XVIII. Selva
L'ultimo tunnel che separava Minartas da Sarymnaia era controllato da due Cuorassiti, muniti di armi e brutte facce.
Erano più grossi e paurosi dei miei due compagni di viaggi, ma non me ne preoccupai molto. Non riuscivo a smettere di pensare alle parole di Ombra. No, non al fatto che in poche ore la malattia si sarebbe impossessata del mio corpo.
Ombra aveva detto che dopo i quarant'anni i Cuorassiti morivano, perché troppo vecchi per affrontare il morbo. Lei sembrava molto giovane, ma Tamacti? Il giorno in cui lo avevo incontrato per la prima volta aveva finto di essere mio padre, e nonostante fosse visibilmente più giovane del mio vero papà, ero quasi certa che si avvicinasse alla fatidica età.
Se Presto sarei diventata una di loro, probabilmente il mio cuore non sarebbe stato molto utile alla strega e ai dottori, quindi che senso aveva fuggire ancora? Non avrei potuto salvare comunque nessuno, io sarei diventata una cannibale costretta a vivere nelle fogne e Tamacti sarebbe morto perché era così che funzionavano le cose.
Non ero mai stata una ragazza così negativa prima di quel momento, ma da quando il mutante mi aveva graffiato nel ponte non riuscivo proprio a cogliere il lato positivo di quel viaggio della speranza.
-Siamo arrivati, finalmente. Dopo questo tunnel, potremmo salire.-
Guardai Tamacti confusa. Come pensava di passare senza farsi notare? La mia presenza non passava di certo inosservata, per quanto mezza umana potessi essere.
Ci avviciniamo ai due uomini, ed io mia strinsi maggiormente ad Ombra, perché i due sconosciuti sembravano molto più forti e cattivi dei miei compagni di avventure.
-Tamacti Jon. Sei qui per lavoro?- Disse il più alto e robusto dei due, scambiando una stretta col biondo.
-No, amico. Non questa volta. Sono qui per riscuotere quel debito che mi dovevi.-
Il Cuorassita lo guardò confuso, concentrando poi l'attenzione su di me e Ombra, nascoste alle spalle del biondo.
La sua pelle era ambrata come quella della ragazza e anche i suoi occhi felini erano gialli e piccoli.
Il suo petto tonico era cosparso interamente da tatuaggi tribali, che dipingevano quell'uomo come un quadro antico e vissuto.
Superava di poco l'altezza di Tamacti ed anche lui aveva i capelli lunghi fino alle spalle, ma di un colore caldo, di un cioccolato simile ai miei.
-Non pensavo che questo momento sarebbe mai arrivato, ma sono felice per te, Tamacti. Ombra, ti vedo in forma. È da molto che non ci si vede.-
Sentii la ragazza al mio fianco irrigidirsi e uscire allo scoperto, osservando timida l'uomo .
-Anche per me è bello vederti, Kenan.-
Lui la guardò a lungo, ignorando me e Tamacti, e anche il suo compagno buttafuori, come se fossero solamente loro due in quella caverna.
-Saró felice di aiutarti, Tamacti.- Disse poi, distogliendo lo sguardo da Ombra. -Ma non era prevista la presenza di un'umana. -
Rabbrividii quando posò lo sguardo curioso sulla mia figura.
Tamacti mi prese il polso, avvicinandomi inaspettatamente al suo fianco, esattamente come la prima volta in cui ci eravamo incontrati.
-Non è più umana, ormai. -
-Eppure il suo cuore batte ancora chiaro e forte.-
Tamacti esitò per un momento, non sapeva cosa dire. -Non per molto.-
-D'accordo, fingerò di non averla vista. Avete abbastanza scorte?-
-No, ma troveremo qualcosa da mangiare lungo il cammino.-
-Ah si? Non ci sono più umani, Tamacti.-
-Lo so, è il mio lavoro, so della crisi di cuori, niente di nuovo.-
-Voglio dire, i pochi rimasta a Sarymnaia sono ben nascosti. Dovrete procurarvi i cuori solo lì, dopo non c'è più nulla. Evita le zone di Mordeka e vecchia Comox., Stanno facendo addestramenti militari. E anche Campbell river, è piena di Cuorassiti appena nati,dopo una recente strage.-
-Dovremo passare almeno per uno di questi posti, per uscire dal Canada.-
-Beh, allora buona fortuna. -
Tamacti sospirò, capendo forse che le cose erano più difficili di quello che pensava.
-Ci rincontreremo al confine, o magari prima. O forse no, in tal caso, vi auguro tutto il meglio. State attenti.-
-Grazie, Keenan. -
Il Cuorassita ci fece cenno di procedere all 'interno dell'ultimo tunnel, lanciandomi una veloce occhiata.
Ombra rimase per ultima, e quando mi voltai per capire perché non ci raggiungeva, la vidi ferma all'inizio della galleria.
Keenan le stava parlando, e le passò delicatamente la mano sulla guancia e poi sui capelli. Quei due dovevano conoscersi molto bene.
Con l'altra mano l'uomo prese la sua pistola e la Puntó sul suo compagno, rimasto zitto fino per tutto quel momento.
Non lasciò lo sguardo innamorato di Ombra nemmeno mentre gli sparava.
Mi bloccai, incredula e senza parole per il modo freddo in cui aveva ucciso il povera collega.
Tamacti mi prese la mano, incitandomi a proseguire. -Ha dovuto farlo per noi. Quel tipo avrebbe detto tutto alla strega, o ai soldati. Andiamo, forza.-
Strisciai i piedi dietro alla figura possente di Tamacti, che al contrario mio aveva reagito a quell'uccisione con indifferenza.
Come avrei potuto io uccidere per mangiare? Strappare i cuori della gente innocente?
Quando Ombra ci raggiunse, l'espressione più triste di come ricordavo, Tamacti aprii un pesante tombino di cemento sopra le nostre teste.
Fece peso con le braccia sulla buca per guardare che non ci fosse nessuno.
Fui sorpresa di non essere colpita dalla luce. Eravamo partiti all'alba ma il sole stava lentamente tramontando, quel sole che non vedevo da molto tempo e che mi mancava molto.
Tamacti uscì dalle gallerie, aiutando poi me ed Ombra a fare lo stesso.
Mettere piede nella terra ferma era una sensazione stupenda, come lo era anche l'aria leggera che colpiva il mio volto.
Eravamo sbucati in mezza al nulla, all'interno di un bosco umido e scuro.
Non c'erano soldati nei dintorni. In lontananza si sentiva il dolce scrosciare di un fiume, adornato dal canto delle cicale.
Improvvisamente Tamacti e Ombra iniziarono ad annusare l'aria, allargando le narici come due cani ammaestrati.
Io mi sedetti nell'erba alta e umida, stremata dal lungo viaggio e con tutte le ossa e i muscoli doloranti. Mi passai piano una mano sul volto, notando che i graffi si stavano rimarginando velocemente.
-Che state facendo?-
Probabilmente presto anche io avrei avuto qualche strano talento animale.
-Non ci sono Cuorassiti nei dintorni. Nemmeno soldati.- Disse Ombra, lanciandomi un'occhiata curiosa .-Il tuo cuore batte ancora così forte. È strano.-
Tamacti la zittí con lo sguardo. -Dobbiamo accamparci prima che cali il sole.-
Mi alzai a fatica, seguendo i lunghi passi dei due Cuorassiti allenati, che non sembravano patire la stanchezza e lo sforzo.
Ci mettemmo un po' a trovare un posto dove passare la notte. Io avevo fame,ma Tamacti Disse che avrei dovuto aspettare fino a domani, quando probabilmente sarebbero stati i cuori a diventare parte della mia alimentazione.
Trovammo rifugio ai piedi di una montagna, all'interno di una roccia ben coperta da eventuali occhi esterni. Era a pochi passi dal fiume di Campbell river, che collegava Sarymnaia e Minartas alle altre città a me sconosciute.
All'interno di quella caverna si stava bene e non faceva molto caldo come nei sotterranei, in più la luce lunare illuminava abbastanza cosicché potessi vedere anche io.
Li guardai mentre mangiavano i cuori affamati, e la mia pancia brontolò, ma non erano organi umani che volevo.
Quando Ombra uscì per recuperare dell'acqua dal fiume restai sola con Tamacti, intento ad affilare il suo coltello che portava sempre legato alla cinta.
Mi stesi a terra a debita distanza da lui, osservando le sue mani esperte maneggiare l'arma, sentendo pian piano il sonno impossessarsi di me, ma avevo paura di chiudere gli occhi e addormentarmi, per poi svegliarmi in un mostro che non volevo essere.
-Magari durante questo viaggio troverai tuo fratello.- pronunciai con voce assonnata.
Smise di maneggiare il coltello, guardandomi attentamente. -Non è per questo che sono partito. Non più, almeno.-
Sorrisi a labbra chiuse. -Allora è come pensavo. Sei partito solo per salvare me.-
Anche se non riuscivo a vederlo bene, capii che stava sorridendo anche lui. -Dovresti proprio dormire, ragazzina.-
-Non ci riesco. Ho troppa ansia. Insomma, che cosa proverò? Come diventerò una Cuorassita?-
-Beh, voglio essere onesto. È una fame dolorosa, che ti attanaglia lo stomaco, una fame insaziabile. Avrai bisogno di mangiare almeno ogni ora, per sopravvivere. Ti farà male tutto il corpo, ti sembrerà quasi di cambiare struttura ossea e di indossare la tua pelle. Sentirai le tue pupille allungarsi, e ti brucerà. -
-Ok, direi che può bastare. Il sonno mi è totalmente Passato.-
Per un po' non disse nulla, continuando ad affilare il coltello.
-Sarà più facile per te, Selva. Sia io che Ombra abbiamo dovuto affrontare la mutazione da soli, senza l'aiuto di nessuno. Noi ti aiuteremo, non preoccuparti.-
Sospirai, non realmente pronta a quello che sarebbe accaduto al mio corpo.
-I tuoi occhi però non sono come quelli degli altri.-
-Un regalo della strega.-
-Conosci proprio bene questa strega.-
-Si, abbastanza. Dormi.-
Provai ad ascoltare il suo consiglio, ma il pavimento era duro e scomodo e non riuscivo a smettere di rigirarmi e le cicale cantavano troppo forte.
-Non ce la faccio. Sono stanchissima, ma non riesco a prendere sonno. -
Piagnucolai con voce lamentosa.
-Mmh.-
-Tamacti?-
-Selva.-
-Potresti stenderti al mio fianco?-
Il coltello gli cadde dalle mani, e a me venne da ridere, ma mi trattenni.
-Non credo sia il caso.-
-Per favore! Quando non riesco a dormire, Devo dormire con mia sorella. Ma lei non c'è, e tu sei la cosa più vicina ad una sorella.-
Pensai che mi dicesse di aspettare Ombra, che avrei potuto dormire con lei, ma poi le sentii muoversi.
In pochi istanti si stese al mio fianco, vicino alla mia schiena ma non troppo, senza nemmeno sfiorarmi.
Chiusi gli occhi più serena, sentendo il suo respiro pesante e il suo petto alzarsi e abbassarsi alle mie spalle.
Sentii il suo odore forte, quell'odore familiare che tanto avevo disprezzato ma che ora avevo imparato a conoscere, che mi riportava Direttamente a lui.
Quando provai ad avvicinarmi di più, lui si allontanò ancora.
-Che intendi per regalo della strega? Come ha fatto a darti gli occhi azzurri? Che cosa hai dovuto darle in cambio?-
-Dormi, Selva.-
Chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dal suo respiro rassicurante.
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