Natale🎄
La sveglia suona, sono le 7 del mattino. Mi ritrovo abbracciata a Tobia, che ancora dorme come un tenero cucciolo, è così tenero. Io invece mi alzo, e quando sono in piedi, le mie gambe cedono e cado a terra. Tutto si oscura e non vedo più nulla, sento una voce in lontananza che credo sia quella di Tobia, che nel mentre si è svegliato, e poi anche le palpebre mi cedono e chiudo gli occhi. È già arrivato il mio momento?
Apro gli occhi, sono a terra, sopra le gambe di Tobia. Lui mi accarezza dolcemente la testa e i capelli soffici. Io cerco di pronunciare qualche parola, ma lui mi blocca dicendomi che non devo sforzarmi, sono molto debole.
Successivamente entra un dottore che mi fa una breve visita e poi esce con Tobia per parlare. Io sono da sola nella mia stanza, faccio uno sforzo e cerco di rimettermi in piedi, e dopo vari tentativi ci riesco. Non intendo starmene tutta la giornata in un letto, dopo che tutto stava andando così bene, io voglio morire felice in un posto che mi piace, che non è certo il letto di un hotel.
Prendo i miei vestiti e mi sedio sul letto, li indosso e sono pronta per una nuova giornata. Non riesco proprio a capire il motivo per cui le mie forze sono calate drasticamente, da un giorno all'altro. Ieri mi sentivo piena di vita, una bambina felice che deve ancora affrontare tutte le esperienze della vita, ed ora? Non riesco nemmeno ad alzarmi, proprio non riesco a comprendere...
Tobia entra nella stanza e subito mi dice che non posso uscire, sono troppo debole e dovrò passare la giornata a riposo, per non far peggiorare le cose. Io gli spiego che non voglio passare la mia giornata, la mia ultima giornata, a dormire, tanto oggi è il giorno in cui tutto finirà, le cose non posso peggiorare, peggiorerebbero solamente se io restassi in questo letto a non far nulla, il mio umore peggiorerebbe. Lui crolla e si mette a piangere.
- Io non voglio che questo finisca, ora che tutto è così bello. Io non vivo senza di te. Sei il mio ossigeno, ti amo troppo, voglio morire con te, perché senza di te non ci sto, senza di te io no sono nessuno, non esisto. Non può andartene via, te fai parte del mio cuore, e senza cuore non si vive. Giu, io proprio non ce la faccio, ti prego resta- mi dice con le lacrime agli occhi inginocchiandosi di fronte a me.
Anche io mi commuovo, non voglio abbandonarlo ma proprio non posso farci nulla, questo non dipende da me... il destino è cosi infame.
-Ti prego, non fare così, ricorda sempre che noi abbiamo un filo invisibile che ci collega ovunque siamo, il nostro amore va oltre alla morte, non sta arrivando la fine, ma l'inizio di un amore che va oltre a tutto. Io starò in cielo e ti sorveglierò, mi prenderò cura di te come lo hai fatto tu in questi giorni. Io non voglio che tu passi la vita a piangere, a disperarti per la mia perdita, perché ricorda che io non ti ho abbandonato, io ci sono sempre con te, sono nel tuo cuore. Devi farti una vita, diversa e piena di emozioni, non piangendo per me, sei giovane e non puoi rovinarti la vita in questo modo, io ti amo e voglio solo il tuo bene, l'amore non può diventare disperazione, l'amore è qualcosa di bello, che va oltre alla vita terrena. Ti prego, fallo per me, non essere triste per la mia sorte, e sorridi che sei bellissimo-
Io gli asciugo le lacrime che solcano le sue belle guance rosee e poi lo bacio. Un bacio così intenso, così pieno d'amore, che gli dimostri tutti il bene che gli voglio e che, per sempre, gli vorrò.
Ci prepariamo e per le 7.45 scendiamo per fare colazione. Lui mi sorregge sempre perché non riesco a camminare con le mie sole forze, ma pian piano ce la facciamo. Alle 8 (per la prima volta da quando sono qui, arrivo puntuale) raggiungiamo gli altri all'atrio dell'hotel per cominciare una nuova e stupenda giornata. Vedendomi sorretta da Tobia, tutti mi fanno domande e mi chiedono come io stia, e continuo a dire che sono solo un po' debole, ma che va tutto bene.
La guida, quando anche le ritardatarie arrivano (e parlo di Marta, Ludo e Kassandra), inizia a spiegarci un po' il percorso che seguiremo oggi, ci fa infine qualche raccomandazione per quanto riguarda il parco nazionale della Groenlandia nordorientale, posto molto pericoloso, da come ne parlano.
La prima tappa sarà lo stretto di Davis, dove faremo delle immersioni nei fiordi ghiacciati. Mi entusiasma un sacco, non ho mai fatto immersioni nella mia vita, neanche al mare. Sarà anche perché ci sono andata solamente quando avevo all'incirca 3 anni e usavo i braccioli, infatti tutt'ora non so nuotare, ma spero che comunque possa fare questa esperienza lo stesso.
Andiamo verso le barche e raggiugiamo lo stretto di Davis. Durante la traversata io, Tobia, Sere, Nicole e Leo continuiamo a parlare, un po' di tutto, ma soprattutto loro continuano a chiedermi come sto. Non voglio passare tutta la giornata a dire che sto bene, uffa.
Dopo circa una mezzoretta, se non di più, arriviamo allo stretto e qui ci fanno mettere le tute da sub. Sono molto emozionata all'idea di sommergermi completamente sotto l'acqua, lasciare che la mia anima debole si lasci completamente andare in queste acque, così speciali per me, in cui ho trascorso i momenti più belli della mia vita, un luogo davvero importantissimo per me.
Tutti ci mettiamo la tuta, con l'aiuto di persone specializzate tra cui Julie, e poi ci lasciamo cadere nell'acqua. Tobia mi tiene stretta a sé, per paura di perdermi. Mi sento in un paradiso terrestre, osservo tutto, i pesci, le piante, la barriera corallina. Non ci sono rumori, è tutto così quieto, tutto così bello. Mi sento rinascere in questo paradiso.
Passiamo circa mezz'ora in questo magnifico posto, con la guida che ci indica dove andare, cosa fare, dove guardare e io mano nella mano di Tobia. È davvero stupendo tutte questo.
Passa il tempo e arriva il momento di ritornare verso le barche. Saliamo, ci togliamo le tute e ci rimettiamo a posto, continuando a parlare della straordinaria ed emozionante avventura appena fatta. Quando siamo tutti saliti sulle barche, vestiti normalmente e asciutti, Julie ci parla della prossima tappa: la baia di Disko.
Non è molto lontana da dove eravamo in precedenza per cui non ci mettiamo molto tempo. Una volta arrivati, ci raduniamo tutti insieme con le barche e Julie, con il suo solito microfono, ci parla un po' della baia e ci indica i numerosi fiordi incantevoli. Io ascolto tutto attentamente, sopra le gambe di Tobia.
Dopo non molto che ci spiega varie cose su questa bellissima baia, dopo aver osservato questo stupendo panorama, di cui sono rimasta incantata dai numerosi ghiacciai e fiordi, ci spostiamo e ci dirigiamo verso il Monte Gunnbjørn.
Il viaggio questa volta è molto lungo, ma le barche vanno alla massima velocità e ci impieghiamo pressoché 2 ore. Arrivati scendiamo dalle barche e ci dirigiamo verso il monte, andiamo nella zona adibita allo ski touring e ci mettiamo le tute, o meglio, si mettono le tute. Io purtroppo non posso proprio, mi piacerebbe davvero tanto ma non mi reggo in piedi da sola, e non posso sciare con Tobia che mi tiene per mano, sarebbe rischioso anche per lui se cadessimo. Mi metto seduta sopra la neve e guardo gli altri divertirsi. Sono davvero molto triste e abbattuta in questo momento, ma devo farmi forza e stare serena.
Dopo qualche giro di sci, tutti ritornano indietro. Io mi alzo e mi complimento con loro per la bravura, ma vedono in me un velo di tristezza e cercano allora di tirami su di morale, facendo battute così da farmi ridere. Non sono tanto le battute che mi fanno rallegrare, ma è il gesto in sé, cioè loro mi stanno supportando, stanno cercando di farmi sorridere perché non mi vogliono vedere triste, ed è questo che mi fa davvero piacere, sono tutti così gentili con me.
Sono le 13.45 quando partiamo verso Ittoqqortoormiit e il parco nazionale della Groenlandia nordorientale. Prendiamo gli elicotteri e ci dirigiamo verso quest'ultima parte del viaggio. Tutto sta per terminare, è stata davvero un'esperienza indimenticabile, che ha lasciato nel mio cuore un segno, e questo non è un sogno, è la realtà. Tutto questo è davvero successo, io sono stata davvero in Groenlandia, il mio sogno da quando ero piccola. Leggevo tanti libri su questi posti così isolati del mondo, poco visitati, e il mio sogno più grande era proprio la Groenlandia. Il sogno si è realizzato e sono davvero felice, ora sì che potrò morire contenta di aver vissuto la mia breve ma intensa vita.
Arriviamo a Ittoqqortoormiit alle 14.15. Julie dà a ognuno di noi un panino. Mangio un panino, forse il mio ultimo cibo, e non è integrale, è un panino vero, buono, farcito di salame e formaggio. Da quanto non mangiavo un panino così? Nel mentre parlo con Tobia, che in tutto questo non mi ha lasciato un attimo sola.
-Poi venire un attimo?- mi dice alzandosi e prendendomi per mano.
Io vado e camminiamo per un po', parlando della vita, dei momenti più belli passati insieme e di tante altre cose. Camminiamo e senza accorgercene ci allontaniamo troppo dal resto del gruppo.
-Ma dove siamo ora? Ci siamo persi? Dove sono gli altri? E adesso che facciamo?- continuo a domandare io.
Tobia si guarda in giro per cercare qualche punto di riferimento. È preoccupato anche lui. Ebbene sì, ci siamo persi e non abbiamo idea di dove ci troviamo. Tutto è desolato intorno a noi, l'aria è diventata più fredda e siamo sperduti non si sa dove. E se fossimo finiti nel terribile parco nazionale della Groenlandia nordorientale?
"ATTENZIONE: noi non entreremo nel cuore del parco ma staremo vicini alla costa. È un posto pericoloso e non bisogna entrarci, o le possibilità di salvarsi non saranno molte. Restare sempre vicine alle guide." Diceva il foglio del programma del viaggio.
Io confido subito le mie paure a Tobia e lui sbianca all'istante. È molto impaurito ma cerca comunque di rassicurarmi, di dirmi che troveremo la strada giusta, che lui non mi lascerà mai sola. Siamo tanto spaventati... e non so se ne usciremo.
Andiamo avanti e scorgiamo un animale molto grosso dal pelo bianco. Io inizio ad avere tanta paura e a sudare freddo. Credo proprio che quello sia un orso polare.
Ci nascondiamo dietro ad una piccola pianta e cerchiamo di coprirci di neve. Spero che l'orso non senta il nostro odore, o sarà la fine, e me la immaginavo migliore. Non voglio essere sbranata da un orso... ho tanta paura.
Parliamo sottovoce. Lui mi chiede scusa per tutto. Per avermi portata in questo posto, per essersi accorto di me tardi, per non avermi protetto dai bulli. Io non voglio che mi chieda scusa, non ha colpe, voleva solamente stare un po' solo con me, e per il resto, non ha colpe comunque. Lui non è colpevole di questo, anzi, ha reso i miei ultimi giorni stupendi.
Non sono molto preoccupata per me, lo sono per lui. È tutta colpa mia se lui morirà qui, io volevo che lui continuasse la sua vita, e invece l'ho privato di questa cosa. Lo amo così tanto e non volevo che andasse a finire così, io dovevo morire, non lui!! Sono triste, troppo triste... è tutta colpa mia.
-Ho freddo- continuo a ripetergli non riuscendo a dire altro. Lui mi prende per mano e poi si avvicina di più a me per scaldarmi.
-Giu, ti amo, ti amo tanto. Io sono con te. Per sempre insieme-
-Per sempre insieme-
Chiudiamo gli occhi, mano nella mano. I cuori battano in sintonia come se fossero uno solo. Il silenzio assordante cade e tutto finisce. Per sempre insieme.
"Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo,
non aspettare che l'ultimo giorni arrivi."
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