7 dicembre🎄
Un'altra giornata è volata ed eccomi qua di nuovo ad affrontare un nuovo giorno e mi domando come sarà. Come per ruotine quotidiana, mi alzo dal mio confortevole letto e mi vesto. Indosso una felpa bianca dell'Adidas, i miei jeans preferiti della Levi's e le mie amate converse nere. Successivamente vado in bagno e faccio la mia solita doccia rilassante.
Appena finito in bagno, vado in cucina e faccio colazione insieme a mia madre e mio fratello. Mentre io mangio la mia "favolosa" colazione per diabetici, loro mangiano i resti della mia casetta di pan di zenzero fatta con molta cura ieri.
-Mmh... ma quanto è buona questa casetta di pan di zenzero! È davvero un peccato che tu non la possa mangiare...- dice Leonardo per stuzzicarmi, come a dire "Ahah, sfigata che non la puoi mangiare"
-Certo che sei proprio antipatico eh?!! Grazie, non serve ricordarmelo che non posso mangiare un emerito nulla. Spero che ti vada di traverso... te lo meriteresti, brutto stupido- gli dico infuriata.
-Oh okay ma non ti scaldare eh! Non ho fatto nulla di male, ho solo detto che questo dolce, fatto pazientemente e con cura da te, è davvero il nettare degli dei. Era semplicemente un complimento, non devi prendertela, cosa vuoi di più, che ti faccia una statua per "migliore cuoca di tutta Italia"?!!-
-Sì, potresti. Me lo meriterei. Puoi iniziarlo a fare a partire da ora- rispondo scherzando -No dai, apparte agli scherzi, l'unica cosa che desidererei ora è che la smettessi di rompermi le scatole. Mi faresti un grande piacere, sarebbe di avere una statua in piazza- dico con sarcasmo.
-Oi, abbassa la cresta eh! Mamma mia come sei... solo perché ti ho fatto un complimento... ma la prossima volta scordatelo. Ora vado via e mi faccio un giro con degli amici, che è meglio che stare a litigare con una demente come te... ciao eh...- risponde lui sbattendo in seguito la porta d'ingresso.
Come potete vedere, le litigate di prima mattina, alle 7, non mancano mai in casa Battaglia. Beh... già il cognome dice tutto: è una continua battaglia tra me e mio fratello. Ed ovviamente le battaglie le vinco sempre io (modestia portami via).
In seguito a questa animata discussione, come sempre apro il sacchettino 7 del mio calendario e scopro che per oggi devo "Fare una passeggiata in bici insieme a Serena". Uh, all'idea mi piace molto.
Mando un messaggio a Sere per invitarla (ma ultimamente quanto la sto facendo uscire di casa eh?!! Solo io la faccio divertire così tanto [modestia portami via pt. 2]) e lei accetta di buon grado, come è ovvio che sia siccome quando è con me si diverte tantissimo. Fissiamo l'appuntamento per le 10 con le nostre bici. Il luogo d'incontro è un parchetto vicino casa mia.
Mi preparo ed esco. Arrivo al parchetto che sono già le 10.15, ma dico, ci sarà una volta nella mia vita che arrivo puntuale...?
Appena arrivo, Serena mi saluta e subito dopo mi fa una sgridata ironica per la mia "puntualità". Dopo iniziamo a pedalare e vaghiamo completamente a caso, dove ci indica il nostro cuore. Nel mentre parliamo del più e del meno, cioè, io parlo un casino e lei ascolta facendo qualche cenno di vita ogni tanto.
Io parlo e parlo, soprattutto di Tobia, di quanto io lo ami, di quanto è gentile, di quanto è perfetto e... di quanto lo desideri nonostante la consapevolezza di non poterlo mai avere... e al pensiero, mi esce perfino la lacrimuccia. Sere allora cerca di consolarmi con qualche parola di conforto, e dopo un po' cambiamo argomento.
Chiuso il discorso "amori impossibili", inizio a parlare dell'odio smisurato che invece provo verso Riccardo (si passa da amore a odio, così, senza un nesso logico) e le racconto la storia accaduta qualche giorno fa, cioè la mia "misteriosa scomparsa dovuta a Google Maps", ma, visto che mi fido ciecamente di lei e so perfettamente che può capirmi e posso fidarmi, le racconto come sono andati realmente i fatti.
Quando finisco di spiegarle la storia, Serena smette di pedalare e scende dalla sua bicicletta, sbalordita di sentire la vera versione dei fatti. Dopo risale sulla bicicletta e mi chiede di seguirla, e pedaliamo fino ad un parchetto isolato e, di seguito, ci sediamo sopra ad una panchina. Lei all'aria di dirmi qualcosa di molto importante.
-Giu, non posso credere che quelle bestie ti abbiano fatto ciò, non è possibile continuare così. Sono stufa di questa situazione... non ne posso proprio più, Giu. Senti, è il momento di agire, dobbiamo fare qualcosa, ti prego. Giuro che se le cose continueranno in questo modo dopo la tua morte, non risponderò di me... non nel senso che li affronterò brutalmente, ma nel senso che deciderò di farla finire e raggiungerti...scusa ma io non c'è la posso fare, non sono forte come te, o agiamo ora, o sarà troppo tardi...-
-Ascoltami bene, tu queste cose non le devi dire nemmeno per scherzo. Non ci provare proprio o con me hai chiuso, non voglio nemmeno sentirle sibilare da te, chiaro?!-
-Sì okay, va bene. Però dobbiamo fare qualcosa, io proprio non ne posso più, capiscimi ti prego... tu presto andrai in pace e non dovrai più subirli ma io sì... quindi, se è vero che mi vuoi bene, ti prego, fai qualcosa per me, anzi, facciamo qualcosa, sì, tutte e due insieme, perché l'unione fa la forza-
-Hey, stai tranquilla, noi riusciremo a sconfiggerli, noi siamo più forti di loro e presto saremo libere da quest'enorme peso che portiamo ogni giorno... non ti preoccupare che noi vinceremo, fidati. Non ci faremo sconfiggere da degli stupidi e senza cervello tali che sono-
Dopo un grande abbraccio andiamo via da quel parchetto e vaghiamo per circa un'ora nel nulla, non sapendo minimamente il posto. Continuiamo a parlare di tutto, cioè, continuo a parlare di tutto. Un esempio? La litigata fatta con Leo in mattina.
A l'una e un quarto ci sediamo in un'immensa distesa d'erba di un parco e facciamo il nostro pic-nic all'aria aperta. I panini sono stati accuratamente fatti dalla mamma paziente e gentile di Sere. Purtroppo non aveva affettato da mettermi perché, visto che molte cose non le posso mangiare e l'unica affettato che mi è permesso è il pollo o il tacchino, lei non lo aveva a casa per cui non mi ha potuto mettere nulla, ed ora mi tocca mangiarlo vuoto, rigorosamente integrale e con qualche ingrediente in meno a causa delle mie intolleranze. Non è un granché mangiare in questo modo ma mi accontento siccome la madre di Sere l'ha fatto con tanta cura, e di sicuro non è colpa sua se ho mille problemi nel mangiare... ma comunque mi posso consolare con il fatto che sono insieme alla mia migliore amica e che piano piano sto riuscendo a farla aprire, e questo mi rende molto felice, dimenticando il pranzo.
Verso le 4 di pomeriggio andiamo via dall'area pic-nic (no, non abbiamo mangiato talmente tanto da finire alle 4. Il fatto è che io parlo troppo e quindi si è fatto tardi senza accorgercene) e, pedalando verso il nulla, incontriamo Tobia insieme al gruppetto di Riccardo.
Ovviamente, visto che le pessime figure non possono mai mancare, appena li avvisto rimango incantata da Tobia e non mi accorgo della presenza di un palo a pochi metri da me, quindi lo prendo proprio in pieno, cadendo dalla bici come una scema.
Loro si girano e si mettono a ridere, come loro solito, e io arrossisco come un pomodoro. Vorrei sprofondare per terra... dopo questo non vorrei più alzarmi... perché capitano tutte a me?!
Tobia, il più bravo tra quell'ammasso di idioti, viene da me e mi chiede se è tutto apposto. Io rispondo di sì, e che non deve preoccuparsi (tranquillo, vorrei solo morire dalla vergogna, ma per il resto è tutto okay). Ma wow, adesso, tra l'altro, questa figura sarà un nuovo pretesto per prendermi in giro a scuola... (ovviamente mi riferisco a Riccardo & company)
A quel punto Sere, infastidita dalla presenza di Riccardo e gli altri, inventa una bugia per andarsene. Insisto un po' per farla restare con me, ma nulla da fare, è talmente determinata ad andare che non sente ragioni... e io mi ritrovo dunque da sola tra questi stupidi... (l'unico che si salva è Tobia, non mi permetterei mai di dire che lui è scemo)
Tobia, capendo che non mi vanno per nulla a genio gli altri suoi amici, e che mi sento piuttosto a disagio tra loro, mi chiede se ho voglia di fare una passeggiata più in là, solo noi due. Io ovviamente accetto e ce ne andiamo via.
Quando ci ritroviamo da soli, Tobia mi chiede il motivo per il quale giorni fa me ne sia andata insieme a Sere senza dire nulla, senza nemmeno salutare. E' piuttosto arrabbiato per questo fatto, siccome sono stati per molto tempo a cercarci invano, realizzando solo dopo molto la nostra fuga.
Io mi scuso e gli spiego che non mi andava di stare lì in presenza di Riccardo e, nonostante le molte insistenze da parte sua, non gli dico altro.
Dopo facciamo una bella passeggiata, lui a piedi ed anch'io però con l'aggiunta della bici a mano. Parliamo per tutto il tempo e ci divertiamo molto. Mi piace tantissimo stare con lui, mi sento sempre a mio agio e mi fido ciecamente. So che lui non potrà mai tradirmi e potrò sempre fidarmi, lui non è come gli altri, lui è speciale.
Quando si fa tardi, alle 7, gli dico che devo andare a casa e lui mi accompagna. Arriviamo a casa verso le 7.40 ed il mio pancino brontola un sacco, visto che per pranzo ho mangiato solo del pane, ma, visto che sono con lui, tutto è migliore e non sento tanto male (se vi state chiedendo come mai ci abbia messo così tanto per tornare è che beh, oltre alle mille fermate fatte per parlare o ridere, eravamo molto lontani da casa per cui ci abbiamo messo parecchio).
Quando arriviamo vicino casa mia, Tobia se ne va per la sua strada mentre io mi preparo per la paternale che subirò tra non molto da mamma.
Entro nell'atrio ed appena ci metto piede sento le urla di mia madre provenire dalla cucina, incazzata come una belva. Io non posso fare altro che subire tutto questo e alzare gli occhi al cielo.
Finito il discorso, mangio in totale solitudine, visto che loro hanno già mangiato alle 7 (ceh, loro mangiano sempre a mezzanotte meno un quarto quando sono con me, ma questa volta, tanto per farmi il dispetto di farmi mangiare da sola, cosa che io odio [più di Riccardo De Rossi, forse] si sono messi a mangiare alle 7, ceh ma boh...).
Tra urla di mia madre provenienti dalla camera da letto e risate di compiacimento di mio fratello, dopo aver finito di cenare vado di fretta nella mia stanza e mi chiudo. Qui non entrerà più nessuno fino a domani mattina.
Sto un po' su WhatsApp a parlare con qualche amica (soprattutto con Nicole) e dopo circa una mezzoretta sprofondo nelle mie calde coperte e cesso di pensare a qualsiasi cosa. Il momento più bello della giornata è finalmente arrivato.
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