4 dicembre🎄
Ecco che inizia un nuovo giorno. Stranamente da tutti gli altri, mi sveglio prima di sentire il suono terribile della sveglia. È davvero strano che mi sia svegliata prima delle 7. Guardo l'orario e vedo che sono appena le 6:30.
Decido di alzarmi nonostante sia molto presto e vado verso il bagno cercando di non sbattere da nessuna parte. Una volta entrata mi lavo e dopo mi asciugo (purtroppo non posso esercitare le mie corde vocali nel canto o rischierei di svegliare tutta la mia famiglia, tutto il condominio ed anche tutti i canguri dell'Australia visto che tra Bergamo e l'Australia il viaggio è minimo...) e indosso una maglia rosa con su stampato un gattino bianco troppo tenero, la felpa bianca dell'Adidas, dei jeans chiari e gli stivaletti neri.
Vado in cucina e vedo mia mamma che già a quest'ora prepara la colazione. Non credevo che si svegliasse a quest'ora.
-Come mai già sveglia? Non riesci a dormire, tesoro?- mi chiede lei dolcemente.
-Boh, non so... mi sono svegliata presto oggi. Comunque, come stai? Sei ancora arrabbiata per ieri? No, vero?-
-Stai tranquilla, tutto apposto, ormai è acqua passata. Però voi non potete sempre litigare per ogni minima cosa... dovreste essere più uniti visto che per te ormai sta arrivando la fine... ed invece voi che fate? Litigate ogni due per tre! Oh mamma mia... siete proprio incorreggibili-
-Eh mamma, questo è il nostro modo un po' bizzarro per dirci che ci vogliamo bene. Tu ormai dovresti conoscerci bene e di conseguenza dovresti sapere che siamo un po' strani-
-Lo so, lo so- dice e si mette a ridere insieme a me.
Faccio colazione e vado nella stanza di mio fratello per stuzzicarlo un po'. Beh è normale, sono sua sorella e quindi è questo il mio lavoro: stuzzicarlo fino alla fine dei miei giorni.
Dopo avergli rotto le scatole per un po' vado in cucina per aprire il sacchettino numero 4 del calendario e vedere quindi cosa dovrò fare oggi.
Apro il sacchetto 4 con gli occhi ermeticamente chiusi e quando li apro leggo: "Fatti un giro in centro città con Tobia" ed il mio cuore inizia a battere all'impazzata.
-Hey Giu, cosa ti prende? Ti vedo sconvolta. Tutto apposto? Cosa devi fare di bello, o di brutto, oggi?-
-Ehm... dovrei farmi una passeggiata con Tobia e mi vergogno troppo... Come farò ora? Non so nemmeno cosa dirgli per invitarlo con me e tantomeno come iniziare un discorso una volta in centro... per caso hai qualche consiglio?-
-Amore, tu non devi preoccuparti. Lo so che all'inizio parlare con il tipo che ti piace è imbarazzante ma tu devi semplicemente stare tranquilla e comportarti nel modo più naturale che puoi. Non bisogna sforzarsi di mostrarsi diversi da come si è. E poi tu sei fantastica e quindi stringerete subito una buona amicizia. Stai tranquilla che andrà tutto bene. Ora mandagli un messaggio per invitalo e dopodiché mettiti il più bell'abito che hai, e vedrai che gli fari una bellissima impressione. E al diavolo la tua vergogna-
-E se non accettasse il mio invito?-
-Sono sicura che lo accetterà, e se non fosse così, vuol dire che è semplicemente uno stupido, ma stai tranquilla che accetterà subito-
Dopo queste parole prendo il mio telefono e chiedo a Denise se gentilmente potrebbe mandarmi il numero di Tobia. Lei dopo circa 5 minuti me lo manda e io inizio a sclerare al pensiero di aver finalmente il numero di telefono di Tobia.
Dopodiché mi metto a digitare sulla tastiera del mio telefono le parole per convincere Tobia e dopo 10 minuti abbondanti, tra mille cancellature e crisi isteriche, finalmente mi decido a scrivere un messaggio decente (o almeno spero) che dice: "Hey Tobia, sono Giulia Battaglia, una che viene nella tua scuola (non so se hai mai fatto caso a me, ma va beh... comunque, se magari così ti è più chiaro, sono la ragazza diabetica e malata terminale) e volevo chiederti se ti andasse di fare una passeggiata in centro con me, solo se ti fa piacere... ci tengo davvero tanto, a dopo, se lo vorrai"
Dopo pochissimo tempo ricevo subito una risposta che non mi sarei mai aspettata e che mi fa un po' male... ma cosa potevo aspettarmi da uno che ancora non mi conosce? Tobia scrive un freddo "Chi ti ha dato il mio numero?" senza nemmeno un misero ciao, più freddo di così non si può...
Io gli rispondo che è stata Denise e gli chiedo se per caso gli arreca fastidio perché se no cancellerò il suo numero senza esitazione. In men che non si dica lui si mette a scrivere un altro messaggio, questa volta più lungo e meno freddo.
"Ah, okay. No, stai tranquilla che non mi dà fastidio. Volevo solo sapere chi te lo avesse dato. Dunque, io oggi non ho impegni per cui potremmo anche uscire ma sappi solo che non posso stare troppo perché dopo le 17 avrei gli allenamenti di basket, ma fino a prima non ci sono problemi. Comunque, piacere. Così finalmente avrò la possibilità di conoscerti, visto che è già da un po' che lo desidero, siccome tutti i miei amici parlano male di te ma io non credo che tu sia così tanto terribile ;)"
Successivamente ci scambiamo qualche altro sms e puntiamo l'incontro per le 9 sotto casa sua (con tanto di indirizzo). Ovviamente anche a quest'appuntamento mi sarà difficile non ritardare, ma cercherò di impegnarmi in modo che non avvenga almeno per questa volta.
Lui abita molto lontano da casa mia, per cui dovrò incamminarmi verso casa sua per almeno le 8.30 se no rischierei di ritardare e quindi di fare una pessima figura.
Stranamente (molto stranamente) esco di casa puntuale alle 8.25 (con tanto di suoneria per sicurezza) e vado a passo svelto verso casa sua, tutta emozionata, con un abbigliamento molto raffinito ed elegante, una pettinatura che adoro (fatta con cura da mia madre) ed un profumo straordinario (costato un botto). È una sensazione stana vestirmi e curarmi in questo modo, siccome che io vado sempre in giro "alla sportiva".
Cammino con un'andatura stramba, a volte saltellando, a volte fermandomi a caso, a volte perdendo quasi l'equilibrio ma salvandomi sempre per un pelo, sorrido a tutti e saluto tutti i conoscenti (e non), sono davvero di buon umore. La felicità però non dura per molto... In poco tempo mi sento sprofondare nella paura e nell'inquietudine e, d'un tratto tutta la mia gioia svanisce.
Volete sapere a cosa si deve tutta questa amarezza? Beh... ora ve lo spiego subito. Camminando con tutta gioia, in un momento che non guardavo davanti a me bensì a terra, sono andata a sbattere contro una persona. Stavo per chiedere scusa quando, alzando gli occhi, vedo davanti a me la persona che mai avrei voluto incontrare in questo momento: Riccardo De Rossi.
-Hey ma ciao Giulia! Che piacere incontrarti. Come mai in giro, tutta sola, vestita così bene? Per caso devi andare a qualche appuntamento?- dice strattonandomi il braccio.
-Ehm... io... no... v-volevo s-solo prendere un p-po' d'aria...- dico esitando.
-Ah, fai bene, una boccata d'aria fa sempre più che bene. Ehm... ti va di venire con voi in un posto strepitoso? Dai vieni- dice guardando negli occhi i suoi amici e sorridendogli con un sorriso malizioso.
-Ehm... no... cioè sì... cioè ho degli impegni, s-scusa, ciao- dico io mettendomi successivamente a correre come una forsennata.
Corro più veloce che posso mentre sento Riccardo & company continuare a urlarmi di non andare via, continuando a ridere. Li odio più che mai. Non potete capire quanto vorrei che scomparissero dalla faccia della terra. Ho paura, molta paura. So che loro vogliono farmi del male e non potrò scampare. Ma perché proprio oggi?!! Vorrei solo avere delle ali e fuggire da questo inferno chiamato "mondo". So che non arriverò all'appuntamento con Tobia per cui farò una pessima figura... ed è tutta colpa di loro... sono sempre loro gli artefici delle mie sventure... perché devo morire io e non loro??! Perché io... non faccio nulla di male oltre a rompere le scatole a mio fratello??!
Continuo a correre, con fiumi e fiumi di lacrime che sgorgano dai miei occhi e rigano le mie guance ormai divenute rosse come peperoni. Ad un certo punto inciampo e cado per terra. Ieri aveva piovuto, qui siamo in campagna per cui, oltre a bagnarmi tutta, mi infango anche. Il mio vestito è un vero disastro... ed anche il profumo, che prima si sentiva molto, ormai non c'è più siccome si sente solo un fastidioso odore di terra bagnata e sudore per aver corso.
Cerco di alzarmi ma il piede mi fa davvero male. Mi sono presa una brutta storta, come se non bastasse. Provo in tutti i modi possibili a rialzarmi ma proprio non riesco e in men che non si dica vengo raggiunta dal gruppetto di imbecilli.
-Giulia, ti ho detto di fermarti, correndo si cade e ci si può fare molto male. Perché non mi hai ascoltato? Vedi cosa succede a fare le disobbedienti?!!- mi rimprovera Riccardo mettendosi successivamente a ridere.
Dopo mi prende per un braccio e mi trascina via. Io fatico a camminare ma non posso fare altro... il cuore mi batte fortissimo e mi verrebbe da piangere... mi trattengo e mi faccio coraggio.
Verso le 10 arriviamo a casa sua. Ho tantissimo timore e non riesco più a ragionare. Non so cosa abbia intenzione di fare e al solo pensiero rabbrividisco. Una sola cosa è certa: l'incontro con Tobia è andato in fumo e dubito che lui mi voglia più vedere. Avrà di me una bruttissima prima impressione...
Sento qualcosa vibrare nella tasca del mio vestito ormai mal ridotto. Metto la mano in tasca per vedere cosa sia e capisco che è il telefono. Lo estraggo dalla tasca, di nascosto da loro, e vedo che è proprio una chiamata di Tobia. Subito dopo metto giù e me ne pento istantaneamente. Cosa diavolo ho appena fatto?!
Riccardo prende alcune tavolette di cioccolato da un mobile e me le offre, sempre facendo il finto gentile e con il suo solito sorrisetto perfido, ma io gli dico di no. Lui insiste a lungo e dopo un po', stanco del mio rifiuto, mi obbliga a mangiarlo con le maniere forti. Io non riesco a porre resistenza e lui riesce nel suo obbiettivo.
Dopo poco tempo inizio a non sentirmi bene. Decido di scappare via in qualche modo, e ci riesco. Ormai sono riusciti a fare ciò che desideravano per cui non avrebbe più senso per loro fermarmi, e quindi riesco con abbastanza facilità a fuggire da quel posto orribile.
Una volta in strada inizio a sentirmi sempre più male e dopo poco perdo conoscenza.
Quando finalmente apro gli occhi mi ritrovo in un posto a me sconosciuto. Una signora poi mi spiega che ho perso conoscenza in mezzo alla strada e qualche signore mi ha portato all'ospedale. Sono spaesata e non so dove si trovi questo ospedale, non so come ritornare a casa, non so nulla, vorrei solo morire.
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