Dubbi capitolo 7.
Victor
«Un Chai tea latte per piacere» disse Angie. Dopo aver fermato la macchina e passati alcuni momenti di indecisione, riuscii a convincerla a scendere e a seguirmi da Starbucks dove, in quel momento, un cameriere segnava la sua ordinazione.
«Per lei invece?» si rivolse quest'ultimo a me. Distolsi lo sguardo da Angie e fissai il ragazzo «Per me un frappuccino con abbondante caramello, panna montata e salsa al cioccolato... ah! E anche un doppio brownie grazie».
Vidi il cameriere annotare l'ordinazione e poi congedarsi con un sorriso gentile. Tornai con lo sguardo su Angie che trovai a fissarmi, sconcertata
«Fai sul serio? Mi è venuto il diabete al solo sentirtelo pronunciare» disse storcendo il naso.
«Tecnicamente ne sono immune ma ti ringrazio dell'interessamento» dissi sicuro, poggiandomi allo schienale della sedia, fissandola.
La vidi mordersi il labbro inferiore mentre i suoi occhi continuavano a sfuggire al mio sguardo: mi scappò un lieve sorriso vedendola così a disagio. «Riesci per un attimo a guardarmi o dobbiamo continuare a ignorarci?»
Angie smise di torturarsi il labbro, sorride amaramente e mi inchiodò con i suoi occhi che, per una piccola frazione di secondo, mi colpirono
«sbaglio o mi sembrava d'aver capito che aspiravi proprio a questo?».
Non aveva tutti i torti, le avevo dimostrato più di una volta di non volerla fra i piedi, scacciandola via in mal modo.
«Ok d'accordo hai ragione» smisi di parlare notando il cameriere far ritorno con le nostre ordinazioni per poi tornare agli altri tavoli.
Osservai Angie fissare il suo tè nero, aromatizzato ai chiodi di garofano e cannella e poi presi fra le mani il mio frappuccino cominciando a sorseggiarlo in silenzio.
«Tutto meravigliosamente fantastico» dissi appena terminai ciò che avevo ordinato, massaggiandomi la pancia piena. Guardai Angie finire anche lei il suo tè per poi guardarmi
«Se davvero ti ritroverai con il diabete non puoi dire di non essere stato avvisato» rispose sollevando il mento e mordicchiando la cannuccia fra i denti.
«Mi sembra di averti già detto della mia immunità ma a ogni modo se evitarlo equivale a privarsi di tali delizie correrò il rischio»
«Contento tu» mi rispose sollevando le spalle, giocherellando ancora con la cannuccia. A quel punto mi alzai dirigendomi alla cassa, mostrai la copia dell'ordinazione alla ragazza dietro il banco e presi il portafoglio.
«Il tè a parte grazie» disse Angie sbucando dietro le mie spalle, la fissai poggiare i soldi sul bancone e sollevai un sopracciglio. Lei mi lanciò uno sguardo interrogativo «Che c'è? Non amo essere tradizionalista» rispose tranquillamente e io scossi la testa: testarda di una ragazzina!
Una volta fuori dal locale, invece di dirigerci verso la mia auto, le feci imboccare una via che portava al parco della città. Arrivati lì ci sedemmo su una panchina
«Accipicchia, prima mi porti da Starbucks e adesso qui, devo aver sicuramente davanti a me la tua personalità buona oggi».
A quelle parole scoppiai a ridere
«Credimi, non ci sono né personalità buone né cattive, ciò che vedi è quella che mi rappresenta».
Mi osservò un po' scettica
«Allora devo sentirmi, non so, onorata per ricevere un trattamento speciale come quello di pochi giorni fa?»
Smisi di ridere e l'osservai «Angie sei tu che tiri fuori quel carattere, solo tu» le dissi e la vidi distogliere lo sguardo dal mio, fissando un punto davanti a se
«Già, vorrei solo capire il perché» sussurrò e a quelle parole guardai anch'io davanti a noi, rimanendo in totale silenzio.
Il parco di notte non presentava per niente un aspetto tetro anzi, quell'oscurità insieme al silenzioso rumore della natura riuscì a trasmettermi serenità e pace.
Con la coda dell'occhio mi accorsi che Angie fissava ancora davanti a se, con un'espressione confusa: la fronte corrucciata, il respiro un po' irregolare e le labbra tese in una linea retta.
Potevo tranquillamente vedere le rotelle del suo cervello azionarsi per cercare una spiegazione logica a tutta quella situazione ma io sapevo che non ci sarebbe riuscita, non da sola, non così.
«Mio padre, da piccoli, portava qui me e mio fratello quasi ogni sera» dissi a un certo punto
«Amavamo questo posto tanto che, da allora, continuiamo a venire ancora qui quando la nostra testa viene invasa dai pensieri»
«Cavoli, hai un fratello?» domandò Angie particolarmente interessata «E dimmi un pò, anche lui ha il gene dell'antipatia o quello è solo un tuo pregio?».
Sorrisi a quelle parole rimanendo in silenzio a fissare il panorama davanti a noi. Il chiarore della luna si specchiò nella vasca di una piccola fontana a forma di delfino, posta al centro del parco. «Credevo di non vederlo più in mia presenza» mormorò improvvisamente Angie. Mi voltai a guardarla non capendo le sue parole
«Un sorriso vero» rispose alla mia domanda muta «Pensavo di non rivederti mai più sorridere in mia presenza, come quel giorno al bar»
Mi guardò e capii subito a cosa si riferisse: il nostro primo incontro non era stato per niente burrascoso anzi, quel giorno le avevo regalato dei sorrisi sinceri prima di scoprire chi fosse, cominciando ad allontanarla.
Tuttavia, vi erano delle cose che continuavano a tenermi sveglio la notte: perché non riuscivo a percepire la sua natura avendola vicino? Perché, al solo vederla, i miei sensi non si allertavano, come accadeva ogni qual volta mi trovavo davanti a uno di loro?
Perché Angie sei così diversa e complicata?
Troppe domande continuavano ad affollare la mia testa finché i miei occhi non furono catturati dal suo tatuaggio «Un gufo?» chiesi e lei, a quelle parole, mi guardò per poi seguire il mio sguardo sul suo braccio, passandosi due dita su quelle linee nere.
«Si, un gufo, è molto importante per me» rispose sollevando gli occhi, incatenandoli ai miei «Victor, i tuoi cambiamenti d'umore mi confondono» confessò «Prima mi respingi, evitandomi come la peste, e adesso siamo qui come due persone normali».
Notai il suo sguardo angosciato «Angie non possiamo essere normali, noi..»
«Perché ?» disse, sbottando esasperata «Perché devi essere così enigmatico, perché ti comporti così, perché mi confondi?» vidi la frustrazione nei suoi occhi e la consapevolezza di non poterle dire nulla angosciò anche me.
«Angie ascoltami, so di non esserti d'aiuto ma non posso! Non posso dirti nulla, almeno non io» la fissai mentre il suo sguardo diventò confuso. «So cosa provi, ti sembra tutto strano, credimi lo è anche per me ma devi capirlo da sola è l'unico modo per avere delle risposte».
«Da sola? Cosa devo capire da sola Victor?» disse, guardandomi disorientata
«L'unica cosa che posso dirti è di leggere, leggi Angie, cerca miti, leggende, conflitti e tutte le teorie sull'origine del mondo» la guardai attendendo la sua reazione «Leggi attentamente e capirai». Lei corrucciò la fronte a quelle parole ma non disse nulla, così tornammo a guardare davanti a noi la fontana che continuò a far sgorgare acqua dalla bocca del delfino.
«Siamo arrivati» disse Angie dinnanzi casa sua. Lì al parco, dopo le mie ultime parole, rimanemmo in silenzio su quella panchina, assorti ognuno nei propri pensieri finché, dopo una mezz'oretta, non decidemmo di tornare in macchina. «Grazie per la serata, sono stata bene» la fissai annuendo a quelle parole senza darle una risposta: ero stato bene anch'io ma evitai di dirlo.
Lei aprì lo sportello per scendere «Aspetta Angie» la vidi bloccarsi rimanendo comunque di spalle «Pensa a ciò che ti ho detto, sarebbe tutto più semplice» a quelle parole, si voltò a guardarmi, rimanendo per un po' in silenzio, poi prese un bel respiro
«Buonanotte Victor» e detto ciò, aprì lo sportello scendendo dalla mia auto, lo richiuse e si diresse davanti casa sua. Rimasi ancora fermo a guardarla finché la porta si aprì mostrando una donna, un po' avanti con l'età, abbracciarla e farla entrare dentro. I miei sensi avrebbero dovuto impennarsi vedendo la donna ma invece nulla, il vuoto, così più confuso che mai misi a moto tornando a casa.
«Mamma e papà hanno chiesto di te, gli ho detto che avevi il turno di sera al bar, dove sei stato?» mi chiese Mike una volta entrato a casa. Stava seduto sul bancone della cucina, con una bottiglia di birra tra le mani così lo raggiunsi sedendomi su una sedia
«Ora dove sono?» domandai facendo segno a mio fratello di prenderne una anche per me.
«Sono a letto» disse Mike aprendo il frigo, prese una seconda bottiglia e me la porse «Eri con lei vero?» domandò andando a sedersi di fronte a me. Negli ultimi giorni avevo raccontato a mio fratello tutto su Angie, cercando di spiegargli le stranezze e la confusione di tutta quella storia : come me, anche lui non riuscì a comprendere il perché di molte cose.
«Ho cercato di capirci qualcosa in più, ciò che ho scoperto è solo che lei non sa davvero nulla di tutto ma quello che non riesco ad afferrare è il perché, perché non sa niente? e perché i miei sensi non si attivano né con lei né con quella che presumo fosse sua madre?»
«Cosa? Siete già passati al livello "conoscere la suocera?" Caspita è una cosa seria allora» disse ridendo mio fratello, burlandosi di me.
«Smettila Mike, l'ho solo accompagnata a casa. La situazione è tutta strana» dissi sospirando dando poi un sorso alla birra «Ho il cervello in confusione».
«Questa confusione è davvero per ciò che sta accadendo o per lei?» mi domandò mio fratello scrutandomi.
Osservai il suo viso
«Certo che è per la situazione Mike» risposi mettendomi sulla difensiva.
«Victor ok che vuoi capirci qualcosa, lo voglio anch'io ma ricorda di chi stiamo parlando e non mi importa nulla che non sappia cosa le stia accadendo» continuò alzandosi dalla sedia. Buttò la sua bottiglia, ormai vuota, e venne vicino a me poggiandomi una mano sulla spalla.
«Non far cazzate fratello, sii razionale» e detto ciò mi superò salendo in camera sua.
Rimasto solo in cucina fissai la mia birra facendo roteare il poco liquido rimasto «Lo so Mike, lo so» mormorai a me stesso guardando ancora la bottiglia color ghiaccio, ghiaccio come quelle due gemme...
Ciao a tutti readers!
Allora che ne pensate di questo secondo capitolo interamente dedicato a Victor? Ho voluto farvi capire anche le sue sensazioni, pensieri ed incertezze, (spero di esserci riuscita 🙈 ) poiché credo meritasse un po' di attenzione. Detto ciò, volevo seriamente avvisarvi di un cambiamento: ho notato con molto dispiacere che la copertina del libro (ovvero le due ali) dopo che avevo messo un eternità per cercarla, l'ho ritrovata qui in un altro libro Fantasy e non potete capire la mia faccia quando l'ho vista... per questo motivo a giorni cambierò la copertina, sarà ideata e creata dalla mia frivola testolina in modo da poter dare, anche alla copertina, la giusta importanza e l'amore che sto mettendo in questo libro ❤️
E adesso ecco che voglio presentarvi il "fratellino" di Victor. Un grande applauso per Mike!!
Come al solito se volete avere chiarimenti o dire semplicemente la vostra opinione, fatemi sapere qui sotto nei commenti. Io sono sempre disponibile e cercherò di rispondere alle vostre domande. Ovviamente, se la storia vi piace, non dimenticate di cliccare le stelline in basso a sinistra di ogni chapter. Io spero che il capitolo vi piaccia, ci rivediamo la prossima settimana per il nuovo aggiornamento e mi raccomando, tenetevi forte perché ci sarà una sorpresa
Un bacio 😘❤️
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