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Capitolo 52: Sto perdendo la testa... solo un pochino!

6 mesi prima, 17/03
Città di San Diego

Cammino per i corridoi della scuola, affiancato dal mio migliore amico Jason e dal resto della squadra di football; Jaxon compreso. E io cerco di nascondere il più possibile le occhiatacce che gli mando, visto che piace a mia sorella.
E risulto incoerente anche a me stesso, visto che sono stato il primo a cercare di mostrare a Olly di poter stare bene anche se stiamo con altre persone.
«Allora, amico, sei pronto per la partita che affronteremo tra poco?»
Jason mi dà una pacca sulla spalla e io annuisco nella sua direzione: so già che vedrò ogni avversario per la nuova cotta di mia sorella per poterli abbattere tutti.
Anche se quello non è il mio ruolo e, così facendo, rischio di rompermi gran parte delle ossa del mio corpo.

Negli spogliatoi, le voci si fanno più alte, le chiacchiere più futili, per cercare di smorzare la tensione. Le urla del pubblico giungono fino qui e entra nelle ossa di ogni giocatore, facendogli sentire il peso delle persone che contano su di noi.
Dobbiamo vincere anche questa partita.
Usciamo dalla stanza e le cheerleaders ci sfilano davanti, con i loro capelli raccolti in code alte che schioccano al loro passaggio e scorso gli occhi di Olly posarsi, quasi incantati sull'insulso Jaxon e poi sfiorare la mia figura. Avverto la stessa sensazione di quando ho scoperto che il mio cuore batte per lei, come se quel giorno fosse oggi.
Allungo la mano, senza neanche accorgermene, sfiorando il polso di mia sorella, la quale si ferma anche se mi ha superato; non si volta verso di me, però.
Il fiato mi rimane incastrato in gola, mentre attendo un suo cenno, o un misero augurio per la partita, ma rimane in silenzio e il mio cuore si ferma nello stesso tempo in cui riprendo a respirare e lei si allontana da me.
Non lasciarmi ancora, amore mio.

Esco dalla doccia, avvolgendomi un grosso asciugamano bianco attorno alla vita, mentre scuoto la testa per eliminare goccioline di troppo tra i miei capelli. Osservo il mio riflesso allo specchio e faccio una smorfia di fronte al livido sulla spalla destra per colpa di un contrasto non troppo pulito da parte mia.
Me la sono cercata.
La porta del bagno, quella che porta alla camera di Olly, si apre lentamente e cigolando; sembra quasi che lei sappia che io sono dentro e mi stia dando la possibilità di scappare via da lei. Io, però, non mi muovo dalla mia posizione e tendo i muscoli, pronto per vedermi rifiutato un'altra volta.
Pronto a un'altra delusione.
La sua testa, coperta dai capelli, ora sciolti, fa capolino oltre lo stipite e sembra fissarsi proprio su di me, come faceva mesi addietro; poi anche il resto del suo corpo la segue e le sue mani corrono a portare le sue lunghe ciocche, più scure del cioccolato fondente.
Ora posso vedere i suoi occhi che fuggono dai miei, le sue guance rosse e come martoria il suo labbro inferiore.
Ti rendo così nervosa anche se non hai più alcuna attrazione nei miei confronti?

Muove un piede, senza sosta, senza neanche alzarlo da terra; lo striscia contro le piastrelle e prende un grosso respiro, poi fissa i suoi occhi nei miei, raddrizza la schiena e si riempie le guance d'aria.
Sembra una bambina che sta iniziando a fare i capricci perché i propri genitori non le hanno comprato quel giocattolo in vetrina che tanto voleva.
Trattengo, a stento, di ridere di fronte a questa scena e aspetto di vedere se lei ha qualcosa da dirmi o se vuole solo cacciarmi ancora.
«Sergio...»
Il mio nome fuoriesce dalle sue rosee e sensuali labbra in un sussurro che ho faticato a sentire, ma quando il suono giunge alle mie orecchie, il mio cuore perde un battito. E qualcosa, all'altezza della cintura prende vita.
«Io volevo solo chiederti che cosa significava quel gesto di oggi, prima della partita.»
Tutta la sua spavalderia, tutta la corazza che si era costruita, sembra essere già crollata e io mi permetto di rilassare i muscoli e respirare normalmente. Compio un passo in avanti, avvicinandomi a lei, ma mi fermo quando scorgo sul suo viso un'espressione di puro terrore.
Un'altra crepa si crea nel mio cuore già mal ridotto e questa va a minare ancora di più la mia sicurezza sulla giustizia di averla lasciata.
Rimango in silenzio, osservando ogni dettaglio del volto della ragazza che amo, imprimendomelo meglio nella mente. Non posso lasciar vincere ancora il mio egoismo.
Mi appoggio al mobile del lavandino, stringendo il pugno per poter tenere a mente che devo pensare a lei e non ai miei sentimenti o ai miei bisogni carnali. Eppure, le parole che voglio rivolgerle sono chiarissime nella mia mente e non vogliono cambiare per seguire quel che dice il mio cervello.
Così rimango in silenzio, facendo una pessima figura e peggiorando i sentimenti negativi di mia sorella nei miei confronti, ma è l'unico modo per tenerla al sicuro da me stesso.

È lei a sorprendermi, però, compiendo un passo verso di me, con ancora il suo labbro incastrato tra i denti che mi manda ancora più in confusione e, per darmi il colpo di grazia, poggia i suoi caldi palmi sui miei pettorali bagnati.
«Devi dirmelo, perché io sto diventando pazza per riuscire a capirti.»
I miei occhi, prima fissi nei suoi, scivolano, al suono di queste parole, sulle sue labbra che diventano ogni secondo più rosse a causa dei morsi che si dà e, così, alzo una mano e le tiro via il labbro dalla morsa dei suoi denti.
«Non dovresti rovinarti le labbra a suon di morsi.»
La voce mi esce più roca di quel che avrei voluto e noto anche i suoi occhi slittare sulle mie labbra.
No, Olly, sappiamo entrambi che non possiamo farlo. Ti prego, fai un passo indietro.
Come se avesse sentito i miei pensieri, lei scuote la testa e si allontana da me; il freddo si impadronisce del mio corpo, a partire dai pettorali, lasciati nudi dalle sue mani.
Mi osserva, ora senza più dire niente, per pochi secondi e poi mi volta la schiena ed esce da questa stanza il più velocemente possibile. Quando la porta si chiude, io mi affido del tutto al mobile al quale sono poggiato per potermi sostenere e rilascio un sospiro; se sia di sollievo o di rimpianto, però, non so dirlo.

Sono di nuovo in ritardo, lo so. Scusatemi davvero tanto, ma alla fine sono riuscita a farmi prestare un computer, in attesa ancora di capire se il mio è riparabile o meno, solo ieri sera e oggi tra parenti in visita che non vedevo da anni e le guide per la patente (sì, sono in ritardo anche per quella), non ho avuto un minuto libero fino a questo momento.
Da oggi, spero, di riuscire a ritornare puntuale e regolare come sono sempre stata (ma non so quanto dobbiate prendere sul serio le mie parole, perché, ovviamente, non ho capitoli pronti e sto cercando di portarmi avanti ora, ma staremo a vedere).

Comunque, spero che il capitolo di oggi vi sia piaciuto e che non abbiate riscontrato troppi errori (purtroppo è facile quando usi per la prima volta qualcosa che non hai mai provato prima e ci vuole un po' di tempo per potersi abituare, ma SEMPRE MEGLIO DEL CELLULARE!)
Quanto pensate che durerà ancora questo allontanamento tra Sergio e Olly?
Volete rivederli insieme o li preferite separati?

Fatemi sapere, intanto io vi lascio e torno a scrivere un nuovo capitolo!
Che, se riesco, pubblico entro venerdì (come dicevo, non è sicuro, però), per recuperare l'aggiornamento perso ieri)
A presto!

P.S.
MI DUOLE DIRVI CHE MANCANO SOLO 7 CAPITOLI + EPILOGO PER FINIRE QUESTA STORIA!
Aiuto! 

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