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Capitolo 21

Mi accompagnò nell'angolo più remoto del cortile della scuola, quello che una volta era stato il nostro posto speciale, dove ci incontravamo ogni ricreazione per baciarci lontano da occhi indiscreti.
Deglutii a disagio.
Già immaginavo perché mi avesse portata lì.
«Sara» esordì timidamente, «non ce la faccio più a stare senza di te» disse accarezzando con le sue mani morbide il dorso della mia, «non so cosa sia successo, perché ci siamo lasciati. Stavamo bene insieme, no?» non ero sicura che si aspettasse davvero una risposta, quindi mi stetti zitta guardando le mie bellissime scarpe, «ti prego, Sara, io ti amo, mi sono completamente dimenticato come si vive senza di te.
Mi mancano i tuoi baci, le nostre serate film, le tue chiacchiere infinite e i tuoi accidentali doppi sensi, mi manchi tu e mi manca il tuo sorriso» disse avvicinandosi pericolosamente a me.
Certo, sarebbe stato bello tornare semplicemente tra le sue forti braccia, sicura che non avrebbe fatto mai niente per ferirmi, ma non ci sarei mai riuscita.
Sarebbe significato tradire me stessa, i miei sentimenti e, beh sì, anche Federico.
Non sapevo come e perché, ma si era conquistato un posto speciale nel mio cuore, quel posto che prima aveva occupato Matt.
«Io... non so...» balbettai.
Era stato così dolce, così sincero, nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di esprimere così apertamente i propri sentimenti, come potevo spezzargli il cuore?
Lui strabuzzò gli occhi, probabilmente era sicuro che mi sarei messa a gridare e a saltellare da una parte all'altra e che gli avrei detto di sì.
«Sara se tu mi ami potrà ancora tornare tutto com'era prima. Mi ami?» chiese, la sua voce era così dolce mi accarezzava la pelle e mi persuadeva, ma io sapevo di non amarlo, non più almeno.
Io amavo Federico Soro, non mi era mai stato così chiaro se non in quel momento.
Mentre Matt parlava io desideravo che ci fosse Fede davanti a me, pensavo a lui, al suo sorriso e alle sue carezze, non a Mattia.
«Hm... Sì?» risposi, sembrò più una domanda perché infatti mi stavo giusto chiedendo perché gli avessi risposto in quel modo.
Ma a lui non importava molto delle mie esitazioni, così mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
Era semplice: bastava fingere che le sue labbra fossero quelle del ragazzo che amavo.

Per il resto delle lezioni mi comportai con una specie di ameba, cos'era appena successo? Perché non avevo rifiutato Matt? Che cazzo mi passava per la testa?
Non so nemmeno come riuscii ad arrivare davanti al mio palazzo senza scoppiare a piangere.
Davanti al citofono l'unico nome che riuscii a leggere era il suo, così sollevai il mio dito da zombie e schiacciai il pulsante accanto al nome Soro.
Mi rispose la debole voce di Susanna: «Sì?» chiese stanca.
«Sono Sara, Federico è in casa?» probabilmente la mia voce era più vuota della sua, per quanto mi fossi sforzata di apparire felice.
La sentii parlare lontana dal citofono, senza però riuscire a capire le sue parole.
«Sì, cara, sali» rispose aprendo il cancello.
Decisi di fare le scale, per schiarirmi le idee e pensare a cosa avrei fatto una volta arrivata là.
Susanna mi aprì subito la porta, salutandomi con un sorriso malinconico.
«Come stai, cara?»
«Bene, grazie, e lei?» sperai che questi convenevoli durassero il meno possibile.
«Tutto apposto. Fede è in camera» aggiunse indicando il lungo e cupo corridoio tappezzato di foto di famiglia.
Raggiunsi la porta della sua stanza ed essendo questa già aperta entrai.
Il ragazzo era comodamente sdraiato sul suo letto e non appena mi vide mi salutò con un cenno del capo.
«Che ci fai qua, bellezza?» anche la sua voce mi sembrava piatta, non era carica di entusiasmo e malizia come sempre e seppur si fosse sforzato di sorridere, mi sembrava la persona più triste del pianeta, ma forse era la mia depressione ad annebbiare tutto.
Mi strinsi nelle spalle: «Non c'eri e ho pensato di venire a trovarti, perché non sei venuto?»
«Sto male» rispose con ovvietà indicandomi il termometro buttato per terra accanto al letto.
Ad ottobre?
Alzai un sopracciglio con tutto lo scetticismo del mondo, ma lui fece finta di niente.
«Beh, come è andata a scuola?» chiese.
«Normale» risposi stanca per poi sedermi ai piedi del letto.
Si tirò subito su, con gli occhi che gli brillavano, probabilmente era la febbre, e: «Normale, sicura? Nessuna proposta?» proposta, subito mi tornò in mente Matt che mi baciava, non che me ne fossi mai dimenticata, avevo semplicemente smesso di pensarci.
Poi mi ricordai di ieri sera sul balcone, era quello che Federico mi voleva dire? Mi fu subito chiaro che volesse avvisarmi che l'indomani il mio ex mi avrebbe chiesto di rimettermi con lui, probabilmente se non avesse deciso di starsi zitto, dopo una lunga preparazione psicologica, sarei riuscita a dirgli di no.
«Matt mi ha chiesto di tornare con lui» sospirai.
«E tu?» un ombra coprì i suoi vivaci occhi castani, occhi che amavo.
«Gli ho detto sì»
In tutta risposta lui si lasciò cadere a peso morto sul materasso con una specie di grugnito, passandosi le mani sul viso.
Rimasi tutto il pomeriggio con lui, sembrava che stesse davvero malissimo e non avevo il coraggio di lasciarlo lì da solo, a lui, d'altra parte, piaceva farsi coccolare in quel modo.
Non si alzò nemmeno un secondo dal letto, passò tutto il giorno a tirare su con il naso e a lamentarsi della febbre e delle mia lentezza nel portargli da bere ogni volta, ma in realtà ogni tanto lo coglievo mentre mi guardava di nascosto, sorrideva dolcemente e distoglieva lo sguardo non appena si accorgeva di me, chiedendomi qualcos'altro.
«Certo, principe, come vuole» lo canzonai.
«Lamentati di meno,» disse lui ridendo, mentre mi lanciava un cuscino, «io sto male!»
«Come no! Povero cucciolo!» scherzai buttandomi sul letto.
Lui mi strinse tra le sue braccia ed io poggiai la testa sul suo petto, avrei tanto voluto che mi contagiasse per non dover andare a scuola e non dover vedere Matt.
Era sbagliato amarlo così tanto?
Perché era tutto così incasinato?
Io volevo solo stare con lui così come eravamo in quel momento: abbracciati insieme con la consapevolezza di non poter fare a meno l'uno dell'altro.

Autrice: dato che a Natale siamo tutti più buoni, mi sono impegnata a mantenere la mia promessa.
So che il capitolo non vale l'attesa, ma spero che mi perdoniate.
Il prossimo aggiornamento probabilmente sarà un P.O.V. Federico, ma come al solito dovrete avere pazienza prima che lo pubblichi.
Intanto, anche se non è ancora scoccata la mezzanotte, colgo l'occasione per farvi gli auguri di Natale, siete davvero fantastiche, non so come farei senza di voi, che aspettate mesi per un aggiornamento ❤️
-LaBugiarda💕

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