X. Tamacti
Quando mi incamminai verso la via di casa ero confuso e scombussolato come ogni volta che lasciavo la caverna di Mama Mandombe.
Non aveva aiutato a schiarirmi le idee. Per la prima volta in trentacinque anni, non sapevo che cosa fare. Ero sempre stato molto veloce e ragionevole a prendere delle decisioni, anche più complicate di quella che mi si presentava davanti, e di solito era sempre la scelta giusta.
Avrei forse dovuto parlane con qualcuno oltre ad Ombra, ma non potevo fidarmi. Se qualcuno in quel posto avesse scoperto che nascondevo la puledra ricercata dalla strega, mi avrebbero dato in pasto ai mutanti.
Ero Nervoso perché non avevo mai dovuto affrontare un problema del genere prima di allora, e non mi piaceva non avere le cose sotto controllo.
Quando entrai in casa fui sorpreso di trovare Ombra e Selva chiacchierare animatamente, entrambe con una bottiglia di birra ghiacciata fra le mani.
Ero quasi certo di aver incontrato quella ragazzina da qualche parte, per quanto improbabile.
Appena mi vide entrare si zittí e mi guardò curiosa. Mi chiesi quanto dovesse essere difficile per lei fidarsi di noi, due Cuorassiti che l’avevano praticamente rinchiusa.
-Bentornato. Pensavo ci avresti messo più tempo, a dir il vero. Ricordo che quando vai da Mama, non torni mai a casa prima dell’alba.-
Ignorai le parole della mia amica e presi una birra dal frigo, notando che ce n'erano meno di prima che me ne andassi.
-La ragazzina ha caldo, sta andando avanti di birre ghiacciate, visto che pure la tua acqua è torbida. Non resisterà a lungo qui, per il caldo o per l’alcool, chi lo sa.- Disse Ombra indifferente.
L'umana effettivamente non aveva un bell'aspetto. I suoi capelli castani erano incollati al volto sudato e le labbra erano nuovamente secche e screpolate, nonostante avesse appena bevuto.
-Portiamola al negozio. Deve bere dell’acqua, non birra. –
-Cosa? Nel mio negozio? Un’umana ? Sei impazzato! –
-Ci sono i frigoriferi, starà bene la. Non voglio che muoia nel mio letto.-
Le mie parole dure colpirono entrambe le due donne in modo differente.
Selva spalancò gli occhi dallo stupore, o forse per la paura.
-Cosa ti ha detto la strega?- Mi chiese Ombra improvvisamente più seria.
Le lanciai un occhiata sperando che capisse al volo che non ne volevo parlare davanti alla puledra, anche se in realtà non volevo parlarne affatto.
Arrivare fino al negozio senza che nessuno si accorgesse di lei poteva essere un problema. Un umano non passava di certo inosservato.
Decidemmo che avremmo corso il rischio, proteggendo alla ben meglio la ragazza per tutto il tragitto.
Uscimmo di casa, piazzandoci a destra e a sinistra di Selva, le cui forze iniziavano a scarseggiare.
La via dove abitavo io era poco frequentata, soprattutto a quell’ora della notte. Tutti i Cuorassiti riuscivano a vedere al buio, e avrebbero riconosciuto subito la ragazza se l'avessero vista .
Quando intravedemmo la macelleria aumentammo il passo, seguiti dalla ragazzina che difficilmente ci stava dietro. Sentimmo delle voci e dei passi, ma nessuno ci attaccò.
Quando entrammo al negozio feci sedere la ragazza sull’unica sedia presente mentre Ombra accendeva le luci e chiudeva la porta a chiave.
L'aria all’ interno era più respirabile anche per chi non era abituato a quelle temperature come lei.
Le passai dell’ acqua fresca che trangugiò in pochi secondi. Sotto la forte luce al neon del negozio capii che doveva essere davvero molto giovane. La decisione finale si faceva sempre più complessa.
-Pensavo che aveste la luce di notte.- disse riprendendo Fiato poco a poco, guardandomi per la prima volta meno spaventata.
-La macelleria di Ombra è una necessità per il popolo. Lavora anche di notte, per questo c’è la luminazione.-
Annuì alle mie parole davvero interessata, ma non eravamo lì per discutere sull'energia elettrica, bensì del suo futuro.
-Stai meglio? Vuoi entrare qui?- chiese Ombra, comparendo dall’interno di una cella frigorifero.
Prima che potessi fermarla, la ragazzina si alzò faticosamente, zoppicando un po’ sulla gamba ferita ma disinfettata, e raggiunse la cuorassita.
Durò pochi secondi, uscendo con l’espressione sconvolta e il viso pallido.
Pensava forse di trovare costolette di maiale e guance di vitello?
Ombra se la rideva alle sue spalle,mentre si legava il grembiule pulito (probabilmente scelse quello senza macchie di sangue per non sconvolgere la ragazzina) .
Mancavano poche ore all’apertura del negozio e lei arrivava sempre molte ore prima al lavoro.
Selva si portò una mano sul naso, risedendosi nella sedia dove ero solito sedermi io. -C’è una puzza incredibile. Non posso credere di essere in un posto del genere.-
disse fissando come imbambolata la vetrina del frigo con la carne esposta, perlopiù pezzi di cuori di varie misure.
-Effettivamente non ho mai avuto della carne così fresca prima d'ora! – Disse Ombra affilando due coltelli, divertita sempre di più dalle espressioni della giovane umana.
Per quanto la situazione fosse talmente bizzarra da far ridere, io dovevo trovare un modo per riportarla di sopra, e lasciarla affrontare il suo destino.
Qualcun altro l'avrebbe trovata, sarebbe stato un altro uomo a consegnare il suo cuore speciale alla strega ed io e tutti i malati saremmo stati curati. Era così che doveva andare e basta, era sicuramente la cosa giusta da fare.
-Grazie per avermi disinfettato la ferita.- Disse lei improvvisamente, guardandomi dal basso con i suoi occhi timidi.
Cercavo di starmene distante, appoggiato alla porta di ingresso, perché non volevo vederla, sapendo che avrebbe perso la vita da lì a poche ore, probabilmente.
Non mi piaceva uccidere donne e bambini, umani o Cuorassiti che fossero, ma lo avevo fatto spesso, perché era necessario.
Eppure, ora che la sua morte determinava la salvezza della mia specie e di quelle a venire, non ero molto sicuro di quello che avrei dovuto fare.
Avevo paura che se l'avessi guardata troppo a lungo non sarei riuscito a consegnarla alla morte.
-Pensavo fossi svenuta.-
-Si, ma ricordo che era messa molto peggio.-
Non dissi nulla, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi color cioccolata.
-Mi consegnerete alla strega?-
Ombra smise di affilare i coltelli, facendosi per la prima volta seria. Sembrava quasi preoccupata.
-Ritornerai di sopra e noi dimenticheremo di averti mai incontrata. Ognuno per la sua strada.-
dissi freddo, mantenendo lo sguardo di Ombra , che teneva stretto quei coltelli come se volesse pugnalarmi.
Selva sospirò, attirando il mio sguardo solo per un secondo. Non sembrava Soddisfatta da quella mia decisione.
-Mi stanno cercando anche di sopra. Mi troveranno e dovrò tornare nuovamente qui, Perché la strega vuole me!-
Pronunciò le ultime parole con rabbia, quasi urlando. Quella povera puledrina non aveva nemmeno idea di cosa l’aspettava.
Se solo non l’avessi presa al volo da quel tombino, non sarebbe stata un mio problema.
-Tu sei la nostra cura. Il tuo cuore, è la salvezza del mondo.-
Dissi quelle parole senza guardarla, senza crederci nemmeno. Mi sembrava così sbagliato.
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