avevo sei anni mentre quello davanti ai miei occhi era completamente bianco.

Abbassai un po' gli occhi notando anche le pareti dello stesso colore pallido "mi trovo in ospedale per caso?" pensai paralizzandomi. Avevo sempre odiato quei posti sin da quando ero stata costretta a frequentarli per via del mio problema al cuore. Crescendo i controlli erano diminuiti ma quel rumore assordante prodotto dall'elettrocardiografo e quel nauseabondo odore di disinfettante così agro, avevano fatto si che anche una semplicissima visita medica si trasformasse in un viaggio del terrore.

«Sei sveglia allora» disse improvvisamente una voce troppo familiare, girai il viso alla mia sinistra e quello stupido del mio cuore perse un battito. Sulla soglia della porta, la figura di Victor spiccava nella sua più totale bellezza: il torace era coperto da una camicia  con le maniche sollevate a tre quarti di lunghezza. Le gambe toniche erano avvolte da un paio di short  e i piedi calzavano delle scarpe chiare. Sollevai gli occhi sul suo viso notando i suoi capelli accogliere il percorso di alcune gocce d'acqua che andavano, poi, a buttarsi sulle punte scure "È bellissimo anche appena uscito dalla doccia"

Abbassai gli occhi sulle sue mani che vidi sostenere un vassoio dove un bicchiere di succo e una fetta di dolce erano stati appoggiati.
«Come ti senti?» domandò Victor ridestandomi subito dalla mia ispezione.

«Credo bene» risposi con una voce che faticai a riconoscere

«Credi?» chiese facendo un piccolo sorriso che colpì ancora una volta il mio cuore, e poggiando il vassoio sul comodino alla mia sinistra, si avvicinò togliendo quel refrigerio dalla mia fronte e sedendosi ai piedi del letto
«Ti fa ancora male la spalla?» domandò e a quel punto lo guardai confusa. Abbassai lo sguardo sul mio corpo fissando la spalla completamente a posto

«Non ho nulla nella...» urlai improvvisamente alla vista del mio corpo così strinsi al petto il lenzuolo.

«Che succede?» chiese Victor allarmato

«Perché mi trovo qui, nella tua ipotetica camera, sul tuo presunto letto e in più nuda?» chiesi sentendo il cuore cominciare a galoppare. Notai il viso di Victor rilassarsi leggermente e i suoi occhi cominciare a guardarmi in modo strano

«Mi dispiace molto che la tua mente abbia rimosso quanto accaduto» disse tranquillamente.

«Noi...noi due abbiamo, sì insomma hai capito. Siamo andati a letto insieme?» buttai fuori una boccata d'aria che avevo trattenuto per la tensione. Victor mi guardò ancora, annuendo serio «Non ti credo, non te lo avrei permesso» gli risposi, mordendomi la lingua "Sei una pessima bugiarda Angie". Lo vidi farsi pensieroso

«Davvero? Allora prova pure a chiedere a mio fratello, si è dovuto chiudere nella sua stanza per non sentirti urlare». A quelle parole mi bloccai: "Perché non ricordo nulla? Come siamo arrivati a tanto?" Improvvisamente sentii Victor scoppiare a ridere «Dovresti vedere la tua faccia, è fantastica» disse ridacchiando e io gli offrii uno sguardo truce.
«Andiamo togli quel broncio ti prendevo un po' in giro, non abbiamo fatto nulla sta tranquilla e per la maglietta, l'ho tolta solo per controllarti la spalla»

«L'hai tolta tu?» chiesi un po' imbarazzata. L'idea che mi avesse vista anche solo con una canottiera mi mandava in tilt. Lo vidi sporgersi un po' verso di me

«Che c'è, stai fantasticando sullo scherzo di prima?». Non appena pronunciò quelle parole, presi il cuscino dietro la mia testa e glielo lanciai contro

«Questa me la paghi» affermai decisa. Notai Victor prendere il cuscino al volo ridacchiando, e con ancora un'espressione divertita in viso si alzò dal letto

«Ti ho portato una spremuta d'arancia e un dolce fatto da Mike. Credo di aver sentito da lui chiamarlo Tiramisù ma non ci metterei la mano sul fuoco. Se vuoi fare una doccia ti basterà uscire da questa stanza e svoltare subito a destra» disse deciso «Lì sulla sedia ti ho portato un cambio. Tu e mia sorella credo abbiate la stessa taglia».

Indirizzai lo sguardo sulla sedia notando una maglietta, dei jeans e un completo intimo nero. «Io sono di sotto» disse ancora Victor «Mi raccomando non pensarmi troppo» tirò nella mia direzione il cuscino che aveva tra le mani e mi lasciò sola in camera. Tenni ancora il cuscino per poi posarlo, feci un bel respiro e poggiando i piedi a terra cominciai a esplorare la stanza: il letto, dove mi trovavo un paio di secondi prima, aveva delle lenzuola celesti e bianche. Alla sua destra vi era un mobile a mensole completamente pieno di libri.

Mi avvicinai per leggere bene i titoli e scoprii essere tutti del poeta Pablo Neruda incentrati sull'amore. Dietro le mie spalle, una piccola vetrina mostrava varie sculture di ceramica e di vetro raffiguranti elementi e simboli a me sconosciuti. Ciò che rapii i miei occhi, però, fù una piccola cornice contenente una foto: il primo bambino lo riconobbi all'istante, il suo sguardo serio ma allo stesso tempo magnetico era una caratteristica che Victor continuava a mantenere mentre il secondo bambino non poteva che essere Mike, con il sorriso da furbetto ma allo stesso tempo caloroso. Avanti loro sbucava fuori la testa di una bambina, all'incirca di sette anni, con dei lunghi capelli chiari che ricadevano sulle sue spalle e due occhi che incatenavano chiunque la guardasse. Erano di un verde smeraldo molto diversi da quelli di Victor e Mike e brillavano di gioia.

Il brontolio del mio stomaco mi ricordò di non aver messo ancora nulla fra i denti così mi avvicinai al vassoio prendendo il piattino contenente il dolce. Non avevo mai visto quella torta, il cacao spolverato sopra copriva ogni traccia dei suoi ingredienti ma a ogni modo l'assaggiai, divorandola un secondo dopo. Bevetti la spremuta e stirai le lenzuola: presi le mie scarpe trovate ai piedi del letto e raccolsi dalla sedia i vestiti datomi da Victor uscendo poi dalla stanza e svoltando subito verso destra.

Il bagno era molto bello, non era grande ma dava quella sensazione di calore e benessere. Le pareti erano blu mentre il pavimento e il soffitto di un azzurro chiaro. Lasciai cadere pantaloni e intimo a terra ed entrai in doccia lasciando che il getto dell'acqua scivolasse lungo tutto il mio viso.

Sollevai le braccia svuotando la testa da tutti i pensieri e poi abbassai lo sguardo sulla mia spalla: più la fissavo più non riuscivo a capire cosa fosse successo anche perché non aveva nulla di anormale.

Ricordavo di essere uscita fuori di casa spaventata per qualcosa ed ero corsa via in un disperato bisogno di trovare i miei genitori. All'improvviso Victor mi aveva fermata e da lì vuoto totale: era come se la mia mente avesse cancellato ogni traccia di ricordi eppure sentivo fosse successo qualcosa d'importante "ma cosa?" . Sospirai e, poggiando la schiena sulle piastrelle del muro, lasciai scivolare lentamente l'acqua dal viso lungo tutto il mio corpo.

Hello readers!
Chiedo venia se questo aggiornamento è tardato ad arrivare ma non ho avuto per nulla tempo sorry 🙈 tra l'altro di mezzo ci sono anche i preparativi per il saggio di danza quindi sto parecchio esaurita 😅 ma comunque alla fine sono riuscita ad aggiornare...

Sì sì so cosa state pensando... la copertina è diversa da una settimana fa lo so, lo so. Ho adorato i lavori della ragazza ma vedete, la copertina era bella ma non rispecchiava la mia idea che, purtroppo, mi sono già fatta! Credo solo un grafico riesca a "partorire" ciò che la mia mente ha elaborato però una ragazza che ho scovato da poco, è riuscita più di tutti (anche di me) a realizzare una copertina da brividi, e non in senso NEGATIVO! Readers è qualcosa di meraviglioso davvero e ringrazio dal profondo de mio cuore _MaryCake_ che ha svolto un lavoro sensazionale. Grazie ancora ❤️


Bene e adesso...che ne pensate de capitolo? So che è un po' "morto" ma è uno di quei chapter che funge da "passaggio" per il prossimo. Vorrei farvi una domanda: cosa pensate voi dei personaggi? Mi farebbe piacere (e mi incuriosisce molto) scoprire anche cosa pensate voi di loro e se vi piacciono o meno. Tra l'altro dovranno ancora spuntare altri personaggi per poter entrare nel vivo della storia quindi niente paura, buttate giù nei commenti tutto ciò che pensate 😁

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